La Bce smonta il falso mito dei profughi che salvano il Pil (1 Viewer)

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La Bce smonta il falso mito dei profughi che salvano il Pil
Secondo l'Eurotower la ripresa è sostenuta da donne e da immigrati, ma provenienti dai Paesi dell'Est Europa


Gian Maria De Francesco - Ven, 22/09/2017 - 09:00

L'area euro deve ringraziare l'«idraulico polacco» e non all'invasione costosa dei neri, per l'incremento della forza lavoro che sostiene la ripresa in atto.
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È quanto emerge dall'ultimo Bollettino mensile della Bce pubblicato ieri nel quale si sottolinea che «l'immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa riflettendo soprattutto l'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Unione europea». In particolare, l'immigrazione ha avuto un «effetto considerevole» sulla forza lavoro in particolare Italia e Germania». Il nostro Paese, tuttavia, «non soddisfa ancora i requisiti per una «riduzione significativa della disoccupazione», sottolinea l'Eurotower. L'Inps, infatti, ha rilevato che nei primi 7 mesi dell'anno, infatti, le assunzioni, al netto delle cessazioni, sono cresciute di 1.073.000 unità. A trainare la robusta crescita soprattutto i contratti a tempo determinato, che salgono complessivamente del 25,9%.

L'analisi degli economisti che lavorano per Mario Draghi è molto tecnica anche se, di riflesso, ha una valenza politica anch'essa molto forte. In pratica, si spiega che il massiccio afflusso di immigrati seguito all'allargamento dell'Ue nel 2004 e che ha avuto un picco tra il 2007 e il 2009 rimanendo poi su livelli costanti (le statistiche si possono riassumere in un flusso di circa 10 milioni di persone nei maggiori Paesi dell'Unione) ha contribuito a incrementare il tasso di partecipazione e l'offerta di lavoro che, senza questa componente, sarebbe diminuita per via del progressivo invecchiamento della popolazione. In questo modo la domanda di lavoro ha potuto trovare uno sbocco quando la ripresa si è avviata e così sono cresciuti consumi e Pil.

E qui si passa alla conseguenze «politiche» delle precedenti affermazioni. Implicitamente l'Eurotower ha riaffermato l'importanza dell'Ue e della moneta unica come spazio economico efficiente («ottimale» per gli economisti) in quanto si incoraggia la mobilità dei lavoratori contenendo in questo modo le pressioni salariali. Ne consegue che non c'è necessità di importare manodopera dall'Africa per esplicare il potenziale dell'euro.

Il Bollettino contiene, inoltre, una revisione al rialzo delle stime di crescita del Pil di Eurolandia nel 2017 al 2,2%, cui dovrebbe seguire un +1,8% l'anno prossimo e un +1,7 in quello successivo. La dinamica dell'inflazione resterà modesta: dal +1,5% di quest'anno si dovrebbe scendere al +1,2% nel 2018, ben lontani dall'obiettivo del 2% fissato dallo statuto. Ecco perché il Consiglio direttivo della Bce ha concluso che «è necessario continuare a fornire un grado molto elevato di accomodamento monetario». In ogni caso, sarà la riunione del 26 ottobre a decidere «riguardo alla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo a fine anno».

Un ulteriore rallentamento degli acquisti di titoli di Stato (già sceso da 80 a 60 miliardi di euro al mese) potrebbe produrre effetti negativi sulle economie dei Paesi ad alto debito come l'Italia. Altri rischi esogeni per l'area provengono, invece, dal mercato dei cambi ove il rafforzamento repentino dell'euro «è fonte di incertezza sull'andamento dell'inflazione». Per Mario Draghi non sarà facile trovare un compromesso sul quantitative easing con la Germania che avrebbe già voluto terminarlo. All'Italia non resta che sperare

http://www.ilgiornale.it/news/polit...to-dei-profughi-che-salvano-pil-1444576.htmle
 

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I numeri falsi sull’immigrazione africana
I numeri falsi sull'immigrazione - Opinioni, notizie, economia e finanza - Pugno in faccia

I numeri falsi sull’immigrazione
Ci stanno riempiendo la testa ormai da anni con dei numeri falsi sull’immigrazione. Gli esperti di sociologia dei media la chiamano “narrazione”, che serve ad influenzare il “percepito” della popolazione. Nello spirito schietto di questo blog, invece, andremo direttamente alle cifre, ben sapendo che al giorno d’oggi è difficile persino trovare cifre attendibili e non manipolate.

