Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (3 lettori)

vecchio frank

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Welcome back Gino con queste altre due incisioni di James ENSOR, colorate a mano dall'artista.

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La morte incalza il genere umano, 1896, cm 23,4 x 17,5

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La cattedrale, 1886/1933, cm 23,5 x 17,5

Dalla monografia Taschen "James Ensor 1860-1949: Masks, Death, and the Sea" di Ulrike Becks-Malorny:
Ensor created a total of 133 graphicworks, a fine series between 1886 and 1889, a second betwwen 1895 and 1899. The Cathedral is among its finest etchings and one of the earliest instances of the employment of the theme of people in the mass.
 

vecchio frank

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Ammesso che la tecnica riportata dalla casa d'aste sia giusta (spesso sono approssimative, come potrà confermare Gino) questa acquaforte acquatinta di Roy LICHTENSTEIN ha appena spuntato 7,5k (ai quali vanno aggiunti i diritti del 23%) in asta da Meeting.

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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Ammesso che la tecnica riportata dalla casa d'aste sia giusta (spesso sono approssimative, come potrà confermare Gino) questa acquaforte acquatinta di Roy LICHTENSTEIN ha appena spuntato 7,5k (ai quali vanno aggiunti i diritti del 23%) in asta da Meeting.

Vedi l'allegato 412176
Soldi buttati, alla lunga.
Basta guardare l'opera senza preconcetti: vale davvero di più di una acquaforte di Chagall - per dirne uno ?
 

baleng

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Ammesso che la tecnica riportata dalla casa d'aste sia giusta (spesso sono approssimative, come potrà confermare Gino) questa acquaforte acquatinta di Roy LICHTENSTEIN ha appena spuntato 7,5k (ai quali vanno aggiunti i diritti del 23%) in asta da Meeting.

Sono andato a guardare. Per quanto appare è una serigrafia.
 

vecchio frank

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Trattando degli espressionisti tedeschi del gruppo Die Brücke (vedi post dal n.211 al 229) abbiamo citato tra le loro varie influenze artisti come Van Gogh, Munch e Gauguin. Poiché quello che qui ci interessa è solo l'ambito grafico abbiamo liquidato subito il primo (Van Gogh), che in vita sua incise una sola acquaforte e qualche litografia (vedi post n.89). Diverso il discorso per quanto riguarda gli altri due, dei quali gli artisti della Brücke subirono l'influsso anche in camp grafico.
Cominciamo da Paul GAUGUIN (1848-1903). La sua produzione grafica non è vasta, ma comprende un capolavoro come la serie di xilografie realizzate per lo scritto autobiografico Noa Noa. Le pubblicherò quasi tutte oggi e nei prossimi giorni, accompagnando le immagini con un testo tratto dal catalogo Linea d'Ombra della mostra Van Gogh/Gauguin - L'avventura del colore nuovo (Brescia 2005/06) dove le ho viste esposte.
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Noa Noa è il titolo che Gauguin utilizza per il romanzo autobiografico che inizia alla fine di settembre del 1893, durante il periodo trascorso a Parigi tra i due soggiorni polinesiani. È anche il nome di un album di dieci incisioni su legno iniziate nel mese di novembre dello stesso anno, e portate a termine all’inizio di maggio 1894. La parola tahitiana “noa” significa più o meno profano, quotidiano o non sacro, al contrario di “mo’a” che significa spirituale o sacro. Quando usato raddoppiato “noa noa” significa fragrante o profumato. Queste definizioni ci possono aiutare nella comprensione del libro, dell’album di stampe e dell’incisione del frontespizio realizzati da Gauguin, che altrimenti rimarrebbero enigmatici. Il libro e le stampe erano state inizialmente concepite insieme; le incisioni avrebbero illustrato le parole del romanzo, una stampa per ogni capitolo, e l’insieme di Noa Noa avrebbe promosso i dipinti di Gauguin, rappresentando esso stesso un’opera d’arte. Noa Noa viene concepito alla fine del 1893, e se l’opera fosse stata portata a termine come progettata sarebbe certamente uno dei maggiori esempi di quel movimento dell’editoria privata e della riscoperta della stampa artistica che caratterizzò l’ultimo decennio dell’Ottocento in Francia e altrove, periodo nel quale la realizzazione di libri, stampe, litografie, acqueforti e incisioni raggiunge un livello di precisione mai sperimentato prima. Riviste come “L’Ymagier” fondata nel 1894 da Remy de Gourmont e Alfred Jarry pubblicavano incisioni, litografie e altri tipi di stampe realizzati da Whistler, Bernard, Seguin e dallo stesso Gauguin. Ma il libro e l’album vengono separati poco dopo la loro ideazione, semplicemente perché il primo non è pronto in tempo per la pubblicazione. L’opera non giunge a compimento perché l’artista intende aggiungere al suo diario romanzato, poesie e altri testi del giovane critico e poeta simbolista Charles Morice, che egoisticamente trattiene la pubblicazione fino al 1901 (mai fidarsi dei critici, ndr…), quando un’edizione non approvata da Gauguin e deturpata da pesanti orpelli letterari del poeta viene pubblicata presso Editions La Plume di Parigi. Nel frattempo, nel 1894 le xilografie, tra le più sperimentali e potenti nella storia dell’arte, vengono esposte nello studio parigino dell’artista al numero 6 di Rue Vercingetorix e recensite da diversi critici compreso lo stesso Morice che a ragione la definisce “una rivoluzione nella storia dell’incisione”. Non si sottovaluta l’influenza che l’opera ha avuto sulla successiva storia della stampa affermando ad esempio che senza Noa Noa non sarebbero state immaginabili le incisioni di Edvard Munch e degli espressionisti tedeschi (il cerchio si chiude, ndr).
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L’unica incisione alla quale si può chiaramente assegnare una posizione nella sequenza è quella intitolata Noa Noa (vedi sotto, dimensioni: mm 355 x 203). Dal momento che riporta il titolo in cima, sopra il monogramma dell’artista (PGO) si può infatti affermare con certezza che fosse destinata al frontespizio dell’edizione illustrata di Noa Noa. Una curiosità: il monogramma PGO si pronuncia “pego”, che è parola gergale francese per “fallo”…

