IN QUESTO PERIODO HO LE MANI TALMENTE PULITE, CHE SE DO UNO SCHIAFFO A QUALCUNO LO STERILIZZO! (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Intervento al Parlamento Europeo di Marco Campomenosi
che interviene nel momento in cui la Commissione vuole sanzionare l’Italia
per la mancata applicazione della Bolkestein al settore degli stabilimenti marittimi e delle concessioni in generale.

L’Italia aveva fatto un discreta legge a tutela dei piccoli imprenditori del settore, ma l’attuale governo ha deciso di disapplicarla.

Nonostante questo la Commissione vuole sanzionare l’Italia per il minimo di tutela degli imprenditori del settore,
e questa sanzione arriva nel momento meno opportuno, quando ormai le chiusure per il Covid-19
hanno danneggiato pesantemente il settore, portandolo all’estremo della sopravvivenza.


Come sempre l’europa si rivela matrigna insensibile verso i suoi sudditi più deboli
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ma pensate un po'. Il vaccino basato sul virus del raffreddore.........


Le istituzioni europee sono indipendenti da tutti, tranne che dalla Germania,
delle cui indicazioni sono sempre pronte e zelanti esecutrici.

Basti pensare a quello che, ridicolmente, è successo con lo “Stato di diritto”
e la posizione di Polonia ed Ungheria, graziate per decreto di Sua Maestà da un’ingiusta condanna.

Questo si ripete esattamente in campo medico.


In questo caso la cancelliera si era espressa a favore della produzione del vaccino russo Sputnik V nell’Unione europea,
pagando evidentemente le licenze industriali relative.

Ora casualmente, ma solo casualmente, a quindici giorni di distanza, veniamo a sapere
che EMA ha già effettuato un primo round di contatti con le controparti russe per l’approvazione del vaccino Sputnik V.

Si prevede di avere, in 7 o 10 giorni, le documentazioni necessarie che non saranno poche,
visto che il vaccino è già stato inoculato in molte dosi e che quindi c’è una casistica abbastanza ampia.

Ci si aspetta quindi che tutto il ciclo di approvazione sia concluso per la prima metà di febbraio.

Nel frattempo gli stati potrebbero predisporre gli accordi fra il proprietario russo
e le aziende nazionali in grado di produrre vaccini, predisponendo la necessaria capacità produttiva.

Questo sistema funzionerebbe molto bene in Germania dove vi sono diverse aziende di medie dimensioni che potrebbero far fronte alle necessità.


Il vaccino russo è basato su un adenovirus, cioè il virus del raffreddore,

ed è stato sviluppato dall’istituto “Gamaleya” e finanziato dal Fondo Russo per gli Investimenti Diretti.


Per dirla agli antichi romani: “Vaccinum non olet”; soprattutto quando le aziende occidentali
o hanno dei problemi di produzione (Pfizer) o sono in clamoroso ritardo (Sanofi)
o non hanno ancora ottenuto l’approvazione e pare non l’otterranno per tutto gennaio.


La Merkel, almeno, sa decidere, mica è Conte.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Sempre più convinto che le case farmaceutiche non hanno approfondito il problema.
Più remunerativo trovare un vaccino "che non è un vaccino", ma poco importa....a loro. Soldi.


E se la soluzione fosse più "facile" di quanto pensassimo?

Un antiparassitario economico e neanche brevettato riuscirebbe, in modo significativo,
a ridurre la mortalità nei pazienti Covid-19 con malattia moderata o grave.


Si tratta dell'invermictina, medicinale poco costoso per uso veterinario e umano
contro i parassiti come la scabbia, l'oncocercosi e i pidocchi e può essere assunto per via orale
oppure applicato sulla pelle per le infestazioni esterne.

La scoperta arriva dall'Inghilterra, epicentro di questa seconda ondata di pandemia, ed esattamente dall'Università di Liverpool.

