Forex trading La BNS comprava gli Euro a 1,20...??? Secondo voi li vende a 1,00...??? (1 Viewer)

mariougo

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Alla Svizzera la solida ripresa congiunturale nell'Eurozona regala un supporto congiunturale - soprattutto per l'industria (ved. Anche Focus). Il barometro congiunturale KOF è riuscito a riprendersi dalla correzione nel mese precedente e il PMI dovrebbe ottenere un buon risultato la prossima settimana. Inoltre sono previsti nuovi dati sulle vendite al dettaglio per la Svizzera. Soprattutto nel commercio stazionario la situazione rimane però difficile. Ultimamente, i fatturati della vendita al dettaglio non sono quasi riusciti a contribuire al moderato aumento dei consumi.
 

mariougo

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Dieci anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria la Fed avvia i prossimi passi verso la normalizzazione dei tassi. Una procedura prudente dovrebbe impedire contraccolpi sul mercato. Anche l'imminente stagione delle comunicazioni relative al T3 2017 è favorevole a mercati ben supportati. A settembre 2007 la Fed aveva diminuito il tasso di riferimento di 50 punti base per reagire al debole andamento sul mercato immobiliare. Il crollo sul mercato immobiliare USA si è successivamente rivelato una delle cause principali della crisi finanziaria globale e l'intervento sui tassi a settembre, l'inizio della politica monetaria ultraespansiva. Dopo che il tasso di riferimento USA entro la fine del 2008 era stato ridotto praticamente allo 0% e le munizioni politico-monetarie sembravano esaurite, i banchieri centrali con l'acquisto di obbligazioni hanno utilizzato un nuovo strumento per mantenere bassi anche i tassi del mercato dei capitali. Dieci anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria, il tasso di riferimento negli USA è di nuovo leggermente superiore all'1%, il che può essere definito ancora espansivo nel contesto della robusta economia e della situazione del mercato del lavoro. Come prossimo passo per uscire dalla politica dei tassi bassi, la Fed ha annunciato di ridurre il suo bilancio da ottobre, ossia di diminuire il portafoglio obbligazionario derivante dai programmi di acquisti. Tuttavia, effettuerà questa riduzione molto prudentemente per non rischiare un aumento troppo rapido dei tassi sul mercato dei capitali. Ciononostante i mercati azionari guardano con apprensione l'andamento dei tassi, poiché i tassi bassi sono stati sicuramente un importante acceleratore per il forte andamento del mercato azionario degli ultimi anni. Le valutazioni attualmente elevate sono non da ultimo la conseguenza dell'attrattiva delle azioni rispetto alle obbligazioni. La stagione delle comunicazioni che inizierà a metà ottobre, relativa al T3 con una situazione reddituale sempre buona, perlomeno non dovrebbe ulteriormente inasprire le valutazioni. Anche in caso di una tendenza leggermente rialzista, il livello dei tassi rimane storicamente basso e non dovrebbe quasi penalizzare i mercati. L'aumento dei tassi riflette anche una crescita robusta ed è espressione della fiducia dei banchieri centrali nelle prospettive congiunturali. Tra i beneficiari dell'aumento dei tassi figurano soprattutto le azioni bancarie, poiché la situazione per i margini d'interesse si sta tendenzialmente normalizzando. Manteniamo anche la sovraponderazione tattica per i titoli delle telecomunicazioni globali, con una quota complessivamente neutrale per le azioni svizzere. Materie prime sotto pressione Prevediamo ancora un prossimo aumento dei tassi della Fed a dicembre. Nel frattempo, anche i mercati dei tassi scontano di nuovo questo passo, il che ha determinato una leggera ripresa dell'USD. Di conseguenza il calo moderato del prezzo dell'oro dovrebbe proseguire. Anche per il prezzo del petrolio prevediamo ora a quasi USD 55 per barile di Brent di nuovo migliori possibilità d'ingresso a USD 50. Riduciamo quindi tatticamente la quota di materie prime a favore di un leggero aumento della
 

