IRLANDA: Economista chiede di abbandonare l'Euro (1 Viewer)

squitsquit

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Lina che l'euro cosi come concepito (che non é una moneta ma un prodotto derivato finanziario) fosse roba da economisti ubriaconi lo sapevamo già fin da Maastrict e non ci voleva il prof. Kinsella a ricordarcelo 10 anni dopo.
 

tontolina

Forumer storico
Lina che l'euro cosi come concepito (che non é una moneta ma un prodotto derivato finanziario) fosse roba da economisti ubriaconi lo sapevamo già fin da Maastrict e non ci voleva il prof. Kinsella a ricordarcelo 10 anni dopo.

fa però effetto sentire un irlandese dare fiato alla teoria cospirazionista

PS: CIAO :) stai bene?
fa piacere rivederti
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.stampalibera.com/?p=30411

Euro nazionali contro l’Eurocrac. Intervista a Marco Saba


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28 agosto 2011 |
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Autore Nicoletta Forcheri | Stampa articolo
Fonte: Euro nazionali contro l’Eurocrac. Intervista a Marco Saba | Il blog di Daniele Martinelli
http://www.youtube.com/watch?v=2fP1bnnyeQQ&feature=player_embedded


Blog: Un saluto a Marco Saba del Centro studi monetari, dunque siamo in piena crisi economica ci sono dati contrastanti, in parte dettati dalle borse, che perdono credibilità sui mercati, in parte le sorti degli Stati Uniti. Cosa prevedi a livello politico per quanto concerne l’Italia e più in senso generale il destino della moneta dell’Euro?
M.S. “Bah, dunque la situazione è effettivamente abbastanza complessa, questi cali in Borsa dei titoli che ci sono stati recentemente in realtà sono ancora più gravi di quello che sembrano, nel senso che la moneta in cui sono quotate queste azioni a sua volta sta perdendo valore abbastanza rapidamente. Questo lo vediamo, per esempio, nei confronti del distacco che si è creato tra l’euro e il franco svizzero che ultimamente sembra che si sia rivalutato e l’euro che ha perso di valore. Facciamo fatica a vedere la perdita di valore dell’euro perché sostanzialmente sta avendo un confronto col dollaro degli Stati uniti che più o meno rimane sugli stessi valori, ma dobbiamo considerare che anche il dollaro ha subito un’inflazione… per fare un esempio: una tazzina di caffè a Zurigo costa 5 euro e mezzo, tanto per avere un’idea della differenza di prezzo. E’ vero anche che il franco svizzero insieme all’oro sono considerati 2 beni rifugio, non a caso avete visto che Chavez recentemente ha chiesto di riavere indietro le sue riserve auree, cosa che tra l’altro ha scatenato un po’ di putiferio perché le banche centrali da sempre manipolano al ribasso il prezzo dell’oro sempre allo scopo di far sembrare che la loro moneta ha più valore di quello che realmente ha. E quindi succede che queste grandi banche centrali occidentali hanno fatto degli accordi con cui, in pratica, la riserva aurea della banca d’Italia è stata magari affittata 2 o 3 volte a entità diverse. Praticamente hanno creato una quantità artificiale di oro sul mercato che in realtà non esiste, per cui quando uno degli operatori chiede la consegna fisica o la restituzione delle riserve come nel caso di Chavez, si crea un po’ di panico.”
Blog: a cosa può portare tutto questo?
M.S. “Un’inflazione della moneta c’è sempre stata, nel senso che le banche centrali hanno sempre barato e questo lo si vede considerando che oggi un dollaro vale 2 centesimi del 1913, quando è entrata in funzione la Federal reserve. Una considerazione simile la possiamo fare anche nei confronti dell’euro tenendo conto del vecchio cambio delle 1.936,27 lire per euro, anche da lì si vede che in realtà… e questa è una considerazione importante: non è vero che i banchieri federali o i banchieri generali siano più prudenti nella gestione della moneta, ed è per questo che avrebbero tolto ai politici la sovranità sull’emissione monetaria perché storicamente loro hanno sempre fatto l’inflazione quindi, la differenza tra… e questo volevo specificarlo perché è un tema abbastanza importante in questo momento anche a livello internazionale, proprio chi esercita la sovranità sul credito e sulla moneta. Ovviamente dare moneta o dare credito a un’iniziativa piuttosto che a un’altra si traduce in soldoni in far politica no? Perché è inutile che noi siamo tutti, per esempio, contro le centrali nucleari visto quello che sta succedendo a Fukushima, quando poi il sistema bancario, autonomamente decide di sponsorizzare l’industria nucleare perché hanno a disposizione prestiti ingentissimi e cose di questo genere. Direi che c’è una presa di coscienza da parte del pubblico di questo rapido e aumento di velocità di perdita di valore della carta sostanzialmente appunto della moneta tipo euro-dollaro e c’è la corsa ad acquistare quei beni che abbiano un valore concreto appunto oro o una valuta come potrebbe essere il franco svizzero piuttosto che immobili… insomma francamente a tradurre in beni concreti i loro risparmi per evitare di disperdere il potere d’acquisto.”
D.M. Ecco sempre che… per paradosso se l’oro dovesse esaurirsi, potremmo pensare che poi l’argento lo possa sostituire come valore? Cioè il bene rifugio non è comunque un bene convenzionale socialmente accettato? E quindi la progressiva povertà e l’aumento di famiglie in difficoltà non potrebbe portare a una sorta di microeconomie che si autolegittimino e si autoriconoscano in una ristretta area geografica e tutto questo possa anche mettere in discussione la sovranità degli Stati stessi?
