Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (3 lettori)

vecchio frank

could be worse...
Acqueforti di Giambattista e Giandomenico Tiepolo
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E questi sono gli ultimi due "Capricci" di GB Tiepolo, che non si staccano dal cliché segnalato da @baleng

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vecchio frank

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Acqueforti di Giambattista e Giandomenico Tiepolo
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Di Giandomenico sono note principalmente tre serie di acqueforti:
- la "Via Crucis", che compose nel 1748 e pubblicò l'anno dopo, quando era ancora ventenne o poco più; sono sedici fogli compresi dedica e frontespizio e mi ripropongo di pubblicarli qui l'anno prossimo prima di Pasqua, se ci sarò ancora :corna:
- le "Idee pittoresche sopra la fuga in Egitto" (27 fogli in tutto compresi dedica, titolo e frontespizio), secondo me le sue incisioni più belle, pubblicate nel 1753;
- la "Raccolta di Teste", due libri con sessanta ritratti in totale, pubblicati tra il 1770 e il 1775, dalla quale sono tratte le tre qui sotto; la prima (la meno bella secondo me) è il ritratto di papà Giambattista.

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RedArrow

Forumer storico
Prendo spunto dall'osservazione di @baleng
Due maghi e due ragazzi vicino ad un altare fumante
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Eccellenti i risultati d'asta:
Risultato di Christie's dicembre 2010
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vecchio frank

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La lettura di un delizioso libretto di Adelphi: La casa ideale di Robert Louis Stevenson, illustrato da Tullio Pericoli, mi dà lo spunto per ricopiarvene qualche passo e al tempo stesso mostrarvi un paio di acqueforti dello scrittore scozzese incise dall'artista marchigiano, che fanno parte della mia collezione.
Vi risparmio come dovranno essere il giardino, il parco e il viale d'ingresso di questa modestissima (come vedrete) abitazione, nonché la palestra e la piscina, e mi soffermo sugli interni perché le mie acqueforti sono in tema con la descrizione e Pericoli si è certamente ispirato a questa:

"Il salotto dovrà essere, se possibile, un luogo articolato, sì da consentire piccoli recessi per conversarvi; ma sarà comunque dotato d'una lunga parete con un divano: un giorno su un divano con un profluvio di cuscini offre i diversivi di un viaggio (fondamentale in tempi di Covid). La sala da pranzo, alla francese, dovrà essere ad hoc: pochi mobili, ma non senza un buffet, il tavolo, sedie a sufficienza, una o due acqueforti del Canaletto e un camino a piastrelle per l'inverno. In entrambi questi luoghi pubblici ci saranno non più di uno o due scaffali di libri; ma i corridoi saranno tutta una libreria, da cima a fondo, e le scale, nel caso, saranno accompagnate da volumi dai dossi d'antico cuoio, avranno tappeti chiari e condurranno appena un po' in alto, mentre verso il pianoterra porteranno a un ricettacolo illuminato da una finestrella e fornito di caminetto; sarà questa l'unica finestra della casa a godere di una bella vista. Marito e moglie avranno uno studio ciascuno; ma poiché ho qualche esitazione a sostare nel santuario della donna, mi volgo verso quello dell'uomo. Alle pareti ci saranno scaffalature di libri alte fino alla cintola, sì da permettere al resto delle pareti di svolgersi attorno come un'unica superficie. Sopra alle librerie saranno appese incisioni, una grande carta topografica del circondario, un Corot e un Claude o due. E' una stanza spaziosa dove i cinque tavoli e le due seggiole costituiscono altrettante isole. Un tavolo è destinato al lavoro del momento, quello accanto ai libri di consultazione corrente, un altro, molto ampio, per i manoscritti e le bozze che attendono di essere rispedite; un altro tenuto sgombro per l'occorrenza, mentre l'ultimo sarà quello destinato alle carte geografiche, sempre lì a bofonchiare sotto un mare di carte a grande scala e di mappe (e si capisce perché Stevenson ha scritto tra l'altro anche L'isola del tesoro). Fra tutti i libri questi sono i meno noiosi e i più ricchi di contenuto; il corso di strade e di fiumi, i contorni e le chiazze delle foreste nelle mappe - i banchi di scogli, i fondali, le ancore, le linee di rotta, le figurine dei piloti sulle carte nautiche - e in entrambe il cartiglio con la toponomastica, le rende il genere di stampa più adatto a stimolare e appagare la tua fantasia. La sedia del tuo scrittoio sarà molto bassa, comodissima, con la spalliera rivolta verso un angolo. Da un lato scintilla la fiamma, mentre dall'altro, se vuoi concederti una certa disumanità, ma poca poca, ecco la gabbietta con gli uccellini che cinguettano.
(...)
Ho lasciato per ultima la stanza per le serate invernali. Questa dovrà avere mobili dai colori caldi, decisi, e sofà e tappeti dal pelo lungo. Il caminetto, nel quale va messa legna aromatica, sostenuta da alari d'argento, è decorato da formelle con le storie della Bibbia. Le poltrone sono comode e profonde, un sol quadro, un Tiziano in cornice dorata (chi non ha un Tiziano in cornice dorata?), un busto candido o qualcos'altro del genere su di una mensola, una rastrelliera con i giornali della settimana, un tavolo per i libri dell'anno e a portata di mano, in un angolo, le tre scansie piene dei libri immortali che non stancano mai: Shakespeare, Molière, Montaigne, Lamb, Sterne, le commedie di De Musset, le Mille e una notte eccetera eccetera (vi/mi risparmio un'altra sfilza di autori e di titoli)".