Recentemente sulla RAI sono stati divulgati una serie di dati elaborati a partire dal Documento Economico Finanziario (D.E.F.) 2016 e quindi non originati da forze dell’opposizione né pubblicati da organi d’informazione anti-governativi.

Leggendo questi dati, provenienti dal governo stesso, si evince che qualcosa non torni nella narrazione, che i dati normalmente resi pubblici sull’immigrazione siano fasulli o per lo meno “edulcorati”. Non solo. Ci sono anche stati nascosti molti dettagli scomodi a proposito del trattamento che l’Unione Europea (UE) sta applicando solo all’Italia.

I numeri falsi sull’immigrazione… e quelli veri
https://www.pugno-in-faccia-opinioni-notizie-economia-finanza.it/articoli/numeri-falsi-immigrazione/

Veniamo subito ai dati sull’immigrazione trasmessi sulla RAI.
La misura dell’impatto economico degli stranieri in Italia, serve a capire l’eventuale discrepanza tra quanto raccontato da anni in merito al ritorno economico dell’immigrazione in Italia e la realtà.
La realtà è spietata: c’é un disavanzo netto di 5 miliardi di euro! Ossia siamo in presenza d’un costo del valore d’una manovra finanziaria, ben maggiore del valore risparmiato dall’abolizione dell’IMU sulla prima casa!

In particolare, saltano agli occhi quattro numeri:
  • I ben noti 8,9 miliardi di contributi previdenziali ampiamente sbandierati nella “narrazione”. Normalmente, la divulgazione di televisione e stampa si ferma qui.
  • I 7,8 miliardi di spesa per sanità, scuola e servizi sociali.
  • I 2,8 miliardi di spese del Ministero degli Interni e Giustizia per far fronte agli arrivi, accoglienza e anche detenzione in carcere.
  • Gli 8,9 miliardi di debito implicito previdenziale.
Come spesso succede, non si dice un’aperta bugia agli Italiani, ma una molto furbesca mezza verità. Per cui, è vero che entrano 8,9 miliardi dagli immigrati ma si tacciono le uscite!
Mentre i primi due dati sono piuttosto ovvi e conosciuti, le spese del Ministero degli Interni ed il “debito implicito previdenziale” sono degni d’attenzione.

Spese del Ministero degli Interni
Il concetto di 2,8 miliardi di spese del Ministero degli Interni non è difficile da comprendere. In questo caso non sono numeri falsi sull’immigrazione. Tuttavia quello che colpisce è l’ammontare enorme della cifra rispetto al fatto che l’Italia faccia parte dell’Unione Europea.

Ci sono diversi punti stridenti in merito. L’Europa si è impegnata pesantemente ad aiutare un Paese neanche europeo e solo formalmente democratico: la Turchia. Sono stati stanziati 3 miliardi di euro, con una previsione di ulteriori altri 3 miliardi in seguito. L’Italia, come membro dell’Unione Europea, ha versato 225 milioni per quello che all’atto pratico è stato un’inchino alla storica alleanza Germania-Turchia e per frenare l’afflusso di veri profughi (su questo concetto si parlerà in seguito) da quest’ultima alla prima.

All’Italia, che invece sta subendo decenni di sacrifici, salvataggi, accoglienza e disagi, quasi nulla. La dimostrazione di questo “quasi nulla” verrà mostrata a breve in questo articolo.

Questo è palesemente scorretto se non adirittura ingiusto, indipendentemente da numeri falsi sull’immigrazione o meno.

Debito implicito previdenziale
Sopra si parlava di veri profughi di guerra siriani, che la Germania ha accolto solo finché ha avuto bisogno di manodopera qualificata e laureati. La demografia dell’immigrazione in Italia, invece, è estremamente diversa ed è quasi esclusivamente composta da migranti economici oppure da opportunisti. Per far meglio comprendere la distinzione, è necessario riassumere brevemente le tre macro-categorie principali d’immigrati in questo periodo storico: profughi e sfollati, migranti economici / “climatici”, opportunisti.

