La fine del trading online (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
9243_207147979419253_2077494699_n.jpg
 

tontolina

Forumer storico
Tobin Tax: in Francia esplodono gli stock future


Di Giuseppe DiVittorio

Il Governo tassa i titoli azionari e cosi gli operatori passano agli stock future. Credit Suisse ha pubblicato una ricerca nella quale viene evidenziato che in seguito all'introduzione della Tobin Tax "francese" i future azionari sono cresciuti del 400%. In termini assoluti l’ammontare scambiato in stock future è salito a 2,4 miliardi di dollari (a settembre del 2011 era di 0,7 miliardi di dollari). Secondo fonti autorevoli sono stati gli investitori istituzionali a cambiare operatività sul mercato mentre gli swing trader sono passati sui titoli a piccola e media capitalizzazione, non colpiti dall’imposta. (riproduzione riservata)
Tobin Tax: in Francia esplodono gli stock future - Milano Finanza Interactive Edition
 

tontolina

Forumer storico
Abi: la Tobin può provocare la fuga delle attività economiche


Di Giuseppe DiVittorio

"Se proprio occorre trovare dei soldi sarebbe meglio ricercarli altrove". E' l'opinione di Andrea Beltratti, del Consiglio di Gestione di Intesa San Paolo, sul tema della tassa sulle transazioni finanziarie.
L’osservazione è personale ma ha un sapore squisitamente politico. L’intervento è stato infatti rilasciato a margine dell’esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana che si è tenuto questa mattina a Milano.
Tante le obiezioni del primissimo esponente dell’Abi alla Tobin Tax.

“Si tratta di un’imposta”, ha spiegato il banchiere, “difficilmente praticabile a livello internazionale, con coordinamento delle normative complicato”. I rischi, ha proseguito l’esponente del mondo bancario, sono quelli di favorire i trasferimenti di attività economiche da un continente ad un altro, con moltiplicazione degli arbitraggi finanziari internazionali. (riproduzione riservata)
 

tontolina

Forumer storico
Conto alla rovescia per la Tobin Tax made in Italy, mentre la Germania rinvia al 2016: ecco i punti critici

di Vito Lops
Settimana cruciale per la Tobin Tax in Italia. In queste ore lo staff del ministero dell'Economia sta lavorando alla revisione del testo e potrebbe calmierare la stretta fiscale rispetto a quanto previsto nella prima bozza contenuta nel disegno di legge di stabilità.

Il nuovo testo, secondo indiscrezioni, potrebbe essere ultimato nel giro di 2-3 giorni: dopodiché la palla dovrebbe passare al Parlamento. Molti i dubbi:

verrà replicato integralmente o solo in parte il modello francese (meno restrittivo dell'attuale testo italiano)?

Allo stesso tempo, verranno tappati i buchi che a pochi mesi di vita (in Francia la Tobin Tax è operativa dal 1° agosto) il modello transalpino ha evidenziato (come la fuga dagli investitori verso i contratti per differenza)?
Gli addetti ai lavori confidano in un ribaltone del testo-bozza.

Vediamo perché.
Il primo testo contestato
La formulazione originaria prevede un'aliquota dello 0,05% sulle negoziazioni di azioni, strumenti finanziari partecipativi e derivati (su azioni, valute, materie prime, ecc.). Sono escluse le negoziazioni che riguardano titoli di Stato e obbligazioni societarie. E prevede inoltre che l'aliquota venga applicata su ogni negoziazione e non al saldo degli scambi a fine giornata. Il governo, nell'impianto legislativo originario, stima un gettito annuo 1.088 milioni di euro e un calo del 30% delle contrattazioni di azioni e dell'80% del mercato dei dervati.