Il Dott. Andrew Hill ed il suo team di ricerca hanno effettuato una ricerca meta-analitica,
hanno cioè messo insieme i dati di più studi (in questo caso 18) condotti su questo antiparassitario,
ed hanno visto che l'ivermectina è stata associata ad una ridotta infiammazione
ed una più rapida eliminazione del Covid-19 con una riduzione del 75% del rischio di morte.


"È un farmaco generico usato in tutto il mondo.

Servono 12 centesimi per produrre la sostanza farmacologica.

Il farmaco costa 3 dollari in India, 96 dollari negli Stati Uniti",

ha detto il dottor Hill al quotidiano internazionale britannico Financial Times.

Tra l'altro, i ricercatori hanno anche ipotizzato che questo farmaco
potrebbe rendere più difficile infettarsi e infettare chiunque altro ci sta accanto.

"Se le persone che risultano positive al test per il Covid-19 vengono trattate immediatamente
con un farmaco che elimina il virus rapidamente, questo potrebbe renderle meno contagiose",
ha affermato il Dott. Hill.

"Questa strategia di 'trattamento come prevenzione' funziona per l'HIV e dovrebbe ora essere testata per il Covid-19".

Tecnicamente, l'invermictina non è un antivirale ma questi risultati suggeriscono che il farmaco può godere anche di queste proprietà.

I primi risultati sono definiti "incoraggianti" ma sono necessari ulteriori studi per avere prove sufficientemente solide da giustificare l'approvazione.

Questo farmaco, infatti, non è ancora stato approvato nel Regno Unito e solitamente è di importazione francese.

Nonostante diversi studi mostrino risultati favorevoli,
i ricercatori sono cauti sul fatto che alcune ricerche potrebbero contenere errori,
è per questo che si sta studiando tutto nei minimi dettagli.


Effettivamente, dell'invermictina si parlava già nella scorsa primavera,
quando anche noi ci siamo occupati della notizia a cura della collega Giorgia Baroncini (clicca qui per il pezzo),
in cui ricercatori australiani della Monash University di Melbourne, in collaborazione con il Doherty Institute,
hanno testato questo farmaco in grado di uccidere il Covid-19 in sole 48 ore.

Negli studi condotti dai ricercatori sulle colture cellulari, era stato scoperto
che l'invermectina riusciva ad eliminare la carica virale del virus, appunto, in sole 48 ore.

Quello australiano è stato, però, uno studio preclinico ed in provetta
motivo per cui non si è ancora arrivati a dimostrare l'efficacia sull'uomo.

I ricercatori inglesi, come accennato all'inizio, hanno messo insieme questi studi
per cercare di capire se il farmaco funziona davvero ed accelerare, così, le procedure di approvazione per la cura al Covid-19.

Anche il Prof. Remuzzi, Direttore dell'Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano,
in un'intervista al Corriere, aveva definito "interessanti" i risultati ottenuti dai ricercatori australiani su questo farmaco.

Attualmente, però, l'unico antivirale approvato a livello globale
per il trattamento di questa malattia è il remdesivir della Gilead Sciences
che ha mostrato un certo beneficio nell'accorciare i ricoveri ospedalieri,
ma nessun chiaro effetto sulla mortalità o sulle cariche virali
né una misura di quanto il virus circola nel flusso sanguigno di un paziente.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Che porcheria. Non lo dico perchè indagato, ma perchè lo nominano e deve andare in pensione a marzo.

Le vittime del Ponte Morandi non trovano pace ed è come se lo Stato facesse di tutto per disonorare il loro nome.


E oggi un'altra figuraccia del governo che macchia la memoria delle 43 persone morte nel Polcevera. Un nome: Roberto Ferrazza.


Ai più non dice nulla, ma questo signore fa parte di quegli oltre 70 indagati.

Ferrazza è un architetto ed è attualmente provveditore interregionale per le opere in Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria.