  • profughi di guerra: vanno aiutati da tutta l’Europa e poi, a guerra finita, sono loro stessi che in più interviste han confermato che non vedono l’ora di tornare nella loro patria. Queste espressioni, da sole, fanno capire il tenore, l’etica di uomini e donne che si trovano in un momento di grande difficoltà ma sono poi pronti a ripartire e ad aiutare la rinascita del loro Paese.
  • migranti economici / “climatici”: vanno aiutati in subordine ai primi, dato che in economia le risorse sono sempre limitate, ed i problemi no. A seconda del ciclo economico possono essere un grande valore (anni 90, boom produttivo che richiede nuova manodopera) o meno (mega-crisi, non trovano niente da fare, non si riesce a garantir loro un futuro accettabile, finiscono in carceri che il buonismo di oggi chiama “centri d’accoglienza” e vengono pagate cooperative private invece che secondini). Per quanto mi riguarda, massimo rispetto ed anche aiuto a queste persone… ma sempre tenendo conto che la priorità vera va ai profughi di guerra. Non solo, molti Italiani sono ad oggi in condizioni d’estremo disagio e quindi può capitare di dover dolorosamente scegliere tra questi Italiani e gli altri poveri. Compito triste ed ingrato, ma occorre quanto meno riconoscere che gli Italiani impoveriti sono: Italiani (!) e che hanno contribuito allo Stato per una vita.
  • opportunisti: una percentuale per nulla insignificante, giovanottoni ventitreenni molto “testosteronici”, più o meno palestrati con iPhone. Sono peraltro quelli che più si lamentano, sfasciano o bruciano tutto nelle loro rivolte, su temi assolutamente non tipici di esseri umani nel bisogno: hotel a quattro stelle non abbastanza comodo o centrale, gourmet che non cucina le tipicità che esigono e così via. Mentre per quanto riguarda lo Scrivente, queste persone non hanno alcun titolo a restare in Italia, c’é tutta una corrente “mondialista” di personaggi quali la Boldrini, Napolitano ed altri che li vede molto di buon’occhio e, anzi, cerca in ogni modo di farli passare per profughi bisognosi. Non dico che questo tipo di migranti siano tutti da condannare o stigmatizzare (alcuni partiti tendono ad accentuare gli aspetti odiosi di queste persone), però meritano sicuramente meno priorità di tutti gli altri, Italiani impoveriti inclusi. E’ essenzialmente per giustificare il loro ingresso e permanenza in Italia che si pubblicano numeri falsi sull’immigrazione.
Tornando all’argomento sul debito implicito previdenziale: in Italia abbiamo dunque pochi migranti profughi, gli altri che arrivano, vogliono rimanere e vogliono quindi un lavoro. E’ vero che coloro che effettivamente trovano un lavoro contribuiscono alle pensioni correnti, ma nei dati comunemente diffusi si tace il fatto che tali contributi non coprano le effettive spese future. Un’esempio facile da capire di debito implicito previdenziale: anche dopo le famigerate riforme, moltissime pensioni, anche basse (numericamente sono moltissime!), non provengono solo da contributi effettivamente versati (regime contributivo). Prendono invece anche una porzione retributiva (“integrazione al minimo” e altro) che non è mai stata versata da nessuno e questo genera un debito pregresso che a suo tempo si dovrà pagare. Nel caso specifico, molti migranti non matureranno una pensione grazie ai soli contributi ma la riceveranno comunque.

Questo genera un debito implicito – ossia non evidente oggi ma che colpirà come un maglio domani – di ben 8,9 miliardi di euro.



Bilancio finale sull’impatto economico degli stranieri in Italia: -5 miliardi di euro, che qualcuno deve trovare e pagare.



I non aiuti dell’Unione Europea all’Italia
Il peso dell’immigrazione pesa principalmente su due Paesi già stremati dalla crisi: Grecia ed Italia. Tuttavia la tipologia d’immigrazione è estremamente diversa.

Dei due, la Grecia è stata protagonista per un’anno d’un fenomeno migratorio insostenibile, in buona parte sono profughi di guerra siriani con un certo numero di migranti economici provenienti dall’Estremo Oriente. A suo tempo la Germania mandò un messaggio rivelatosi assolutamente improvvido: invitò i profughi ad andare in massa sul proprio territorio. La Germania aveva bisogno di manodopera qualificata e laureati. Per ragioni incomprensibili, non si aspettava che al suo appello avrebbero risposto milioni di persone. La Grecia in breve tempo divenne corridoio di transito per un’umanità provata e distrutta, finché la Germania decise che non poteva ospitare altri disperati e chiuse i battenti. Dopo breve tempo tutti gli Stati Europei che fungevano da corridoio seguirono l’esempio e chiusero i propri confini, dando complessivamente un’immagine d’Unione Europea assai poco “unione”. La Grecia, senza più sbocco per i migranti, rischiò di collassare. La Cancelliera Merkel contattò la Turchia, primo anello del corridoio dell’immigrazione, per concertare un trattato che impedisse ai migranti di raggiungere la Grecia. La Turchia accettò, naturalmente dietro congruo compenso economico.