Trader e operatori finanziari sono però saliti sul sul piede di guerra sottolineando che la norma, così come è stata scritta, non frenerebbe la speculazione (come nell'intento del governo aggiunto a quello di fare cassa nell'attuale fase di austerity) ma scatenerebbe l'effetto boomerang di danneggiare volumi, liquidità e quotazioni dei titoli quotati a Piazza Affari. Con gravi danni sociali per gli operatori finanziari, compresi quelli che lavorano nell'indotto.

Il nuovo testo
Fra poche ore conosceremo le revisioni del testo originario. Se dai primi rumors sembrava si fosse orientati a "tradurre" il testo francese i dubbi sul cambio di rotta emergono anche dall'emendamento Boccia (Pd) sulla Tobin Tax che spinge per vincolare l'esecutivo su una riduzione delle aliquote e su un ampliamento della base imponibile. In ogni caso, le preoccupazioni degli addetti ai lavoratori non mancano, anche perché il tempo disponibile per far luce su eventuali ulteriori emendamenti si assottiglia dato che il governo è intenzionato a chiudere la partita entro fine anno (anche se rumors indicano che difatti poi l'applicazione potrebbe essere posticipata a marzo-aprile), seguendo così la Francia che ha introdotto la sua versione della Tobin Tax lo scorso agosto. Analizziamo i punti critici.







Ecco perché i trader sono pronti a fuggire da Piazza Affari se passa la Tobin Tax. Il rischio di nuovi esodati

di Vito Lops
borsa-milano-piazza-affari-trader-258.jpg



I trader non hanno mai indetto uno sciopero. Ma se potessero questo sarebbe il momento giusto per protestare. Perché lo spettro della Tobin Tax - che secondo quanto previsto dall'attuale stesura del disegno di legge di stabilità dovrebbe entrare in vigore in Italia da gennaio 2013 - sta aleggiando nelle sale di Piazza Affari.
Il Governo, tassando le transazioni finanziarie di azioni e derivati con un'aliquota dello 0,05% sul valore degli strumenti finanziari compravenduti, stima un gettito annuo di 1.088 milioni di euro.

Come ricordato dal Sole 24 Ore ore in edicola oggi il Governo si aspetta una doccia fredda sugli scambi, con un calo del 30% delle contrattazioni sul mercato azionario e dell'80% nel più opaco mercato dei derivati.

articoli correlati

Effetto Tobin Tax: a rischio in Borsa il 30% degli scambi
Chi è James Tobin, l'autore della Tobin Tax



Cali che potrebbero avere ripercussioni a cascata sulla liquidità dei titoli quotati e sulle rispettive quotazioni. Il rischio è di assistere a quello che è successo in Svezia nel 1984, quando il Paese decise di introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie ideata dal premio Nobel per l'economia James Tobin, ai tempi professore del premier Mario Monti.

Una scelta che deluse le aspettative di Stoccolma: l'incasso dell'Esecutivo risultò inferiore a quanto preventivato a causa di un tracollo delle transazioni del 75%. Per questo motivo - mentre intanto gli investitori si spostavano in Gran Bretagna - la Svezia fece dietrofront nel 1992, cancellando la tassa.
Ma il rischio maggiore, come spiega Davide Biocchi, trader professionista e vincitore del premio Top Trader 2007 di Borsa Italiana «è di assistere a una fuga degli investirori rimasti dalla nostra Borsa verso l'Inghilterra e altri mercati che non introdurranno questa tassa perché fortemente contrari.

A quel punto assisteremmo all'implosione del sistema finanziario italiano per colpa di una tassa il cui gettito presunto non tiene conto degli oneri sociali a carico dello Stato,

in termini di ammortizzatori sociali, che scatterebbero a causa della perdita di migliaia di posti di lavoro tra gli operatori finanziari e coloro che lavorano nell'indotto.

Una nuova marea di esodati.

