Italia : Ponti a rischio (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
A24-A25: ANCHE L'ABRUZZO NELLA MAPPA PONTI A RISCHIO, IL CNR, ''SERVE PIANO MARSHALL''
Pubblicazione: 17 agosto 2018 alle ore 19:15


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di Alessia Centi Pizzutilli
L'AQUILA - Ci sono anche due viadotti abruzzesi nella mappa dei ponti a rischio, quello dello svincolo di Tornimparte (L’Aquila) e quello di Bussi (Pescara), entrambi “osservati speciali” in questi giorni di preoccupazione per lo stato delle Infrastrutture.

L’unica soluzione per l’Istituto di Tecnologia delle Costruzioni (Itc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) risiederebbe in “una sorta di ‘piano Marshall’, basato su una sostituzione di gran parte dei ponti con nuove opere caratterizzate da una vita utile di 100 anni”.

L’allarme, lanciato anche dal Codacons ieri, confermerebbe dunque quanto riferito ad AbruzzoWeb da fonti interne a Strada dei Parchi, società privata del gruppo industriale dell’abruzzese Carlo Toto, che gestisce le autostrade A24 e A25 e smentirebbe di fatto le rassicurazioni di Mauro Fabris, vice presidente di Sdp che ieri ha tranquillizzato i cittadini assicurando che “le autostrade sono sicure”.

Proprio i viadotti in questione sono stati al centro del viaggio di AbruzzoWeb tra le strutture più a rischio della regione. Dalla fotogallery si nota come i piloni dei viadotti siano visibilmente erosi dal tempo e dalle infiltrazioni di acqua.

Intanto, a tre giorni dalla tragedia di Genova e a meno di 24 ore dalla scossa di terremoto di magnitudo 5.1 che ha colpito il Molise, avvertita distintamente anche in Abruzzo, che ha gettato nel panico la popolazione, amministrazioni comunali, Province, tecnici e ingegneri sono a lavoro per verificare la stabilità e lo stato dei principali ponti regionali. Il disastro a Genova ha riacceso, dunque, i riflettori sulle infrastrutture italiane, “vecchie, scarsamente curate e poco moderne”.

Intanto il sottosegretario del M5s, Gianluca Vacca, in una nota assicura che “sicurezza e trasparenza nella gestione delle infrastrutture sono una priorità per questo Governo” e che “il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha formalmente avviato con la massima urgenza un’azione di monitoraggio sullo stato di conservazione e manutenzione delle opere”.

Il consigliere regionale pentastellato Sara Marcozzi, nella stessa nota, spiega che: “Il prossimo Governo regionale dovrà agire di concerto con il Governo iniziando a fare scelte che tutelino i cittadini che usano l’autostrada e non solo chi la gestisce. Quando questa regione sarà governata dal M5s ci sarà un asse diretto governo-regione che punterà proprio a questo: sicurezza per i cittadini e trasparenza nella gestione per contenere i costi”.

“Il Ministero, inoltre, invierà una task force composta da dirigenti del Mit e da esperti indipendenti, che agirà sotto il coordinamento della struttura tecnica di missione, ed avrà il compito di vigilare sullo stato di salute delle nostre infrastrutture per prevenire qualsiasi situazione di pericolo - aggiunge - Nello specifico, per le autostrade A24 e A25 il Governo ha già predisposto gli atti per mettere in campo le risorse necessarie volte a lavori di urgenza e per contenere le tariffe”, conclude Vacca.

“Considerando i soli ponti in calcestruzzo armato con più di 50 anni di vita ci sono almeno 10 mila ponti teoricamente ‘a fine vita’ dei quali sarebbe essenziale fare un controllo approfondito, valutarne lo stato, per poi decidere se procedere a manutenzione straordinaria o a demolizione e ricostruzione”, si legge in una nota di Antonio Occhiuzzi, direttore dell’Istituto di Tecnologia delle Costruzioni del Cnr.

“La sequenza di crolli di infrastrutture stradali italiane sta assumendo, da alcuni anni, un carattere di preoccupante regolarità - spiegano dall’Itc del Cnr - L’elemento in comune è l’età delle opere: gran parte delle infrastrutture viarie italiane ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita utile associabile alle opere in calcestruzzo armato realizzate con le tecnologie disponibili nel secondo dopoguerra. Decine di migliaia di ponti in Italia hanno superato, oggi, la durata di vita per la quale sono stati progettati e costruiti”.

