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tontolina

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Intesa Sanpaolo: Consob comunica azionisti oltre soglia 2%
B.Lombarda e Mondrian Investment Partners Limited hanno ridotto sotto la soglia del 2% la propria partecipazione
mentre Fondazione Cariplo detiene una quota del 4,680%.
La Fondazione C.R.Padova e Rovigo detiene il 4,180%
e Carlo Tassara Spa il 2,251%, di cui lo 0,206% tramite Carlo Tassara International Sa.

Credit Agricole risulta azionista con una quota del 9,150%, di cui lo 0,065% tramite Predica Sa e lo 0,028% tramite Calyon Sa (0,002% a titolo di prestatore).

red/mur (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 11, 2007 10:18 ET (15:18 GMT)
 

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Intesa Sanpaolo: Credit Agricole vende 3,6%

PARIGI (MF-DJ)--Credit Agricole ha venduto ieri, fuori mercato, 432 mln di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo rappresentanti circa il 3,6% delle azioni ordinarie e dei diritti di voto dell'istituto italiano per un controvalore di 2,506 mld. Dopo questa operazione, si legge in una nota, la partecipazione di CA nel capitale della banca italiana ammonta a circa 649 mln di azioni ordinarie e circa 92 mln di azioni di risparmio rappresentanti il 5,8% del capitale ed il 5,5% dei diritti di voto. com/mf (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 22, 2007 02:44 ET (07:44 GMT)


Intesa Sanpaolo: ceduta in 2 tranche quota Credit Agricole

MILANO (MF-DJ)--I 432 mln di titoli Intesa Sanpaolo Imi ceduti da Credit Agricole sono transitati sul mercati dei blocchi in due distinti contratti rispettivamente da 320.000.000 e 112.000.000 azioni, al prezzo unitario di 5,80 euro per un ammontare complessivo di 2,506 mld. Le azioni rappresentano circa il 3,38% del capitale ordinario e il 3,65% del capitale votante. fus (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 22, 2007 06:21 ET (11:21 GMT)
 

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Intesa Sanpaolo: quota Zaleski salira' al 4,95% -2-

MILANO (MF-DJ)--Carlo Tassara Spa ha stipulato un contratto per l'acquisto di 320 mln di azioni ordinaria Intesa Sanpaolo ad un prezzo unitario di 5,8 euro. I titoli, si legge in una nota redatta su richiesta Consob, rappresentano il 2,7% circa delle azioni ordinarie della banca e portano la quota di Carlo Tassara al 4,95%. (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 23, 2007 03:24 ET (08:24 GMT)
 

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C.Agricole:stop trattative con Intesa Sanpaolo su Nextra (stampa)

PARIGI (MF-DJ)--Credit Agricole ha deciso di non portare avanti le trattative con Intesa Sanpaolo per quel che riguarda il progetto di una joint venture per la gestione del risparmio di livello europeo. E' quanto scrive oggi il quotidiano francese La Tribune che spiega come i rappresentanti dell'istituto di credito francese avessero detto di recente di attendersi una decisione sulla jv, chiamata Nextra, entro la fine del mese. red/cat (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 23, 2007 03:38 ET (08:38 GMT)
 

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PARMACRACK, PROCESSO PER 5 BANCHE
di (w.g.)
È la richiesta dei tre giudici milanesi che indagano sulla bancarotta del gruppo di Calisto Tanzi. Secondo i giudici ci fu "un utilizzo spregiudicato dei bond" da parte di Deutsche Bank, Ubs, Citigroup, Morgan Stanley e Nextra (Banca Intesa).


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15 Febbraio 2007 3:50 MILANO

(WSI) – «Rinvio a giudizio per cinque istituti di credito». I pm milanesi che indagano sul crac Parmalat, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino, ieri hanno chiesto il processo per Deutsche Bank, Ubs, Citigroup, Morgan Stanley e la società di gestione del risparmio di Banca Intesa, Nextra. L´accusa, che coinvolge 13 funzionari delle banche, è di aggiotaggio informativo nella vicenda che ha portato al fallimento il gruppo alimentare.

Più in particolare Citigroup è sotto accusa per la cartolarizzazione Archimede, mentre le altre quattro banche sono sul banco degli imputati per aver agito come advisor delle obbligazioni Parmalat, vendute poi sul mercato retail.

Nel corso della loro requisitoria i magistrati hanno ripercorso l´ultimo anno di vita della Parmalat di Calisto Tanzi, arrivata a capolinea nel dicembre del 2003 con un buco da 14 miliardi di euro, ricostruendone soprattutto le emissioni obbligazionarie. In particolare il pm Fusco ha spiegato, nel corso dell´udienza preliminare, che «Parmalat non è stato solo il crac di una delle più grandi multinazionali europee, ma anche un caso di utilizzo spregiudicato dei corporate bond». Nel solo 2003 vennero emesse obbligazioni per oltre 1 miliardo di euro e alla data del fallimento i debiti sotto forma di bond erano di 7 miliardi, molti dei quali finiti nelle tasche dei piccoli risparmiatori.