Perché - continua Biocchi - non c'è nessuna differenza tra un operaio della Fiat e un operatore dell'help desk di una società finanziaria.
Al gettito stimato dalla Tobin Tax il governo dovrebbe anche sottrarre le minori entrate fiscali causate dallo spostamento all'estero di molte imprese italiane che operano nel settore. Perché un'impresa straniera che compra azioni in Italia la Tobin Tax non la paga comunque.

Di converso molti italiani potrebbero acquistare azioni o derivati in altri mercati, dove la Tobin Tax non esiste.

Ma l'impatto rischia di essere devastante perché l'indotto interessato è vastissimo.

Che dire ad esempio di coloro che hanno o vogliono stipulare un mutuo con cap?

Anche il cap è un derivato e pertanto finirebbe nell'orbita della Tobin Tax».


La speculazione verrebbe colpita?
Se l'intento del legislatore è quello di punire la speculazione pare che la Tobin Tax non sia la soluzione ideale. «Chi specula troverà altri mercati e abbandonerà quello italiano. Con la conseguenza che il valore delle società di Piazza Affari rischierebbe di scendere sotto i fondamentali con un effetto ribassista a cascata», prosegue Biocchi.


Perché i trader pensano alla fuga
«Se passa la Tobin Tax dal 2013 non comprerò più un'azione in Italia - conclude -. Del resto questa imposta, anche analizzando le statistiche è assurda. Già oggi l'80% di chi fa trading perde soldi, se poi conteggiamo le pur basse commissioni attuali, il 91% non guadagna. Se a questo quadro inseriamo anche una Tobin Tax muore tutto».
Perché, dal punto di vista tecnico, i trader italiani potrebbero andar via dall'Italia?

«Oggi abbiamo oltre 6 mila contratti eseguiti sul Fib, scambi buoni ma si tratta del canto del cigno. Con l'introduzione della Tobin Tax crolleranno - spiega senza giri di parole il chief trader di una primaria Sim del Triveneto -. Per fare un esempio oggi il Fib viaggia a 16.120 punti, considerando un tick di 5, il contratto vale 80.600 euro su cui si pagano dai 3 a 5 euro di commissione per ogni signola operazione di acquisto o di vendita. Con la Tobin Tax bisognerà sborsare altri 40 euro per operazione. Non conviene fare trading perché il balzello mangia gran parte del potenziale guadagno. Crediamo che gli scambi sui derivati si sposteranno su piazze che non applicano la Tobin Tax. In Italia i prezzi sui derivati azionari saranno probabilmente caratterizzati da spread molto ampi tra denaro e lettera, un modo per includervi il costo della tassa, ma anche un segnale di minore liquidità del mercato. L'allargamento degli spread potrebbe ovviamente ripercuotersi anche sulle quotazioni a contanti dei titoli azionari».
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-10-18/ecco-perche-trader-sono-115651.shtml?uuid=AbPOONuG&fromSearch
 

tontolina

Forumer storico
l'Inghilterra sta preparando casa agli italiani che fuggiranno via

La provocazione del governo Cameron
"Detassare i milionari conviene a tutti"


Secondo i conservatori al potere in Gran Bretagna la decisione del precedente esecutivo di alzare le aliquote ai più ricchi ha fatto fuggire migliaia di facoltosi contribuenti, facendo perdere all'erario addirittura 7 miliardi di sterline. Le agevolazioni volute dai Tories invece avrebbero già fatto tornare in patria 4mila ricconi

