CORSA ALL'ORO
La campana a morto per il denaro fiat
Il dollaro è rimasto indiscutibilmente la valuta di riserva mondiale, fungendo da mezzo di scambio, unità di conto e strumento di saldo per la maggior parte del commercio internazionale. Nonostante i passi falsi e le distorsioni economiche, la FED ha ottenuto risultati migliori rispetto alla maggior parte delle altre banche centrali del mondo: nella terra dei ciechi, l'uomo con un occhio solo è il re.
Ma la militarizzazione del dollaro, soprattutto nel 2022, ha messo in luce un fatto: la dipendenza da esso rappresenta una gigantesca vulnerabilità. Con l'esilio della maggior parte delle banche russe dal sistema Swift e nonostante i vantaggi del dollaro nel commercio mondiale, è stata superata una linea. Nonostante le petulanti insistenze contrarie degli economisti keynesiani è in corso un'ondata di dedollarizzazione.
Niente di tutto ciò significa che il dollaro è "condannato" e certamente non è qualcosa di imminente; né che il dollaro è "morto".
Detto ciò il suo utilizzo come strumento sanzionatorio rappresenta l'attraversamento di un rubicone per cui le nazioni che lo usano abitualmente devono avere pronte alternative. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, pur citando la natura del dollaro nel commercio mondiale, ha ammesso che è in corso una "diversificazione" delle riserve monetarie mondiali. Ciò che conta è disporre di mezzi pronti per effettuare transazioni al di fuori di sistemi e istituzioni basati sul dollaro in circostanze urgenti: per mantenere la continuità del commercio e per proteggersi dagli errori politici dei banchieri centrali.
. Qual è il mezzo più commerciabile e meno manipolabile per allontanarsi dal dollaro (e possibilmente tornare ad esso, una volta che le tensioni si saranno attenuate) con i costi di passaggio più bassi?
L'oro.
In che modo gli Stati Uniti intendono attenuare questo fenomeno e, mentre mettono a posto i conti della nazione, affrontare questo periodo di transizione? Con Bitcoin.
Nel frattempo l'Arabia Saudita, non una grande fan dell'attuale amministrazione, ha indicato che investirà miliardi di dollari nel suo settore aurifero per il resto di questo decennio.
L'India ha di recente inaugurato uno scambio internazionale per i lingotti d'oro.
Alla fine dello scorso anno le banche centrali stavano acquistando oro al ritmo più veloce sin dal 1967; a maggio di quest'anno il 70% delle banche centrali ha indicato che le proprie riserve auree sarebbero aumentate nel corso del prossimo anno. La sperimentazione con l'uso dell'oro insieme ai dollari e come moneta è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni, fino ad arrivare al momento attuale in cui alla fine di questo mese ci dovrebbe essere un annuncio importante alla cofnerenza BRICS di Johannesburg. La forma e la funzione dell'istitutuzione finanziaria BRICS+ è di secondaria importanza, ciò che conta è che il lento strisciare della de-dollarizzazione è, dall'altra parte, una spinta inesorabile verso la ri-monetizzazione dell'oro. E sia che ciò significhi denaro sano/onesto attraverso l'innovazione o pressioni sulle banche centrali affinché riformino le loro linee di politica, questi risultati sono a dir poco benvenuti.
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di
Alasdair Macleod
L'importanza dell'annuncio della Russia che una nuova valuta coperta dall'oro è all'ordine del giorno alla riunione dei BRICS il 22-24 agosto a Johannesburg è passata completamente inosservata, con i media generalisti che non ne hanno nemmeno parlato.
Questo è un errore. Cina e Russia sanno che se vogliono riuscire a rimuovere il dollaro dalla loro sfera d'influenza, devono trovare un'alternativa migliore. Sanno anche che devono consolidare i loro partner commerciali in un blocco adamantino, quindi sono in corso piani per consolidare i BRICS, l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e l'Unione economica eurasiatica insieme a quelle nazioni che desiderano aderirvi. Sarà un super gruppo che abbraccerà la maggior parte dell'Asia (compreso il Medio Oriente), l'Africa e l'America Latina.
Le basi per la nuova valuta sono state gettate da Sergei Glazyev ed è notevolmente più avanzata di quanto generalmente si creda.