Il suo nome compare a pagina 43 dell'atto numero 241 che il governo ha sottoposto al parere della Camera dei deputati.

È lo schema del decreto che individua le opere pubbliche da commissariare e i nomi dei commissari.

Tra i quali, appunto, quello di Ferrazza. Un indagato per il crollo del Morandi.


A lui, in qualità di commissario, verrebbero affidate la ristrutturazione della caserma Ilardi di Genova
e una serie di altre ristrutturazioni di commissariati e caserme a Torino.

È pur vero che l'iscrizione nel registro degli indagati non preclude la nomina a commissario
(Ferrazza, come riferiscono sempre fonti di governo «è indagato per omesso controllo, non è rinviato a giudizio»).


Eppure, il ministero dei Trasporti non è sempre stato accondiscendente nei confronti di Ferrazza.

Nominato a capo della commissione d'inchiesta sul crollo del viadotto
dall'allora ministro Danilo Toninelli, il 23 agosto 2018, pochi giorni dopo la sciagura, viene rimosso.

Per generici «motivi di opportunità», si disse.


Ferrazza rilascia un'intervista al Corriere della Sera dove denuncia la congiura nei suoi confronti.

Oggi ritorna in auge.

L'Huffington Post riferisce che fonti di governo dicono che
«sulle opere del ministero degli Interni, abbiamo concordato con la ministra Lamorgese
che i poteri venissero assegnati ai provveditori dove territorialmente si trovano le caserme.
Ferrazza è provveditore per le opere pubbliche della Liguria».

Conte e soci ribadiscono che la nomina di Ferrazza è legata proprio al suo incarico attuale,
quello di provveditore delle opere pubbliche in Liguria.


E aggiunge che andrà in pensione a marzo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Pensa un po'. La stranezza, vero ?


.........la frase del rais sarebbe una premonizione dell’attuale emergenza coronavirus.

Gheddafi cioè avrebbe anticipato i tempi e già 11 anni prima della comparsa del Covid-19
è stato in grado di prevedere cosa sarebbe accaduto negli anni a venire.

Il discorso da cui sono state estrapolate le sue parole è quello da lui tenuto in sede di assemblea dell’Onu a New York nel settembre 2009.

Si tratta di uno degli interventi più sentiti dallo stesso rais e che meglio può sintetizzare il suo repertorio retorico/politico.

Per la prima (e ultima) volta si trovava negli Stati Uniti, sapeva che tutti gli altri leader lo stessero ascoltando
e aveva davanti una platea mondiale in cui esternare il proprio pensiero politico.

Un’occasione unica per Gheddafi, che ha infatti parlato per un’ora e mezza,
stravolgendo la scaletta della seduta assembleare e spesso non ha prestato attenzione ai suoi stessi appunti,
andando a braccio e parlando in alcuni passaggi direttamente con il suo dialetto arabo – libico.


Di quell’intervento AfricaNews ha ancora in archivio la sua trascrizione integrale in inglese.


Andando alla parte relativa ai virus, un primo cenno all’argomento è stato fatto all’inizio
quando ha dichiarato che “forse l’influenza H1N1 era originariamente un virus creato in laboratorio di cui si è perso il controllo”.

Una frase contenuta in un passaggio del suo discorso dove parlava delle sfide da affrontare per la comunità internazionale.

Tra quelle sfide,
vi erano anche le epidemie e da qui il suo riferimento all’influenza da virus H1N1,
per la quale pochi mesi prima l’Oms aveva dichiarato la pandemia.


Successivamente Gheddafi è tornato su quell’argomento:

“Forse domani ci sarà l’influenza dei pesci, perché a volte produciamo virus controllandoli. È un’attività commerciale.

Le aziende capitaliste producono virus in modo che possano generare e vendere vaccinazioni.

Questa è un’etica molto vergognosa e povera. Vaccinazioni e medicine non dovrebbero essere vendute”.



