vecchio frank
could be worse...
MUNCH - 10
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Nel libro Edvard Munch (Berlino, 1918, p.104) il professor Curt Glaser (1879-1944) scrive: “Là fuori, all’aria aperta, sono nati quei quadri, e sono pieni della luce dell’estate del Nord. Ciascuno dei grandi quadri, che misurano 4,5 x 11,5 metri, fu creato in due versioni successive, e per un intero anno quelle tele gigantesche se ne stettero appese fuori, alla pioggia e alla neve. L’artista stesso era totalmente indifferente all’eventualità che i quadri potessero andare completamente distrutti; sentiva infatti di possedere sufficiente energia da ridipingerli da capo”. I quadri di cui parla Curt Glaser sono quelli dipinti da Munch per l’aula magna dell’Università di Oslo; quando vi furono appesi per prova, il professor Schreiner (1874-1955) scrisse: “Alma Mater fu di nuovo staccato e riportato a Ekely. Un giorno Munch mi fece chiamare: il quadro era in giardino, disteso sulla neve”.
In Arte e artisti lo stesso Curt Glaser scrive di un’esperienza artistica quanto mai straordinaria, da lui vissuta nella tenuta di Munch a Ekely, nell’inverno del 1927: “Era un chiaro giorno d’inverno. Lungo i muri esterni della casa, nel grande giardino, erano accatastati, gli uni accanto agli altri, quadri pieni di colore. Pareva che avessero la proprietà di assorbire una quantità illimitata di luce e che soltanto lì all’aperto, nel chiarore scintillante, potessero rivelare la loro magia. Fu un’impressione indimenticabile. Mentre passavamo lentamente di quadro in quadro, si mise a nevicare e tutto quello sfarzo di colore scomparve a poco a poco sotto il manto bianco della neve… Munch si faceva strada da un dipinto all’altro con una scopa, spazzando via la neve… Io ero un po’ spaventato. Ma Munch mi spiegò: ‘Non ti preoccupare. Ci sono abituati.’ Quindi i quadri vennero ritirati uno dopo l’altro all’interno e fu così che si concluse la più bella mostra di Munch che io abbia mai visto.”
(Jan Thurmann-Moe: Note sulla tecnica pittorica di Edvard Munch)
Un altro artista nordico che quando iniziava a nevicare portava fuori i suoi acquarelli in giardino e li lasciava ricoprire per un certo tempo da un sottile strato di neve prima di ritirarli era Emil Nolde, ma solo gli acquarelli. Vedendo gli straordinari effetti che hanno alcuni di questi, la tecnica di Nolde era indubbiamente efficace.
Malinconia I, 1896, xilografie
Anche qui l'incisione è speculare rispetto al dipinto:
Però sul web ho trovato anche questa:
Non vorrei che le prime siano state stampate al contrario (sul catalogo) come a volte succede.
In tema di malinconia il riferimento è naturalmente questo:
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Nel libro Edvard Munch (Berlino, 1918, p.104) il professor Curt Glaser (1879-1944) scrive: “Là fuori, all’aria aperta, sono nati quei quadri, e sono pieni della luce dell’estate del Nord. Ciascuno dei grandi quadri, che misurano 4,5 x 11,5 metri, fu creato in due versioni successive, e per un intero anno quelle tele gigantesche se ne stettero appese fuori, alla pioggia e alla neve. L’artista stesso era totalmente indifferente all’eventualità che i quadri potessero andare completamente distrutti; sentiva infatti di possedere sufficiente energia da ridipingerli da capo”. I quadri di cui parla Curt Glaser sono quelli dipinti da Munch per l’aula magna dell’Università di Oslo; quando vi furono appesi per prova, il professor Schreiner (1874-1955) scrisse: “Alma Mater fu di nuovo staccato e riportato a Ekely. Un giorno Munch mi fece chiamare: il quadro era in giardino, disteso sulla neve”.
In Arte e artisti lo stesso Curt Glaser scrive di un’esperienza artistica quanto mai straordinaria, da lui vissuta nella tenuta di Munch a Ekely, nell’inverno del 1927: “Era un chiaro giorno d’inverno. Lungo i muri esterni della casa, nel grande giardino, erano accatastati, gli uni accanto agli altri, quadri pieni di colore. Pareva che avessero la proprietà di assorbire una quantità illimitata di luce e che soltanto lì all’aperto, nel chiarore scintillante, potessero rivelare la loro magia. Fu un’impressione indimenticabile. Mentre passavamo lentamente di quadro in quadro, si mise a nevicare e tutto quello sfarzo di colore scomparve a poco a poco sotto il manto bianco della neve… Munch si faceva strada da un dipinto all’altro con una scopa, spazzando via la neve… Io ero un po’ spaventato. Ma Munch mi spiegò: ‘Non ti preoccupare. Ci sono abituati.’ Quindi i quadri vennero ritirati uno dopo l’altro all’interno e fu così che si concluse la più bella mostra di Munch che io abbia mai visto.”
(Jan Thurmann-Moe: Note sulla tecnica pittorica di Edvard Munch)
Un altro artista nordico che quando iniziava a nevicare portava fuori i suoi acquarelli in giardino e li lasciava ricoprire per un certo tempo da un sottile strato di neve prima di ritirarli era Emil Nolde, ma solo gli acquarelli. Vedendo gli straordinari effetti che hanno alcuni di questi, la tecnica di Nolde era indubbiamente efficace.
Malinconia I, 1896, xilografie
Anche qui l'incisione è speculare rispetto al dipinto:
Però sul web ho trovato anche questa:
Non vorrei che le prime siano state stampate al contrario (sul catalogo) come a volte succede.
In tema di malinconia il riferimento è naturalmente questo: