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A MAGGIO NIENTE DIVIDENDO
Intesa Sanpaolo mette in freezer il dividendo, la reazione in Borsa e le parole di Messina: azionisti pazientino pochi mesi
31/03/2020 15:22 di Titta Ferraro

Anche Intesa Sanpaolo deve accantonare per il momento la voce dividendi, ma cerca di rassicurare gli azionisti circa la ferma intenzione di riproporre il dividendo in autunno e con un livello di remunerazione ancora elevato. Il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha rimarcato che la sospensione del dividendo, decisa in seguito alle raccomandazioni inviate dalla Bce a tutte le banche europee, è un qualcosa di momentaneo. “Le banche come Intesa Sanpaolo, dotate di un eccesso di capitale ai vertici di settore e di una eccellente efficienza operativa, sono quelle più resilienti nelle fasi difficili e, come tali, sono quelle che beneficeranno del cosiddetto effetto flight‐to‐quality e che, nei prossimi mesi, potranno tornare a remunerare gli azionisti con dividendi elevati e sostenibili“, dice il banchiere aggiungendo: “Riteniamo che la distribuzione di dividendi in contanti da parte delle banche con elevata patrimonializzazione – in grado di mantenere anche in circostanze complesse il ruolo di supporto a famiglie e imprese – sia importante per gli azionisti retail e rappresenti un cruciale supporto alle erogazioni da parte delle fondazioni, particolarmente necessario in un contesto come quello determinato dall’epidemia da Coronavirus”.
Il cda di Intesa Sanpaolo oggi ha preso atto della comunicazione della Bce del 27 marzo scorso in merito alla politica dei dividendi nel contesto conseguente all’epidemia da COVID-19 e ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari 19,2 centesimi di euro per azione, all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria l’assegnazione a riserve dell’utile dell’esercizio 2019.


La non distribuzione della cedola si traduce in un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale del Gruppo Intesa Sanpaolo: con riferimento al 31 dicembre 2019, il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime aumenta dal 14,1% (superiore di circa 4,6 punti percentuali al requisito SREP comprensivo del combined buffer e con un capitale eccedente il requisito per oltre 13 miliardi di euro) al 15,2%, superiore di circa 5,8 punti percentuali al requisito SREP comprensivo del combined buffer e con un capitale eccedente il requisito per oltre 16,5 miliardi di euro.

l'azione reagisce male
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il 1° trimestre 2020
https://www.ilsole24ore.com/art/int...i-accantonati-300-milioni-il-covid-19-AD1QJVO

Intesa Sanpaolo, l’utile sale a 1,15 miliardi. Accantonati 300 milioni per il Covid-19
La banca rivede al ribasso i target per il 2020: stimato un profitto «non inferiore ai 3 miliardi»
di Luca Davi


L'impatto del Covid-19 c'è ed è inevitabile, ma nonostante questo Intesa Sanpaolo conferma la sua solidità patrimoniale e la capacità di generare profitti anche in un momento complicato come quello attuale.

A dirlo sono i numeri del primo trimestre, che mettono in luce un utile a 1,15 miliardi di euro: un dato molto più alto delle attese del mercato (pari a 751 milioni) e che comunque risulta essere in crescita del 9,6% rispetto agli 1,05 miliardi del primo trimestre 2019. Ma i profitti si attesterebbero a 1,36 miliardi – il miglior primo trimestre di sempre - se non si considerasse l'accantonamento di circa 300 milioni ante imposte per l'impatto da Covid-19 che la banca ha deciso di realizzare.
I risultati del primo trimestre 2020 «rafforzano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all'epidemia da Covid-19», spiega il ceo Carlo Messina in una nota.

Il buffer di sicurezza sui crediti
Con 300 milioni di accantonamento, Intesa si prepara a contenere le perdite su crediti che lo scoppio della pandemia è destinata inevitabilmente a generare, almeno per quanto riguarda il primo trimestre. Va detto che il conto della crisi è destinato a salire, e gli effetti si dispiegheranno man mano nel corso dei trimestri. Anche per questo il gruppo mette in conto una revisione al ribasso degli utili, riducendo il target ad almeno 3 miliardi per il 2020 (contro gli oltre 4,18 stimati in precedenza) e 3,5 per il 2021.

