Journal to portfolio afterlife (7 lettori)

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Nuovo asse geopolitico.
La risoluzione al consiglio di sicurezza Onu contro i referendum "farsa" russi e l'annessione di territori ucraini è stata bocciata per il veto di Mosca, mentre la Cina si è astenuta insieme a Brasile, India e Gabon. Dieci i voti a favore della mozione, presentata da Usa e Albania.

L'Occidente non ha ancora capito che la maggioranza del mondo è dall'altra parte.
Ma dall'Occidente è arrivata una reazione corale di sostegno al diritto dell'Ucraina di riconquistare tutti i territori occupati dai russi.
 

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A mio parere sono scenari edulcorati, il danno sarebbe maggiore.
Che cosa potrebbe allora accadere in questo scenario, ovvero nel caso in cui a ottobre la Russia decidesse di chiudere il rubinetto del gas verso l’Italia? La parola ancora una volta va alla Nadef: nella simulazione effettuata «si è ipotizzato che il completo venir meno degli afflussi dalla Russia porti ad un aumento del 20 per cento dei prezzi medi del gas naturale, dell’elettricità e del petrolio rispetto allo scenario tendenziale nel quarto trimestre di quest’anno e nel 2023. Nel 2024 e nel 2025 i prezzi sarebbero più elevati del 10% e del 5%, rispettivamente. I risultati della simulazione indicano una contrazione cumulata nel 2022 e nel 2023 del 4,9% (e del 7,7% nel periodo 2022-2025), solo lievemente inferiore a quanto ritenuto necessario ma che potrebbe essere integrata da comportamenti comportamentali in risposta al Piano di contenimento del Mite».
 

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Il segreto di pulcinella. Segnatevelo.
L’elettrico non può essere l’unica soluzione per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’industria automobilistica, ma una delle diverse alternative tecnologiche: questo il messaggio lanciato da Akio Toyoda in risposta alle nuove accuse mosse da investitori e associazioni ambientaliste per l’eccessiva lentezza della Toyota nell’abbracciare la mobilità elettrica. Al contrario, il plenipotenziario del gruppo giapponese ha ribadito la sua visione sulla necessità di avere un approccio tecnologicamente neutrale in grado di soddisfare le molteplici esigenze del mercato. "Spetta ai clienti decidere", ha rimarcato il manager, nel corso di un incontro con la stampa americana, sottolineando l’intenzione del costruttore di giocare la partita "con tutte le carte nel mazzo", offrendo "un’ampia gamma di veicoli per tutti i tipi di richieste. Questa - ha proseguito - è la nostra strategia e noi ad essa ci atteniamo".
L’elettrico non basta. Toyoda è stato ancora una volta chiaro nell’evidenziare la sua convinzione su una mobilità elettrica "che impiegherà più tempo di quanto i media vorrebbero farci credere per diventare una tecnologia di massa". Il motivo è stato evidenziato dallo stesso Toyoda in più occasioni: la mancanza di infrastrutture frenerà l’adozione dei veicoli a batteria. In questo contesto rientra la decisione del costruttore di non puntare solo sull’elettrico come deciso da tanti altri concorrenti, nonché la convinzione che non sarà facile per i costruttori rispettare eventuali bandi alle endotermiche fissati per il 2035 in Europa o in California.
 

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