Tutta l’Unione Europea ha contribuito alla richieste della Turchia versando 3 miliardi di euro, con un’ulteriore estensione prevista di altri 3 miliardi. L’Italia non si è tirata indietro e ha versato una quota di 225 milioni di euro. Abbiamo pagato per impedire l’arrivo ai veri profughi, ossia quelli davvero titolati! Invece quelli meno titolati continuano imperterriti ad arrivare in Italia.

Italia, Paese di serie B per l’Europa
L’Italia non si tira mai indietro, chiede sempre pochissimo e non ottiene quasi nulla. Guardiamo i dati della grafica di sopra, che mette a confronto i costi dell’emergenza migranti del 2015 con quelli che il governo prevede per il 2016: le spese sono tutte raddoppiate, mentre i contributi UE – già veramente ridicoli – sono diminuiti!

Ossia, abbiamo dato 225 milioni di Euro alla Turchia che ha già ricevuto 3 miliardi (+3 futuri), mentre noi, che adesso siamo sotto il fuoco incrociato dell’immigrazione sia dal Medio Oriente che dal Centro-Sud Africa, riceveremo solo 112 milioni invece che 3 miliardi!!! Eppure la spesa totale sarà di 4 miliardi e 115 milioni, più che in Turchia!!!

Perché la Turchia riceve 3+3 miliardi e l’Italia 112 milioni solamente? Perché uno Stato nemmeno europeo e nemmeno davvero democratico e che non ha mai contribuito con un solo euro all’Europa, ottiene decine di volte tanto quello che noi, Stato Fondatore dell’Unione Europea, riceviamo nonostante paghiamo ampi contributi? Perché dobbiamo persino sorbirci i numeri falsi sull’immigrazione pur di non vedere, pur di non sapere?

La risposta è semplice: l’autorevolezza e la forza dell’Italia è di molto inferiore a quella di Paesi ben meno rilevanti. In Europa gli altri Stati mandano esponenti di punta, sanno che dalle loro decisioni derivano immensi danni o benefici alla propria nazione. In Italia si mandano i “trombati” della politica, gli scarti e per di più sono anche ampiamente assenteisti.

Ma questo non basta a spiegare questa disparità incredibile di trattamento.

C’é un fattore importante: governi e governicchi da un bel po’ di anni a questa parte non sanno più dove andare a raschiare il fondo del barile. Lungi da loro anche solo pensare di toccare gli sprechi. Infatti quelli che noi chiamiami “sprechi”, per la politica sono “essenziali poltrone di potere” a tutti i livelli. Allora si continua a sprofondare nel debito e, quando l’Europa dice STOP al debito, i nostri politici inventano Eurobond ed altre scuse per fare “diversamente debito”. E quando anche qui l’Europa dice STOP allora l’ultima strada rimasta per continuare a far debito è di svendere sovranità e d’approvare leggi ingiuste contro l’Italia. Famosi sono i casi di leggi assolutamente anti-italiane contro la pesca (più leggi), contro la protezione della genuina denominazione d’origine, contro la produzione di latte. Tutte leggi passate senza alcun’opposizione sostanziale da parte dei politici italiani. Venendo al presente, l’Italia rinuncia ad ogni forma di rimborso pur d’ottenere la famosa “flessibilità”, ossia ancora un’altro modo di fare “diversamente debito”. E poi accetta di svendere tutti i nostri marchi, brevetti, gioielli nazionali.

Questo atteggiamento scandaloso ed ingiusto dell’Europa nei nostri confronti è originato dalla pochezza della nostra classe politica, che lascia campo libero ai predatori che vengono dall’estero. Vengono divulgati numeri falsi sull’immigrazione per mettere a silenzio o confondere le opinioni su questi grandi fenomeni in atto. Non solo, nell’equazione vanno anche inseriti i creditori storici dell’Italia, i famosi 2300 miliardi di debito pubblico. Questo sarà oggetto d’un futuro articolo.
 