Ma proprio in vista del maggior scotto da pagare sui crediti – il cui perimetro al momento è ancora incerto - l'istituto dà un messaggio chiaro al mercato. Il buffer di capitale a disposizione c'è ed è ampio: se all'accantonamento già fatto si aggiunge infatti la plusvalenza netta di circa 900 milioni derivante dalla cessione di Nexi, la banca può liberare un buffer di circa 1,5 miliardi di extra-accantonamenti per gestire i possibili impatti dell'epidemia da Covid-19 sul 2020. «È la nostra capacità di essere profittevoli ed efficienti a permetterci di guardare avanti erafforzare il bilancio», aggiunge Messina.

Più profitti e meno crediti deteriorati
Il cuscino di sicurezza è frutto anche dell’importante miglioramento della gestione operativa e della qualità degli attivi, oltre che del controllo dei costi. Nel primo trimestre 2020, Intesa Sanpaolo ha registrato una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 1,3 miliardi di euro, di circa 35 miliardi dal picco di settembre 2015 (di circa 22 miliardi escludendo la cessione dei crediti deteriorati a Intrum e Prelios) e di circa 23 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 9 miliardi escludendo le operazioni Intrum e Prelios) realizzando già l' 88% dell'obiettivo di riduzione previsto per l'intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2020 si è dunque ridotta al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto.


5 maggio 2020

Nel contempo, il risultato della gestione operativa è cresciuto del 26,8% sul primo trimestre 2019, con proventi netti in aumento dell'117% e costi in discesa del 2,7%. E la patrimonializzazione di rimane ai vertici del sistema. Tenendo conto di 863 milioni di euro di dividendi maturati nel trimestre, il Common Equity Tier 1 ratio pro forma a regime è risultato pari al 14,5%, livello top tra le maggiori banche europee.

L'Ops su Ubi a segno anche col 50% di adesioni

L'attenzione ora è rivolta ovviamente ad Ubi e all'Ops lanciata a febbraio. In questo senso, complice il Coronavirus, inevitabile la revisione al ribasso delle previsioni sugli utili ottenuti del futuro maxi-gruppo. Ora le attese sono per un utile post fusione 'non inferiore ai 5 miliardi nel 2022', contro previsioni iniziali 'oltre i 6 miliardi', mentre il payout è visto al 75% sul 2020 e al 70% sul 2021.

Messina tuttavia ribadisce il messaggio già dato nelle scorse settimane: l'Ops si farà anche con un'adesione del 50% più uno dell'azionariato dell'ex popolare e anche in quel caso «gran parte della creazione di valore è raggiungibile». Ecco perché, dice Messina, la fusione tra le due realtà, nel quadro dell'epidemia da Covid-19, «assume ancora maggiore valenza – conclude Messina - in particolare in considerazione delle sinergie, soprattutto di costo, nonché dell'aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e della riduzione dei crediti unlikely to pay e in sofferenza».
 

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niente dividendo neppure ad ottobre... lo chiede il Consiglio generale del Comitato Europeo


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La Bce allunga lo stop ai dividendi
Il Consiglio generale del Comitato Europeo per il rischio sistemico, organo di supervisione della Bce, ha allungato il periodo di sospensione di cedole e buyback del settore finanziario, assicurazioni comprese. Per Ubs, un ritardo di un trimestre o due in nome di una policy prudente, a tutela della solidità delle banche europee, non dovrebbe essere un problema.
Equita e Banca Imi fanno il punto sui titoli di Piazza Affari

di Elena Dal Maso 09/06/2020 12:15

tempo di lettura 2 min


  1. Banche
  2. La Bce allunga lo stop ai dividendi
Oggi le borse europee sono soggette a forti vendite, in parte per prese di beneficio dal rally delle ultime sedute, ma anche a causa di dati negativi sul fronte dell'export tedesco di aprile, piombato ai minimi dal 2000 e dal pil dell'Eurozona, sceso ai minimi storici nel primo trimestre, segnando un -3,6% (rivisto peraltro in miglioramento sull'iniziale -3,8% stimato).

Non giunge quindi a caso la decisione del Consiglio generale del Comitato Europeo per il rischio sistemico (CEMS), organo di supervisione della Bce. Quest'ultimo ha deciso di integrare le comunicazioni della Banca centrale europea sul tema dividendi pubblicate in seguito allo scoppio della pandemia, poi confermate dall'Eba e dall'Eiopa (l'autorità di vigilanza delle assicurazioni e delle pensioni aziendali).
Francoforte aveva chiesto di sospendere lo stacco cedola e il buyback fino al prossimo ottobre.