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vecchio frank

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GAUGUIN - Noa Noa
(continua)
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Dal momento che le dieci stampe erano inizialmente concepite come illustrazioni del libro, si ritiene generalmente che debba esistere una correlazione tra gli accadimenti nella narrazione e le corrispettive stampe. Tuttavia un paragone tra gli episodi del romanzo e le incisioni rivela immediatamente che l’unica relazione esistente tra il testo e le immagini è la dissonanza, per cui si deve considerare qualunque proposta sequenza delle stampe solo speculativa. I manoscritti di Noa Noa a noi pervenuti, scritti da Gauguin e ora conservati a Los Angeles nella collezione del Getty, narrano l’arrivo dell’artista a Tahiti, la delusione per diversi aspetti del paesaggio e della vita sociale della capitale Papeete, le sue avventure erotiche, l’attrazione verso un giovane uomo tahitiano, la ricerca di una giovane moglie, una gita di pesca, per finire con il resoconto di come finalmente diventa selvaggio. Le dieci stampe invece, la cui composizione deriva nella maggior parte dei casi da dipinti realizzati a Tahiti l’anno prima, ritraggono due donne e un cane sulla sponda di un fiume (Noa Noa), una donna nuda che balla da sola (Nave nave fenua), due amanti (Te faruru), due donne sulla spiaggia (Auti te pape), un pantheon di divinità (Te atua), una scena polinesiana della Genesi (L’universo è creato), una scena notturna che richiama il Sabba delle streghe (Mathana no vaura ino), una figura solitaria di donna in posizione fetale (Manao tupapau), un’altra scena notturna di un dormiente e tre che osservano (Te po), e alcune figure femminili raccolte presso un marai (una casa o un tempio) accanto a un colossale tiki (Maruru).

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Nave nave ferua (Terra deliziosa)

Incisione in nero su legno, mm 378 x 268. Boston, Museum of fine Arts.
Questa stampa, tutta in nero, fu impressa dallo stesso Gauguin nell’inverno 1893-94.


Incisione su legno, mm 400 x250. Svizzera, collezione privata.
Stampata da Louis Roy nella primavera-estate del 1894.

 

vecchio frank

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GAUGUIN - Noa Noa
(continua)
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Te faruru (Qui si fa l’amore)
Incisione su legno, mm 400 x250. Berna, Collezione Kornfeld.
Stampata da Louis Roy nella primavera-estate 1894.
Le due figure richiamano forse quelle della famosa incisione di Goya Amore e Morte (Capricci n.10).

caprichos10_El_amor_y_la_muerte.jpg
 

vecchio frank

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GAUGUIN - Noa Noa
(continua)
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Auti te pape (Donne al fiume), incisione su legno, mm 206 x 361. Boston, Museum of fine Arts.


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Auti te pape (Donne al fiume), incisione su legno, mm 270 x 415. Svizzera, collezione privata.

La versione conservata al Boston Museum è stampata nel 1894 da Louis Roy su spessa carta giaponese in 25/30 copie.
L’altra, in bianco e nero, è un’impressione postuma realizzata da Pola Gauguin (un figlio dell’artista) nel 1921 in un’edizione di 100 copie.
 

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