«Fu sconcertante - continua Fusco - scoprire che un colosso come Parmalat non riuscisse a far fronte a un bond da 150 milioni». L´udienza proseguirà il prossimo 19 febbraio con l´intervento delle parti civili, mentre le banche inizieranno il 28 febbraio. Secondo l´accusa, banche e dirigenti non avrebbero predisposto il modello organizzativo adatto a prevenire la commissione del reato di aggiotaggio.

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=440961
 

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Autostrade: cede 35,5% A.Lombarde e 1% Brebemi

ROMA (MF-DJ)--Autostrade ha ceduto a Intesa Sanpaolo la partecipazione del 35,5% detenuta tramite Autostrade per l'Italia Spa nel capitale di Autostrade Lombarde Spa e la partecipazione dell'1% detenuta in Societa' di Progetto Bre.Be.Mi. Spa. Il controvalore dell'operazione, informa una nota, ammonta a 41 mln euro. com/mur (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. April 02, 2007 10:37 ET (14:37 GMT)


L'operazione ha generato un plusvalore pari a 4,6 milioni di euro rispetto al valore dell'investimento. Autostrade Lombarde controlla l'86,2% della Societa' di Progetto Bre.Be.Mi. titolare dal 2003, a seguito di gara internazionale, della concessione per la realizzazione e gestione del collegamento autostradale Brescia-Milano di circa 50 Km. "Pensiamo di aver dato un contributo significativo per lo sviluppo dell'opera", -ha dichiarato l'a.d. di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci- "Intesa Sanpaolo, che tra l'altro gia' vanta una presenza significativa nel progetto, e' il partner naturale. La partecipazione di nuovi investitori non puo' che contribuire alla nascita di altri poli imprenditoriali nel settore, a forte matrice privata e con logiche di mercato, di cui si avverte la necessita'". Com/mur (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. April 02, 2007 11:10 ET (15:10 GMT)
 
ieri entrato a 5,82 :up: ...................speriamo bene !!!
A fine mese c'e l'assemblea in prima convocazione aspettiamo notizie positive !!!!! :rolleyes:
 

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Il crimine dei database bancari

Il crimine dei database bancari

Date: 19.04.2007
Time: 03:40:13
La Etleboro incontra Federico Lippi, ex funzionario dell'Istituto Mobiliare italiano,ed esperto di tecnica bancaria, avendo seguito per più di 25 anni le procedure per il finanziamento delle piccole e medie imprese.
Federico Lippi svolge oggi un'attività di consulenza legale e finanziaria nelle cause contro le pratiche di usura e anatocismo delle Banche nei confronti dei singoli individui e delle imprese. Sulla base della sua esperienza ha così costruito un software, il CheckBanck, che consente di monitorare il corretto funzionamento dei conti correnti bancari, di ogni tipologia di credito prevista dalla L. 108/96, evidenziando così le distorsioni nelle pratiche delle Banche.

D: Cosa le ha insegnato la sua esperienza all'IMI?
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R: Durante la mia vita e la mia carriera presso l’IMI istituto bancario Ente di Diritto Pubblico, ho visto l'Italia cambiare tre volte. Ho visto l'Italia del dopoguerra, ossia quella del boom economico in cui avevamo una bassa inflazione, e salari dignitosi che consentivano alle persone di risparmiare e investire, considerando che anche la Banche avevano una politica non usuraia, applicando gli interessi a calcolo semplice (senza capitalizzarli) e quindi senza l'anatocismo.
Gli anni '70 sono stati quelli del cambiamento in cui l'Italia ha subito un'escursione deleteria: io lavoravo all'IMI e in prima persona ho visto come queste strutture invisibili piano piano hanno eroso e fagocitato il patrimonio italiano, tra terrorismo, usura bancaria, fino a terminare negli anni '90 con il saccheggio.
Oggi vedo un'Italia in cui certi prestigi si conquistano solo danneggiando i terzi, in cui c'è il partitismo e non la politica urbis, e neanche le persone si affidano più a ciò che credono, ma percepiscono che qualcosa di anomalo governa le loro vite, e cercano in qualche modo di reagire. Siamo circondati dalla disinformazione di migliaia di specchietti delle allodole che distraggono l'attenzione e fanno perdere di importanza ad eventi che incidono sulla vita di ognuno, come possono essere le leggi bancarie e quelle in violazione della privacy del cittadino.

D: Cosa intende lei per strutture invisibili?