Ieri il Cems ha emesso una nuova raccomandazione sulla restrizione al pagamento dei dividendi che si allunga dall'autunno 2020 fino al primo gennaio 2021. La nuova raccomandazione si applica a banche, imprese di investimento e assicurazioni e chiede la sospensione dei dividendi, del riacquisto di azioni proprie e del pagamento delle remunerazioni variabile, mentre non include il pagamento delle cedole dei bond AT1 emessi dagli istituti di credito, che non sono quindi a rischio dal punto di vista regolamentare.

Secondo Equita Sim, la decisione del Comitato europeo conferma la posizione degli analisti già espressa a fine marzo, quando la Bce aveva sospeso il pagamento dei dividendi, che verranno quindi destinati a riserva. La notizia, per la Sim, aumenta i rischi sul pagamento della seconda tranche di dividendo da parte delle Assicurazioni Generali (il titolo ha il 3% di rendimento) e su quello di Unipol (la cedola restituisce il 5,7%).

Banca Imi si dice fiduciosa che, in vista di "potenziali ulteriori ritardi, i gestori patrimoniali dovrebbero poi alla fine essere autorizzati a pagare le cedole promesse sui conti del 2019". Gli analisti ricordano gli 1,85 euro per azione di Banca Generali, divisa in due tranche di 1,55 euro e di 0,30 per azione, oltre a 0,34 euro per azione di saldo dividendo di Banca Mediolanum e 0,32 euro per azione di FinecoBank.

Si tratta di gestori che per Banca Imi avevano "una più che buona posizione patrimoniale a fine marzo, con un indice di solidità patrimoniale, il Cet1 al 14,1% per Banca Generali, 18,8 % per Banca Mediolanum, 19,3% per FinecoBank e hanno un modello di business completamente diverso rispetto ai classici istituti di credito commerciali, con un'esposizione molto limitata al rischio di credito", scrive Imi.

Per Ubs, un ritardo di un trimestre o due in nome di una policy prudente, a tutela della solidità delle banche europee, non dovrebbe essere un problema. "Dopotutto, i dividendi possono ancora essere dichiarati nel corso dei consigli di amministrazione dopo il quarto trimestre del 2020", cedole che saranno poi messe in pagamento nel 2021.

Ma con le banche dell'Eurozona che hanno visto i titoli balzare del 40% da metà maggio e del 23% a giugno, oltre ad una grande incertezza sulle perdite sui prestiti e sul peso degli asset ponderati per il rischio (RWA), l'annuncio di ieri sera "suona come un promemoria che almeno per un po', parte del settore è da considerare un'obbligazione zero coupon", conclude la banca svizzera. (riproduzione riservata)
da La Bce allunga lo stop ai dividendi - MilanoFinanza.it
 

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Scatto di Intesa Sanpaolo: chiederà a BCE pagamento dividendo 2020

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Mercato azionario13 minuti fa (04.08.2020 13:41)