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Gran Bretagna. Nell’inferno di Rotherham si è perso il conto di vittime e carnefici. E i condannati gridano “Allah Akbar”
Bambine prelevate dagli orfanotrofi e violentate lungo nel fine settimana da centinaia di uomini
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Nell’inferno di Rotherham si è perso il conto di vittime E i condannati gridano “Allah Akbar”

Giovedì scorso in Gran Bretagna è arrivata la terza sentenza per i fatti di Rotherham, la cittadina inglese dove nel corso degli anni almeno 1400 ragazze minorenni sono state aggredite sessualmente, molestate o violentate da gang di maschi islamici in prevalenza di etnia kashmiri. Fino adesso, ci sono state 18 condanne per un totale di 280 anni di carcere.

Abbiamo già raccontato questa storia, nel silenzio della stampa e dei media italiani su una vicenda così eclatante, drammatica e brutale, ma non è finita qui.

Andiamo con ordine. La storia di Rotherham mette i brividi.

“Ci sono stati anche momenti in cui ragazzine prese singolarmente venivano chiuse in un solo appartamente per ore senza cibo, acqua o eletticità”, alla mercé dei loro aguzzini, hanno detto i giudici nell’aula di tribunale, condannando gli ultimi sei arrestati a 81 anni di reclusione.
“Sono state tutte sottoposte ad abusi terribili per mano di questi uomini”.
Ma dopo la lettura della sentenza, come titolano il Mirror e il Sun, un paio dei condannati ha lasciato l’aula di tribunale gridando “Allah Akbar!”, senza mostrare alcun segno di pentimento ma rivendicando le violenze. Una doppia firma sotto gli atti bestiali commessi.

Per sedici anni i fatti sono stati taciuti da istituzioni negligenti e timorose di essere accusate di “razzismo” o “islamofobia”.
E’ stato grazie al coraggio e alla costanza di un giornalista, Andrew Norfolk, se poi i fatti sono venuti a galla, nonostante le autorità avessero cercato di dissuadere il cronista dal fare il suo mestiere.

E’ stato Norfolk a risalire alla storia dei tre fratelli Hussain, uno dei primi nuclei di seviziatori individuati. Ma a quanto pare sarebbe stata proprio la polizia locale a provare a dissuadere una delle povere ragazze a cui è stata distrutta la vita, dal raccontare cosa era successo alla stampa. Norfolk e i giornali che per primi si sono occupati del caso all’inizio furono bollati di razzismo.
Un ruolo importante in questa storia lo ha giocato Alexis Jay, responsabile nazionale dei servizi sociali incaricata dal consiglio comunale di Rotherham di avviare delle indagini indipendenti.
E’ il rapporto di Jay ad aver fatto emergere un quadro terrificante: alcune delle persone ascoltate “pensavano che si trattasse di casi eccezionali, e secondo loro le violenze non si sarebbero ripetute”.
“Altri erano preoccupati dal fatto di dover riferire a chi investigava quali fossero le origini etniche dei responsabili, per paura di essere considerati razzisti”, “altri ancora hanno spiegato di aver ricevuto istruzioni chiare dai propri superiori sul fatto di non lasciar trapelare la cosa”.
 

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ENNESIMO STUPRO, STAVOLTA IN UN CENTRO PROFUGHI VICINO BERGAMO: ARRESTATI DUE RICHIEDENTI ASILO
ENNESIMO STUPRO, STAVOLTA IN UN CENTRO PROFUGHI VICINO BERGAMO: ARRESTATI DUE RICHIEDENTI ASILO

Orrore nella struttura d’accoglienza della Bergamasca: una 26enne è stata violentata stamattina da due migranti

Un altro caso di stupro, che stavolta arriva dalla provincia di Bergamo. L’ennesimo orrore è avvenuto stavolta in una struttura d’accoglienza per migranti in attesa che venga esaminata la loro richiesta di asilo.

Una ragazza di 26 anni, operatrice del centro profughi d Fontanella, è stata violentata questa mattina intorno alle 10 da due dei trenta migranti ospitati dalla cooperativa sociale Rinnovamento.
 

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bando da 74 milioni per i migranti


A CHI "ACCOGLIE" 2900 MIGRANTI, MINNITI OFFRE 74 MILIONI - Blondet & Friends
Ringrazio per l’immagine il vaticanista e amico Marco Tosatti che l’ha pubblicata sul suo blog Stilum Curiae, a mo’ di spiegazione del fattoche il laicissimo Gentiloni trova l’appoggio del Vaticano e della Caritas per passare le sue leggi pro-migranti. La Chiesa è mosso da grande carità verso i migranti, ed è una delle maggiori beneficiarie di questi stanziamenti pubblici per la loro “Accoglienza“.

