Italia vero Verminaio dove anche la polizia ruba. (1 Viewer)

tontolina

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BLITZ A NAPOLI

Appalti per la polizia, otto arresti
C'è anche il prefetto Oscar Fiorolli


Coinvolti manager, imprenditori e un prefetto Inchiesta sul nuovo centro digitale della Ps




Il prefetto Oscar Fiorolli (Ansa/Fusco)

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Manager, imprenditori e un prefetto.
La guardia di finanza sta eseguendo su mandato della procura di Napoli, otto misure cautelari nell'ambito di un'indagine sull'appalto per il Cen della polizia che doveva sorgere nel quartiere Capodimonte, nel capoluogo campano.
Tra gli arrestati manager e imprenditori. IL PREFETTO FIOROLLI - Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare c'è anche l'ex direttore delle specialità della polizia, il prefetto Oscar Fiorolli, direttore Centrale Risorse Umane del dipartimento Pubblica Sicurezza. Nei confronti del quale sono stati disposti gli arresti domiciliari


LE INDAGINI - L'inchiesta è l'unica tranche rimasta a Napoli di una più corposa indagine su irregolarità negli affidamenti di appalti nell'ambito del cosiddetto 'pacchetto sicurezza a società del gruppo Finmeccanica. In particolare l'appalto per il Cen, che da Roma sarebbe stato portato nel capoluogo campano, riguarda un affidamento a lavori per 37 milioni di euro e ipotesi di reato che vanno dall'associazione a delinquere, alla turbativa d'asta, all'abuso d'ufficio. (Fonti: Agi/Ansa)
 

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INCHIESTA

Caso Finmeccanica, arrestato dirigente
Indagato per corruzione l'ex ministro Scajola


Indagato anche il portavoce dell'ex ministro.


Il gip: «Preoccupante ricorso da parte di Finmeccanica alla corruzione»



L'ex ministro Claudio Scajola indagato nel filone dell'inchiesta della procura di Napoli sulle forniture Finmeccanica in Brasile. I pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell'affare.
È caos su Finmeccanica.

Nella notte è stato arrestato anche Paolo Pozzessere, accusato anche lui di corruzione internazionale nell'ambito dell'inchiesta su forniture all'estero da parte del gruppo condotta dalla Procura di Napoli. L' arresto è stato eseguito dai carabinieri del Noe e dalla Digos di Napoli. Perquisizioni sono ancora in corso a Napoli.



LE FORNITURE A PANAMA - L' inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, è condotta dai pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock e riguarda, in particolare, forniture di elicotteri e armamenti allo Stato di Panama. Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica, è attualmente senior advisor della società per i rapporti con la Russia. L' inchiesta riguarda, nel dettaglio, le forniture effettuate da tre società del gruppo Finmeccanica AgustaWestland, Selex, e Telespazio, al governo di Panama, nell' ambito di accordi stipulati con lo Stato italiano. Dall' indagine è emerso che la società panamense Agafia, destinataria contrattualmente di corrispettivi di intermediazione per il ruolo di agente svolto nell'interesse delle società fornitrici, era «di fatto e occultamente» riconducibile a uomo politico panamense e interposta nelle forniture attraverso l'attività di Valter Lavitola in precedenza nominato consulente del gruppo Finmeccanica.
E AL BRASILE - Ma non solo.
Le indagini riguardano anche una fornitura per un ingentissimo importo di navi fregata al Brasile. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti del dirigente del gruppo Pozzessere si fa riferimento a 18 milioni di euro quale corrispettivo per le forniture Finmeccanica promesse al presidente della Repubblica di Panama, Ricardo Martinelli. Le forniture riguardavano il sistema di vigilanza costiera, cartografie del territorio e sei elicotteri Agusta Westland. Nella sua ordinanza di custodia, il gip Dario Gallo parla di «preoccupante ricorso da parte di Finmeccanica e società collegate a pratiche corruttive per l'acquisizione delle commesse di governi stranieri». Sono evidenti, secondo il giudice «i profili di criticità». Nell'ambito di questo filone sono in corso perquisizioni presso l'abitazione di Paolo Graziano, presidente degli industriali napoletani, e presso la sede locale di Confindustria. Graziano, a quanto si è appreso, sarebbe indagato nella sua qualità di amministratore delegato della società Magnaghi. «Ribadisco che nell`ambito delle competenze di ministro dello Sviluppo economico - ha detto Scajola - ho girato il mondo sempre nel rispetto delle leggi e delle regole e ho sempre svolto questi compiti alla luce del sole e in incontri ufficiali. Sono sereno e disponibile da subito a rispondere a chi vuol farmi delle domande». Nel frattempo Finmeccanica crolla in Borsa : -3,06% a Piazza Affari.

da http://www.corriere.it/cronache/12_...to_230ebc92-1cd4-11e2-99b8-aac0ed15c6ac.shtml
 

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Carabiniere vessato per 25 anni. La sua colpa?


Denunciare l'illegalità


Martedì, 15 gennaio 2013 - 08:25:00
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di Fabio Frabetti

Per avere denunciato le illegalità di alcuni colleghi e superiori si era ritrovato lui stesso sul banco degli imputati. Agostino De Pasquale, appuntato dei Carabinieri, ha vissuto sulla sua pelle 25 anni di mobbing, vessazioni e ritorsioni per aver tentato di fare in modo onesto il suo lavoro. Ed anche quando, recentemente, sembrava aver ottenuto una tardiva giustizia, il calvario è puntualmente ricominciato.