mariougo

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Dieci anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria la Fed avvia i prossimi passi verso la normalizzazione dei tassi. Una procedura prudente dovrebbe impedire contraccolpi sul mercato. Anche l'imminente stagione delle comunicazioni relative al T3 2017 è favorevole a mercati ben supportati. A settembre 2007 la Fed aveva diminuito il tasso di riferimento di 50 punti base per reagire al debole andamento sul mercato immobiliare. Il crollo sul mercato immobiliare USA si è successivamente rivelato una delle cause principali della crisi finanziaria globale e l'intervento sui tassi a settembre, l'inizio della politica monetaria ultraespansiva. Dopo che il tasso di riferimento USA entro la fine del 2008 era stato ridotto praticamente allo 0% e le munizioni politico-monetarie sembravano esaurite, i banchieri centrali con l'acquisto di obbligazioni hanno utilizzato un nuovo strumento per mantenere bassi anche i tassi del mercato dei capitali. Dieci anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria, il tasso di riferimento negli USA è di nuovo leggermente superiore all'1%, il che può essere definito ancora espansivo nel contesto della robusta economia e della situazione del mercato del lavoro. Come prossimo passo per uscire dalla politica dei tassi bassi, la Fed ha annunciato di ridurre il suo bilancio da ottobre, ossia di diminuire il portafoglio obbligazionario derivante dai programmi di acquisti. Tuttavia, effettuerà questa riduzione molto prudentemente per non rischiare un aumento troppo rapido dei tassi sul mercato dei capitali. Ciononostante i mercati azionari guardano con apprensione l'andamento dei tassi, poiché i tassi bassi sono stati sicuramente un importante acceleratore per il forte andamento del mercato azionario degli ultimi anni. Le valutazioni attualmente elevate sono non da ultimo la conseguenza dell'attrattiva delle azioni rispetto alle obbligazioni. La stagione delle comunicazioni che inizierà a metà ottobre, relativa al T3 con una situazione reddituale sempre buona, perlomeno non dovrebbe ulteriormente inasprire le valutazioni. Anche in caso di una tendenza leggermente rialzista, il livello dei tassi rimane storicamente basso e non dovrebbe quasi penalizzare i mercati. L'aumento dei tassi riflette anche una crescita robusta ed è espressione della fiducia dei banchieri centrali nelle prospettive congiunturali. Tra i beneficiari dell'aumento dei tassi figurano soprattutto le azioni bancarie, poiché la situazione per i margini d'interesse si sta tendenzialmente normalizzando. Manteniamo anche la sovraponderazione tattica per i titoli delle telecomunicazioni globali, con una quota complessivamente neutrale per le azioni svizzere. Materie prime sotto pressione Prevediamo ancora un prossimo aumento dei tassi della Fed a dicembre. Nel frattempo, anche i mercati dei tassi scontano di nuovo questo passo, il che ha determinato una leggera ripresa dell'USD. Di conseguenza il calo moderato del prezzo dell'oro dovrebbe proseguire. Anche per il prezzo del petrolio prevediamo ora a quasi USD 55 per barile di Brent di nuovo migliori possibilità d'ingresso a USD 50. Riduciamo quindi tatticamente la quota di materie prime a favore di un leggero aumento della
 

mariougo

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Secondo la BNS il CHF ha ancora una valutazione elevata Secondo Thomas Jordan, il Presidente della BNS, il franco ha una valutazione ancora cara (con un tasso di cambio EUR/CHF di 1.14). In base a questa dichiarazione riteniamo che un livello del tasso di cambio, a partire dal quale la BNS potrebbe cominciare a ridurre il suo bilancio, non è stato ancora raggiunto. La BNS dovrebbe quindi seguire solo con un certo ritardo la normalizzazione della politica monetaria che si sta delineando nell'Eurozona. Ciò significherebbe probabilmente un aumento delle differenze d'interesse a favore dell'euro e quindi un aumento del cambio EUR/CHF. Inoltre i rischi politici in Europa, che hanno ancora un effetto negativo sull'euro, potrebbero ridursi ulteriormente. La premessa è che in Italia possa mantenere il potere un governo «favorevole all'euro».
 

mariougo

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nessuna novita'
buon ww

chweizerische Nationalbank (SNBN)

Switzerland
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mariougo

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L'euro sta aumentando notevolmente martedì contro il franco svizzero e anche contro la libbra, in vista della riunione della Banca centrale europea.

EUR / CHF si consolida sopra 1.1600

La coppia è su quasi un centinaio di pips martedì. Oggi ha iniziato il giorno che si è svolto intorno al 1.1570 e ha appena stampato un nuovo livello a 1.1656, il più alto dal gennaio 2015, quando la Banca nazionale svizzera ha rimosso il piano 1.20.

Il rally si svolge prima della riunione della Banca centrale europea . I partecipanti al mercato si aspettano un notevole annuncio del programma QE: un'estensione, ma con un ritmo mensile inferiore.