L’autostrada A24, la cui costruzione risale agli anni Sessanta-Settanta, inizia dalla Tangenziale Est di Roma, all’altezza della stazione Tiburtina, attraversa il quadrante nordest della Capitale, fino all’intersezione con il Grande Raccordo Anulare e si estende per 281,5 chilometri verso Teramo e Pescara. In corrispondenza dello svincolo di Torano, poi, la rete si biforca in due rami: uno prosegue verso L’Aquila-Teramo (A24) e l’altro verso Chieti-Pescara (A25).

Il percorso, come si legge sul sito di Sdp, è caratterizzato da 153 ponti e viadotti per uno sviluppo complessivo di circa 118,8 chilomentri, 54 gallerie per circa 70,8 chilometri e rappresentano il 12,6 per cento del percorso autostradale.

Proprio per l’elevato numero di piloni e ponti, moltissimi abruzzesi hanno richiesto una maggiore manutenzione nel tempo e verifiche di staticità nell’immediato.

“In moltissimi casi - osserva ancora l’Istituto - i costi prevedibili per la manutenzione straordinaria che sarebbe necessaria a questi ponti superano quelli associabili alla demolizione e ricostruzione: le cifre necessarie per l’ammodernamento dei ponti stradali in Italia sarebbero espresse in decine di miliardi di euro”.

Da questo nasce la necessità di “un ‘piano Marshall’ per le infrastrutture stradali italiane, basato su una sostituzione di gran parte dei ponti italiani con nuove opere caratterizzate da una vita utile di 100 anni”, concludono dall’Itc.
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speriamo che non succeda come con il ponte di Genova e cioè che i politici discutano per 20 anni fino al crollo
sì perchè sul ponte di genova le discussioni sono partite nel 1993 e non si è mai fatto niente
solo chiacchiere ed opposizioni ad interventi per la sicurezza
 

tontolina

Forumer storico
Non solo Genova: in Abruzzo l'autostrada è a rischio post sismico e lo stato dorme
Dal terremoto dell’Aquila del 2009 l'A24 e l’A25 hanno bisogno di una messa in sicurezza di viadotti e gallerie. Centinaia di chilometri a rischio. Ma i fondi non si trovano
di Giulio Scranno
Non solo Genova: in Abruzzo l'autostrada è a rischio post sismico e lo stato dorme - Linkiesta.it
16 Agosto 2018 - 07:00

Nel cuore d'Italia, a pochi chilometri dalla Capitale, c'è una situazione potenzialmente devastante. A riportare l'attenzione sullo Stato delle Autostrade A24 e A25, le due arterie che collegano la costa tirrenica a quella adriatica nel mezzo del Bel Paese, è stata la tragedia di Genova, con il crollo del ponte Morandi.
In attesa che la magistratura porti a termine le proprie indagini, il governo giallo-verde, per bocca dei suoi esponenti più di rilievo, da Matteo Salvini a Luigi Di Maio e al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ha già individuato il colpevole da offrire alla rabbia della pubblica piazza: la concessionaria Autostrade, responsabile, a detta di Lega e Cinque Stelle, di non aver svolto i necessari lavori di manutenzione sul ponte crollato.

Quanto accaduto alle porte del capoluogo ligure ha acceso i riflettori sulle altre strutture a rischio, da nord a sud della Penisola. Tra queste, un discorso a parte merita la questione relativa alle autostrade che, partendo dal Lazio, attraversano tutto l'Abruzzo. Trecentocinquanta chilometri di ponti, piloni, viadotti e gallerie che vanno su e giù in un territorio che non può essere considerato come tutti gli altri, dato che, dal 2009 a oggi, tra L'Aquila, Teramo, Chieti e Pescara si sono susseguiti migliaia di eventi sismici, che hanno cambiato la morfologia del territorio. La storia non è nota alle cronache mainstream, proprio per questo merita di essere raccontata. E' una storia fatta di soldi e burocrazia, di politica e di affari.