UN DUPLICATO DI TROPPO - Tutto inizia nel 1985 quando De Pasquale, originario di Marsala, svolgeva servizio di vigilanza presso la Banca d'Italia di Trapani «Durante i cambi di servizio – racconta ad Affari – dovevano presenziare obbligatoriamente i nostri sottoufficiali che avevano il compito di aprire ai militari che entravano ed a quelli che smontavano dal servizio. Poi dovevano riportare le chiavi al comando provinciale. Una mattina noi ci ritroviamo con un duplicato di queste chiavi all'interno della Banca d'Italia, probabilmente fatto fare da due marescialli e da un brigadiere. In sostanza era un escamotage con cui i nostri superiori evitavano di dover venire sorvegliare le nostre uscite e le nostre entrate: noi militari dunque avevamo il possesso indiscriminato di questo duplicato con il rischio che qualcuno potesse farne altre copie e metterle nelle mani di qualche sconosciuto.



Così ho avvertito il mio capitano ma lui fece finta di nulla.



Allora decisi di mettere le chiavi al sicuro portandole al direttore della banca. Nei confronti di due marescialli inizierà in seguito un processo penale che li porterà nel 1998 ad una condanna quando non erano più in servizio. Altri invece furono graziati e continuarono a lavorare. Nei miei confronti invece scatterà una soffocante serie di ritorsioni».

MORSA AFISSIANTE - L'appuntato inizia a subire una serie di provvedimenti disciplinari per i motivi più disparati. Viene più volte trasferito come quella volta che lo mandano a Palermo nel nucleo di scorta ai magistrati, in un periodo in cui gli attacchi mafiosi erano all'ordine del giorno. De Pasquale ha la scomoda etichetta di carabiniere scomodo. Nel 1987 viene trasferito a Mazara del Vallo dove si scontra di nuovo con il muro di gomma. Subisce altri procedimenti disciplinari che in alcuni casi sfociano in azioni penali. Viene ad esempio accusato di aver abusato di una signora durante un'operazione di servizio. Da quella come da altre accuse verrà in seguito sempre assolto per non aver commesso il fatto. Durante il periodo a Mazara viene anche denunciato per calunnia nei confronti di alcuni superiori. Agostino aveva infatti denunciato alcuni colleghi per collusioni con la criminalità Sospetti che si riveleranno confermati quando un brigadiere verrà sorpreso mentre commetteva estorsioni insieme ad un noto personaggio della malavita. Nonostante questo, la morsa dei suoi superiori si stringe sempre di più su di lui. Subisce altri trasferimenti, anche particolarmente onerosi per l'Arma dei Carabinieri.

RIFAREI TUTTO - Viene spedito in Sardegna per tenerlo “sotto controllo” perché considerato non idoneo. Dopo ulteriori cambi di mansione nel 1997 decide di chiedere il pensionamento: «Mi volevano far dichiarare pazzo, sottoponendomi anche a visite psichiatriche. Non ce la facevo più. In questi anni ho speso più di mille euro in raccomandate inviate alle varie istituzioni senza ricevere mai una risposta. Ho manifestato anche davanti al Quirinale. Dopo che tutti i procedimenti penali a cui ero stato sottoposto ingiustamente si sono chiusi con la mia assoluzione, ho chiesto di rientrasre in servizio anche perché c'è una legge che me lo consentiva. A Roma sono riuscito a incontrare l'ex ministro La Russa e così nel 2011 sono entrato in servizio. Ma purtroppo il clima non è cambiato: continuano a farmela pagare per quello che avevo denunciato nel 1985. Subisco continuamente mobbing, trasferimenti lontano da casa e il mio stipendio non arriva neanche 800 euro. Inoltre per impedirmi il passaggio al grado superiore c'è una valutazione assurda di un vicecomandante che mi considera non idoneo a far parte dell'Arma dal 1998 al 2011: come hanno fatto a redigere questo parere se io non ero nemmeno in servizio in quel periodo? Se ripenso a tutto quello che ho passato ed alle sofferenze personali ed economiche subite da me e dalla mia famiglia non so dire come sarebbe stato meglio agire. Probabilmente, seguendo il cuore, rifarei tutto»
 

tontolina

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«Riciclaggio, indagato il cognato del premier Matteo Renzi»
Riciclaggio, indagato il cognato del premier Matteo Renzi

Scrive il Corriere:
I pm fiorentini Luca Turco e Giuseppina Mione indagano «su una triangolazione di denaro che sarebbe transitato da organizzazioni umanitarie come l’Unicef (Alessandro Conticini in passato è stato il direttore, ad Addis Abeba, in Etiopia) o la Operation Usa (un’altra associazione no profit che si occupa di sostegno ai popoli di Paesi in via di sviluppo colpiti da epidemie o tragedie), verso la “Play Therapy Africa Limited” diretta dallo stesso Alessandro Conticini». Da questa associazione poi, i soldi sarebbero stati stornati sui conti personali di Alessandro, «in assenza di idonea causale» secondo quanto ipotizzato dai pm,
 

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