Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (3 lettori)

vecchio frank

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Ancora più indietro nel tempo: Martin SCHONGAUER: Natività, dalla serie Vita della Vergine, composta di 4 tavole (1470-1475 ca.).
Vi copio tutta la descrizione:
Bulino: 256x167, inciso; 258x170, foglio; carta a vergelle, esemplare con filigrana; nell'inciso, in basso al centro: M + S (monogramma: le aste della lettera M sono parallele); stato: unico (Hutchinson, 1996). Nell'inciso, in alto al centro, un marchio a inchiostro nero con uno scudo gentilizio entro una cornice a cartoccio; in basso a destra, un marchio a inchiostro nero con due chiavi incrociate e una tiara (i due marchi costituiscono le due porzioni, inferiore e superiore, del timbro di papa Benedetto XIVLambertini). Esemplare rifilato entro l'impronta. Inv.6298; legato Camillo Brozzoni.

Da oggi e fino a nuovo avviso le immagini che pubblico (le pubblicherò in ordine cronologico) sono tratte da:
Da Durer a Rembrandt a Morandi. Capolavori dell'incisione dalla Pinacoteca Tosio Martinengo, Linea d'Ombra 2004

19.SCHONGAUER.jpg
 

baleng

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Due volte ho visitato il museo di Colmar, città natale di Schongauer, ove stanno tutte le parti del polittico più noto di Matthias Grünewald (Würzburg, 1480 circa – Halle, 31 agosto 1528)
Di lui sono rimaste poche opere, e la più importante e ben conservata è l’ Altare di Isenheim. Si tratta di un polittico con pannelli e ante dipinte da entrambe le parti,
che conformano quel meraviglioso ciclo pittorico che Philippe Daverio definisce come “la Cappella Sistina dell’Europa del Nord”….per la “complessità pittorica” che riflette “quella cultura della riva sinistra del Reno dove follie e fantasmi si sposano in un immaginario che dura fino ai giorni nostri”.
Uno dei massimi capolavori della pittura mondiale, questo è certo.
Il museo d’Unterlinden però custodisce anche gran parte, credo, dell'opera incisoria di Schongauer, di cui ottime riproduzioni sono costantemente esposte (indovinare perché non gli originali :jack:. Eppure, non sono poi così tanti gli italiani che visitano Colmar, che pure è interessante anche come città. Colmar — Wikipédia
 

vecchio frank

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Due volte ho visitato il museo di Colmar, città natale di Schongauer, ove stanno tutte le parti del polittico più noto di Matthias Grünewald (Würzburg, 1480 circa – Halle, 31 agosto 1528)
Di lui sono rimaste poche opere, e la più importante e ben conservata è l’ Altare di Isenheim. Si tratta di un polittico con pannelli e ante dipinte da entrambe le parti,
che conformano quel meraviglioso ciclo pittorico che Philippe Daverio definisce come “la Cappella Sistina dell’Europa del Nord”….per la “complessità pittorica” che riflette “quella cultura della riva sinistra del Reno dove follie e fantasmi si sposano in un immaginario che dura fino ai giorni nostri”.
Uno dei massimi capolavori della pittura mondiale, questo è certo.
Il museo d’Unterlinden però custodisce anche gran parte, credo, dell'opera incisoria di Schongauer, di cui ottime riproduzioni sono costantemente esposte (indovinare perché non gli originali :jack:. Eppure, non sono poi così tanti gli italiani che visitano Colmar, che pure è interessante anche come città. Colmar — Wikipédia

Ci sono andato vicino nel 2002, quando di ritorno dal giro in Belgio e Olanda ci siamo fermati un giorno a Strasburgo.
 

baleng

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Ci sono andato vicino nel 2002, quando di ritorno dal giro in Belgio e Olanda ci siamo fermati un giorno a Strasburgo.
Quando andavo su e giù da Parigi passavo spesso per Colmar, che per me allora era una periferia triste in cui transitavo di notte e null'altro. Beata ignoranza.
Poi ci fu quel periodo con la psicologa di Duisburg e quelle vacanze in Alsazia ...
Meglio tardi che mai.
Vale per tutti: chi non è stato all'Unterlinden è come un arabo che non sia mai andato alla Mecca. Non solo non diventa Hagi (santo), ma le sue mogli lo tradiranno e le sue fortune lo abbandoneranno (in ordine temporale inverso, naturalmente: finiti i soldi finito l'amore, dicono i russi).
 

vecchio frank

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E allora da Colmar passiamo a Norimberga con questa stupenda incisione di Albrecht DÜRER datata 1504:
Adamo ed Eva, bulino; 247x192, inciso; 250x193, foglio, carta a vergelle, esemplare con filigrana; stato: secondo su tre (Strauss, 1981),
esemplare rifilato entro l'impronta.
Forse la più famosa delle incisioni di Dürer assieme alla Melancolia.

