Il titolo sembra partire da dati solidi.
In Lombardia ci sono stati, in media, 11mila morti a marzo, negli anni scorsi.
Quest'anno ce ne sono 27mila.
I morti da coronavirus sono 8mila.
Morti normali + Morti da coronavirus deve essere = a Morti 2020.
Ma, siccome 11+8 fa 19 anziché 27, ne mancano 8mila.
Che possono essere solo lombardi "morti di coronavirus non accertati come tali", ovviamente.
Sul territorio italiano complessivo, con questa logica, vanno aggiunti 11mila "morti di coronavirus non accertati" ai 13mila "accertati" di marzo 2020.
Con questa stessa logica, si osserva che il coronavirus (esiste solo quello!) ha salvato centinaia di vite nel Lazio.
[Fra l'altro statistiche di questo tipo girano da mesi, ed era già emersa una anomala riduzione di mortalità a fine 2019 rispetto alle medie storiche: fattori contingenti come il clima avevano fatto sì che qualche vecchietto in meno fosse spirato in quei mesi ma, non essendo nessuno diventato eterno, era ragionevole pensare che tali decessi fossero stato solo rinviati].
[E poi non c'è turnover, e l'età media della popolazione avanza ogni anno: se anche non succedesse nulla, sarebbe fisiologico che i decessi crescano dall'attuale livello di circa 600mila all'anno. Vedremo quando supereranno gli 80 anni la coorte più numerosa, i baby-boomers].
Mi sembra clickbait di bassa lega, un po' come un titolone "Immigrazione fuori controllo, nekro sputa in faccia al controllore del treno, i piddini lo vanno a trovare in carcere".
Nella Tabella 1 dal rapporto Istat - ISS, la quarta colonna contiene la deviazione percentuale dei decessi osservati fino al 31 marzo rispetto alla media decessi degli anni 2015-2019 dello stesso periodo. Si notino le “Tre Italie” di cui parla il rapporto: Nord, Centro e Mezzogiorno, con Lombardia ed Emilia Romagna che hanno l’incremento maggiore.
Nella Tabella 2 del rapporto Istat-ISS ci sono le Province ad “alta diffusione” del virus: l’Istat ha diviso la distribuzione dei tassi di mortalità in tre classi: la prima, definita a diffusione “bassa”, comprende le province con valori del tasso inferiore a 40 casi per 100mila residenti; la seconda, definita a diffusione “media”, comprende le province con valori del tasso tra i 40 e i 100 casi ogni 100mila residenti; la terza classe , definita a diffusione “alta“, include le province con valori superiori ai 100 casi ogni 100mila residenti. Le Province più colpite sono Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%).
Nella Figura 6 del Rapporto l’eccesso di mortalità in Italia nelle Province ad “alta diffusione” per il mese di marzo e la classe “uomini”, in giallo i decessi ufficialmente Covid-19 e in blu i decessi totali (in eccesso rispetto alla media 2015-2019).
Nella Figura 7 del Rapporto l’eccesso di mortalità in Italia nelle Province ad “alta diffusione” per il mese di marzo e la classe “donne”, in giallo i decessi ufficialmente Covid-19 e in blu i decessi totali (in eccesso rispetto alla media 2015-2019).
Nella Figura 8 del Rapporto l’eccesso di mortalità in Lombardia per il mese di marzo e nella classe “dai 50 anni di età in avanti”. In giallo i decessi ufficialmente Covid-19 e in blu i decessi totali (in eccesso rispetto alla media 2015-2019).
Nella Figura 10 del Rapporto l’eccesso di mortalità nella Provincia di Bergamo per il mese di marzo e nella classe “dai 50 anni di età in avanti”. In giallo i decessi ufficialmente Covid-19 e in blu i decessi totali (in eccesso rispetto alla media 2015-2019).
Nella Figura 14 del Rapporto i decessi a marzo 2017 per alcune cause di morte (come tumori o malattie del sistema circolatorio) confrontati con la linea nera dei decessi per Covid-19 a marzo 2020 e la linea rossa di tutte le cause di morte nelle aree “ad alta diffusione” a marzo 2020.