Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (2 lettori)

vecchio frank

could be worse...
Ho parlato di Lino MANNOCCI in un post che ho pubblicato oggi nella "Galleria degli entusiasmi". Ecco un'altra sua incisione tratta dal suo sito

Welcome

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vecchio frank

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Un'altra stupenda (secondo me) incisione di Lino MANNOCCI, un monotipo del 2009, lastra mm.201 x 221, titolo "She who said to be barren".
E' pubblicata anche nel suo sito, ma io l'ho tratta da: "L'Angelo e la Vergine", a cura di Lino Mannocci, Galleria Ceribelli/Lubrina Editore, catalogo della mostra tenutasi presso la Galleria Ceribelli di Bergamo da novembre 2016 a gennaio 2017, che a sua volta riprende una mostra che Mannocci ha curato nel 2010 presso il Fitzwilliam Museum di Cambridge, Mass. Da questo libro ho tratto altre immagini di incisioni antiche sul tema evangelico dell'Annunciazione che pubblicherò nei prossimi giorni.

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vecchio frank

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Laurea honoris causa al,grande Frank, e, se posso, togli il " vecchio" dal tuo nick...:)
Caro Kiappo, al soprannome ci tengo. Me lo diede almeno vent'anni fa (dunque ero ancora poco più che un giovanotto...) un caro amico col quale ho poi finito per perdere i contatti.
Come promesso, comincio a pubblicare qualche incisione sul tema dell'Annunciazione tratte dal libro di cui parlavo sopra.
Ho scelto quelle degli autori più noti (che alla fin fine sono anche le più belle) e, tra le altre, quelle più facili da scansionare.
Cominciamo con quelle di scuola tedesca.

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Xilografia stampata da Anton Koberger, Norimberga 1491, da Stephan Fridolin "Schatbehalter oder Schrein der wahren Reichtumer des Heils un der ewigen Seeligkeit".

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Albrecht Dürer, xilografia, ca.1503.

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Lucas Cranach il vecchio, xilografia, 1548.
 

vecchio frank

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Proseguo con queste Annunciazioni di due autori italiani e uno fiammingo:

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Federico Barocci, acquaforte e bulino, 1584 c.

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Adrian Collaert (c.1560-1618), bulino, da Goltzius.

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Carlo Maratta, 1645-1660, acquaforte, secondo stato di due.
 

vecchio frank

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Ultime tre Annunciazioni. Sono di autori francesi:

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Sebastien Bourdon (1616-1671), acquaforte.

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Bernard Picard (1673-1733), acquaforte e bulino, da Guido Reni.

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M.Piquet, primo Ottocento, bulino da Raffaello.
 

Pink Cat

Forumer attivo
Cose dell''altro mondo :)
Vabbe'', prima di salpare mi e'' d''obbligo una replica. In realta'' queste ''xilografie'' dell''Illustraz. Ital.'' dovrebbero essere delle stereotipie.
Si faceva un disegno del quadro prescelto, poi effettivamente partendo da esso si creava l''incisione in legno. Solo che per sostenere le gia'' ampie tirature si escogito'' un sistema: dalla xilo veniva tratta a impronta un calco in argilla, poi cotta e usata per fondere da essa piu'' copie in metallo, le quali venivano stampate in parallelo contemporaneamente; erano eguali o quasi agli originali, ma si poteva stamparne molte di piu'' e piu'' in fretta. Il termine stereotipato deriva appunto da tale procedura, indicando cosa o frase uguale a tante altre, dunque di poco pregio ... :(
Magari chi puo'' riporti citazioni o link piu'' specifici. :bow:
Ho trovato finalmente conferma a questo procedimento.
Nel libro "How to identify prints" di Bamber Gascoigne si cita esattamente questa procedura, in uso dalla fine del '700 a tutto l'800 e oltre.
Era anche un metodo per preservare le xilografie originali e/o per esportarle, senza perdere l'originale, infatti mi sono trovato la stessa xilografia pubblicata su riviste diverse di diversi paesi europei.
L'autore sostiene che la qualita' della riproduzione era ottima, rendendo indistinguibili le copie in stereotipia dagli originali in legno.
Non e' del tutto scorretto quindi continuare a chiamarle xilografie, si potrebbe chiamarle piu' precisamente "copie stereotipie tratte da xilografia"
Ora ho capito, grazie Baleng.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Ho trovato finalmente conferma a questo procedimento.
Nel libro "How to identify prints" di Bamber Gascoigne si cita esattamente questa procedura, in uso dalla fine del '700 a tutto l'800 e oltre.
Era anche un metodo per preservare le xilografie originali e/o per esportarle, senza perdere l'originale, infatti mi sono trovato la stessa xilografia pubblicata su riviste diverse di diversi paesi europei.
L'autore sostiene che la qualita' della riproduzione era ottima, rendendo indistinguibili le copie in stereotipia dagli originali in legno.
Non e' del tutto scorretto quindi continuare a chiamarle xilografie, si potrebbe chiamarle piu' precisamente "copie stereotipie tratte da xilografia"
Ora ho capito, grazie Baleng.
Prego e complimenti qualcosa che hai scritto non la sapevo. Credo che nel 900 il procedimento sia stato sostituito dalla zincografia al tratto, ma sono molti anni che non entro più in una tipografia.
 

vecchio frank

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Ho trovato finalmente conferma a questo procedimento.
Nel libro "How to identify prints" di Bamber Gascoigne si cita esattamente questa procedura, in uso dalla fine del '700 a tutto l'800 e oltre.
Era anche un metodo per preservare le xilografie originali e/o per esportarle, senza perdere l'originale, infatti mi sono trovato la stessa xilografia pubblicata su riviste diverse di diversi paesi europei.
L'autore sostiene che la qualita' della riproduzione era ottima, rendendo indistinguibili le copie in stereotipia dagli originali in legno.
Non e' del tutto scorretto quindi continuare a chiamarle xilografie, si potrebbe chiamarle piu' precisamente "copie stereotipie tratte da xilografia"
Ora ho capito, grazie Baleng.
Visto che siamo in tema di xilografie, segnalo anche qui la mostra che ho segnalato nel 3d "Mostre d'arte":
Mostra Kuniyoshi Milano | Sito ufficiale
 

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