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI Lo leggo dopo
153736374-88681bf3-2d2d-4554-99d8-dfa8e785459f.jpg
Il primo ministro britannico David Cameron
LONDRA - Due terzi dei milionari britannici sono andati a vivere altrove quando il governo laburista di Gordon Brown ha alzato l'aliquota fiscale più alta dal 40 al 50 per cento. Nel 2009 circa 16 mila persone dichiaravano un reddito superiore a 1 milione di sterline (1 milione e 200 mila euro) nel Regno Unito; nel 2010 ne rimanevano soltanto 6 mila.
Una massiccia fuga da Londra.
Le cifre diffuse ieri da fonti del partito conservatore vengono citate dal governo di David Cameron per affermare che aumentare le tasse ai ricchi non paga: "Ha fatto perdere all'erario 7 miliardi di sterline", sostiene la parlamentare Harriet Baldwin. L'attuale governo farà scendere l'aliquota più alta dal 50 al 45 per cento a partire dal prossimo anno, una decisione che ha contribuito a far tornare a casa un certo numero di milionari: oggi ce ne sono 10 mila tra i contribuenti britannici. E Cameron, o meglio il suo ministro del Tesoro George Osborne, non esclude di riportare l'aliquota maggiore al 40 per cento, quando l'economia si rimetterà in moto.

La tesi dei conservatori non è nuova. E per la verità era condivisa anche da un premier laburista: Tony Blair. L'idea è che il Regno Unito e in particolare la sua capitale, Londra, hanno tutto da guadagnare a offrire incentivi ai ricchi a risiedere qui. Aliquote più basse verrebbero comunque compensate da un maggior numero di contribuenti ad alto reddito. Senza contare che, vivendo in Inghilterra, i milionari comprano qui case, assumono qui avvocati e commercialisti, fanno qui le loro cure mediche, vanno qui al ristorante, fanno qui shopping, mandano qui i figli alle costose scuole private: tutti soldi per l'economia nazionale.

Ma la grande recessione del 2008 ha indebolito simili certezze.

Da un punto di vista morale, è sembrato giusto fare pagare ai ricchi una fetta più rilevante della crisi.
Da un punto di vista politico ed economico, appare più sensato avere altre priorità, come per esempio abbassare le tasse alla classe media: che non può scappare a Montecarlo o a Singapore in cerca di aliquote più basse, ma se si trova con qualche soldo in più in tasca può dare un ben più vasto contributo a far ripartire i consumi di quanto faccia qualche migliaio di milionari. Per questo Ed Miliband, l'attuale leader del Labour, contesta la decisione di Osborne di ridurre l'aliquota più alta dal 50 al 45 per cento: "Non mi pare proprio il momento di regalare una riduzione fiscale da 100 mila sterline a testa ai ricchi", dice il successore di Blair e Brown.

Il dibattito è aperto.
 

tontolina

Forumer storico
Tobin Tax innescherà fuga da Italia
costerà migliaia di posti di lavoro



Di Ilaria Ammendola

img301828.jpg


"Invito i legislatori italiani a pensare all'impatto della Tobin Tax perché allontanerà il business dall'Italia e colpirà i risparmiatori e le emittenti. Non è una tassa infatti sulla finanza e sulle banche, questa è la versione populista di questa imposta. Se sarà implementata in Italia sarà un grosso sbaglio e costerà migliaia di posti di lavoro, l'abbiamo visto in Svezia nel 1994".

Ecco quanto dichiarato dall'ad del London Stock Exchange, Xavier Rolet, durante il suo intervento al convegno "The Future of European Equity Markets", mentre in Italia si lavora alle modifiche sulla Tobin tax.

Lo ha confermato il relatore in pactore al ddl stabilità a palazzo madama, Paolo Tancredi.

La norma, che dovrebbe far incassare allo Stato un miliardo di euro grazie a una generale imposizione dello 0,05% sulle transazioni finanziarie in derivati e azioni, non ha incontrato i favori del mondo bancario nè delle grandi imprese, eppure è rimasta inalterata nella legge di Stabilità approvata alla Camera.

Nel primo passaggio del provvedimento si parlava di possibili modifiche alla norma pensata dal governo, senza però arrivare a una conclusione.

Nella seconda lettura potrebbero arrivare le modifiche che, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, modificheranno l'imposta prendendo come punto di riferimento il modello francese (tassazione che si concentra soprattutto sulle società con maggiore capitalizzazione, conosciute come blue chip).
Modello che però fa già acqua da tutte le parti.

