Telecom Italia (TIT) inizia la cura Recchi-Cattaneo (1 Viewer)

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Telecom risparmia un altro miliardo
Via alla cura Recchi-Cattaneo, attese efficienze per 1,6 miliardi. A marzo l'utile sale a 433 milioni, ma pesa il Brasile


Maddalena Camera - Sab, 14/05/2016 - 06:00

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Maddalena Camera

Investimenti mirati e taglio dei costi. Queste le parole d'ordine del nuovo corso di Telecom Italia, suggellato ieri dal cda che ha aggiornato il piano industriale dando il via alla cura formulata dal neo ad Flavio Cattaneo insieme al presidente esecutivo Giuseppe Recchi.

Il board ha inoltre approvato i conti del trimestre: dopo anni di risultati in calo, i ricavi del mobile sono cresciuti dell'8,9%, ma a pesare sul fatturato totale di 4,4 miliardi (-5,6% in termini organici) è stata la performance del Brasile e la contrazione della telefonia fissa, dove è crescente la concorrenza.

In Brasile la svolta è comunque già in atto, con il cambio di ad: è dell'altro ieri la nomina di Stefano De Angelis al posto di Ricardo Abreu. De Angelis dovrà tagliare i costi. Per far questo ci dovrebbero essere, molto probabilmente, circa mille esuberi. Certo la cura dimagrante non sarà concentrata solo Oltreoceano. In Italia Cattaneo ha l'obiettivo di arrivare, a fine 2018, a 1,6 miliardi di euro di efficienze rispetto ai 600 milioni previsti dalla vecchia gestione. Si inciderà sulle spese operative, su quelle del personale (con il previsto blocco degli straordinari), sulla pubblicità, saranno poi tagliate le consulenze e rinegoziate le bollette elettriche. Quanto all'accelerazione nella realizzazione delle infrastrutture ultra broadband, l'ad ha spiegato che sarà accompagnata «da un attento controllo dei costi che consentirà di incrementare significativamente l'efficacia degli investimenti». E per il Brasile Cattaneo ha annunciato «un rafforzamento dei piani di efficientamento finora previsti, pur mantenendo però buoni livelli di investimento».

Quanto ai numeri i ricavi del primo trimestre sono stati pari a 4,4 miliardi, ossia in calo mentre i ricavi del settore consumer in Italia sono stati pari a 1,8 miliardi, più 2% rispetto all'analogo periodo del 2015 grazie al miglioramento del segmento mobile, dove la concorrenza tra gli operatori si è allentata almeno per quanto riguarda il traffico voce mentre si sta facendo più pronunciato a livello dati.

È salito l'utile netto, che è quadruplicato a 433 milioni contro gli 82 milioni registrati nel primo trimestre 2015.

E se per il presidente Giuseppe Recchi per Telecom inizia una nuova fase, caratterizzata da maggiore efficienza, il debito resta sempre alto 27,1 miliardi di euro, pur in contrazione di 139 milioni grazie all'incasso derivato dalla vendita a Sofora di Telecom Argentina. Sul fronte di nuove cessioni ancora nulla è stato deciso per quella che solo qualche mese fa pareva imminente ossia le torri di Inwit. Dovrà quindi essere bandito un nuovo bando di gara, operazione che Telecom punta a fare quando sarà più certo l'esito dell'offerta che ha fatto su Metroweb pari a 820 milioni di euro. Telecom che nel primo trimestre ha investito in Italia 778 milioni ha confermato la leadership a livello di copertura a banda ultralarga con target ambiziosi al 2018. Le previsioni parlano di portare la fibra all'84% circa della popolazione (oggi è al 45%). La società ha inoltre annunciato l'estensione a tutti i clienti mobili del 4G, che ha raggiunto oltre il 91% della popolazione che salirà al 98% nel 2018.
 

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TELECOM ITALIA/ Lo scontro con Enel che lascia il Governo senza "alibi"


Pubblicazione: sabato 14 maggio 2016 - Ultimo aggiornamento: domenica 15 maggio 2016, 9.32
Paolo Annoni
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L’ultimo atto della guerra della rete telefonica è costituito dai rumour, rilanciati da Repubblica, su una controffensiva totale di Telecom Italia che si alleerebbe con Edison (anche lei “francese”) per vendere ai propri clienti, oltre ai servizi telefonici, anche contratti per l’energia elettrica e il gas. Telecom Italia avrebbe deciso quindi di fare la guerra all’Enel proprio nel suo mercato di riferimento. La guerra totale non si limiterebbe a questa “invasione di campo”, ma passerebbe anche per la scelta di abbandonare Enel come fornitore di energia elettrica; Telecom Italia è, dopo le ferrovie, il principale consumatore di energia italiano. Infine, sempre secondo La Repubblica, pare che Telecom stia andando di porta in porta nei comuni italiani per proporre contatori in grado di allacciare le case sia alla corrente elettrica che alla rete.