R: Alcune potente lobbies hanno preso possesso di tutto ciò che prima era dello Stato, le stesse hanno favorito e nascosto l'anatocismo. Dagli anni 80/90 all’interno del sistema bancario si privilegiarono direttive intese a non finanziare le PMI ma esclusivamente le grandissime società e quelle di servizi. Io ho sempre osservato, malvisto dai superiori, che questo è un serpente che si mangia la coda, e a furia di mangiare questo sistema si logora da solo dall'interno.


D: Qual è la situazione economica italiana secondo lei?

R:La famosa formula del Pil versus Spesa pubblica oggi non esiste, il Pil c'è se c'è denaro, se non c'è denaro, è inutile cercarlo, non c'è PIL. La moneta poteva essere l'oro, l'argento, ma oggi c'è solo questa moneta elettronica, che non permette più di quantificare il valore di una moneta e così di una nazione. Oggi si è persa la diligenza del buon padre di famiglia, anzi la diligenza straordinaria di gestire l'economia e lo Stato, e oggi è davvero assente.

D: Secondo lei ci avviamo dunque alla recessione?

R: Secondo me ci stiamo avviando verso la deflazione, che è molto più pericolosa perché va a svalutare la forza lavoro e le materie prime. Ciò che potrebbe innescare questo shock è la bolla immobiliare, ma in Italia non arriverà per colpa di ciò che accade in America. Occorre conoscere infatti la storia economica del Settore del Credito, e sapere che intorno agli anni '70 le Banche investivano molto nel settore immobiliare, in quanto avevano comunque la sicurezza della riserva aurea dello Stato garantita sino a quegli anni. Poi hanno scoperto che era più vantaggioso investire nelle grandi società, come Alitalia, Cirio, Parmalat, Danone, e così dismettendo le partecipazioni immobiliari hanno finanziato le società a partecipazione pubblica. Il settore azionario rispose bene a questa operazione, e così decisero di speculare sulle azioni delle società che loro stesse avevano finanziato. Hanno comprato in massa tutte le azioni delle società portando al rialzo i prezzi, e poi le hanno rivendute lucrando così sulla differenza.
Poi le leggi sulla cartolarizzazione, che hanno permesso alle Banche di vendere i loro crediti in sofferenza, e quelle che hanno dato potere alle Banche di compravendere le azioni di diverse società anche se concorrenti tra di loro, hanno consentito loro poi di rimettere tutti i loro debiti al pubblico.
Finita la loro tornata di alta finanza hanno rivoluto indietro le loro proprietà immobiliari, portando al fallimento le imprese solo per riprendere possesso degli immobili, tra case e stabilimenti. Ora non ci resta che dire: lasciamo pure che questo serpente si mangi anche la testa.

D: Qual è oggi la tendenza del settore bancario?

R: Nella corsa alla Banca Universale, le Banche di un certo tenore si sono accorpate per creare delle strutture grandi e con dei giochi di bilancio sono riusciti ad accorpare sistematicamente le altre piccole Banche . Oggi si teme che da queste operazioni di fusione si possa giungere a quella che è la Banca Universale: ecco cos'è questo serpente che si mangia la coda.

D: Lei pensa che i database siano un pericolo per la società?

R: I database sono una minaccia, e a mio parere non hanno neanche motivo di esistere, soprattutto quelli bancari: non sono umanamente concepibili. Oggi se non pago il mio debito, vengo iscritto alla Centrale Rischi (CRIF) e il mio nome sarà schedato anche se ho pagato il mio debito e se ho ottenuto una sentenza passata in giudicato a me favorevole. Una Banca può così iscrivere il mio nome anche solo per indurmi al fallimento e prendermi la casa. Alla fine le Banche possono essere insolventi ed evasori ed avere sempre dignità e prestigio, mentre il piccolo imprenditore sarà perseguito a vita.
A questo punto credo che non sono i politici ad andare contro lo Stato o contro i magistrati, ma sono le Banche che vogliono mettersi al di sopra degli Stati. Oggi esistono, tra l'altro, molti database come il CRIBIT, il CTC, EXPERIAN, EXCELL, ognuno collegato all'altro ma tutti che confluiscono nella centrale rischi CRIF.
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D: Dott. Lippi, perché lei ha creato questo programma per monitorare i conti correnti bancari?