Da sei anni la A24 e la collegata A25 attendono che vengano ultimati i lavori di messa in sicurezza che riguardano ponti, viadotti, gallerie, tratti stradali di centinaia di chilometri. Un’attesa che più passa il tempo più si sta rivelando vana

È il 6 aprile 2009, ore 3.32. Una scossa devastante colpisce la città dell’Aquila con conseguenze drammatiche per tutto l’Abruzzo. Il numero definitivo di vittime è 309, oltre 1.600 feriti, più di 10 miliardi di euro di danni stimati. Tra le infrastrutture da rimettere in sicurezza ci sono le due arterie autostradali che tagliano il cuore del centro Italia. Se si vuole andare da Roma a Pescara, e poi verso le Marche a Nord o la Puglia a Sud, bisogna passare da lì.

È la cosiddetta “Strada dei Parchi”, da cui prende il nome anche la S.p.a. che ne detiene la gestione in concessione e che fa capo al gruppo Toto Holding, azienda attiva nei settori delle costruzioni stradali e di grandi opere, delle energie rinnovabili, dei trasporti e del leasing aeronautico. Da sei anni la A24 e la collegata A25 attendono che vengano ultimati i lavori di messa in sicurezza che riguardano ponti, viadotti, gallerie, tratti stradali di centinaia di chilometri. Un’attesa che più passa il tempo più si sta rivelando vana.

Nella finanziaria del 2012 (governo Monti) si stabilì che il concessionario dovesse elaborare e finanziare un progetto di definitiva messa in sicurezza della rete autostradale abruzzese, proprio in conseguenza del tragico terremoto dell'Aquila. L'arteria che collega Roma alla costa adriatica venne considerata strategica per la Protezione Civile dato che, di fatto, taglia in due l'Italia. In cambio del finanziamento dell'opera, a Strada dei Parchi S.p.a. veniva garantito un rinnovo della concessione più lungo di quello previsto attualmente per rientrare con le spese.

Ebbene, da sei anni ad oggi, sono stati presentati due progetti articolati: uno da 7 miliardi, che prevedeva la cancellazione di ponti e viadotti e la creazione di un tracciato articolato prevalentemente su gallerie, e uno da 3 miliardi, che invece prevede la definitiva messa in sicurezza globale dell'esistente.
Dopo anni di polemiche e trattative infruttuose, Delrio ha stabilito che doveva essere privilegiata la seconda ipotesi.
Ad ora, però, il progetto è ancora al palo, in attesa di autorizzazione.
E così, la necessità di interventi di manutenzione straordinaria è continuata a crescere.
Un vicenda gattopardesca, per usare un eufemismo.


Gli accordi tra la concessionaria e lo Stato prevedono che i lavori di manutenzione ordinaria vengano svolti a spese della prima, al contrario di quelli di manutenzione straordinaria che vanno in carico al pubblico. Col passare degli anni e la minaccia di nuove scosse sempre più attuale, l’intervento di manutenzione ha assunto il carattere della massima urgenza. Nella scorsa legislatura, con il decreto Mezzogiorno vengono stanziati 250 milioni di euro. Sono risorse che però provengono dal fondo di coesione, con cui l’Unione Europea fornisce finanziamenti per la realizzazione di progetti nel settore dell’ambiente e delle reti transeuropee.

Questi soldi sono destinati al completamento dei lavori di messa in sicurezza urgente. Il problema è che i 250 milioni sono stati stanziati ma non ancora assegnati e saranno disponibili solo a partire dal 2021 con rate annuali da 50 milioni di euro. Per questo Strada dei Parchi S.p.a. ha chiesto l’intervento di Cassa Depositi e Prestiti per ottenere – come già accordato per tante operazioni analoghe, fanno notare dall’azienda – un’anticipazione per dare continuità ai cantieri. Ma la richiesta, finora, è stata inutile, così come le pressioni esercitate prima sul ministro Delrio e poi sul suo successore Toninelli. Ora i lavori sono fermi.