Su tutta questa vicenda c’è ovviamente molto da dire. L’aggressività di Telecom Italia contro l’ipotesi che Enel investa in rete magari comprando Metroweb è indicativa del fatto che il progetto di Enel viene percepito come una minaccia vitale. Ancora prima di questi annunci di “guerra” totale, parecchi analisti osservavano con molto interesse lo sviluppo del seguente scenario. Enel non solo porta una rete in milioni di case a pochissimo prezzo aggiuntivo, essendo che deve già passare di casa in casa con i tecnici per sostituire i contatori, ma porta una rete più nuova di quella di Telecom Italia. Non occorre essere dei fenomeni della finanza per capire che la creazione di una rete alternativa, magari superiore a quella di Telecom Italia, diffusa a livello nazionale e sotto il brand di un’azienda che viene percepita come una società ancora “italiana” è un’ipotesi che mette in grande crisi il vantaggio competitivo di Telecom Italia. Il principale asset di Telecom Italia, quello che la rende “unica” rispetto a tutti gli altri operatori, è appunto la rete; ma se al posto di una rete ce ne sono due e la seconda magari è più “nuova” e magari è persino fatta in ottica di sviluppo del “sistema” Italia, allora il vantaggio competitivo non c’è più oppure è fortemente ridimensionato.

Se questa è la minaccia, ed è una minaccia credibile perché Enel nelle case ci deve entrare veramente, allora vale tutto e si tira fuori l’intero arsenale.
Questo è fatto in prima battuta da un’offerta su Metroweb che limiti Enel o un disegno alternativo; in questo senso il prezzo pagato diventa relativo.
Non si paga “solo” per la società che si compra, ma si paga anche e soprattutto per evitare il rischio di una rete concorrente; i benefici strategici superano di gran lunga quelli puramente economici. In seconda battuta, l’arsenale è fatto della sfida competitiva lanciata a Enel direttamente “a casa sua” sui contratti gas e luce.

In questa guerra c’è di mezzo lo sviluppo di un bene che è palesemente strategico per tutto il sistema italiano. È già surreale l’ipotesi che la Telecom Italia “di Vivendi” si allei con un’azienda francese, Edison, per fare la guerra a Enel che vuole investire non per lucrare dividendi su un asset italiano, ma per aumentare il capitale investito nel Paese.
Lo scopo del governo, che è quello che ci interessa, è che la rete migliori in diffusione e qualità e per ottenere questo serve che qualcuno investa soldi in Italia. Investire soldi in rete significa lasciare per sempre quei soldi in Italia; una cosa molto diversa da chi si compra sul mercato una società o un pezzo di società per i dividendi o per rivenderla dopo con un guadagno.

Quello che è chiaro è che grazie a Enel il governo italiano si è ritrovato in mano un mezzo poker nella partita degli investimenti in rete. Il governo ha tutte le carte in mano per generare una situazione da cui scaturiscano degli investimenti. Chi li faccia, di che nazione sia o che nome abbia, è secondario rispetto all’obbiettivo principale. Se sia Enel con Metroweb o una nuova società con tutti gli operatori è indifferente. È indifferente per il governo, ma evidentemente non è indifferente per Telecom Italia che non vuole perdere il suo principale vantaggio competitivo.

Il governo vuole uno scenario in cui si investa il prima possibile il più massicciamente possibile e che ci sia un coordinamento, ma questo ottimo desiderato dal governo non è sicuramente l’ottimo per Telecom Italia che in tutti gli scenari deve comunque o investire di più di quanto avesse preventivato o cedere parte del proprio controllo sulla rete; a meno che ovviamente non le riesca di fermare la “concorrenza”.

In questo scontro senza esclusione di colpi non si può perdere di vista l’obiettivo che interessa a tutti. Il governo ha un ottimo “punto” in mano e non ha alibi.
TELECOM ITALIA/ Lo scontro con Enel che lascia il Governo senza 'alibi'
 

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MILANO (Reuters) - Telecom Italia esclude un aumento di capitale, ma dice che la conversione delle azioni di risparmio ora non è più praticabile.

Lo ha detto l'AD, Flavio Cattaneo, nella conference call su risultati del trimestre e aggiornamento del piano.

"Non abbiamo bisogno di capitale esterno", ha detto, risopondendo alla domanda di un analista.

L'AD ha aggiunto che, sulla cessione della società delle torri di trasmissione Inwit, la decisione verrà presa "nei prossimi mesi".
 

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Telecom, il bond a 10 anni attira il mercato
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Ben comprata TELECOM ITALIA (MI:TLIT) dopo l'assemblea di ieri che ha dato l'ok alla relazione sulle remunerazioni di AD e top manager, contestata dai proxy adviser. Già scontata nelle quotazioni, invece, la decisione di Cdp di scegliere Enel (MI:ENEI) per Metroweb, secondo alcuni analisti.

fonte: Reuters
 

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La saga dei francesi in Italia :

Bollorè in Telecom

Donnet in Generali

Mustier in Unicredit

--------> chi sarà il prossimo ? ? ?
 

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Dalla relazione annuale dell'Agcom al Parlamento :
i ricavi del settore comunicazioni sono scesi dell'1 % a 52,6 mld con un calo dell'1,5 % nelle tlc
 

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