R: Sono fermamente convinto che ogni giorno il cittadino e le imprese restano vittime inconsapevoli di una serie di abusi da parte delle Banche, che violano sistematicamente le leggi dello Stato e del codice civile. Usano un linguaggio contorto e difficile, con continui rimandi ad altre leggi, che non vengono mai riportate o spiegate, impedendo a chi legge di capire le clausole contrattuali: il sistema giuridico italiano ha più di 400 000 leggi, e non basterebbe una vita a conoscerle tutte. Tuttavia le Banche continuano a scrivere dei contratti con clausole vessatorie, e una volta che l'impresa o il cittadino le firma è obbligato ha rispettarle, e a veder violata la sua privacy senza alcun limite. Il principio che "la legge non ammette ignoranza" non è valido, perché nella Costituzione leggiamo che la legge non produce effetti nei confronti dei cittadini che non sono stati messi nelle condizioni di conoscere la legge e di capire a cosa vanno incontro: questa norma è stata stravolta e oggi con una semplice firma il cittadino perde ogni diritto. Le violazioni dunque sono tantissime e l'impresa o il cittadino non ha il tempo di studiare tutte le leggi, né di controllare la giusta applicazione per prevenire le truffe e l'usura. Per tale motivo ho creato un programma basato sulle leggi e le formule finanziarie che le Banche dovrebbero applicare e non fanno. Stiamo ottenendo così degli ottimi risultati, perchè è divenuto un valido strumento per produrre delle prove schiaccianti nelle cause contro l'anatocismo e l'usura: ormai il Checkbank è noto nel Transatlantico come il programma ammazzabanche.

D: Crede che il progetto della Tela di Etleboro riesca ad aiutare le imprese a combattere la disinfomazione e questo crimine invisibile?

R: Certo, in quanto questa iniziativa permette alle imprese di essere supportate da una struttura informata e ferrata in tutte le problematiche inerenti le loro attività comprendendo anche i rapporti spesso pericolosi con il settore del credito, senza sottacere la importanza di farle lavorare unite , mettendole in condizione di interagire tra loro, senza sovrastrutture anche burocratiche allo scopo di ottimizzare i prezzi e permettere ai piccoli e medi imprenditori di riacquistare la loro funzione e titolarità di motore principale della economia del Paese.

http://www.etleboro.com/
 

tontolina

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CrFirenze si riprende, da comitato ok a ipotesi aggregazione con Intesa Sanpaolo

20/04/2007 16.30



Cr Firenze su nuovi massimi storici a quota 5,85 euro con l'ok del comitato all'ipotesi di aggregazione con Intesa Sanpaolo. Il comitato di indirizzo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, azionista della banca, riunitosi oggi, ha infatti dato il via libera all'ipotesi di aggregazione con la Superbanca. Se ne è approfittata subito CariFirenze che ora però ha ridimensionato i guadagni a un +0,83% a quota 5,795 euro, mentre Intesa Sanpaolo registra una crescita dell'1,6% a quota 5,96 euro.

Dunque il comitato d'indirizzo dell'Ente Cassa Firenze ha preferito la proposta di Intesa Sanpaolo a quella pervenuta all'ultimo minuto da parte di Bnp Paribas, che detiene il 6,5% del capitale dell'istituto di credito fiorentino ed era pronta a salire al 10% e a pagare per cassa l'1% conteso di Findomestic, rafforzando la partnership con la banca fiorentina.

Il comitato dell'Ente ha scelto il progetto di Intesa Sanpaolo con la prospettiva di un accordo fra le principali fondazioni azioniste e di una presenza significativa nell'azionariato che offrirebbe all'Ente, continuatore della tradizione dell'antica Cassa di Risparmio, notevoli e sicure possibilità di un più ampio impegno sul territorio.

Il progetto deve peraltro prevedere che l'ipotizzata permanenza dell'Ente anche direttamente nel capitale di Carifirenze assicuri un'importante funzione di più attento ed efficace supporto alle piccole e medie imprese agricole, commerciali e industriali del territorio e la continuità del ruolo della Banca fiorentina, compreso il coordinamento di dodici banche Casse di Risparmio dell'Italia Centrale che le sarebbe dato con tale operazione.

La scelta per l'ingresso di CariFirenze nel gruppo Intesa Sanpaolo può d'altra parte rilevarsi vincente, a detta degli analisti, non solo per un concambio favorevole, ma anche perchè rappresenta una soluzione "più federalista" di quella con Bnp Paribas.

E le linee generali del progetto, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbero vedere la Superbanca acquistare circa il 40% di Carifirenze, per il 32% dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che oggi detiene il 41,1% del capitale, e per il restante 8% circa dalle altre due Fondazioni (Pistoia e Pescia e La Spezia). Successivamente Intesa Sanpaolo dovrà lanciare un'opa su CariFirenze, mentre la Fondazione fiorentina dovrebbe rimanere azionista con il 10%.

In base agli ultimi calcoli di Euromobiliare sim (hold e target price a 4,8 euro sul titolo) l'offerta di Intesa Sanpaolo per le quote delle Fondazioni potrebbe essere di 6,6 euro per azione ovvero 3,2 volte il book value ex credito al consumo o 6,6 milioni di euro di goodwill per filiale. Mentre l'opa obbligatoria dovrebbe essere pari a circa 5,4 euro per azione.
Francesca Gerosa
 

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