Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (2 lettori)

Calandri è stato il mio insegnante di incisione all'Accademia dal 1971 al 1975 e lo ricordo con molto affetto e gratitudine.
Giustino Caposciutti (dal messaggio 23 in poi)
A quel tempo era molto apprezzato oltre che dagli allievi anche dal mercato locale così come diversi altri artisti insegnanti di Accademia o Liceo Artistico che però col passare degli anni sono quasi tutti scomparsi dal mercato.
Da buon piemontese era serio, ma solo all'apparenza, 'arcigno', perchè nascondeva un cuore d'oro ed un amore per il suo lavoro e i suoi allievi.
Insieme all'assistente prof. Francesco Franco aveva saputo creare nell'aula di incisione un'atmosfera magica di condivisione e cooperazione nella quale eravamo tutti avvolti e per questo motivo eravamo tantissimi a frequentare le sue lezioni e con buon profitto.
Come ho già raccontato mi accettò come allievo al secondo anno di Accademia con un anno di anticipo, cosa che non era tenuto a fare, ed un altro anno ancora dopo che ero già diplomato.
Una volta mi propose anche uno scambio di incisioni, cosa che purtroppo non abbiamo mai fatto perchè non ero mai soddisfatto delle incisioni che facevo e quindi non le ritenevo all'altezza delle sue. Poi, a inizio '75 lui si ammalò e al suo posto venne Nino Aimone.

In genere sono portato a non fare distinzioni fra l'uomo e l'artista per cui le sue incisioni mi son sempre piaciute anche se lontane dai miei gusti che sono più per le cose innovative e ricordo quando lui diceva che in tempi confusi come quelli che stavamo passando dopo il '68 era importante dare valore al mestiere, alla tecnica e questo fu un aspetto fondamentale, prezioso per me.
Bella storia! Grazie per il contributo.
A me Calandri me lo ha fatto notare un suo collezionista (in effetti non proprio disinteressato a promuoverlo). Nel complesso mi piacciono i suoi artisti da circo e gli animali.
Credo sia una figura da affiancare a Federica Galli sotto l'aspetto di artista locale in un contesto ricco. Calandri è sicuramente più artistico della Galli che a me sembra solo un bravo artigiano dell'incisione.
Cmq un Calandri in collezione per me ci sta bene.
 

vecchio frank

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Se solo ci avessi messo le mani sopra qualche anno fa, anziché ieri, avrei scansionato e pubblicato qui un bel po' di immagini.
Ora sembra passato un secolo e ho altro per la testa.
Lino Mannocci: CLAUDE LORRAIN. Opera Grafica, Pierluigi Lubrina Editore, Bergamo 1991.
Il Lorenese ha prodotto solo poche decine di acqueforti, quanto basta per annoverarlo quale uno dei più importanti e innovativi incisori del Seicento, anticipatore, secondo Mannocci, di tecniche quali l'acquatinta e la maniera nera che avrebbero preso piede decenni, se non secoli, dopo. All'epoca le sue incisioni non avevano molto successo (le tirature coeve sono limitatissime) e furono riscoperte nel Settecento dagli inglesi. Le lastre sono andate definitivamente perse dopo il 1826.
Lino Mannocci, morto qualche anno fa a Londra dove risiedeva, è stato a sua volta un bravo artista (pittore e incisore). L'edizione del libro è a cura di Arialdo Ceribelli, dell'omonima ben nota galleria bergamasca.

DSCN2403.JPG



Un saluto a tutti.
 

vecchio frank

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No al contrario, a Cambiago l'ho comprata solo che non la trovo più, ma prima o poi nel caso la ritrovo.
Stai ancora acquistando? O ti sei preso una lunga pausa di riflessione?
Pochi acquisti qua e là in modo saltuario, senza criterio. Più che altro sono tornato al mio vecchio amore, i libri. In pvt ti mando il mio account Instagram, ma anche lì sono praticamente fermo. Ciao.
 

vecchio frank

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Comunque, tornando a Claude Lorrain, le sue incisioni sono davvero belle. Visto che in questo 3d ho fatto, anche grazie al contributo di altri, praticamente una piccola storia dell'incisione, non posso lasciarlo fuori. Settimana prossima vedrò di pubblicare almeno le sue più belle, oltretutto
non sono molte.
 

vecchio frank

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ATTENZIONE
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HO PREDISPOSTO UN FILE IN EXCEL 2013 CON L'INDICE IN ORDINE ALFABETICO DI TUTTI GLI ARTISTI E LE PAGINE IN CUI APPAIONO, IN MODO DA FACILITARE LE RICERCHE. NON ESCLUDO CHE POSSA ESSERCI QUALCHE ERRORE O OMISSIONE, VISTO CHE GLI ARTISTI IN QUESTIONE SONO PIU' DI 400 (PER UN TOTALE DI OLTRE 1.700 IMMAGINI COMPRESE QUELLE POSTATE DA ALTRI UTENTI). POSSO INVIARNE COPIA A CHI FOSSE INTERESSATO. PER RICHIEDERLA BASTERA' CONTATTARMI CON MESSAGGIO PRIVATO FORNENDO IL VOSTRO INDIRIZZO E-MAIL.
SALUTI A TUTTI.
FRANCESCO
(02/05/2023)
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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Inizio qui la pubblicazione delle immagini che ho tratto dal libro di Lino Mannocci di cui parlavo sopra (post #1501) e cioè
"Claude Lorrain. Opera Grafica", Pierluigi Lubrina Editore, 1991, accompagnate da qualche breve commento tratto dal libro stesso.

CL22.jpg


"Paysage au dessinateur", 1630 circa, mm.102x168.

Si tratta di uno dei primissimi tentativi di Claude all'acquaforte. Manca ancora quella perfezione tecnica che acquisì con la pratica e gli permise di creare i capolavori della seconda metà degli anni Trenta.
Se ne conoscono solamente due impressioni, un primo stato (sopra) alla Bibliothèque Nationale di Parigi e un secondo stato (sotto) nel museo dell'Università di Cambridge. Il radicale cambiamento della lastra nel secondo stato, con la rimozione totale delle due figure, è in carattere con il tipo di interventi che Claude adotterà in futuro alla ricerca dell'immagine desiderata.

CL24.jpg
 

vecchio frank

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CLAUDE LORRAIN (1600-1682)
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CL26.jpg


"Le patre et la bergère", 1630 circa, mm.177x130, terzo stato.

Anche questo è uno tra i primissimi paesaggi all'acquaforte del Lorenese. Il soggetto è tipico e l'iconografia rimarrà quasi una costante della produzione grafica di Claude. Il formato e il segno usati per la realizzazione di questi primi fogli, invece, cambieranno radicalmente negli anni successivi. Questo rimarrà l'unico paesaggio verticale di tutta la sua produzione mentre il segno, qui così deciso, quasi duro, si raffinerà gradualmente, senza mai perdere il vigore che caratterizza fortemente questa immagine. La semplicità e rapidità di esecuzione di questa lastra richiama il pittore e incisore tedesco Adam Elsheimer, anch'egli attivo a Roma agli inizi del Seicento. Il risultato in questa lastra è però assolutamente nuovo e originale. L'audacia del segno e la giustapposizione delle due masse di luce ed ombra, crea un tessuto di neri e di grigi che verranno apprezzati e ricercati solo due secoli dopo, in particolare nella seconda metà dell'Ottocento da grandi incisori come Corot e Manet.
(Lino Mannocci)
 

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