in Piemonte di COTA (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
"Sanità, il pericolo è la privatizzazione di fatto. Ecco come...".


Intervista a Eleonora Artesio


(4 Maggio 2013)

Eleonora Artesio è consigliere regionale Federazione della Sinistra in Piemonte.

media.php


Cosa sta accadendo in Piemonte per quanto riguarda la privatizzazione della sanità?
La situazione piemontese ha delle caratteristiche originali. E’ l’unica regione del nord sottoposta ad un piano di rientro e quindi si trova in una situazione di controllo sulle azioni di rientro del piano sanitario a cui partecipano soggetti come il ministero della Sanità. A questo la Giunta ha associato l’assegnazione di alcune competenze ad una figura esterna al mondo dei servizi pubblici, cioè un manager della Fiat Iveco. L’operazione che questo assessore ha fatto è stata quella di nuova architettura istituzionale in cui compare un livello intermedio tra le aziende sanitarie e la Regione, ovvero la federazione sovrazonale.

Invenzione pura. Come è stata giustificata?
Questa operazione è stata giustificata con l’idea di dare la gestione, nelle aree no core, dai magazzini all’amministrazione tanto per intenderci, ad amministratori delegati nominati dalle aziende sanitarie che rispondessero direttamente all’assessore. Quindi, si pone da subito un problema di democrazia e di regole, perché i direttori rispondono direttamente alla Regione ma, dall’altro lato rispondono alle conferenze dei sindaci che intervengono sulla definizione delle priorità e valutano l’operato dei direttori generali. Queste nuove figure, ivnece, rispondono solo al proprio consiglio di amministrazione. Così si salta il controllo sociale. E la questione che ha preoccupato molto rispetto alle prospettive future era il fatto che in capo a queste federazioni ci fossero nuove modalità organizzative, dal project financing al partenariato con il privato puro che interviene nel campo dell’informatica, dei trasporti della gestione dei magazzini. In qualche modo è stata ipotizzata una sorta di ingresso di quella imprenditoria che del mondo sanitario non si è mai occupata, eppure sbandiera lo slogan del “privato è bello”. Un modello diverso dalla Lombardia, vorrei sottolineare, che invece ha un rapporto con un erogatore di cura privato. Questo tipo di privato che si sta affacciando all’interno del sistema piemontese è un privato a prescindere, che non ha la cura della sanità ma dei processi organizzativi, sui quali sottrae gestione e direzionalità. Tutto entra nel calcolo dei budget del consiglio di amministrazione.

Un modello complesso, però…
Non è finita, perché a questo hanno associato il fondo immobiliare. Ad un certo punto è cominciata a crescere con la scusa della ricerca delle risorse aggiuntive a causa dei tagli la possibilità che un modo per risolvere la crisi di liquidità potesse essere il fondo immobiliare: 66% dal pubblico e il 33% dal privato. Il pubblico, le aziende sanitarie; e il privato, fondazioni bancarie e assicurazioni sanitarie. Il fondo immobiliare prende le garanzie dal patrimonio asl, che in questo modo avrebbero dovuto avere in cambio quote di partecipazione. Ovviamente poi le aziende stesse avrebbero dovuto pagare un canone di locazione per il le strutture. Il vantaggio accampato è che le asl avrebbero avuto risorse subito.

Una cosa molto simile sono le cartolarizzazioni.
Simile, sì, ma non è la tessa cosa. La cosa che però oltre ad avere questo aspetto inedito inquietava è che in capo al fondo immobiliare si sarebbero messe anche le funzioni legate alla gestione del patrimonio. Quindi di nuovo una operazione per cui ad occuparsi di ampliamento e cura degli edifici fino alle tecnologie non sarebbe stato il direttore generale ma un altro ente, del tutto opaco rispetto al rapporto con i cittadini. Tutta questa vicenda ha livelli di realizzazione diversi. Le federazioni sono nate un anno fa, e stanno ricevendo una resistenza passiva da parte del personale sanitario di tutti i livelli. Tanto che la resistenza passiva sta provocando dei costi aggiuntivi, e il ministero ha messo in mora il Piemonte chiedendo di giustificare quale profitto trae da una operazione del genere. Sul fondo immobiliare, la parola d’ordine della vendita degli ospedali ha suscitato immediatamente l’opinione contraria dei cittadini che ovviamente sono attaccati ai loro ospedali.

E questo ha bloccato il processo?
Non arriveranno a metterlo in campo, tanto è che la stessa Giunta sta tergiversando. L’assessore se ne è andato un mese fa sbattendo la porta contro la politica. L’accusa è di incapacità a governare i costi.

Vuol dire che la privatizzazione fa un passo indietro?
Non direi. In mezzo c’è quello che accade nel quotidiano sul piano della qualità dei servizi. E che riguarda una convinzione che ho, e basta vedere i dati. Cioè che con questa riduzione costante dei trasferimenti non saremo più in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza. Dentro questo quadro c’è una grande ipocrisia. Nella riforma del titolo quinto sono stati definiti sì i livelli e quindi gli obblighi di chi fornisce il servizio, ma quello che è saltato però è il rapporto tra le risorse trasferite e la garanzia del rispetto di questi livelli essenziali. A ogni riduzione si è sostenuto che sì le risorse erano minori e il trend concordato nel patto con la salute della crescita del 3-4% annuo si è interrotto ma non bisogna preoccuparsi perché si sta incidendo su sprechi e inefficienza. E’ ragionevole ragionare che nelle macro organizzazioni ci possono essere delle inefficienze ma a volte la dispersione è in qualche modo nello svolgimento del servizio stesso quando, per esempio, la popolazione stessa è distribuita su un’area ampia. o casi particolari come le malattie professionali particolari. Tutto questo quando parlano di sprechi può essere raccontato, come la vicenda della siringa. Il problema è che governare gli sprechi vuol dire guardarli da vicino. La realtà, alla fine, è che se lo fai a distanza di fatto usi il taglio lineare della spesa e l’unica cosa che ti succede è che gli sprechi non li riduci e così metti a rischio la qualità dei servizi.

