introduzione dal 1 gennaio 2013 della nuova tassa sui rifiuti (1 Viewer)

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Tassa sui rifiuti: con la Tares aumenti in vista

I sindaci potranno aumentare di 0,40 euro/mq l ’ importo del tributo che andrà a coprire anche i costi dei servizi pubblici

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Oggi, ore 15:09
Res o Tares. Come lo si vuole chiamare, il nuovo tributo sui rifiuti e servizi comunali peserà soprattutto sulle famiglie più numerose del Sud Italia.
Se sulla questione del rimborso Iva sulla Tia, il Governo prende tempo rimandando tutto all’avvento della Res o Tares dal prossimo anno (si veda nostro articolo Rimborso Iva sulla Tia: il gioco sleale del governo Monti) , proprio l’introduzione dal 1 gennaio 2013 della nuova tassa sui rifiuti comporterà degli aumenti e un impatto maggiore sulle famiglie specie del Sud.

Tributo sui rifiuti e servizi comunali

Ad affermare ciò uno studio del REF Ricerche, che mette in luce gli effetti dell’introduzione dal prossimo anno del Res o Tares. Nato con il federalismo fiscale e ritoccata recentemente con la manovra salva Italia, con la sua introduzione la Tarsu e la Tia, andranno in soffitta. Un cambio non solo di nome ma di tutte le caratteristiche della tassa sui rifiuti. La particolarità del Res o Tares infatti è quella di coprire non solo il costo di gestione dei rifiuti urbani, ma anche i costi di altri servizi pubblici, come il servizio di illuminazione pubblica, manutenzione del manto stradale, ecc. il tributo Tares infatti si compone di due quote: una determinata sulle componenti essenziali del costo del servizio e una rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e ai costi di gestione.

Tarsu, Tia e Tares

L’avvento del Res/Tares avrà come conseguenza la “risoluzione”, nelle idee del Governo, della questione rimborso Iva sulla Tia, nonché andrà anche a risolvere il “triangolo” Tarsu/Tia1/Tia2, rendendo così uniforme su tutto il territorio nazionale la tassa sui rifiuti. A ben vedere infatti alcuni Comuni, secondo lo studio del REF, applicano ancora la Tarsu, altri la Tia, chi la Tia1, chi la Tia2. Il passaggio dalla Tarsu alla Tia avrebbe dovuto completarsi entro la fine del 2008, sulla base di un regolamento ministeriale ancora non emanato e con l’avvento del nuovo tributo comunale sui rifiuti e servizi indivisibili comunali, il problema del vuoto normativo creatosi con questo mancato passaggio, non dovrebbe più esistere. Dal punto di vista prettamente tecnico si precisa che per il nuovo tributo comunale sui servizi indivisibili e sui rifiuti, a cui non si applica l’Iva, si fa riferimento all’80 per cento della superficie catastale, alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti, e secondo gli usi e le tipologie di attività svolte. Inoltre esso troverà applicazione anche per gli immobili c.d. fantasma, prevedendo l’applicazione di una rendita presunta (si legga nostro articolo Tassa sui rifiuti: Res anche su case fantasma dal 2013).

Tares: gli effetti positivi

Volendo vedere i lati positivi, il Res/Tares nasce dal principio tanto caro all’Unione europea del “chi inquina paga” e promette una riduzione dell’importo del tributo se l’utenza partecipa alla raccolta differenziata.

Tares: gli effetti negativi

Come rovescio della medaglia però, vi è l’aspetto che mette in luce lo studio del REF ricerche, riguardante l’impatto del nuovo tributo sui rifiuti in capo alle famiglie italiane, già piegate dalla crisi. Si prevede infatti che dal 1° gennaio 2013, quando entra in vigore il nuovo tributo, gli amministratori comunali possano elevare l’importo del tributo fino allo 0,4 euro al metro quadro. Un incremento che, secondo il REF, a conti fatti peserà sulle famiglie italiane, soprattutto quelle più numerose e situate nel Mezzogiorno e con tutta probabilità, visti i recenti tagli alla spesa pubblica, con la spending review, che hanno alimentato le polemiche dei sindaci, questi aumenteranno l’importo del tributo proprio per far fronte ai servizi pubblici, vista l’attuale mancanza di risorse. Si prospettano ancora nuvole all’orizzonte.
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