Gli analisti di Danske Bank si aspettano che la BCE estenda QE nove mesi ad un ritmo di EUR30bn al mese. "A nostro avviso, una maggiore riduzione degli acquisti avrebbe facilitato l'implementazione futura del QE e i maggiori volumi di rientro delle obbligazioni maturanti aggiungeranno anche ai flussi mensili di QE nel 2018. A parte la riduzione degli acquisti QE, ci aspettiamo che la BCE non possa cambia la sua guida in avanti alla prossima riunione ".

L'EUR / CHF sta consolidando sopra l'area di 1.1600 che potrebbe aggiungere il supporto per un'estensione dell'alto. Se l'euro rimane forte un potenziale bersaglio è visto nella storica area 1.20.

Livelli tecnici EUR / CHF

Al rialzo, la resistenza immediata potrebbe trovarsi a 1.1655 (al giorno alti), seguita da 1.1700 e 1.1770. Tra l'ultima e la 1.2000, non si osserva molta resistenza. Sul flip side, 1.1600 è ora un supporto, seguito da 1.1565 (settimanale basso) e 1.1520.
 

mariougo

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interessante x gli italiani ..quando saremo sopra ...

Nella Svizzera occidentale, ad esempio, 25 comprensori sciistici si sono uniti per offrire un abbonamento stagionale per poco meno di 500 franchi, mentre nell’Oberland bernese il Top4-Skipass è in vendita a 666 franchi. Altrettanto originale è l’idea di Savognin, dove in dieci giorni predefiniti tra dicembre e marzo è possibile acquistare uno ski pass giornaliero per meno di 20 franchi. Andermatt-Sedrun si è accodata al trend con un pass per 10 franchi in determinati giorni infrasettimanali a gennaio. Dopo che per anni i prezzi erano stati costantemente ritoccati al rialzo, adesso sta accadendo esattamente l’opposto, con cali generalizzati su un ampio fronte. E qui azzardiamo una previsione: la battaglia dei prezzi è destinata a farsi ancora più accesa e, in una prospettiva di medio periodo, non risparmierà nemmeno destinazioni di altissima gamma come Zermatt o St. Moritz. La concorrenza selvaggia è infatti soltanto agli inizi. Un segnale di sveglia per il turismo sciistico, in cui soltanto le strutture più moderne ed efficienti sono destinate a sopravvive
 

mariougo

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La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha pubblicato il rapporto intermedio per i primi tre trimestri dell’anno.

Dopo i risultati disomogenei di metà anno – la BNS aveva registrato utili intermedi pari a CHF 1,2 miliardi – con l’ultimo aggiornamento la BNS e tutti i cantoni svizzeri possono tornare a sorridere.

Al 30 settembre, la BNS ha registrato un utile di 33,7 miliardi di franchi, generato soprattutto dai profitti sulle posizioni in valuta estera (30,3 mld).

Sulle disponibilità in oro, si è registrata una plusvalenza di CHF 2,3 miliardi. La banca centrale ha poi guadagnato 1,5 mld di CHF dagli interessi negativi riscossi.

Scendendo nei dettagli, la BNS ha tratto vantaggio dalla solidità del mercato azionario, che ha consentito un apprezzamento di CHF 14,4 mld nelle posizioni in titoli azionari, oltre a dividendi per CHF 2,5 mld.

La banca ha invece accusato perdite per CHF 4 miliardi nelle posizioni in bond, compensate però dagli interessi maturati, pari a CHF 6,8.

Infine, la continua flessione del franco svizzero nei mesi estivi ha permesso alla BNS di registrare guadagni legati al cambio da record, per CHF 10 miliardi. Infatti, su base ponderata per gli scambi, fra luglio e settembre il franco ha ceduto più del 4,1%.

Il deprezzamento del CHF è stato particolarmente marcato nei confronti dell’EUR (-4,50%), della sterlina britannica (-4%) e di gran parte delle valute scandinave.

Anche se i cantoni svizzeri riceveranno quasi sicuramente parte del gruzzolo, dovranno aspettare fino ai risultati finali e l’anno non è ancora finito.

Il franco svizzero è andato davvero bene negli ultimi mesi, ma non si può escludere una leggera correzione, visto che gli investitori stanno lentamente riducendo le posizioni rischiose in vista del prossimo anno.

Martedì mattina l’EUR/CHF si è stabilizzato intorno a 1,16.
 

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