© Reuters.
Di Mauro Speranza
Investing.com – Esce indenne dal lockdown da coronavirus Intesa Sanpaolo , confermando la sua politica dei dividendi a fronte di una semestrale positiva.
Secondo quanto comunicato dalla banca in una nota, “i risultati del primo semestre 2020 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all'epidemia da Covid-19, riflettendo la redditività sostenibile derivante dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato e dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e il supporto del gruppo all'Italia anche con l'impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale”.
In particolare, il 1°semestre 2020 ha visto una crescita pari al 13,2% dell'utile netto, arrivato a 2.566 milioni di euro rispetto ai 2.266 milioni relativi allo stesso periodo del 2019, “che corrisponde all’86% dei 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l’esercizio 2020 e risulterebbe pari a circa 3.160 milioni se si escludessero le rettifiche di valore su crediti pari a circa 880 milioni per i futuri impatti di COVID-19, principalmente a copertura generica su crediti in bonis”, spiegano dall'istituto.
Il risultato corrente lordo è visto in aumento del 7,1% rispetto al primo semestre 2019, mentre la gestione operativa è cresciuta del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Infine, i proventi operativi netti sono risultati stabili, mentre sono calati del 2,8% i costi operativi.
La comunicazione dei risultati semestrali hanno attirato gli acquisti sul titolo Intesa Sanpaolo (MI:ISP) a Piazza Affari, portando le azioni vicine a quota 1,80 euro, con una crescita del 4%.
Le prospettive di Intesa Sanpaolo
La banca si attende che utile netto possa “risultare non inferiore a circa 3 miliardi di euro nel 2020 e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021, assumendo un costo del rischio potenzialmente fino a circa 90 centesimi di punto per il 2020 e fino a circa 70 centesimi di punto per il 2021”, anche escludendo l'acquisizione di Ubi Banca (MI:UBI).
Confermata la politica dei dividendi del gruppo, anche in questo caso indipendentemente dall'operazione con Ubi, prevedendo “la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 e al 70% per l’esercizio 2021, subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla BCE in merito alla distribuzione di dividendi successivamente al 1° gennaio 2021, termine della raccomandazione del 28 luglio scorso”, spiega la nota.
Pertanto, “in aggiunta alla prevista distribuzione di dividendi cash da utile netto del 2020, Intesa Sanpaolo intende ottenere l’approvazione della BCE per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell’utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020”.
Viene confermato, inoltre, “un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio a regime pro-forma atteso superiore al 13% nel 2021, anche considerando l’acquisizione di UBI Banca e la predetta potenziale distribuzione cash da riserve”.
Il futuro e l'acquisizione di Ubi
“La generazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder verrà accresciuta dall’unione con UBI Banca”, aggiungono da Intesa, “che non presenta complessità significative, anche in considerazione della comprovata capacità di Intesa Sanpaolo di realizzare integrazioni, valorizzando le realtà locali e le persone di UBI Banca e conseguendo un’ulteriore riduzione del profilo di rischio e importanti sinergie senza costi sociali”.
A fusione avvenuta, Intesa “prevede dal 2022 un utile netto non inferiore a 5 miliardi di euro e il proseguimento di una strategia focalizzata sulla remunerazione per gli azionisti e sul mantenimento di solidi coefficienti patrimoniali” e “intende rendere noto il nuovo Piano di Impresa entro la fine del 2021, appena lo scenario macroeconomico sarà diventato più chiaro”.
Messina commenta l'acquisizione di Ubi Banca
Dopo il successo dell'opas verso Ubi Banca, “si apre ora un nuovo capitolo nella storia del nostro Gruppo: l’adesione del 90,2 per cento è una scelta che per noi è motivo di orgoglio”, dichiarava l'amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina, a seguito del consiglio di amministrazione che ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2020.
“Intesa Sanpaolo e Ubi hanno modelli di business simili, con culture e valori aziendali condivisi, e insieme possiamo rafforzare un Gruppo campione nazionale e leader a livello europeo, forte di oltre 1,1 trilioni di euro che gli italiani ci affidano: insieme siamo più forti e abbiamo un maggiore potenziale di crescita”, ha detto, sottolineando che è “grazie a questa operazione che possiamo proiettarci nelle primissime posizioni tra le banche dell'Eurozona”, ha aggiunto il manager.
“Diventiamo la seconda banca per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo: si tratta di un passaggio di grande rilevanza, e l'anno prossimo, quando lo scenario macroeconomico diventerà più chiaro, forniremo al mercato un Piano di impresa dettagliato, riguardante il nuovo gruppo combinato”, ha garantito l’Ad, sottolineando che accogliere nel Gruppo i nuovi colleghi provenienti da Ubi rappresenta una priorità assoluta di Intesa Sanpaolo.
“Ai colleghi del nuovo Gruppo che diventeranno parte della famiglia Bper (MI:EMII) vorrei dire: lavoreremo per fare tutto il possibile al fine di garantire la considerazione adeguata a persone che saranno un arricchimento per Bper, ed è un nostro ulteriore impegno”, ha aggiunto, parlando di Ubi come una realtà con un grande potenziale legato alla qualità delle sue persone. “Insieme daremo vita a una nuova realtà in grado di ricoprire il ruolo di leader nello scenario bancario europeo e di rappresentare un pilastro fondamentale per un nuovo futuro di crescita del paese”, ha concluso.

 

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Intesa Sanpaolo: buy al volo in vista di dividendo da favola
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Sale a cinque il numero di sedute consecutive in rialzo per Intesa Sanpaolo che anche oggi ha approfittato dell'ottima intonazione di Piazza Affari per mettere a segno un nuovo progresso.
Il titolo, dopo aver archiviato la seduta di ieri con un rally di quasi il 4%, oggi mette a segno la migliore performance nel settore bancario, mostrando più forza del Ftse Mib.
Negli ultimi minuti Intesa Sanpaolo passa di mano a 1,6464 euro, con un rally del 3,04% e volumi di scambio vivaci, visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 115 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a quasi 108 milioni.

Il titolo si riporta sui livelli di metà ottobre all'indomani della presentazione dei conti del terzo trimestre e dei primi nove mesi dell'anno.