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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Come per Boetti ...
Il fascino infantile della carta geografica. Una delle cose più semplici da fare.
L'inconscio legge la carta geo come la mamma.
Vabbè :accordo:
Però personalmente considero la carta geo come un trucco per piacere mettendoci poco del proprio.
Senza voler rovinare il 3d, eh! :ombrello:
 

vecchio frank

could be worse...
Per la serie artisti contemporanei che coltivano ancora l'arte dell'incisione.
Secondo me veramente molto bella.
Dimensioni impressionanti, dev'esser stato un gran lavoro, sia la composizione che la stampa vera e propria.

Grayson Perry
The American Dream, 2020
acquaforte a colori
109.6 x 239.8 cm

Vedi l'allegato 574188

Vedi l'allegato 574189

Vedi l'allegato 574190
Se l'ha fatta quest'anno, notevole che non ci sia nessun riferimento al Covid. Io, almeno, non ne vedo. Probabilmente l'ha eseguita a gennaio o febbraio e si è trovato spiazzato.
 

RedArrow

Forumer storico
Per la serie artisti contemporanei che coltivano ancora l'arte dell'incisione.
Secondo me veramente molto bella.
Dimensioni impressionanti, dev'esser stato un gran lavoro, sia la composizione che la stampa vera e propria.

Grayson Perry
The American Dream, 2020
acquaforte a colori
109.6 x 239.8 cm

Vedi l'allegato 574188

Vedi l'allegato 574189

Vedi l'allegato 574190
In realtà la rappresentazione dovrebbe avere un significato politico, direi proprio che l'ometto nell'ovale in alto a tutto è il padrone di Facebook Mark Zuckelberg.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Non avevo dubbi... :DD:
Daltronde si parla di un'opera del 2020, e non di opera della bella epoque :grinangel:

Comunque mi sembra che il paragone con le mappe di Boetti non sia proprio calzante, si tratta di due tipi di lavori completamente diversi con intenti differenti, unico fattore comune la forma "mappa", che non è altro che una rappresentazione come un'altra, un metodo espressivo, dove però l'intento è solitamente soprattutto informativo, rispetto ad altre rappresentazioni visive dove l'intento è spesso principalmente estetico.
Forse questo tipo di lavori piacciono più a chi ha un background tecnico.

Ad ogni modo, anche dal punto di vista della composizione, lo trovo ben riuscito e mi piacerebbe poterlo apprezzare dal vivo.
Da amante della grafica apprezzo e trovo notevole anche lo sforzo tecnico.

PS: ogni critica, se costruttiva, è sempre molto apprezzata ma ogni tanto ho la sensazione che qui ci sia qualche pre-giudizio. Senza polemica, eh. :cin:
Ecco, riprendo la cosa, e non certo per polemizzare.
Nel mio percorso di lunga formazione, a parte gli studi e le abilitazioni, per gli amori in realtà sono partito dall'arte contemporanea. Il Cobra, certo Espressionismo Astratto, la Scuola di Parigi anni 50\60, il surrealismo. Roba contemporanea o quasi allora, eh! :oops: :tristezza:
Poi (poi) ho scoperto l'arte antica. La meraviglia delle carte geografiche del 5\600. I Maestri, Duerer, Aldegrever ... Il sei e settecento, dove anche figure minori sono dei maestri (Perelle, Della Bella, Sadeler ...). Sempre più in grafica, perché quelle erano cose che vedevo liberamente (soprattutto a Parigi) e quelle potevo toccare, comprare, conoscere direttamente. Risalendo con Piranesi e Goya ritrovai l'800, inizialmente visto, dati i prezzi bassi, come terreno per speculazioni. Ma poi, il contatto diretto con le opere di Renoir, Pissarro, Vallotton, Denis, e poi tutti quelli che ancora vengono considerati minori e invece sono solo dei Maestri, delle stelle vissute in un'epoca dove le stelle erano "troppe", tutto ciò mi è sembrato stupefacente e degno di grande attenzione. E mi sono chiesto se tutti quei moderni strapagati valessero davvero il denaro che veniva richiesto.