M.S. “No, allora a proposito del concetto della sovranità, perché tutto il gioco poi funziona così perché quando i banchieri danno – diciamo – i numeri come stanno facendo in questo periodo, se andiamo a vedere la storia vediamo che poi arriva un governo populista e sistema più o meno le cose. In realtà in questa mimica tra il popolo e i banchieri è un po’ una specie di tavolo di poker dove c’è uno che bara che è il banchiere e il popolo che sostanzialmente viene fregato, però poi si arriva a un punto limite in cui il popolo perde assolutamente tutto e il banchiere ha solo 2 possibilità: o finisce il gioco oppure in qualche modo deve trovare il sistema di redistribuire questo denaro perché appunto senno il gioco finisce. Questo sistema ha dei cicli che si ripetono, non è una novità di questo secolo ma è una cosa abbastanza conosciuta nella storia anche se poi fa parte di quel tipo di storia che difficilmente si legge sui giornali perché ovviamente una delle prime cose che hanno fatto i banchieri ai primi del ’900 è stato impadronirsi di tutti gli organi di stampa. Cosa che anche in Italia è avvenuta perché infatti difficilmente sui giornali troviamo una visione economica che sia un po’ più aderente alla realtà. In pratica quello che voglio dire è che oggi le banche hanno un potere tale di poter creare denaro dal nulla tramite false scritture contabili, che dire che una banca è in crisi o che il sistema bancario è in crisi e che lo Stato gli deve dare dei soldi, sarebbe come dire che la Fiat va in crisi e noi gli dobbiamo dare le macchine! ciiè gli unici che possono creare il denaro dal nulla sono le banche stesse.Quindi in realtà il vero problema di questo Paese è che lo Stato e il governo sono complici di questa grande predazione da parte delle banche e non si vedono in questo momento uomini politici che possano prendere in mano la situazione. Quello che può succedere nell’area Euro è semplicemente che uno Stato in default faccia decisioni tipo quelle che ha fatto l’Islanda, cioè ripudiare il debito e eventualmente ritornare a utilizzare una moneta nazionale. Tutto questo che in tutta stampa all’unisono viene descritta come una possibilità tragica, in realtà darebbe al Paese che fa questa scelta un grandissimo vantaggio rispetto a tutti gli altri in quanto poter emettere la propria moneta è un qualcosa che dà un vantaggio competitivo enorme. Infatti lo vediamo in Cina, dove tutte le banche sono nazionalizzate l’emissione della moneta è nazionalizzata ed è semplicemente per questo che la Cina sta vincendo su tutti i mercati mondiali.”
D.M. dunque l’euro non ha più futuro?
M.S. “Appunto, dicevo se uno Stato dell’Europa si accorge del vantaggio competitivo enorme che avrebbe staccandosi dal sistema emettendo una propria moneta, anche gli altri se ne accorgerebbero e quindi naturalmente ci sarebbe una disgregazione dell’area monetaria dell’euro. Secondo me stanno cercando di fare di tutto per evitarlo. Quindi in realtà voglio dire questo: se anche nessuno rispettasse il diktat della banca centrale europea di Francoforte, comunque quella continuerebbe a comprare i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà perché altrimenti tutto il gioco finisce. Quindi, in realtà quella famosa lettera che è arrivata qualche giorno fa in cui i banchieri da Francoforte dicevano al governo cosa doveva fare in tema di riduzione di spesa eccetera, in realtà il governo ha deciso di fare come voleva perché intanto il problema della banca centrale europea è un bluff. Se appunto come dicevo prima un Paese esce dall’area euro, praticamente si scatena un effetto domino e i banchieri di Francoforte dovrebbero cercarsi un lavoro onesto.”
D.M. da questo punto di vista cosa prevedi? cioè è più facile che tutti i paesi europei tornino alle loro monete originarie oppure è più facile che ci sia un’insistenza nel mantenere l’euro e questo possa portare a una disgregazione degli Stati?
M.S. “Io penso che comunque il sistema è minato. Penso che per l’Euro la situazione così com’è non possa andare avanti, tra l’altro voglio far presente che il 17 settembre ci sarà in tutto il mondo un’occupazione delle Borse, in Inghilterra nelle sedi della Banca d’Inghilterra, e questa mega manifestazione mondiale ha proprio lo scopo che durerà vari mesi per esempio alla Borsa si New York, dove già vanno con le tende si stanno organizzando, proprio per tirare fuori la verità di come questo sistema sia falso e sia esclusivamente a vantaggio dei banchieri. Quindi io penso che la presa di coscienza su vasta scala grazie ad Internet del meccanismo truffaldino di come funziona il sistema monetario occidentale, che poi è quello che stiamo cercando di ricordare con queste guerre “pacifinte” in Libia Afghanistan eccetera, stanno semplicemente cercando di globalizzare la truffa monetaria e quindi anche per questo troviamo una resistenza molto forte, ovviamente, perché non potriamo la democrazia ma stiamo portando la “bancocrazia” che non piace a nessuno ovviamente. E infatti già nei nostri Paesi si vedono gli effetti. Non è che l’Euro è minato perché ha un brutto nome, semplicemente se cambiassero le regole del sistema di emissione, per esempio dando ad ogni Stato la possibilità di emettere la sua quantità di euro, non dalla banca centrale privata dello Stato ma direttamente dal Ministero del Tesoro, Io dico che se la comunità europea dà la possibiltà di potere emettere la sua quota euro e di spenderli per i lavori pubblici per la ripresa eccetera, allora l’euro potrebbe benissimo avere un gran successo e servire per unificare l’Europa ma appunto dovrebbe cambiare il sistema di emissione attuale.”
 