Questo articolo spiega perché la Russia e la Cina sono ora pronte a sostenere pienamente il progetto di Glazyev. Per la Russia ora è anche imperativo destabilizzare il dollaro come escalation della guerra finanziaria contro l'America e la NATO. La priorità della Cina non è più proteggere il suo commercio orientato all'esportazione, ma garantire che i suoi fornitori africani e latinoamericani non siano destabilizzati da tassi d'interesse in dollari più alti.
Introduzione
«L'introduzione da parte dei BRICS di una valuta coperta dall'oro, sostenuta da 41 Paesi con economie grandi e influenti,
indebolirà il dollaro e l'euro e andrà a beneficio di Paesi come l'Iran, mentre gli iraniani in possesso di oro sperimenteranno un aumento della ricchezza, lo ha detto Mousavi [capo del dipartimento dell'Asia meridionale presso il ministero degli Esteri iraniano].
Il governo russo ha confermato il giorno prima che Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica introdurranno una nuova valuta coperta dall'oro».
~ Agenzia stampa iraniana MEHR
L'estratto qui sopra racchiude il motivo per cui si desidera una nuova valuta coperta dall'oro: minerà le valute fiat che non sono state amiche dei produttori di petrolio e avvantaggerà le persone che possiedono l'oro rendendolo popolare tra la gente comune. Venerdì scorso
RT, il servizio televisivo inglese finanziato dal governo russo, aveva confermato l'intenzione dei BRICS d'introdurre una nuova valuta coperta dall'oro. L'annuncio è stato completamente ignorato dai media generalisti, in parte perché
RT e altre fonti di notizie russe sono censurate in molti Paesi europei, incluso il Regno Unito, e qualsiasi notizia proveniente dalla Russia non viene comunque creduta.
Le reazioni di coloro che c'hanno fatto caso, anche tra i cosiddetti
gold bug, sono varie: chi dice che né la Cina né la Russia potrebbero mantenere una valuta coperta dall'oro e chi dice che ci vorranno anni per pianificarla e implementarla, quindi è una notizia irrilevante per i mercati di oggi. Ma ci sono buone ragioni per credere che questa compiacenza si rivelerà sbagliata e che gli eventi probabilmente evolveranno molto più rapidamente del previsto.
Il problema per i mercati dei capitali è che sono dominati dai keynesiani, programmati automaticamente per credere che l'oro sia cattivo e il denaro fiat sia buono. Come agente di cambio a Londra, quando il presidente Nixon sospese l'accordo di Bretton Woods, ricordo che c'era un simile livello di confusione su tali implicazioni. E ora, 52 anni dopo aver instradato il mondo su un fiat standard, la maggior parte del mondo ne ha avuto abbastanza dell'egemonia del denaro fiat. Dopotutto è stata un'era effimera, destinata a morire giovane sin dalla sua nascita. La macroeconomia dovrà essere riscritta.
L'allontanamento dal denaro fiat è un qualcosa che si sta evolvendo da molto tempo e la de-dollarizzazione rappresenta l'obiettivo finale degli egemoni asiatici. Coloro che hanno seguito gli sviluppi nei mercati dei lingotti d'oro negli ultimi decenni hanno notato il loro spostamento da ovest a est e l'aumento della produzione delle miniere d'oro in Cina e, più di recente, in Russia. Le banche centrali, soprattutto in Asia, hanno accumulato riserve in lingotti e le hanno aggiunte ai fondi statali dichiarati e non dichiarati. In definitiva questa attività può consistere solo nell'usare l'oro per proteggere i valori di una valuta mentre il dollaro muore o viene scartato.
Un'improvvisa svolta degli eventi si è verificata quando l'alleanza occidentale ha imposto sanzioni contro la Russia in seguito al suo attacco all'Ucraina. Hanno innescato una serie di azioni che hanno unito l'Asia e molte delle sue nazioni fornitrici in una ribellione contro l'egemonia americana, alimentata da Putin e guidata dall'Arabia Saudita e dal Consiglio di cooperazione del Golfo. E da quando l'alleanza occidentale ha voltato le spalle ai combustibili fossili, i produttori petroliferi di tutta l'Asia si sono uniti rappresentando quasi la metà della produzione mondiale di petrolio e un terzo del gas naturale. In quanto cartello, l'
OPEC è ora solo un'appendice dei mega produttori asiatici di energia.
Il nuovo cartello è dominato dal presidente Putin, laureato in economia energetica all'Università di Leningrado e ben qualificato per essere direttore del circo energetico. Non solo ha dimostrato di comprendere l'importanza del controllo nelle forniture energetiche mondiali, ma ha anche una chiara comprensione dell'importanza dell'oro a livello monetario.