“Nel Libro Verde – ha poi proseguito – sostengo che i farmaci non dovrebbero essere venduti o soggetti a commercializzazione.

I farmaci dovrebbero essere gratuiti e le vaccinazioni fornite gratuitamente ai bambini,
ma le società capitaliste producono virus e vaccinazioni e vogliono realizzare un profitto.

Perché non sono gratuiti? Dovremmo darli gratuitamente e non venderli”.


La morte violenta del rais due anni dopo quel discorso ha aggiunto, agli occhi di molti,
una certa suggestione nel leggere le sue parole sull’argomento relativo ai virus.

L’immagine di un Gheddafi come “uomo scomodo” della scena internazionale ha in poche parole aggiunto
una certa drammaticità al suo passaggio dedicato alle epidemie.

Il suo riferimento era alla pandemia da H1N1 in corso in quel momento.

E il suo discorso è stato incentrato a una critica verso il modo di gestione della sanità da parte delle multinazionali.

Un argomento caro al rais e su cui spesso anche in precedenza si era soffermato.


La visione sociale di Gheddafi prevedeva infatti farmaci e vaccini gratuiti per la popolazione,
con il settore sanitario non soggetto a privatizzazioni e commercializzazioni.

Da qui anche la sua provocazione in riferimento ai virus come arma batteriologica o come prodotti commerciali delle case farmaceutiche.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il presidente della Regione Lazio e segretario del PD Nicola Zingaretti è indagato,

insieme all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato per abuso d’ufficio

nell’ambito di un’inchiesta riguardante le nomine dei dirigenti ASL



L’inchiesta coinvolge una decina di persone.


Il fatto di trovarsi ai vertici di un ente così complesso viene ad esporre il presidente a rischi legali elevati.

Fatto questo però sorgono due problemi di carattere politico:


a) Di Battista, esponente della cosiddetta “Opposizione interna” del M5s , non si sa se esistente o meno,
ha sempre affermato che si potevano cercare i responsabili, anche accettando chi aveva violato il “Vincolo di mandato”
purchè non si facessero patti con gli indagati.
Posizione più che legittima, ma adesso che dice, visto che il leader del partito alleato è indagato
e non per questioni di carattere ideologico, come è successo a Salvini con le accuse di sequestro di persona delle navi migranti,
che cosa dirà ora il buon Dibba?

Farà buon viso a cattivo gioco e dirà che, se a essere indagato è un alleato, va tutto bene ?



b) Ieri è giunta la notizia che il segretario dell’UDC, Lorenzo Cesa, era indagato per una questione calabrese.

Cesa era noto per voler tenere l’UDC ben agganciato al centrodestra.

Non è che ora la Magistratura, a suon di avvisi, vuole disegnare il prossimo governo?


Perchè “A pensar male si fa peccato….”


Comunque nei prossimi giorni la crisi dovrà avere una svolta: o Conte porta nuovi senatori o ci sarà una bella discussione nell’attuale maggioranza.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ormai è evidente che Conte non vuole lasciare la delega dei Servizi segreti, anche se è obbligato alla scelta.

Si era parlato di una cessione della stessa al segretario generale Roberto Chieppa, suo fedele valletto,
ma la sua convocazione al COPASIR in relazione agli ultimi pasticci legati al finto hackeraggio di Palazzo Chigi e ad altre vicende ha interrotto il passaggio.


Quindi Conte ha deciso di cedere la delega ai servizi segreti a Pierto Benassi,
che diventa sottosegretario alla PdC con delega ai servizi.

Benassi, ex ambasciatore a Berlino, già quinta colonna merkeliana nel governo giallo-verde
e che ha confermato la sua presenza nel passaggio di potere.

Praticamente il nuovo responsabile dei servizi segreti è l’anello di congiunzione di Berlino con Roma,
e, pur essendo persona abile, viene a segnare ulteriormente la nostra sottomissione politica a Berlino,
l’incapacità del governo Conte di sostenersi senza un appoggio esterno.


