Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini (4 lettori)

vecchio frank

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In Italia, nel ‘600 abbiamo invece artisti come:

Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto (1609-64).
Genovese, girò mezza Italia (Roma e Napoli più volte, Parma, Venezia e infine Mantova dove morì).

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La Melanconia o Circe
, acquaforte, 215 x 305
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Jusepe Ribera detto lo Spagnoletto (1591-1652).
Spagnolo di nascita e napoletano di adozione, fortemente influenzato, agli inizi, dalla pittura di Caravaggio.

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Sileno ubriaco, acquaforte e bulino, 276 x 350


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San Gerolamo atterrito dall'apparizione di un angelo, acquaforte, 315 x 232
 

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Continuando:

Pietro Testa detto il Lucchesino (1612-50)

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Venere adagiata tra vari putti, acquaforte, 335 x 424
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Salvator Rosa detto… solo Salvator Rosa (1615-73).
Figura di primo piano del '600 napoletano, come del resto lo era il Ribera del post precedente.

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Fregio con Pan e due fauni
, acquaforte, 92 x 205
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Giovanni Francesco Grimaldi (1606-80).
Bolognese formatosi all’Accademia dei Carracci, operò a Roma.

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Fuga in Egitto, acquaforte, 320 x 460
 

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Il Settecento è stato il secolo veneziano per eccellenza, il canto del cigno della Serenissima, per usare un termine abusato. Tralasciando la musica che non è il nostro campo (basterebbe nominare compositori come Antonio Vivaldi e Benedetto Marcello), in pittura abbiamo artisti come Sebastiano Ricci, Giandomenico Pellegrini, Jacopo Annigoni, Rosalba Carriera, il Piazzetta, Pietro Longhi, per finire con Canaletto, suo nipote Bernardo Bellotto, Francesco Guardi e i Tiepolo padre e figlio (Giovanni Battista e Giandomenico). Artisti la cui caratteristica è il cosmopolitismo, visto che già dalla fine del ‘600 (Sebastiano Ricci era nato nel 1659) escono dai confini della loro città diffondendo la loro arte in tutta Europa, non solo in Italia.

Per quanto riguarda l’incisione, il ‘700 veneziano è caratterizzato in particolar modo dalla vedutistica, dato il fascino unico di questa città che richiamava in continuazione stranieri e l’importanza commerciale che la richiesta di mercato dava alla produzione grafica. Il precursore di tale genere si può considerare l’udinese Luca Carlevarijs (1663-1730), attivo a Venezia dal 1679 non prima di aver visitato Roma dove fu influenzato dall’olandese Gaspar Van Wittel (il Vanvitelli). Nel 1703 pubblicò una raccolta di 103 tavole all’acquaforte intitolata “Le fabriche e vedute di Venezia”, di cui si conoscono varie ristampe fino alla fine del secolo. Come si può vedere dalla seguente incisione, i suoi intenti erano più di ordine architettonico che non strettamente artistico.

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Cortile del Palazzo Ducale, 1703, acquaforte, 210 x295
 

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Marco Ricci (1676-1730), nipote di Sebastiano, fu artista ribelle, multiforme e impulsivo. Un paio di volte dovette scappare da Venezia a causa di risse o litigi, un po' come Caravaggio. Di lui si conoscono 33 incisioni, 20 delle quali uscite dopo la sua morte. Sia Canaletto che Tiepolo subirono l’influenza della sua tecnica.

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Paesaggio con rovine classiche e statua acefala
, acquaforte, 295 x 430
 

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Di Michele Marieschi (1710-44) si conoscono una trentina di incisioni, compresi 21 grandi fogli di vedute pubblicati nel 1741 sotto il titolo “Magnificentiores Selectioresque Urbis Venetiarum Prospectus…”. Morì a soli 33 anni.

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Il bacino di San Marco da San Giorgio Maggiore, acquaforte, 304 x 464
 

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Antonio Canal detto il Canaletto (1697-1768) non ha bisogno di presentazioni. Diremo soltanto che si dedicò all’incisione solo per un breve periodo tra il 1744 e il 1746, pubblicando in tutto una trentina di acqueforti. Precedentemente, già nel 1730 erano cominciati a circolare fogli sciolti tratti dalle sue opere di proprietà del mercante inglese John Smith, eseguiti dal Visentini. Questi saranno poi raccolti nel 1735 in una prima serie di 14 acqueforti, che diventeranno 38 nell’edizione del 1742.

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Portico con lanterna, acquaforte, 304 x 435


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La torre di Malghera, acquaforte, 297 x 427

Un’incisione, quest’ultima, che @Puntasecca dovrebbe conoscere bene.
 

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Come noto, il Canaletto ebbe un nipote (figlio della sorella) che ne seguì le orme e finì per essere chiamato Canaletto a sua volta.
Si tratta di Bernardo Bellotto (1721-1780), che ebbe una vita assai movimentata. Entrato giovanissimo nella bottega dello zio, si allontanò ben presto da Venezia cominciando a girare dapprima in Italia, a Lucca, Firenze, Roma, Verona, Milano e la Lombardia, Torino dove Carlo Emanuele III gli commissiona due grandi dipinti e lo inizia a quella vita di corte che lo porterà presto fuori d’Italia. Sarà infatti a Dresda, poi a Vienna, di nuovo a Dresda e infine a Varsavia dove muore nel 1780. Bellotto comunque praticò assai poco l’incisione. Il libro che ho sottomano non ne pubblica neanche una, questa Veduta di Dresda l’ho tratta dal web.

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Giambattista Brustolon (1712-96) è conosciuto invece soprattutto per aver trasferito su rame molti disegni del Canaletto, tra cui quelli acquerellati sul tema delle solenni cerimonie che si svolgevano nella Serenissima. Ne fece una serie di dodici incisioni, tra le quali questa:

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Festa notturna di Santo Stefano, acquaforte, 293 x 445
 

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E’ con Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770) che si manifesta la più alta espressione dell’arte incisoria del ‘700 veneto. Il suo interesse per la grafica è molto precoce e si può far risalire all’età di 20 anni con l’esecuzione di disegni preparatori per illustrare libri. Il suo talento si manifesta appieno nelle due serie dei dieci Capricci e dei ventitré Scherzi. Nel 1762 Tiepolo si reca a Madrid su invito di Carlo III per decorare la reggia, e lì morirà all’età di 74 anni.

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La morte dà udienza (dai “Capricci”), acquaforte, 140 x 176


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Ninfa con due fanciulli, circondata da quattro uomini (da “Scherzi di fantasia”), acquaforte, 222 x 175
 

vecchio frank

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Nel lasciare Venezia per Madrid nel 1762, il Tiepolo porta con sé come aiutanti i due figli. Il maggiore di essi, Giandomenico Tiepolo (1727-1804), raggiungerà a sua volta una certa fama e sarà un bravo acquafortista. Gli sono riconosciuti oltre 180 fogli, tra i quali i 24 bellissimi della “Fuga in Egitto”. Io preferisco mostrarvi questi due bei ritratti.

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Vecchio con calotta ornata
, acquaforte, 143 x 116


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Vecchio con elmo, acquaforte, 124 x 90
 

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