Tosatti: ” Se guardate la foto che riproduciamo, e soprattutto guardate la cifra indicata, ci si può rendere conto che tutta questa misericordia verso i migranti non è del tutto gratuita”.

maurizioblondet.it
 

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Introdurre in un territorio centinaia di migliaia di maschi è un crimine”
Maurizio Blondet 12 settembre 2017 23
di Silvana De Mari

(MB: Ormai dire cose evidenti richiede coraggio civico)

Europa arancia meccanica.
Italia arancia meccanica.
Rimini arancia meccanica.
Il primo dovere di un popolo è garantire la sicurezza delle donne.
Tra gli appartenenti allo stesso popolo c’è un patto di non aggressione. Chi viola questo patto è considerato un criminale, perseguito e disprezzato. Chi non appartiene a quel popolo non riconosce quel patto.

Il cosiddetto multiculturalismo, persone di etnia e lingua diversa, con strutture etiche diverse e una diversa maniera di concepire i rapporti uomo e donna che convivono su uno stesso territorio, è un’utopia mortale che permetterà lo sterminio della civiltà più impalpabile ed etera da parte di quella più brutale.
Chi non appartiene a quel popolo non riconosce quel patto di non aggressione e se lo viola non è considerato un malvagio dai propri pari. Non da tutti. Ed è considerato un eroe da parecchi dei propri pari.

Introdurre in un territorio centinaia di migliaia di maschi oltretutto nullafacenti, senza la dignità e la stanchezza che dà un lavoro, sradicati dal proprio contesto, privi di controllo sociale, mantenuti in una situazione di irresponsabilità, di impunibilità e di non rintracciabilità , è un crimine che può portare solo in una direzione: l’annientamento di un popolo.
Sono tutti maschi in età militare, 15/45 anni, senza donne, coesi dall’appartenenza a una stessa religione, una religione che vieta la convivenza pacifica, che ordina l’aggressione agli infedeli, che permette ufficialmente lo stupro delle loro donne.
(Il Corano nella sura 4:24 E vi sono vietate le mogli sposate di altri popoli a meno che non siano cadute nelle vostre mani (come prigioniere di guerra o schiave comprate).

Qualche mese fa ho tenuto una conferenza a Verona su San Giuseppe, spiegando l’ovvio. È uno dei santi armati. Perché un falegname e non un fornaio, o un sarto? Perché i due Misteri più belli, una Donna bellissima e il suo Bambino non potevano essere affidati a un uomo disarmato. Gesù si dichiara figlio del Padre: il Padre è il Dio degli eserciti. I falegnami hanno le asce. E duemila anni fa partivano dalla materia prima quindi avevano sempre con se l’ascia perché in qualsiasi momento poteva capitare a tiro il ramo giusto, il tronco perfetto.

George Orwell affermava che tutti devono essere armati, essere armati deve essere obbligatorio. Deve essere vietato essere disarmati. Un popolo dove ogni operaio ha un fucile, afferma George Orwell è un popolo dove le ingiustizie e l’arbitri resteranno piccoli. Durante quella conferenza, ho affermato che chi non è in grado di combattere, di combattere fisicamente per la propria libertà, la perde.
Alla violenza si risponde con la forza.
Gli orchi si fermano militarmente.
Quella conferenza ha fatto scandalo.
Persino il settimanale femminile del Corsera si è scandalizzato. Ma come? Uno scrittore di libri per ragazzi che non scrive le solite quattro fregnacce che sono il verbo. Il dialogo risolve tutto. L’indignazione e la collera sono sbagliati. Le armi uccidono. Fregnacce. La crudeltà uccide. Le armi uccidono oppure proteggono. In quella scandalosa conferenza ho mostrato l’ascia, un’ascia piccola, quella con cui la mia antenata Barbara De Mari a Capo Corso ha combattuto contro i saraceni, restando viva e libera perché era armata.

Esistono i lupi . Esistono coloro [PD] che hanno consegnato ai lupi le chiavi dell’ovile.
E poi ci sono i cani da pastore. Chiunque vi voglia buoni, compassionevoli fino al suicidio, incapaci di indignazione e collera, le due fondamentali emozioni di difesa, e soprattutto disarmati, sia fisicamente che spiritualmente , in realtà vi vuole morti. Oppure schiavi.
 

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