Journal to portfolio afterlife (2 lettori)

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too fast for love
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Come in tutte le guerre vale poi la considerazione cinica che provocare vittime civili da attribuire al fuoco indiscriminato del nemico costituisce sempre un ottimo strumento di propaganda, elemento cardine della condotta della guerra da parte di Kiev, come dimostra ogni giorno lo stesso presidente Zelensky.
Inoltre, come in tutte le guerre violenze e abusi si consumano su ambo i lati del fronte e, come in tutte le guerre civili, il confine tra invasore e liberatore è molto labile e dipende dai punti di vista. Così come vi sono “collaborazionisti” dei russi nei territori in mano a Kiev e degli ucraini nei territori controllati da Mosca e dalle milizie del Donbass che possono venire definiti traditori o patrioti sui differenti lati della barricata.
Tutti elementi che rendono più complesso l’esame del conflitto in atto e la messa a punto di soluzioni per farlo cessare. Complessità che certo cozzano col una comunicazione dominante tesa a semplificare questa guerra dividendo i buoni dai cattivi, gli aggressori dagli aggrediti. Non a caso come in Russia è vietato definire “guerra” la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina, Kiev vieta di parlare di “guerra civile” e di contestare la versione ufficiale del conflitto con una legge che ha portato tra l’altro a mettere al bando ben 12 partiti politici.
 

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