antonio.

Forumer attivo
"voglio far presente che il 17 settembre ci sarà in tutto il mondo un’occupazione delle Borse, in Inghilterra nelle sedi della Banca d’Inghilterra, e questa mega manifestazione mondiale ha proprio lo scopo che durerà vari mesi per esempio alla Borsa si New York, dove già vanno con le tende si stanno organizzando, proprio per tirare fuori la verità di come questo sistema sia falso e sia esclusivamente a vantaggio dei banchieri"

Questa poi?!

In Italia non siamo in grado neanche di fare uno sciopero unitario. Figuriamoci occupare la borsa. Si, forse qualche centinaio di black bloc, forse! Ma ti invieranno subito l'esercito che si conteranno a migliaia.

Questa dell'occupazione della borsa vorrei proprio vederla, perché se cadono le banche, cade anche la borsa, e di conseguenza anche il capitalismo.

Vedremo.
 

tontolina

Forumer storico
Reportage
Il fallimento dell’euro aleggia su Cernobbio

Fabrizio Goria


«L’euro? Un esperimento fallito». Non ha avuto mezze misure Martin Feldstein, economista arrivato sul Lago di Como da Harvard. Lo spauracchio del collasso dell’euro ha dominato la prima giornata di lavori al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Anche se Nouriel Roubini ha detto di non vedere, nonostante la difficile situazione, il rischio concreto del fallimento della moneta unica. Mentre sull’Italia è stato chiaro: «Un Governo tecnico potrebbe ridare fiducia nei confronti di un Paese che sembra fermo sotto ogni punto di vista».


Il fallimento dell?euro aleggia su Cernobbio | Linkiesta.it
 

tontolina

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Reportage
Il fallimento dell’euro aleggia su Cernobbio

Fabrizio Goria


«L’euro? Un esperimento fallito». Non ha avuto mezze misure Martin Feldstein, economista arrivato sul Lago di Como da Harvard. Lo spauracchio del collasso dell’euro ha dominato la prima giornata di lavori al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Anche se Nouriel Roubini ha detto di non vedere, nonostante la difficile situazione, il rischio concreto del fallimento della moneta unica. Mentre sull’Italia è stato chiaro: «Un Governo tecnico potrebbe ridare fiducia nei confronti di un Paese che sembra fermo sotto ogni punto di vista».