Questi tempi di crisi stanno in realtà appiattendo tutto. Ma la mia formazione credo mi permetta di distinguere gli elementi che fanno parte dell'appetibilità di un quadro. Una cosa è la qualità dell'autore (riversata nell'opera) mentre altro è l'appetibilità del soggetto. Donne nude giovani e belle piacciono e vendono ben più caro che il ritratto di un vecchiaccio malandato. Alberi in riva al fiume, barche nel porto, costano il doppio che un analogo dipinto a soggetto arido e poco riconoscibile, come un muro. Sto scrivendo circondato da opere (oli su tela) nate tutte tra il 1980 e il 2000, quasi contemporanee. Poi c'è un grande olio di Madonna (6/700) e la ballerina nuda di Villon, unico soggetto bellepochista :maestro:, esposto non tanto per il soggetto (ma forse sì, chissà) quanto per il fatto di essere opera importante e ben incorniciata, ma non ancora classificata con certezza. Averla sotto gli occhi così tanto aiuta a confermare la qualità, o a negarla (ma buona la prima).

In questo senso va visto il paragone con le mappe di Boetti: è il soggetto mappa che funziona subconsciamente sempre allo stesso modo. Poi, chiaro che gli stili saranno diversi. E in questo senso vorrei aver confermato che non ho pregiudizi, ma solo giudizi, e pure motivati. Semplicemente, ritengo che un'opera d'arte che necessiti di appoggiarsi a critiche politiche, giudizi morali, ragionamenti astratti per essere "apprezzata" mostri proprio per questo tutte le sue carenze.

Non è fenomeno esclusivo d'oggi. Per portare solo un esempio: Steinlen (sì, un bellepochista insigne) disegnò gatti e disegnò la grande guerra, i suoi soldati mortificati, il suo popolo impoverito ed abbrutito. Oggi i gatti di Steinlen quotano moltissimo, in stampe o disegni, mentre i lavori di guerra si trovano anche a 25 € (lito a 400 es. su eBay). E questo è l'effetto diretto del soggetto, evidentemente. Ma è chiaro che, siccome i lavori di guerra avevano valenza "sociale", nonostante la certa buonafede dell'autore, è appunto chiaro che apprezzare queste opere cupe (non sono le sue migliori) ma portatrici di un messaggio di solidarietà magari richiede anche la condivisione piena del messaggio e l'opinione che quest'ultimo entri nella valutazione estetica - che per me non è. Se un giorno l'opporsi alla guerra mostrandone le miserie diverrà un metro di giudizio estetico, chissà, rivaluteranno queste opere di Steinlen (ma dubito, ormai è una guerra passata, non attuale: oggi è più di moda criticare i big-data, e magari ignorare le Putinate varie, che non fanno audience).

Il "messaggio" è legato alla moda del momento come un naufrago al salvagente: si sgonfia il secondo, sparisce sotto il pelo dell'acqua il primo. L'arte concettuale in ciò mi appare come la "bolla dei salvagente", con in più una forte incidenza dei motivi speculativi puri. Se questo è un preconcetto, mi si indichi quali siano i "veri" criteri di giudizio privi di preconcetti. Per me, sarebbe come dire che far pagare un biglietto per entrare a teatro (cinema, opera...) è un preconcetto, perché dovrebbero entrare tutti. Gratis.

Tutta la pappardella per dire che se Michelangelo è meglio di un anonimo Trecentista, se Fidia è migliore che qualunque remoto suo predecessore, è perché ebbero pure la ventura di vivere nei tempi e luoghi "giusti" (mi si citi uno scultore greco del II sec AC, un pittore dell'anno 1000). Ci sono periodi più sfigati, e il nostro, dal 1970 circa, lo è. La Belle Epoque e il suo seguito novecentesco sono invece tra i periodi privilegiati, come il Rinascimento o l'epoca di Pericle. E non è un giudizio a priori. Il primo amore non si scorda mai, però l'ultimo è quello con cui vivi.

Vorrei infine ricordare che a suo tempo Claudio Villa veniva paragonato a Caruso, e che Raoul Dufy era celebre e pagato quanto Picasso. Per non parlare di Guttuso.
 
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