Secondo un'inchiesta di Bloomberg Business Week (Bbw), infatti, lo 0,2% dell'imposta sulle transazioni finanziarie che la Francia ha introdotto da agosto e che avrebbe dovuto tenere a freno gli hedge fund e gli speculatori di mercato non sta dando i risultati sperati. Sono state già trovate le scappatoie: i broker hanno cominciato a vendere i Cfd, i contratti per differenza, che consentono di puntare su un rialzo o un ribasso di un’azione senza fisicamente possederla.

La Germania, invece, sta pensando di posticipare l'introduzione della Tobin Tax al 2016.

Qualche giorno fa il direttore generale del Fisco tedesco, Michael Sell, ha annunciato che non inserirebbe niente in bilancio prima del 2016. Sell basa la sua stima sul fatto che i negoziati europei dureranno almeno un anno e mezzo

e altrettanti ne serviranno per l'implementazione, che dovrà essere elettronica.

La Tobin tax è osteggiata da Londra, ma secondo Sell la Gran Bretagna potrebbe decidere una tassazione delle transazioni azionarie e obbligazionarie, ma non sui derivati.
Tobin Tax innescher fuga da Italia coster migliaia di posti di lavoro - Milano Finanza Interactive Edition
 

tontolina

Forumer storico
l'esodo dei traders francesi è già cominciato




La Tobin Tax di Hollande fa già acqua da tutte le parti




img419550.jpg



La Tobin Tax made in France già fa acqua da tutte le parti. Secondo un’inchiesta di Bloomberg Business Week (Bbw), infatti, lo 0,2% dell'imposta sulle transazioni finanziarie che la Francia ha introdotto da agosto e che avrebbe dovuto tenere a freno gli hedge fund e gli speculatori di mercato non sta dando i risultati sperati. Sono state già trovate le scappatoie: i broker hanno cominciato a vendere i Cfd, i contratti per differenza, che consentono di puntare su un rialzo o un ribasso di un’azione senza fisicamente possederla.
Il ministero delle Finanze francese ammette che i piccoli azionisti meno sofisticati rischiano di sopportare il peso della nuova tassa, mentre i professionisti del mercato fanno ricorso a strumenti derivati per aggirarla. "L'obiettivo doveva essere colpire la finanza con la F maiuscola," ha detto a Bbw Jacques Porta, gestore di Ofi Patrimoine di Parigi, "Invece, stanno punendo i piccoli investitori che non sono da colpire e che sono già alle prese con la discesa dei mercati".

Il governo aveva inizialmente previsto un introito di 530 milioni di euro quest'anno e 1,6 miliardi il prossimo anno, ma il Ministero delle Finanze dice che è troppo presto per dire se tali obiettivi saranno raggiunti. Hollande stesso dice che è probabile che l'effetto sarà "modesto".

Il governo francese ha anche in programma in dicembre di modificare di chiedere alle banche di mettere le loro attività più rischiose in controllate separate. Attività come trading ad alta frequenza e derivati sulle materie prime agricole sarebbero quindi recintate e soggette a requisiti di capitale più alti. Anche qui si rischia che la montagna partorisca il topolino: secondo Bbw, la più grande banca francese, BNP Paribas, ha reso noto che che si aspetta che meno del 2 per cento delle attività di coroporate e investment banking saranno colpite dale nuove misure: "Abbiamo poche attività di proprietà che possono essere chiamati speculativo in senso stretto," ha detto Alain Papiasse, capo della banca corporate e di investimento BNP.

Il giro di vite rischia di accelerare l'esodo di talenti mercato finanziario dalla Francia, ha detto a Bloomberg business week Jeremie Lefebvre, fondatore di Blacksmith, una società di partecipazione di Parigi, che ha spostato molte delle attività di investimento al di fuori del paese. "Parigi, che ci piaccia o no, non è più un centro finanziario ", dice."La gente andrà a lavorare per le banche anglosassoni che non hanno problemi simili."