Il fallimento dell?euro aleggia su Cernobbio | Linkiesta.it
2 settembre 2011 - 19:20 CERNOBBIO – La crisi dell’eurozona è ben più grave del previsto. Quest’anno il Workshop Ambrosetti di Cernobbio ha cercato di entrare nel cuore della crisi economica internazionale. E lo ha fatto partendo proprio dallo spettro che aleggia su tutta l’eurozona. Tutti, da Nouriel Roubini a Mario Monti, lo chiamano «euro break-up». Il collasso dell’euro fa paura. «Da questa crisi si esce solo con più austerity», avverte il professore soprannominato Dr. Doom. Ma tastando il polso dei presenti, è possibile che nemmeno questa soluzione possa servire a evitare il peggio. Quelli che pensavano che il più pessimista fosse Roubini sono stati smentiti dai fatti. Se è vero che il professore della New York University ha sottolineato tutti i problemi di stabilità dell’eurozona, è altrettanto vero che il clima di Cernobbio è stato infuocato da dichiarazioni ben più profonde. La mattina infatti è stata inaugurata dal docente di Harvard Martin Feldstein, che ha parlato dell’euro come di un «esperimento fallito».



Gli ha fatto eco il numero uno dell’Istituto di ricerca economica tedesco Ifo, Hans-Werner Sinn, che ha risposto «tutto è possibile» quando Linkiesta gli ha chiesto se pensava che qualche Paese sarebbe potuto uscire



dall’eurozona.
 

tontolina

Forumer storico
I volti sono tesi, gli sguardi stanchi, le parole misurate all’inverosimile. In mattinata il deputy Ceo di UniCredit, Roberto Nicastro, spiega che per la sua banca «non ci sono assolutamente problemi di finanziamento», ma questa dichiarazione viene interpretata dagli investitori al contrario e diventa un boomerang per Piazza Cordusio. Il livello di esasperazione dei mercati finanziari è tale che ogni parola viene soppesata, qualunque essa sia. L’aspetto che più preoccupa, tuttavia, è un altro. La sensazione che i panelist hanno avuto è quella di un pieno scollamento della (presunta) classe dirigente italiana nei confronti di quella che è una crisi ancora non percepita come tale in Italia. Lo stesso Roubini per ben più di una volta ha spiegato che l’Italia sta vivendo una crisi «di credibilità politica, prima che economica». Questo si traduce con un immobilismo nelle politiche economiche capace di far schizzare, in una giornata come quella di oggi, il Credit default swap (Cds) sull’Italia, a oltre 400 punti base sulla piattaforma di Markit.[quelli che vendeva Joseph Cassano per 500milardi di dollari portando la depressione nel mondo.... adesso chi vende questi CDS? BANKOFAMERICA?... chiunque sia è nella mierda] Non è un caso che l’economista più chiacchierato a livello globale abbia apertamente parlato di un cambio al vertice politico italiano. «Un nuovo Governo potrebbe ridare fiducia nei confronti di un Paese che sembra fermo sotto ogni punto di vista», ha detto nella conferenza stampa a margine del suo intervento al Forum. Difficile dargli torto. Del resto, l’attuale situazione di crisi italiana deriva soprattutto da una perdita di fiducia verso un’economia che rimane comunque la terza d’Europa.
 

tontolina

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non solo l'IRlanda

ma

All'Est sono stufi, in sette vogliono uscire dall'UE


All'Est sono stufi, in sette vogliono uscire dall'UE
Bruxelles - Sette paesi dell'Est Europa sono insoddisfatti per le discussioni in corso sulla riforma monetaria europea e per questo minacciano di sottomettere di nuovo a referendum la loro appartenenza all'UE.

Lo si legge sul Corriere del Ticino, che lo ha appreso in margine al Consiglio affari generali della Ue, dove i ministri degli affari europei di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania, Lituania e Lettonia si sono riuniti per condividere un'azione.

Secondo i sette paesi - inclusa la Polonia che ha la presidenza di turno della Ue - la proposta di riforma del Patto e della governance economica, in discussione tra Consiglio e Parlamento, rischia di modificare le condizioni dei trattati di adesione.
 

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