Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (2 lettori)

vecchio frank

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UKIYOE - 17
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Katsushika Hokusai (1760-1849)
“Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai cinquant’anni pubblico spesso disegni, tra quel che ho raffigurato in questi settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré anni ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei anni progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse raggiunto veramente la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria”.
(dalla postfazione alle Cento vedute del monte Fuji, 1834)


Di gran lunga il più celebre artista giapponese, deve principalmente la sua fama al vedutismo e ai suoi Manga diffusisi in Francia nella seconda metà dell’Ottocento. La sua carriera artistica durò settantaquattro anni. Di umili origini, il “vecchio pazzo per la pittura” (così sì autodefinì verso la fine della sua vita) iniziò la sua attività artistica nello studio di Katsukawa Shunshō col nome di Shunrō e si specializzò in stampe di scene teatrali e illustrò romanzi popolari. Nel 1795 assunse la direzione del prestigioso atelier Tawaraya e mutò il suo nome in Sōri [II]. Anche se agli inizi risentì dell’influenza del maestro Shunshō, ben presto Hokusai sviluppò un suo ideale estetico in cui la figura umana si allunga e assume un’espressione lievemente distaccata dalla realtà e pervasa da una languida tristezza. Furono gli anni in cui produsse i migliori libri illustrati del suo periodo formativo, avvicinandosi anche al paesaggio. Nel 1798 lasciò l’atelier Tawaraya all’allievo Sōji per procedere come artista indipendente e assunse il nome Hokusai (Studio della Stella Polare) che lo rese celebre e in cui si possono distinguere diverse fasi stilistiche. Iniziò un’accurata ricerca psicologica e addirittura fisiognomica dei suoi personaggi, sia per le figure umane sia per gli animali, che assunsero una sempre maggiore caratterizzazione umana tanto nella grafica quanto nella pittura. Tra il 1810 e il 1814 compose i suoi primi manuali didattici rivolti a pittori e artigiani approfondendo la ricerca sul paesaggio e iniziò la pubblicazione dei Manga (una sorta di compendio sullo stile, la vita e le tradizioni giapponesi, in forma di schizzi, utili all’approfondimento del disegno e delle tecniche pittoriche). A sessant’anni Hokusai prese il nome di Iitsu e firmò le sue opere più famose, tra cui le Trentasei vedute del monte Fuji, di cui fa parte l’opera in assoluto più conosciuta dell’arte orientale: La grande onda presso la costa di Kanagawa. Negli ultimi anni della vita assunse il nome Manji e pubblicò le Cento vedute del monte Fuji, un capolavoro sia per la costruzione artistica sia per la qualità della stampa monocroma e nel 1849, l’anno della sua morte a 89 anni di età, il Trattato sull’uso del colore. Sempre negli anni Quaranta intensificò molto la produzione pittorica. Lo haiku che scrisse poco prima di morire recita così: “Anche se da fantasma / me ne andrò per diletto / sui prati d’estate”.

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Presunto autoritratto di Hokusai vecchio (l’attribuzione non è certa).

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Spasimi d’amore: Pescatrice di awabi e piovra, 1814 ehon, 3 volumi.

Il più celebre shunga di Hokusai e forse di tutto l’ukiyoe, attirò l’attenzione di Edmond de Goncourt.
 

vecchio frank

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UKIYOE - 18
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Hokusai (continua)

Dal suo capolavoro, la serie Trentasei vedute del monte Fuji (1831-34). Hokusai aveva compiuto i settant'anni quando la diede alle stampe.

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La grande onda presso Kanagawa, ōban.
L'immagine più conosciuta quando si parla di arte giapponese.


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Giornata limpida col vento del sud, ōban.
Due diverse versioni della stessa stampa, nota come "il Fuji rosso".
 

vecchio frank

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UKIYOE - 19
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Hokusai
(continua, dalle Trentasei vedute del monte Fuji)

hoku290.jpg


La Sala della Conchiglia del Tempio dei Cinquecento Rakan, ōban.