Dopo le sanzioni dell'alleanza occidentale, i segnali provenienti da Mosca sono stati chiari: Sergei Glazyev, uomo di punta di Putin per la politica macroeconomica, da allora ha sventolato la bandiera d'oro in bella vista. In qualità di membro del consiglio della
Commissione dell'Unione economica eurasiatica (EAEU) sin dal 2019, è stato incaricato da Putin di progettare una valuta di saldo commerciale per l'EAEU. La dichiarazione iniziale a marzo 2022 attraverso un'agenzia di stampa a Bishkek riportava che suddetta valuta doveva essere basata su un paniere di quelle degli stati membri e un paniere di merci indefinite. Secondo Glazyev, il suo compito era quello di creare un sistema monetario e finanziario eurasiatico che escludesse le valute estere, in particolare il dollaro e l'euro.
L'intenzione era anche quella di rimuovere i controlli sui cambi per i saldi transfrontalieri all'interno dei membri eurasiatici, sostituendo il dollaro come mezzo di saldo comunemente usato tra di loro. La nuova valuta, però, non avrebbe funzionato così come stava venendo fuori e l'unica soluzione logica era quella di eliminare il paniere di valute e utilizzare esclusivamente il supporto dell'oro a rappresentazione delle materie prime. In questo modo sarebbe stato facile per altre nazioni dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) aderire, il che era l'obiettivo finale fin dall'inizio.
Nel luglio 2022 Glazyev si è mosso per rafforzare
la borsa dell'oro di Mosca, la linea ufficiale era che essendo stati sanzionati dal mercato londinese, i minatori russi avevano bisogno di un mercato locale più efficace. Ma lavorando in collaborazione con lo
Shanghai Gold Exchange, questo ha rappresentato un segnale importante sul modo in cui si stava sviluppando il pensiero monetario di Galzyev. La conferma è arrivata il 27 dicembre dello scorso anno, quando ha scritto un articolo per
Vedomosti, un giornale russo che parla di economia, in cui descriveva perché il rublo doveva tornare a un gold standard. Quell'articolo è stato co-scritto dal suo vice nel comitato EAEU, anch'esso coinvolto nella progettazione della nuova valuta e indicazione velata del punto di vista del comitato stesso.
Pertanto non è necessario essere particolarmente astuti per discernere la scia di indizi che ci sono stati presentati. L'oro doveva essere l'ancora di salvezza per questa nuova valuta fin dall'inizio, ma è stato necessario superare alcune cerchie politiche per convincere gli stati membri dell'EAEU che esso faceva parte della soluzione.
Era diventata chiara l'impraticabilità di basare una nuova valuta commerciale su qualcosa di diverso dall'oro. Ora si scopre che questo progetto è quasi certamente un cavallo di Troia per qualcosa di molto più grande. Era ovvio che altri membri dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai avrebbero potuto partecipare e ora si scopre che l'invito è stato esteso anche ai membri dei BRICS. Ma non è tutto: l'intera appartenenza alla SCO, i suoi interlocutori e i membri associati parteciperanno alla conferenza BRICS a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Presumo che l'elenco originale di 36 nazioni, che secondo i rapporti più recenti si è ampliato a 41, includa i membri dell'EAEU che non erano nell'elenco originale.
Stando così le cose, il progetto monetario dei BRICS non è qualcosa di vago e che potrebbe vedere la luce in un futuro lontano. Le basi sono già state gettate da Glazyev e la struttura può essere rapidamente assemblata una volta adottate le risoluzioni necessarie. È anche possibile che le istituzioni necessarie esistano già e siano in attesa di essere schierate.
Ci sarà anche un'altra proposta nell'agenda di Johannesburg:
fondere SCO, EAEU e BRICS in un unico blocco commerciale. In termini sia di popolazione che di PIL a parità di potere d'acquisto, superano già la metà del mondo, facendo impallidire l'alleanza occidentale che si inchina all'America.
Il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti quasi certamente sapeva già delle proposte BRICS quando l'agenda è stata diffusa pubblicamente per la prima volta, il che probabilmente spiega perché con breve preavviso Janet Yellen è volata subito a Pechino. Dal punto di vista del suo dipartimento, se la nuova proposta monetaria dovesse essere adottata, il suo finanziamento del deficit di bilancio ne risentirebbe negativamente, per non parlare
della minaccia all'egemonia del dollaro. L'asso nella manica era minacciare maggiori sanzioni contro le esportazioni della Cina, non solo verso l'America, ma anche verso i suoi alleati, ma non sappiamo se se ne sia parlato in questi termini.
