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Deutsche Bank: Irlanda sara' costretta a chiedere nuovi aiuti

di: WSI Pubblicato il 18 maggio 2012| Ora 16:19




La situazione delle banche e' peggiorata dagli ultimi stress test. Dovranno trovare un modo per coprire 4 miliardi di euro di perdite da prestiti insolventi (foto: ministro Finanze Michael Noonan).

Il 16 maggio il ministro irlandese delle Finanze Michael Noonan aveva detto: Ad oggi gli istituti non hanno bisogno di altro capitale".




New York - L'Irlanda rischia di essere costretta a chiedere un secondo piano di salvataggio per effetto delle crescenti perdite sui crediti subite dal suo sistema bancario.

Le banche salvate sin qui - avverte Deutsche Bank - potrebbe aver bisogno di nuove iniezioni di capitale per coprire fino a 4 miliardi di euro di accantonamenti da prestiti tossici in piu', rispetto a quanto emerso dall'esito degli stress test condotti l'anno scorso.

Lo si legge in un report pubblicato oggi e preparato da un team di analisti capitanato da David Lock e Jason Napier.

In un'intervista concessa il 16 maggio scorso il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan aveva detto che "Ad oggi gli istituti non hanno bisogno di altro capitale".

"Un nuovo, anche solo modesto, aumento dei requisiti riguardanti i livelli di capitale - avvertono gli analisti - potrebbe fungere da deterrente della partecipazione degli investitori. In uno scenario di questo tipo, e spostare l'ago della bilancia del debito sovrano verso un secondo programma di aiuti esterni".

Il governo irlandese, che ha fatto ricorso a un piano di salvataggio nel 2010, ha iniettato circa 63 miliardi di euro nelle casse delle sue banche negli ultimi tre anni.


Il nuove leggi per risolvere la questione dell'insolvenza dei privati e degli istituti di credito introducono la nozione di rischio di default, anche se le autorita' politiche e quelle di controllo dei mercati sono impegnate nel tentativo di evitare che si moltiplichino i casi di debiti arretrati nel settore dei mutui immobiliari.

"Nel frattempo - osserva la nota - i prezzi delle case pero' continuano a scendere, la liquidita' dei mercati e' limitata e oltre la meta' dei consumatori sono in rosso", aumentando il rischio di default per le societa' finanziarie.

I dieci principali istituti di credito del paese hanno perso 117,8 miliardi negli ultimi quattro anni.
 

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Europa al collasso. Fmi preme: «La Bce deve tagliare i tassi»

Su Euro e Grecia supervertice in video conferenza tra Merkel, Monti, Cameron, Hollande. Non sanno assolutamente che fare, sui destini della moneta unica. Poi volo a Camp David da Obama per il G8.
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Una delle tante copertine dedicate dal settimanale Der Spiegel alla morte dell'euro.


MILANO - Il premier Mario Monti, il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico David Cameron ed il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy impegnati in una videoconferenza in preparazione del G8 di venerdì a Camp David, negli Stati Uniti.

LE QUESTIONI - Lo hanno confermato fonti europee, secondo cui i leader discuteranno delle principali questioni dell'agenda economica, in particolare dopo gli ultimi sviluppi in Grecia. Fonti Ue a Bruxelles hanno chiarito che «la videoconferenza tra i leader europei del G8 ed il presidente del Consiglio europeo era prevista già da un paio di settimane», con l'obiettivo di preparare i temi in agenda al vertice di Camp David di venerdì e sabato, come sempre avviene in occasione di questi appuntamenti internazionali. Le stesse fonti hanno poi tenuto a precisare che la videoconferenza «non ha nulla a che fare con la Grecia».

LA RICHIESTA DEL FMI
- A margine il Fondo monetario internazionale si lancia in un "consiglio" nei confronti della Banca centrale europea, che dovrebbe avere uno «spazio per un ulteriore allentamento» della politica monetaria e per «altre misure non convenzionali».

Leggi e guarda video: "Per evitare il crack dell'Europa, Draghi (BCE) deve svalutare l'euro"

Lo ha detto il portavoce, David Hawley, nel corso di una conferenza stampa. Il Fondo monetario internazionale si è concentrato anche «sullo scenario più ottimista per la Grecia per cui il paese rimane nell'eurozona come è desiderio della popolazione, ma deve essere tecnicamente preparato ad ogni evenienza».

L'AUT AUT DI CAMERON - «O l'area euro si rinsalda, oppure rischia una frattura». Lo ha affermato il premier britannico David Cameron durante la consueta seduta settimanale in parlamento di domande e risposte. «È questa la scelta che devono fare e non può essere rinviata ancora a lungo». Una questione che secondo il premier della Gran Bretagna, paese che non fa parte dell'area euro, richiama la necessità di approntare un sistema di difese anti crisi (firewall) adeguato, ritenendo evidentemente che quelli finora stabiliti non siano sufficienti. «Se l'area euro vuole continuare ad essere così come è allora deve dotarsi di un firewall adeguato, deve intraprendere i passi che mettano al sicuro i paesi più deboli, oppure - ha concluso - rendersi conto che deve procedere in una direzione diversa».
 

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Il pessimo Trichet svela il piano per salvare l’euro: bancarotta

Unione monetaria nata debole, ha causato la crisi dei PIIGS. L’Europa potrebbe rafforzarla garantendo ai leader politici il potere di dichiarare default selettivi, e dunque riappropriarsi delle politiche fiscali.
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Jean-Claude Trichet, ex-Presidente della Bce: per salvare euro dichiarare la bancarotta, e dunque appropriarsi delle politiche fiscali.


Roma - L’Europa potrebbe rafforzare l’Unione monetaria esistente, garantendo ai leader politici il potere di dichiarare la bancarotta e dunque riappropriarsi delle politiche fiscali. Questa la proposta per salvare l’euro di Jean-Claude Trichet, ex-Presidente della Banca centrale europea.

Questa soluzione dovrebbe andare a risolvere il vero punto di debolezza della moneta unica, utilizzata orma da circa 13 anni, suggerisce Trichet, che lo scorso novembre ha lasciato il posto alla guida dell’istituto di Francoforte all’italiano Draghi.

L’Unione monetaria non ha mai tenuto rispetto dei principi economici, perché è stata avviata senza avere unione fiscale o politica. Ecco quello che avrebbe causato la crisi della periferia, dei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).

Per l’Unione europea, una sorta di Stati Uniti d’Europa, dove i paesi cedono gran parte del potere fiscale al governo federale, non sembra applicabile in termini politici, afferma Trichet. Piuttosto, sarebbe meglio attivare il potere federale dell’Ue solo in casi eccezionali, quando le politiche di bilancio di un paese mettono a rischio l’intera Unione.

"Una federazione mi sembra non solo necessaria per essere sicuri di avere una unione economica e monetaria solida, ma potrebbe anche soddisfare la vera natura dell’Europa nel lungo periodo. Non credo che avremo un grande (e centralizzato) bilancio europeo".
 

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