Riportando in sintesi i principali indicatori segnaliamo che Intesa Sanpaolo ha chiuso il terzo trimestre
-con un utile netto consolidato pari a 507 milioni di euro, escludendo il goodwill negativo di 3,264 miliardi generato dall'acquisizione di Ubi Banca e l'apporto di quest'ultima pari a 39 milioni.
-Le commissioni nette sono pari a 1,861 miliardi di euro, in crescita del 6,7%, mentre i costi operativi ammontano a 2,196 miliardi di euro, escludendo l'apporto di 360 milioni di Ubi Banca, in calo dell'1,5%.
-Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 853 milioni di euro, escludendo l'apporto di 85 milioni di Ubi Banca, e includono 430 milioni per i futuri impatti di Covid-19, rispetto ai 473 milioni dello stesso periodo del 2019.

Nei primi nove mesi dell'anno invece Intesa Sanpaolo ha conseguito
-un utile netto contabile di 6,376 miliardi di euro, ma escludendo il godwill negativo originato dall'acquisizione di Ubi Banca il dato scende a 3,112 miliardi di euro. Escludendo anche i due mesi di apporto di Ubi Banca, l'utile netto è pari a 3,073 mld, rispetto ai 3,31 miliardi dei primi nove mesi del 2019, superiore ai circa 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l'esercizio 2020.
-Le commissioni nette sono aumentate del 3,9%, mentre i costi operativi sono scesi del 3,7%.

Quanto a coefficienti patrimoniali, a fine settembre 2020 il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è pari al 15,2%, ma sale al 15,9% escludendo l'acquisizione di Ubi Banca.

Nella conference call relativa ai risultati del terzo trimestre, il CEO di Intesa Sanpaolo si è detto molto positivo "sulla possibilità di distribuire i dividendi 2020 e anche 2019, anche se dobbiamo aspettare la decisione della Bce, attesa, verso la metà di dicembre, e poi agiremo di conseguenza".
L'AD Messina è convinto che la banca da lui guidata si una delle meglio posizionate in Europa per poter riprendere la distribuzione dei dividendi una volta ottenuto l'ok dell'Eurotower.
Il manager ha confermato un pay out ratio del 75% per il 2020 e del 70% per il 2021.
In aggiunta alla distribuzione dei dividendi previsti a valere sul 2020, si verificherà il consenso della Bce rispetto alla distribuzione da riserve del dividendo a valere sul 2019.

In sostanza il prossimo anno Intesa Sanpaolo potrebbe procedere alla distribuzione di un maxi dividendo.

Secondo i calcoli di Equita SIM il gruppo potrebbe staccare potenziale nel 2021 una cedola fino a 0,3 euro per azione che rispetto ai valori correnti di Intesa Sanpaolo offrirebbe un rendimento da favola di oltre il 18%. Intanto conferme bullish arrivano dagli analisti a partire da quelli di Equita SIM che ribadiscono la raccomandazione "buy" su Intesa Sanpaolo, con un prezzo obiettivo a 2,3 euro.

Gli esperti parlano di un utile trimestrale superiore alle attese grazie al contributo della Banca dei Territori, evidenziando al contempo l'ulteriore miglioramento del Common Equity Tier.

A puntare su Intesa Sanpaolo è anche Keple Cheuvreux che oggi ha rinnovato l'invito all'acquisto con un target price a 2,22 euro. Il broker ha definito buona la trimestrale che una mostrato un incoraggiante rimbalzo dei ricavi core, un calo dei costi e un miglioramento della qualità del credito e del capitale.

Ad apprezzare i conti di Intesa Sanpaolo è stata anche Banca Akros che li ha definiti migliori delle attese, suggerendo di accumulare il titolo in portafoglio con un fair value a 1,9 euro.

Infine Bank of America oggi ha reiterato la raccomandazione "buy", con un prezzo obiettivo a 2,5 euro, indicando Intesa Sanpaolo come la banca gestita meglio in Europa.
Gli analisti fanno notare che il gruppo guidato da Messina riesce a centrare i suoi obiettivi mantenendo un bilancio solido come una roccia e dando un alto ritorno agli azionisti.
 

bluck

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chi troppo in fretta sal etc etc...e non mi riferisco ai grafici. E poi c'è ancora molta roba sul risiko bancario in Italia. A propò, Bper come sta andando in borsa nell'ultima settimana? :d:
 
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bluck

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chi troppo in fretta sal etc etc...e non mi riferisco ai grafici. E poi c'è ancora molta roba sul risiko bancario in Italia. A propò, Bper come sta andando in borsa nell'ultima settimana? :d:
toh, Bper ancora sale:d: e poi non dite che non ve l'avevo detto...ehhhh, toh, banco bpm oggi pure lui sale:rotfl:. Chissà perchè
 

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