18.DURER.jpg
 

vecchio frank

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Oggi tocca al grande Luca, cioè:
LUCA DI LEIDA, Tentazioni di Sant'Antonio, 1509
Bulino; 185x146 inciso, foglio; carta a vergelle; esemplare rifilato all'inciso.

17.LUCA.jpg
 

vecchio frank

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Molti di voi frequentano i mercatini, dove imbattersi in incisioni di autori che non si riesce a identificare perché non hanno sufficiente fama costituisce quasi la norma e in certi casi una delle ragioni della frequentazione di detti mercatini, per poi avere il piacere di cercare e trovare un autore alle incisioni che si sono comprate.
A voi è dedicata l'incisione che pubblico oggi:
ANONIMO del XVI secolo
Santa Taide, copia da Francesco Mazzola (il Parmigianino)
Acquaforte: 129x114 inciso, lastra, foglio; carta a vergelle; stato: unico (?)

16.ANONIMO XVI SEC..jpg
 

baleng

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Molti di voi frequentano i mercatini, dove imbattersi in incisioni di autori che non si riesce a identificare perché non hanno sufficiente fama costituisce quasi la norma e in certi casi una delle ragioni della frequentazione di detti mercatini, per poi avere il piacere di cercare e trovare un autore alle incisioni che si sono comprate.
A voi è dedicata l'incisione che pubblico oggi:
ANONIMO del XVI secolo
Santa Taide, copia da Francesco Mazzola (il Parmigianino)
Acquaforte: 129x114 inciso, lastra, foglio; carta a vergelle; stato: unico (?)

Vedi l'allegato 391514
Grazie per la dedica, Frank. Come avrai visto, anche ieri si è raccolto materiale da studiare.
Quanto alle ultime incisioni postate, se Luca è rifilato all'inciso (significa praticamente tagliato esattamente lungo il bordo dell'impronta della lastra), il Dürer viene descritto come rifilato entro l'impronta, il che significa che, magari di pochissimo, l'opera è più piccola di quanto avrebbe dovuto apparire, cioè ritagliata appunto "un po' troppo".
All'epoca la carta era costosa, gli artisti non potevano certo abbondare in margini bianchi, anzi! Ciò comporta un frequente ridursi delle copie causa danneggiamenti e simili.
Ecco perché, se un Alinari o un Guttuso tagliati entro i limiti del disegno (=impronta) valgono sì e no un decimo delle copie sane, qui il mercato è costretto ad essere assai più tollerante, e il valore si riduce di poco.
Peraltro un bel dì' comprai a poche lire un bulino antico (ora non ricordo l'autore) rarissimo e famosissimo. Valeva una decina di milioni, ma la mia copia era danneggiata, da restaurare. Tra deprezzamento implicito, costo lavoro di restauro e guadagno del mercante, alla fine un commerciante me lo pagò 200.000 lire. Tanto, ma pocooooo! Come fare un 12 al totocalcio invece che un 13.:sad:
 

vecchio frank

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Jacques CALLOT (Nancy 1592-1635) fu uno dei maggiori incisori del Seicento, e quest'opera è la sua più nota:
"La fiera dell'Impruneta", 1620
Acquaforte; 395x673, inciso; 430x678, foglio; carta a vergelle, esemplare con filigrana.
Stato: terzo su sei.

15.CALLOT.jpg
 

baleng

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Il Callot italiano (ne fu il continuatore) è certamente Stefano della Bella (1610-1664), anch'egli capace di inserire centinaia di figurine ben composte nelle sue lastre.

Veduta del Pont Neuf, 1646
636px-La_perspective_du_Pont_neuf_de_Paris%2C_engraving_by_Stefano_della_Bella_-_Gallica_2011_%28adjusted%29.jpg


Particolare
674px-La_perspective_du_Pont_neuf_de_Paris%2C_engraving_by_Stefano_della_Bella_-_Gallica_2011_%28detail%29.jpg
 

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