Cari ragazzi ricominciamo l'anno con l'augurio che porti a tutti noi quanto di meglio desideriamo.
Io mi son già fatto un piccolo regalo anche se non è proprio quello che stavo cercando, ma almeno me lo tolgo dalla testa per un po'.
Luigi Veronesi (1908-1998)
Molti lo conoscono come pittore ma pochi sanno che fu anche un grande ricercatore nel campo fotografico tanto da essere stimato da molti famosi autori e non ultimo Man Ray che indagava le stesse tecniche.
Segue una breve intro recuperata sul web e che rende bene l'idea di Veronesi fotografo.
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Pittore, scenografo, grafico, cineasta, fotografo. Le definizioni possibili per un personaggio come Luigi Veronesi sono molteplici e tutte calzanti. Uomo di grande curiosità intellettuale e di spiccata sensibilità creativa, Veronesi iniziò ad interessarsi di fotografia giovanissimo grazie al padre. Immediatamente percepì le enormi potenzialità di questa forma d’espressione, la quale forniva all’artista tutte le possibilità per penetrare e distruggere la patina della rappresentazione realistica.
Poco più che adolescente, scoprì il fotogramma, cioè l’immagine fotografica ottenuta per contatto, senza dispositivo ottico. Ma la sua smania di sperimentazione certo non si fermò qui. Anzi, questa particolare caratteristica (quella della ricerca) può essere senza dubbio considerata uno degli elementi fondamentali di tutto il suo percorso artistico.
Nelle sue opere fotografiche è possibile percepire tutte le influenze che le avanguardie storiche ebbero su questo grande creativo, il quale può essere senza dubbio definito un formalista che teneva ben presente la lezione del costruttivismo russo e del surrealismo. Fotogrammi, solarizzazioni, sovrimpressioni, fotografia cinetica, Veronesi si è sempre mosso in uno spazio “altro”, antinaturalistico, antinarrativo ed intellettualmente complesso.
Giochi di luce ed ombre, linee sinuose che si intrecciano a forme geometriche. Incastri ed opposizioni di oggetti, strutture evanescenti, echi di mondi possibili, apparizioni che non godono di coordinate spazio-temporali. Le opere di Luigi Veronesi trasportano il fruitore in un universo astratto in cui l’architettura della realtà viene scomposta e riproposta in una visione sfasata e sfuggente che illumina il visibile restituendo allo sguardo umano il “poetico” che è in ogni cosa"
In attesa di trovare l'opera giusta degli anni '30, soprattutto ad un prezzo umano, questo è il nuovo ingresso in collezione.
Senza Titolo, 1987