La questione - ci spiega proprio la Pezzopane, deputata del Pd - non può più essere rinviata. Servono interventi urgentissimi ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta

Gli interrogativi sono ancora tutti aperti. Perché, se lo Stato trova i soldi, una sua emanazione diretta, Cassa Depositi e Prestiti che è interamente controllata dal Tesoro, non è in grado di fare, in una situazione di tale emergenza, ciò che ha fatto per altre cause anche meno urgenti? Perché gli emendamenti al decreto fiscale presentati nella scorsa legislatura da Paola Pelino (Forza Italia) e Stefania Pezzopane (Partito Democratico) che chiedevano di dare continuità ai lavori per la messa in sicurezza autostradale sono caduti nel vuoto? Eppure riprendevano una proposta sensata: sospendere il pagamento delle rate Anas (sospendere, non cancellare) che Strada dei Parchi S.p.a. versa annualmente come prezzo della concessione, al fine di consentire al gruppo di utilizzare quelle risorse per ultimare i lavori urgenti. "La questione - ci spiega proprio la Pezzopane, deputata del Pd - non può più essere rinviata. Servono interventi urgentissimi ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Stiamo parlando di ponti e viadotti costruiti in calcestruzzo (come il ponte Morandi di Genova, ndr) in cui, all'usura del tempo è andata sommandosi l'instabilità provocata dal terremoto. Faremo un'azione forte sulla questione in sede di discussione di Legge di Bilancio".

Le fa eco Gianfranco Rotondi, eletto proprio in Abruzzo nelle liste di Forza Italia: "Il nostro dovere di rappresentanti delle istituzioni, davanti a una catastrofe come quella di Genova, è sollecitare chi di dovere per evitare, nei prossimi mesi, di essere costretti a registrare degli altri eventi analoghi nel resto d'Italia. In questo senso, relativamente alla A24 e A25, chiediamo un intervento dell'esecutivo per velocizzare i tempi". Solo il Mit o il Mef possono sbloccare la situazione.

Giuseppe Bellachioma, uomo simbolo della Lega a livello regionale, è convinto che la situazione verrà affrontata con la massima urgenza. "Dopo quel che è accaduto a Genova, molti cittadini mi stanno segnalando situazioni critiche lungo il percorso autostradale. E' ora che, come ha detto il nostro segretario federale Matteo Salvini, tutti si attivino. E' assurdo constatare come in Italia le cose si debbano fare solo dopo che capitano delle tragedie, ma sono sicuro che la questione verrà affrontata". Molto più abbottonato il senatore del M5s Primo Di Nicola, ex direttore del quotidiano Il Centro: "E' il momento del dolore per ciò che è successo a Genova, ci sarà tempo e modo per riflettere sulla situazione dell'intera rete autostradale italiana, compreso l'Abruzzo". Peccato che di tempo l'Abruzzo non ne abbia più, dato che anche l'ipotesi, circolata negli ultimi giorni, che sia la Regione ad anticipare i fondi per la manutenzione straordinaria, sembra priva di fondamento. Se non altro perché il governatore Luciano D'Alfonso, eletto in Senato con il Pd, si è appena dimesso e si andrà a elezioni non prima della fine dell'anno.

Ecco la storia, assurda, delle autostrade abruzzesi. Lo specchio di un'Italia ferma, immobilizzata. Impossibile non registrare, con frustrazione e sconforto, che nulla sembra scalfire le sabbie mobili in cui questo Paese ha deciso di immergersi.
 

tontolina

Forumer storico
Cè anche il ponte della Magliana
a dirlo è il suo costruttore alunno del prof Morandi
che usò il metodo del maestro
Anche a Roma un ponte Morandi. Alla Magliana sull'autostrada per Fiumicino
 

marofib

Forumer storico
se la rete torna allo stato..magneranno il doppio....non e' la soluzione
ok ai privati, ma con una supervisione
redditività al 40% pre imposte (20% netto) non si sente in nessuna azienda....cosi' e solo mungere
 

tontolina

Forumer storico
Cè anche il ponte della Magliana
a dirlo è il suo costruttore alunno del prof Morandi
che usò il metodo del maestro
Anche a Roma un ponte Morandi. Alla Magliana sull'autostrada per Fiumicino


Un altro Ponte Morandi a Rischio ad AGRIGENTO
IL PONTE MORANDI AD AGRIGENTO FA VERAMENTE PAURA
 

tontolina

Forumer storico
Cè anche il ponte della Magliana
a dirlo è il suo costruttore alunno del prof Morandi
che usò il metodo del maestro
Anche a Roma un ponte Morandi. Alla Magliana sull'autostrada per Fiumicino

Ing. Calzona: "Ponte Magliana a rischio crollo. Quanto avvenuto a Genova sia riflessione per tutti"
 

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