Anche la nuova tassa sui ricchi, ovvero l’aliquota del 75% sul reddito marginale sopra il milione di euro , sta favorendo un nuovo tipo di esodo: come afferma Michel Collet, un esperto tributarista del CMS Bureau Francis Lefebrve, “non più tardi di cinque o sei anni fa, solo una manciata di super-ricchi Francia lasciò il paese per motivi fiscali; ora cercano consulenza fiscale sulle delocalizzazioni anche giovani imprenditori, uomini d'affari, manager affermati e titolari di aziende prossimi alla pensione. "Non è una decisione facile da prendere," ha detto Collet. "Ma alcuni di loro dicono: quando è troppo, è troppo"
 

tontolina

Forumer storico
saranno sottoscritte con la Tobin tax e la patrimoniale di fine anno?
io dico di no

Borsa I.: Lunghi, diverse small cap valutano quotazioni
MILANO (MF-DJ)--"C'e' una pipeline abbastanza consistente. Ci sono diverse societa' che stanno valutando la quotazione".
E' quanto ha dichiarato Barbara Lunghi, responsabile Mid e Small Cap di Borsa Italiana, interpellata da MF-Dow Jones nel corso della Small Cap Conference che si tiene oggi a Piazza Affari sul tema di possibili nuove quotazioni di societa' medio-piccole nel corso del prossimo anno.
"E' un mercato molto selettivo" ha precisato Barbara Lunghi sottolineando che lo sbarco a Piazza Affari dipendera' anche dal riscontro che tali societa' avranno con gli investitori.
Sul tema dei costi della quotazione in Borsa la responsabile Mid e Small Cap di Borsa ha sottolineato che "i costi di quotazione sono allineati al resto dei mercati europei. Di solito ci poniamo nelle medie europee. I costi sull'Aim Italia sono decisamente contenuti".[erano contenuti!]

Infine sull'evento odierno la manager ha sottolineato che c'e' "abbastanza riscontro sia da investitori istituzionali e sia da investitori professionali. L'affluenza c'e'".[ma sparirà]

Fra le societa' che partecipano all'evento di oggi si segnalano Best Union, Compagnia della Ruota, Conafi, Prestito', IWS Group, Molmed, Poligrafici Printing, Sat e Primi sui Motori.
fus/ds
(END) Dow Jones Newswires
November 29, 2012 04:46 ET (09:46 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
Legge Stabilita': London Stock Exchange schierato contro la Tobin (MF) MILANO (MF-DJ)--Dopo un lungo silenzio il gruppo London Stock Exchange si schiera contro la Tobin Tax in Italia.
Infatti, scrive MF, ieri il ceo Xavier Rolet ha affermato che la tassa "fara' allontanare il business dall'Italia, colpira' i risparmiatori e gli emittenti. Sara' un grosso sbaglio e costera' migliaia di posti di lavoro, come e' accaduto in Svezia nel 1994".
Il gruppo che gestisce la borsa di Londra e quella di Milano ha esitato prima di prendere posizione sulla tassa sulle transazioni finanziarie. La ragione, ha spiegato implicitamente lo stesso Rolet, e' che "Londra sarebbe la principale beneficiaria del provvedimento", assieme alla Germania che vuole posticipare l'entrata in vigore al 2016. Ma ieri, in un convegno Assonime a Milano, Rolet ha sottolineato i rischi per Piazza Affari, precisando che "la Tobin non e' una tassa sulla finanza o sulle banche, questa e' la versione populista. In realta' colpira' i risparmiatori e aumentera' i costi di accesso al mercato dei capitali per le pmi". Percio', secondo il ceo, le autorita' italiane devono "valutare bene" il provvedimento. red/bca
(END) Dow Jones Newswires
November 29, 2012 02:10 ET (07:10 GMT)
 

Users who are viewing this thread

Alto