Macroeconomia Interessante articolo di Stigliz... (1 Viewer)

negusneg

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... oggi sulla Repubblica.

Cominciava così, il 2 gennaio 2006 alle 23:14 un thread che ci ha portato a seguire le vicende macroeconomiche fino allo scoppio dell'attuale crisi.

Purtroppo la discussione degenerò rapidamente ed anzi fu uno dei motivi che mi spinse a trasferirmi altrove.

Credo che possa essere interessante riportare le parti salienti della discussione, ovviamente tagliando le polemiche inutili, per ricostruire il clima con cui affrontammo l'evolversi della situazione, anche perchè fu praticamente impossibile proseguire proprio nel momento in cui gli eventi iniziavano a precipitare.

Nei prossimi giorni, quando avrò un po' di tempo, cercercherò anche di aggiornare il discorso che allora fui costretto ad interrompere.

Cominciamo dall'articolo in questione ;)
 

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negusneg

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Seconda parte.
 

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negusneg

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boccaccio 3/1/06

Salve a tutti e a Negus per la sua solerzia e preparazione : ipotizzzando uno scenario verosimile a quello dell'articolo come si potrebbero proteggere i nostri risparmi .
Mi spiego meglio :Liquidità , Bot, Obb.aaa.indicizzati inflazione , Azioni di spessore di capitale e management ecc. ?????
 

negusneg

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i98mark 3/1/06

Articolo interessante, ma per molti versi criticabile anche da uno come me, al quale nessuno mai si sognerà di dare il nobel per l'economia.... ;)

1) l'evoluzione dei tassi: siamo proprio sicuri che "alla fine" (cioè a fine 2006) i tassi a lungo riprenderanno a crescere e che questo determinerà lo sgonfiamento della bolla immobiliare (e della pratica del rifinanziamento) ? E che questo accadrà in concomitanza con una fase di tassi a breve molto elevati, al fine di contenere le spinte inflattive legate alla crescita economica ?

Di solito è poco prima di una fase di recessione che i tassi a breve superano quelli a lungo termine. Il mercato presagisce di essere al culmine della fase economica e anticipa la recessione che verrà con il calo dei tassi a lungo. Così facendo, con il gioco delle aspettative, concorre a determinarla...

Qui sta succedendo qualcosa di diverso: il mercato è spaventato da una serie di squilibri e di contraddizioni macroeconomiche (riguardanti USA, ma anche Europa, Giappone, Cina) è sicuro che questi innescheranno una fase recessiva "prima o poi" e che si tratterà di una recessione acuta, ancora più grave di quella che ha fatto seguito allo scoppio della bolla high tech. E' pessimista sulla gestione che viene e che verrà fatta di tali squilibri e della crisi economica che ne conseguirà.

Istintivamente, si tiene sulle scadenze brevi. Non solo. Per paradosso, la paura di una cattiva gestione degli squilibri macro è tale che gli incrementi dei tassi a breve in USA, anzichè riverberarsi sui tassi a lungo (come sarebbe normale in una fase di crescita economica non ancora prossima all'esaurimento, come in realtà sembra essere quella attuale), paiono quasi finire per attirare ulteriore liquidità sulle scadenze brevi.

(Modifica a correzione dell'intervento originale)
Sul lungo il mercato compra ad ogni rialzo dei rendimenti, determinando un ridimensionamento dei tassi effettivi a lungo termine (almeno in USA) e per il resto, per quanto possibile si tiene sulle scadenze a breve per lucrare sul premio alla liquidità in una fase di crescita dei tassi a breve

E' quasi paradossale, ma il calo dei corsi petroliferi rispetto ai massimi di 70$ ha finito per causare un ulteriore rallentamento dei tassi a lungo USA, riducendo preoccupazioni/aspettative di crescita inflattiva a medio/lungo termine.

Eppure è vero quello che scrive l'articolista e che disse anche Greenspan mesi fa, cioè che il calo dei corsi petroliferi sarà un generatore di crescita x l'economia USA, liberando risorse destinate al consumo privato ed aumentando ulteriormente la profittevolezza dell'attività aziendale... Questo dovrebbe tradursi in tassi più alti anche sul lungo.

Ma il mercato vede il bicchiere mezzo vuoto, non punta sull'ottimismo di una maggiore crescita e del rialzo dei tassi che ne verrebbe, bensì sulla minore inflazione, tenendo sempre l'occhio fisso, quando guarda alle scadenze lunghe, alla crisi che verrà, certo che la crescita economica del periodo 2004-2005 (e forse 2006) sia una sorta di "rimbalzo" rispetto alla fase recessiva del periodo 2001-2003 e che al rimbalzo farà seguito un ulteriore drastico calo del ciclo economico.

