Approfitto dell'occasione per dare una semplice informazione agli amatori. Oggi è prassi che un'acquaforte artistica presenti un profondo segno della lastra ai bordi, tanto che molti credono di sapere che se non c'è questo "scanso", o se comunque non è evidente, non si tratta di incisione.
Non è così. In altri tempi si cercava proprio di evitare questo risalto, per il semplice (ma non unico) motivo che, essendo perlopiù le incisioni inserite in libri, tutti questi sbalzi ne avrebbero eccessivamente aumentato lo spessore. Pertanto si possono dare vari casi. Per esempio, che la lastra sia più grande del foglio sin dall'origine, ed essendo così il bordo metallico esterno alla carta, nessun incavo viene ad aversi sulla stessa. Però può anche essere che il rilievo ci fosse, ma poi la carta fu rifilata, portando via anche il pezzo con il segno.
Infine, la bisellatura consisteva nello smussare i bordi della lastra proprio per evitare quell'effetto che oggi tanto piace da sembrare indispensabile: in effetti, si cercava di nascondere l'impronta della lastra di metallo, talora riuscendovi benissimo, e ancor oggi c'è chi dice che "non si vede l'impronta della lastra, dunque non è un'acquaforte (o acquatinta, bulino ecc.)".
Invece, nasconderla o mascherarla era proprio lo scopo dello stampatore!
Per sapere se si tratta di acquaforte, per esempio, occorre allora guardare il segno come fosse un oggetto rilevato, a tre dimensioni. Meglio se lo si fa con l'aiuto di una lente d'ingrandimento. Chiaramente, se il segno è molto fine la "diagnosi" si fa più difficile, ma quasi mai impossibile.