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Mattinata nevosa a Koishikawa, ōban.

hoku293.jpg


Yoshida sulla strada del Tokaidō, ōban.
 

pacorez

Forumer attivo
di fondo a me non piace l'arte giapponese ... putroppo è così!
Ma mi fai vedere l'onda???:melo::melo::-D cioè io non la posso più vedere ... l'anno scorso da fare per l'esame di terza media, ho dovuto aggiustarla .. il piccolo uomo non è molto portato e io neanche.. tutti quei palllini e omini e schiuma e ondette, renderli decenti ripassando colori pastello e matita, facendo segnetti a caso per rendere l'idea, non a vetro ovvio, che brutta esperienza, un incubo!!!!:DD:
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
di fondo a me non piace l'arte giapponese ... putroppo è così!
Ma mi fai vedere l'onda???:melo::melo::-D cioè io non la posso più vedere ... l'anno scorso da fare per l'esame di terza media, ho dovuto aggiustarla .. il piccolo uomo non è molto portato e io neanche.. tutti quei palllini e omini e schiuma e ondette, renderli decenti ripassando colori pastello e matita, facendo segnetti a caso per rendere l'idea, non a vetro ovvio, che brutta esperienza, un incubo!!!!:DD:
Pensa che a Santiago di Cuba l'hanno riprodotta in grande su un edificio scolastico, all'angolo di una strada centrale :dietro:
 

vecchio frank

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di fondo a me non piace l'arte giapponese ... putroppo è così!
Ma mi fai vedere l'onda???:melo::melo::-D cioè io non la posso più vedere ... l'anno scorso da fare per l'esame di terza media, ho dovuto aggiustarla .. il piccolo uomo non è molto portato e io neanche.. tutti quei palllini e omini e schiuma e ondette, renderli decenti ripassando colori pastello e matita, facendo segnetti a caso per rendere l'idea, non a vetro ovvio, che brutta esperienza, un incubo!!!!:DD:
Peccato! Io invece ho sempre sentito un'inclinazione particolare per la cultura giapponese, e oggi pomeriggio allo stand della Galleria Morra alla Mostra dei libri antichi e di pregio a Milano ho coronato il mio sogno comprando finalmente la mia prima stampa giapponese ukiyoe autentica, questa di Kuniyoshi :

Kuniyoshi.jpg


Fa parte della serie dei "Quarantasette ronin" (1847-8 circa):
Quarantasette rōnin - Wikipedia

Grazie, grazie ed ancora grazie. Mi hai fatto conoscere un artista a me sconosciuto.

Grazie a te. Sempre allo stand della Galleria Morra, oggi pomeriggio ho potuto sfogliare con le mie mani i tre piccoli volumi delle Cento vedute del monte Fuji, il capolavoro di Hokusai (ne parlerò qui prossimamente), un'esperienza che difficilmente dimenticherò. Alle mostre finora ne avevo visto qualche foglio sparso dietro le teche...
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Peccato! Io invece ho sempre sentito un'inclinazione particolare per la cultura giapponese, e oggi pomeriggio allo stand della Galleria Morra alla Mostra dei libri antichi e di pregio a Milano ho coronato il mio sogno comprando finalmente la mia prima stampa giapponese ukiyoe autentica, questa di Kuniyoshi :

Vedi l'allegato 424756

Fa parte della serie dei "Quarantasette ronin" (1847-8 circa):
Quarantasette rōnin - Wikipedia



Grazie a te. Sempre allo stand della Galleria Morra, oggi pomeriggio ho potuto sfogliare con le mie mani i tre piccoli volumi delle Cento vedute del monte Fuji, il capolavoro di Hokusai (ne parlerò qui prossimamente), un'esperienza che difficilmente dimenticherò. Alle mostre finora ne avevo visto qualche foglio sparso dietro le teche...
:clap::clap:
 

vecchio frank

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Ne avevo già una di Hiroshige ma è una replica tardonovecentesca:

hiromio.JPG


Veduta del monte Fuji dalla punta di Satta, nella baia di Suruga.

Tutti conoscono la grande onda di Hokusai e la sua serie di 36 vedute del monte Fuji, ma Hiroshige ne dipinse addirittura due, la prima nel 1852, la seconda (cui appartiene questa stampa) nel 1858, l’anno della sua morte:

https://en.wikipedia.org/wiki/Thirty-six_Views_of_Mount_Fuji_(Hiroshige)

Entrambe le serie, a mio parere non eguagliano in bellezza quella di Hokusai, né il capolavoro di Hiroshige stesso (“Le 53 stazioni del Tokaido”, prossimamente su questi schermi), ma questa stampa è per me una delle più belle della serie.
L'ho presa che saranno ormai 30 anni alla Rinascente sotto Natale. Da allora non l’ho mai tolta dalla cornice né staccata dal chiodo, come si può vedere, ahimè, dalle tracce di umidità. Ed è pure appesa su una parete esterna, naturalmente quella rivolta a nord! (Il Kuniyoshi lo tratterò un po' meglio). È stato vedendo quella piccola mostra-mercato all’ultimo piano della Rinascente che è nato il mio amore per le stampe giapponesi.
 

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