2) Europa (quella continentale, tendenzialmente area euro, esclusa GB e Scandinavia)

Il problema dell'Europa non è la mancanza d'acqua (liquidità) per abbeverare il cavallo (il ciclo economico). Di liquidità ne abbiamo in abbondanza e avere il tasso a breve all'1% piuttosto che al 2% (immettendo ulteriore liquidità nel sistema) non sembra poter risolvere il problema della scarsa crescita.

Che è duplice: a) occorre portare l'acqua al cavallo (cioè la liquidità deve essere resa disponibile per la crescita economica); b) occorre far sì che il cavallo, avuta l'acqua, beva (cioè che la liquidità, immessa nel ciclo economico, generi effettivamente crescita)

Nell'europa continentale non c'è il meccanismo del rifinanziamento del mutuo (apprendo che la Francia lo sta costruendo su base normativa in questi giorni) e l'investimento immobiliare finisce per sottrarre liquidità al ciclo economico, "immobilizzandola" nel mattone.

Non è un caso che dove i mercati mobiliari sono + inefficienti (perchè meno trasparenti, governati dalla logica del "caro amico mio" e del "furbetto del quartierino", per cui in borsa o sul mercato obbligazionario conta poco, per l'investimento, conoscere i bilanci della società e molto avere il numero di cellulare dei Ricucci, degli Gnutti, dei Tronchetti Provera, dei Marchionne ecc, perchè gli intermediari finanziari - banche e sim di emanazione bancaria - sono notoriamente inaffidabili), proprio lì la bolla immobiliare è più acuta e non porta un centesimo alla crescita economica.

Pesano poi l'inefficienza amministrativa e giudiziaria, la corruzione, la meritofobia, la gerontocrazia (i vecchi sono meno inclini al continuo avanzamento tecnologico, vero motore - insieme con le delocalizzazioni produttive - della crescita di produttività e di redditività dell'investimento aziendale negli USA. Se il potere e le risorse sono nelle loro mani, si acuisce il problema di portare l'acqua al cavallo).

Tutti elementi che spingono a non investire, ma a "rifugiarsi" nel mattone e a coltivare la fede nella "rendita". E che respingono gli investimenti dall'estero. E' questo il problema italiano, ma non solo.

Le soluzioni europee per portare l'acqua al cavallo sono state principalmente i tassi bassi, che incentivano l'investimento aziendale e il consumo, anche attraverso il prestito al consumo e la crescita dei deficit pubblici nazionali, rispetto ai quali si sono distinti per indisciplina Germania e Francia, presto seguite da tutti o quasi gli altri paesi euro, al punto che il rapporto deficit/PIL al 3% come vincolo del trattato di Maastricht è al momento poco più di una barzelletta.

In alcuni paesi, una soluzione aggiuntiva è stata quella dei prezzi alle stelle (con il meccanismo dell'inflazione occulta) che hanno dato alle aziende la possibilità di "attingere" la liquidità direttamente dalle tasche dei consumatori. Non è un caso che ciò sia successo in maniera più marcata nei paesi in cui maggiore era la "reticenza" all'investimento di privati ed aziende nazionali e stranieri (è di nuovo il caso Italia).

Si è provveduto quindi, in qualche maniera a mettere l'acqua a disposizione del cavallo.

Il nostro conundrum è il fatto che i cavalli europei raramente bevono come dovrebbero (forse solo in Spagna o in Finlandia) a volte bevono lo stretto indispensabile (penso alla Francia). Talvolta poi non bevono affatto (ed è il caso di Germania ed Italia).

Quindi non è mancata la liquidità, anzi .... ma questa liquidità, pure messa a disposizione del sistema economico, spesso non ha generato crescita economica ad un livello accettabile.

Sui perchè non è il caso di parlarne qui, ma dico che secondo me l'articolista sbaglia (sapendo di sbagliare) quando dice che il problema europeo è che si dovrebbero abbassare ulteriormente i tassi e quindi dare altra acqua al cavallo. Semmai non alzarli più di tanto (e non credo succederà, almeno finchè non c'è crescita)

La scelta tedesca di maggiori tasse, secondo me, potrebbe rivelarsi come un'altra maniera di drenare liquidità e di cercare di fare bere il cavallo attraverso l'investimento pubblico, anche se viene presentata come strumento per far rientrare il rapporto deficit/PIL nei parametri di Maastricht...
 

negusneg

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penta5 3/1/06

correggetemi se sbaglio : l'errore dei governanti dell'economia e' quello di continuare a cercare soluzioni che sono servite in tempi normali , ma questo non e' un momento normale .....quando l'arrivo dell ' oro americano nel 500 in europa causo' una rivoluzione nei prezzi e nei valori di riferimento , quando ci fu la rivoluzione industriale , che comporto' lo stesso terremoto , si era in tempi normali , ma arriva l'evento che scombussola ...per me oggi , l'evento e' l'ingresso di un paese di 1 miliardo di persone nel capitalismo , di fatto , volenti o nolenti , che producono a prezzi infimi , ma consumano e consumeranno sempre di piu' , facendo lo stesso effetto terremoto nell'economia che ci fu nel 500 e nell'800....oggi vogliono ancora i dollari e producono sotto costo , ma domani , per le leggi della globalizzazione e l'economia , i prezzi e costi saranno uguali in europa , asia e america, ma tra l'oggi e il domani , ci sara' il terremoto valutario e dei valori di acquisto dei beni.....io penso cosi'.... :rolleyes:
 

negusneg

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prince63 3/1/06

Ma tutte queste osservazioni come possono tradursi all'atto pratico?
Dove "sarebbe" più conveniente metteri i risparmi?
 

