IlPorcospino
Forumer storico
Lunedì 14 marzo 2011
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in alcune delle principali città della Turchia (Instanbul e Ankara su tutti) per protestare contro la scarsa libertà di informazione che vige nell’intero Paese.
I manifestanti chiedono un cambiamento reale, a cominciare dalla liberazione dei 68 cittadini arrestati negli ultimi anni con l’accusa di appartenere al partito di opposizione Ergenekon, sciolto recentemente perché considerato sovversivo. Il partito Akp, al governo dal 2003, ha predisposto ingenti misure di sicurezza soprattutto ad Instanbul, una delle città più popolose e più vive d’Europa e del mondo. “I giornalisti oggi marciano per difendere i loro diritti personali di dipendenti – commenta Ercan Ipekci, portavoce e leader del Movimento per la Libertà dei Giornalisti – e il sacrosanto diritto del popolo a essere informato”. “La voce del popolo è limitata – continua Ipekci – e il diritto a essere informati viene continuamente negato”. La protesta segue un filone di manifestazioni quasi continuo, che dura ormai dalla scorsa estate. Il premier Erdogan ha applaudito le rivolte nord africane ma non ha fatto niente di nuovo per migliorare le condizioni della popolazione turca. La Turchia è un Paese in ascesa e in mancanza di riforme strutturali in tempi rapidi sarà la necessità stessa della storia e dell’economia a rovesciare il cosiddetto “fascismo islamico”.
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in alcune delle principali città della Turchia (Instanbul e Ankara su tutti) per protestare contro la scarsa libertà di informazione che vige nell’intero Paese.
I manifestanti chiedono un cambiamento reale, a cominciare dalla liberazione dei 68 cittadini arrestati negli ultimi anni con l’accusa di appartenere al partito di opposizione Ergenekon, sciolto recentemente perché considerato sovversivo. Il partito Akp, al governo dal 2003, ha predisposto ingenti misure di sicurezza soprattutto ad Instanbul, una delle città più popolose e più vive d’Europa e del mondo. “I giornalisti oggi marciano per difendere i loro diritti personali di dipendenti – commenta Ercan Ipekci, portavoce e leader del Movimento per la Libertà dei Giornalisti – e il sacrosanto diritto del popolo a essere informato”. “La voce del popolo è limitata – continua Ipekci – e il diritto a essere informati viene continuamente negato”. La protesta segue un filone di manifestazioni quasi continuo, che dura ormai dalla scorsa estate. Il premier Erdogan ha applaudito le rivolte nord africane ma non ha fatto niente di nuovo per migliorare le condizioni della popolazione turca. La Turchia è un Paese in ascesa e in mancanza di riforme strutturali in tempi rapidi sarà la necessità stessa della storia e dell’economia a rovesciare il cosiddetto “fascismo islamico”.
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