Il punto di vista della Cina
P
er troppo tempo e troppo spesso la Cina è stata minacciata dagli americani per quanto riguarda l'accesso ai mercati. Possiamo essere certi che, prima della proposta monetaria dei BRICS, i cinesi hanno preso contromisure contro questa possibile minaccia e hanno tratto le proprie conclusioni sulle sue conseguenze economiche.
L'esperienza della Russia, che ha danneggiato i Paesi sanzionatori molto più di quelli sanzionati, sarà stata inserita in quei calcoli. Oltre a segnalare a cinesi e russi che c'è un crescente livello di allarme a Washington, la missione della Yellen avrà ottenuto ben poco. E un fattore importante per l'atteggiamento cinese è la loro esperienza nei confronti dei tentativi degli Stati Uniti di destabilizzare Hong Kong, che l'hanno portata direttamente sotto il controllo di Pechino. È quindi importante comprendere l'analisi della Cina sugli obiettivi e sui metodi dell'America per inquadrarne la posizione.
Nell'aprile 2015, Qiao Liang, il generale dell'Esercito popolare di liberazione e responsabile della strategia dell'intelligence cinese,
tenne un discorso a un forum di studio del Comitato centrale del Partito comunista cinese. Qiao iniziò affermando l'ovvio: gli Stati Uniti usano il dollaro come valuta mondiale per preservare la propria egemonia sul mondo. E concluse che
gli Stati Uniti avrebbero provato di tutto, inclusa la guerra, per mantenere il dominio del dollaro sul commercio mondiale. Un aspetto del suo discorso fu estremamente rilevante per la situazione attuale, soprattutto quando descrisse le azioni degli Stati Uniti rispetto ai debiti nazionali esteri.
Qiao affermò che sia la crisi latinoamericana nel 1978-1982, sia la crisi asiatica nel 1996-1998 furono progettate dall'America. Abbassando i tassi d'interesse del dollaro al di sotto del loro livello naturale,
lo indebolirono e incoraggiarono un boom degli investimenti nelle giurisdizioni mirate, alimentato dal credito in dollari.
Poi rialzarono i tassi d'interesse e rafforzarono il dollaro per creare una crisi finanziaria. Questi eventi sono accaduti, ma forse spinti dal ciclo del credito bancario, oltre che dalla politica estera.
La rilevanza dell'analisi di Qiao è che oggi le stesse condizioni sembrano aver preso di mira non tanto la Cina, che non prende in prestito dollari, ma le nazioni indebitate in dollari in tutto il mondo con cui la Cina commercia: i BRICS. Informata dall'analisi di Qiao,
la Cina sa che la strategia dell'America è quella di continuare a rialzare i tassi d'interesse anche dopo che il drago dell'inflazione sarà stato ucciso, e mandandoli in bancarotta gli Stati Uniti tenteranno di riportare sotto il loro controllo le nazioni che cercano di unirsi ai BRICS.
Stando così le cose, la Cina avrà soppesato le conseguenze per il suo commercio di esportazione rispetto alle probabili sanzioni che l'America e i suoi alleati potrebbero minacciare, realizzando quindi che
la vera minaccia è contro le economie emergenti in Africa, America Latina e altrove che hanno ricevuto ingenti investimenti cinesi. In termini finanziari, è quindi imperativo che questa minaccia venga affrontata con un attacco preventivo al dollaro, attacco che può andare a segno solo esponendo la debolezza del dollaro come valuta fiat. Sin dalla crisi della Lehman la Cina, e più di recente la Russia, hanno avuto il potere di farlo.
Inoltre la New Development Bank, con sede a Shanghai, sarà in grado di fornire credito sia in yuan che nella nuova valuta BRICS a tassi d'interesse inferiori per compensare le indubbie tensioni imposte ai membri BRICS a seguito del rialzo dei tassi d'interesse statunitensi.
Pertanto la Cina è pienamente preparata a contrastare quella che il generale Qiao Liang descrisse come la strategia americana di "raccolta" di beni in Paesi stranieri.
È importante capire in cosa crede e motiva la Cina, non se Qiao ha ragione o torto. Ma dato che il suo punto di vista è stato inculcato nel governo cinese, la Cina è pronta con la Russia a lanciare un attacco alla valuta fiat americana tornando a un gold standard.
Il punto di vista della Russia