Conte , in modo sempre più evidente, non è che l’ennesimo gauleiter che guida in nostro paese telecomandato da Berlino,
anche se talvolta questa si maschera dietro la supertedesca Bruxelles.

Proseguendo su questa strada, con un Leuropeismo d’accatto che si sente sempre più proclamato a parole, ma disdegnato nei fatti,
il governo ci metterà mani e piedi nelle mani di un potere esterno e mutevole, senza alcun interesse per il benessere dei nostri cittadini,
ma solo dedicato al saccheggio, come indicano i continui appelli all’Imposta Patrimoniale.


La nomina di Benassi non è che un altro passo su questa strada.
 

Val

Torniamo alla LIRA
C’è qualcosa che non va nel vaccino Pfizer e che potrebbe essere legato anche i rallentamenti nelle consegne.

L’EMA si è resa conto che alcuni lotti del vaccino sarebbero di qualità inferiore,
e perfino Israele si è lamentata per la diminuita efficacia della prima iniezione.

Che il vaccino sia “Annacquato?

Oppure c’è qualche problema in più?


Becchi e Tarro su NP ci forniscono una loro spiegazione sia del funzionamento dei vaccini RNA Pfizer e Moderna.


Ma come funzionano i “vaccini” di Pfizer e Moderna che ora vengono impiegati in Italia?

La tecnica di iniettare non un virus ma frammenti di RNA messaggero (mRNA)
consiste nell’utilizzare una molecola speculare al Dna del virus
per la produzione delle proteine costituendi la particella virale
che ha il fine di indurre la glicoproteina “spike” del coronavirus,
che viene usata per i recettori Ace2 delle cellule bersaglio
al fine di produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA.

Viene quindi stimolata la produzione di anticorpi specifici come le immunoglobuline
nei riguardi di questi antigeni specifici virali per stabilire l’immunità del soggetto vaccinato.

Si tratta dunque una nuova terapia genica, mai utilizzata prima d’ora,
basata sua molecola che contiene le istruzioni per la sintesi nell’organismo umano
di nuove proteine le quali dovrebbero permettere di resistere meglio all’attacco dello stesso virus.


Questa nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino entrata da tempo nell’uso?


Insomma, stanno vaccinando o stanno sperimentando su vastissima scala un nuovo farmaco?


La nuova tecnica può essere considerata compatibile con la definizione di vaccino come “mezzo biologico”,

mentre qui si tratta di un nuovo farmaco basato su frammenti di una molecola speculare al Dna?


Sono domande lecite e non si dica che la “scienza” abbia già fornito le risposte,
perché la “vera” sperimentazione di questo nuovo farmaco comincia adesso con le vaccinazioni.



E solo tra diversi anni, forse, sapremo che effetti ha prodotto.


Non è vero, si obbietta, ci sono stati i trial clinici che hanno consentito l’approvazione del farmaco.

Ci sarebbe molto da dire al riguardo, ad esempio che essi non includevano
pazienti con malattie acute o instabili e pochi erano i soggetti volontari over ottanta.

Inoltre la produzione del vaccino genico è iniziata ben prima dei risultati dei trial.


Infine il dottor Peter Doshi, scienziato dell’Università del Maryland, il 4 gennaio 2021


ha pubblicato sul British Medical Journal, come anche riportato dal New York Times,

uno studio sui vaccini della Pfizer e Moderna che tra l’altro riporta l’efficacia dal 19 al 29%


e non al 95% come da loro affermato.


Insomma, persino sull’efficacia sono stati avanzati dubbi.

Ma il problema più grande – a nostro avviso – riguarda la sicurezza di questi “vaccini”.


Chi può oggi escludere che questi “vaccini” non possano indurre una risposta infiammatoria non specifica
nei riguardi dell’mRNA che aumenta la risposta specifica ed immune?