negusneg

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penta5 3/1/06

:D BELLA DOMANDA.... :D
con le incognite che ci sono...potrei solo pensare ad azioni di solide soc. che vendono alla cina...e vendono commodities basilari... ;)
 

negusneg

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prince63 ha scritto:
Ma tutte queste osservazioni come possono tradursi all'atto pratico?
Dove "sarebbe" più conveniente metteri i risparmi?

i98mark 3/1/06

Bella domanda... :D dipende anche dal profilo di rischio, dagli orizzonti di investimento ecc. ecc.

Cioè: punti più alla sicurezza dei ritorni o sei disposto ad accollarti rischi ed in che misura ? E poi: sono soldi dei quali vuoi conservare la disponibilità immediata, o nel breve termine ? oppure l'orizzonte é medio o lungo ?

Per non eludere la tua domanda, provo a dirti la mia... Io ho una regola aurea: gli unici guru sono i santoni indiani che vivono di preghiera, di meditazione e di carità E NON DANNO CONSIGLI FINANZIARI A NESSUNO.

Quindi ti dico la mia, ma potrei benissimo sbagliare. La premessa è che navighiamo tutti a vista su azionario, obbligazionario, rapporti di cambio fra valute, quindi l'orizzonte è quello dei 6 mesi, da riaggiornare ogni 15 gg.

Azionario: un paio di settimane scarse di crescita dei mercati (gli operatori professionali hanno di bisogno di fare il cash in dei soldi dei clienti non professionali) poi una fase di calo legata alle aspettative di crescita dei tassi USA di almeno 1,5-2 mesi (fino a fine marzo) appena la FED dovesse fare pausa (a quota 4,75% ?) l'azionario riparte sospinto anche dall'auspicabile calo del petrolio verso quota 50$...

Favoriti alla ripartenza i mercati con un tasso di sconto basso (CH, JAP sopra tutti, poi EU), il comparto High tech, i comparti energy intensive (cartario, metallurgico, chimico...) la GDO. Penalizzati petroliferi, energetico, utilities, difensivi classici (food and beverage, pharma)

Obbligazionario: finchè la crescita Usa tiene, i mercati andranno a caccia dei rendimenti e saranno tolleranti verso i cattivi debitori. Tradotto: spread ancora ridotti per qualche tempo fra bond governativi, corporate investiment grade e high yeald.

Tassi in graduale crescita, più forte in area USA, con tendenza del mercato, soprattutto USA, a tenersi sul breve (Anche qui spiego meglio: premio alla liquidità sul breve equivalente o quasi al rendimento di bond governativi e corporate investiment sul lungo)... Moderatissima o ferma la crescita su Eu e franco svizzero e ancor più sullo yen (dove pure ci sono aspettative di crescita anche sostenuta sul breve, ma nessuno è in grado di dire se la spinta deflattiva sia effettivamente finita o meno...

Monete: il mercato sconta la possibilità che gli USA frenino rapidamente la crescita dei tassi e che questi crescano ancora un po' in area euro... Secondo me, è un'illusione che durerà poco: credo andrà esattamente al contrario, con dollaro stabile a 1,17-1,18 su euro o addirittura in calo a 1,15...
Franco svizzero in trading range laterale, yen ancora debole contro $... :D

Io ho detto la mia, poi ad averci la sfera di cristallo sarebbe bello, e cmq una cosa sono gli scenari, un'altra la capacità di aggiornarli di continuo, una terza ancora le storie individuali riguardanti singole aziende e/o singoli titoli... ;)
 

negusneg

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esperanza 3/1/06

Scusate ma questo francamente non l'ho capito, intendo il fatto che uno a causa dell'incertezza comprerebbe titoli che scadono a lungo termine.......
 

negusneg

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esperanza ha scritto:
Scusate ma questo francamente non l'ho capito, intendo il fatto che uno a causa dell'incertezza comprerebbe titoli che scadono a lungo termine.......

i98mark 4/1/06

In termini volgarissimi, l'impressione è che la "roba buona" sul lungo si compra non appena salgono i rendimenti (e questo porta a tassi bassi) e che l'alternativa sia il premio alla liquidità e alle scadenze molto brevi dettate dall'innalzamento dei tassi a breve... Sono 2 comportamenti con una stessa chiave di lettura...
 

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