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COME L’EUROPA CI TOGLIERÀ I RISPARMI E LE PROPRIETÀ IMMOBILIARI CON LA COMPLICITÀ DEI NOSTRI POLITICI
Il progetto finto ecologista dell’UE serve a distruggere l’economia italiana basata sulla piccola e media impresa, sulla piccola proprietà immobiliare e sul risparmio privato.
Dopo averci tolto le aziende di stato, gli asset strategici, i beni pubblici nella nostra totale passività, dopo averci privato di una sanità pubblica degna di questo nome, di una scuola e di un’università degne di questo nome, di una giustizia imparziale, ora passano alla proprietà privata.
Il 14 dicembre prossimo la Commissione rivelerà la propria proposta per l’efficientamento energetico delle abitazioni nell’ambito dell'”Ambizioso” piano per la riduzione delle emissioni di CO2 collegato all’obiettivo “Fit for 55”, voluto dalla commissione. Dietro questi paroloni quel giorno saprete se la vostra casa ha un valore di mercato o vale, letteralmente, zero. Tutto questo per la direttiva EPBD, sigla inglese che significa energy performance of buildings directive.
La direttiva punta a far si che dal 2050 tutte le abitazione nella UE siano a emissioni zero, cioè a massima efficienza. Per fare questo bisogna da un lato introdurre strette normative sulle nuove costruzioni, ma dall’altro bisogna efficientare, in modo forzato, quelle esistenti. Per fare questo la Commissione ha deciso una serie di interventi, a carico degli stati , estremamente brutali:
la bozza della nuova EPBD prevede dal 2030 solo nuovi edifici a emissioni zero, stop alle fossili nel riscaldamento entro il 2040, estensione degli attestati di prestazione energetica, obiettivo di portare gli edifici residenziali almeno in classe F entro il 2030 (dunque con una correzione al divieto di vendita e affitto dal 2027 degli immobili più energivori che si era ventilato).
L’obiettivo su cui è costruita la nuova EPBD è quello di avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto del fatto che oggi gli edifici pesano per il 40% dell’energia consumata nell’Ue, per il 36% delle emissioni legate all’energia e che riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria contano per l’80% dell’energia consumata dalle famiglie.
Come anticipato, il percorso tracciato dalla revisione propone che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero, cioè con consumi bassissimi e soddisfatti da rinnovabili, obbligo che per gli immobili pubblici scatterebbe già dal 2027.
Vengono poi proposti nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell’Ue da applicarsi per le ristrutturazioni: il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato membro dovrà passare dalla classe G dell’attestato di prestazione energetica (Ape) ad almeno la F, entro il 2027 per edifici non residenziali ed entro il 2030 per gli edifici residenziali.
Proposta anche una riforma degli Ape stessi, mentre l’obbligo dell’attestato è esteso agli edifici oggetto di importanti ristrutturazioni, a quelli oggetto di rinnovo del contratto di locazione e a tutti gli edifici pubblici.
Viene in parte corretto il divieto di vendita o locazione delle case meno efficienti dal 2027 che era stato tracciato in bozze precedenti: per gli edifici residenziali ora si pone solo l’obiettivo di raggiungere la classe F dal 2030, senza citare divieti, mentre per immobili pubblici e non residenziali ci si dovrà arrivare 3 anni prima.
Nella proposta anche un “passaporto per la ristrutturazione” dell’edificio che, stando al comunicato della Commissione, dovrebbe essere “uno strumento per facilitare la pianificazione e una ristrutturazione graduale verso il livello di emissioni zero”. (Come il passaporto vaccinale)
Altra novità gli “standard ipotecari” per i mutui, cioè un meccanismo per incentivare gli investitori a migliorare la prestazione energetica del loro portafoglio immobiliare e incoraggiare i potenziali mutuatari a rendere le loro proprietà meno energivore.
L’indicazione che Bruxelles dà agli Stati, per uno stop a incentivi per caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027 e l’introduzione esplicita della possibilità di vietare i combustibili fossili negli edifici.
Da promuovere poi, secondo la revisione della direttiva, le infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e commerciali, per i quali si dovranno pensare anche spazi dedicati per parcheggiare le bici.
Gli Stati, secondo la proposta di nuova EPBD, dovranno predisporre dei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici integrati nei rispettivi Pniec, i piani nazionali per l’energia e il clima. Questi piani dovranno includere tabelle di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento entro il 2040 al più tardi, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.
Questi alcuni punti della proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia EPBD (energy performance of buildings directive), presentata oggi dalla Commissione europea (in basso il link ai documenti) come parte del pacchetto “Fit for 55” adottato nel luglio 2021 e che dunque ora inizia il suo iter per l’approvazione, passando da Consiglio ed Eurparlamento.
Per capire l’impatto di questa direttiva possiamo far notare che 2,15 milioni di immobili in Italia sono anteriori al.. 1918
Si calcola che l’87% degli immobili italiani sia in classe D o inferiore. A questo punto i proprietari saranno nella necessità di:
spendere decine di migliaia di euro in ristrutturazioni immobiliari costose;
adattarsi ad avere una casa che viene a valere ZERO e che non potranno vendere né affittare. Probabilmente potranno, al limite, utilizzare come prima casa.
Non solo. Vogliamo citare il report Banca d’Italia sulla Ricchezza delle famiglie italiane, quello spesso citato quando si parla di “Imposta patrimoniale”, soprattutto all’estero.
A fine 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile, registrando una crescita dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. Le abitazioni, principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda. Le attività finanziarie risultano in crescita rispetto all’anno precedente, soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative, mentre il totale delle passività è pressoché stabile
Dato che un bene che non è vendibile ha, per sua natura, un valore zero circa il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire nel nulla.
In perfetto stile sovietico poi la Commissione prevede dei piani nazionali con delle tabelle di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale e indicatori di progresso misurabili, con obiettivi fissati per il 2030, 2040 e 2050. Ristrutturare diverse milioni di case italiane è un obiettivo…. impossibile, considerando che in due anni di 110% se ne sono ristrutturate poco più di 300 mila. Però tutto va bene, a quanto pare.
Siete pronti a spendere decine di migliaia di Euro per efficientare la vostra casa secondo i voleri della UE nei prossimi anni e senza neppure più l’aiuto del 110%?
E VEDIAMO SE ADESSO VI SVEGLIATE!!!!!!!!
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