Sappiamo che nel caso di una infezione virale che infetta i linfociti, produttori degli anticorpi,
vengono sintetizzate nuove proteine umane chiamate fattori di trascrizione.

In altre parole, alcune regioni del genoma del virus si legano al genoma delle cellule umane.

Questa unione virale con i fattori di trascrizione umana modificano l’espressione dei geni virali vicini.

Si è visto di recente che viene messo in opera un meccanismo di attivazione di alcuni geni umani associati
che predispongono al rischio di malattie autoimmuni, come il lupus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide,
le malattie infiammatorie intestinali, il diabete di tipo 1, l’artrite idiopatica giovanile e la malattia celiaca.

Inoltre, nei soggetti in età fertile l’RNA messaggero potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni
o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrà essere in grado di escludere.


Non è forse questa la ragione per cui questo tipo di vaccino viene sconsigliato alle donne incinte,


come pure viene sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione?

Ma allora perché non sconsigliare questo farmaco non solo alle donne incinte ma anche ai soggetti in età fertile?


Ora però dopo quello che è successo in Norvegia in questi giorni pare che anche per gli anziani ci siano problemi.

In Norvegia si sta cercando di approfondire il decesso di 23 persone anziane che sono decedute dopo il “vaccino”
contro il coronavirus prodotto dalla Pfizer – BioNtech.

Si presume che gli effetti collaterali comuni possano contribuire ad un peggioramento delle patologie gravi nelle persone anziane.

Tali decessi hanno fatto sì che il “vaccino” Pfizer non venga più inoculato in Norvegia nei pazienti anziani “molto fragili”


evidentemente perché c’è il sospetto che il vaccino dia loro il colpo di grazia.


Anche negli Stati Uniti ci sono già 55 morti avvenute dopo l’uso di vaccini che utilizzano l’RNA messaggero.



Dobbiamo correre tutti questi rischi di fronte ad un farmaco approvato in fretta e furia,

che al momento ci viene di fatto imposto come unico vaccino, anche se propriamente non è un vaccino?


Un vaccino inventato da una piccola azienda tedesca biotecnologica, sino a ieri con i conti in rosso,
che da tempo senza successo lavorava su quella molecola RNA per altri fini
e che ora grazie all’americana Pfizer (seconda tra le Big Pharma mondiali) si è trasformata nel “viagra” dei vaccini?


Un “vaccino” che garantisce una breve immunità individuale e che quindi dovrà essere ripetuto a distanza circa di un anno,

e che tra l’altro non è neppure in grado di impedire agli stessi vaccinati la trasmissione del virus?


E ancora, perché l’Italia non ha prodotto un suo vaccino a virus inattivato o a vettore virale
e invece dobbiamo diventare le cavie di Pfizer, con il rischio, tra l’altro, di non avere nei tempi prescritti
la seconda dose del vaccino che è indispensabile per la sua efficacia?


Perché non offrire ai cittadini italiani la possibilità di scegliere tra un vaccino tradizionale e questo nuovo farmaco?



Perché il 25 % dei medici o forse più, non vorrebbe fare il Pfizer o il Moderna?



Un altro problema, messo in evidenza da News Medicine,
è invece legato alle varianti mutate del Covid-19 che stanno apparendo, come è naturale, a più di un anno dalla diffusione del virus originari.


Da quanto riportato l’efficacia del vaccino Pfizer è molto inferiore contro la variante B.1.1.7,

quella altamente contagiosa e già identificata in Sud Africa, Brasile ed in altri 50 stati
.


Il prof. Ravindra Gupta dell’università di Oxford ha fatto questa specifica osservazione,
ma ha anche messo in evidenza che una certa copertura dovrebbe essere attiva.

Vaccini così mirati come il Pfizer ed il Moderna rischiano di essere eccessivamente mirati e quindi di essere resi inutili da complesse mutazioni del virus.
 

Val

Torniamo alla LIRA
E noi saremmo da zona rossa ?

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