Per esempio?
Hanno bloccato il turn overe con la perdita di 2.750 unità lavorative nel combinato disposto di tagli e piani di rientro. E la ricerca che fine fa? E le eccellenze? E questo è stato sbandierato come un risparmio di 25 milioni. Si sono prodotte le liste di attesa, non quelle classiche di diagnostica ma quelle del ricovero per anziani e non autosufficienti. Persone che da due anni hanno avuto la certificazione e che invece stanno pagando la loro assistenza e siamo a quota 30mila in lista di attesa.

Ecco, siamo al punto credo…
In questa vicenda qui mi son dovuta ricredere sui criteri di interpretazione del rapporto pubblico-privato. Dentro la spending review c’è anche una ricontrattazione dei contratti con la sanità privata. Il privato accreditato si è visto ridurre del 5% la remunerazione. Quindi, pensare che i tagli rappresentino il favore verso il privato non è l’interpretazione più giusta. Il problema è che è possibile che il privato raccolga una domanda che non è più soddisfatta nel pubblico, che non riesce più a garantire i livelli minimi. E questo lo vediamo abbastanza sui ticket. Quando il governo fece a giugno il mancato rimborso e quindi obbligò le Regioni ad aumentare i ticket quello che venne fuori è che il cittadino va con la sua prescrizione con la ricetta e si sente dire dal privato che se viene con il sistema convenzionato pagherà la tua quota parte ma se viene privatamente pagherà solo 10 euro in più. Questo movimento sposta verso la gestione privatistica, non c’è dubbio. Il privato sta recuperando gli spazi, che nella spending review sono stati tagliati, in una sorta di competizione nell’offerta con il pubblico e l’obiettivo è il cittadino che paga di tasca sua. Aumenterà tutta questa parte di popolazione che finché può paga. Magari si può anche cominciare a pensare che su questo modello si può innescare quello delle coperture assicurative. L’ingresso di un sistema assicurativo nella sanità perché ormai si dà per scontato che i lea non saranno più garantiti e quindi le persone che possono assumono su di sé l’onere, sta nei mumeri.

Fabio Sebastiani - controlacrisi.org


 

tontolina

Forumer storico
DERIVATI: si fa fallire una regione perché non si conosce l’inglese?

Scritto il 8 luglio 2013 alle 12:42 da Dream Theater
Logo_PiemontePassionMore4C.jpg
Questa è la motivazione e la tesi difensiva che hanno indotto in errore il responsabile alle Finanze della Regione Piemonte che, nel 2005, firmò i contratti derivati per le coperture sui tassi. Purtroppo il Dott. Peveraro non conosceva bene l’inglese e quindi ha firmato sulla fiducia…. Complimenti….

Ci sono delle notizie che a volte sono realmente tragicomiche. Però rappresentano quello che è l’Italia. Un paese che è sempre stato governato da una banda di incapaci, che ha sempre fatto di tutto per poter godere di soldi e di privilegi e che ha sempre messo in secondo piano l’interesse pubblico.
E se poi alla malafede ci aggiungiamo anche l’incompetenza, signori, siamo a posto.
Ma non dimentichiamo MAI che indirettamente TUTTI siamo responsabili, avendoli votati e spesso confermati al loro posto.
Da buon piemontese non poteva sfuggirmi questa notizia, che per certi versi era nota da tempo, ma non sotto questa sfaccettatura.
La fonte è Bloomberg e quindi possiamo considerarla autorevole.
Piedmont Says Official Signed Swap in Language He Couldn’t Read

The official in the Italian region of Piedmont who signed interest-rate swaps with Dexia Crediop SpA and Intesa Sanpaolo SpA (ISP) didn’t speak English well enough to understand the contracts, according to the region’s documents at a London court hearing.
Piedmont, which says it was wined and dined by the banks, signed swaps to cover its interest-rate exposure on a 1.8 billion euro ($2.3 billion) bond issue in 2006, and hasn’t made payments since January 2012, the two Italian banks said in court documents. Dexia and Intesa asked a U.K. court to order immediate repayment of about 36 million euros without the need for a trial.
The province argued the swap isn’t valid under Italian law and contained hidden profits for the banks. Its head of finance in 2006 “spoke very limited English such that he could not possibly have been expected to read and understand the complex agreements which he was executing,” it said in documents.
Italian local governments from Piedmont to the southernmost region of Sicily have lost money on derivatives they bought to adjust interest payments on borrowings. A judge in Milan in December convicted bankers and firms including Deutsche Bank AG, JPMorgan Chase & Co. (JPM) and UBS AG (UBSN) of fraud over deals with hidden charges.
Spokesmen for Dexia and Intesa in Italy declined to immediately comment. Andrew Wass, a U.K. lawyer for Piedmont didn’t immediately respond to an e-mail seeking comment.


Scusatemi ma questo è veramente troppo.
Volete farmi credere che il funzionario della regione Piemonte che sottoscrisse alcuni contratti derivati, nel 2006, non parlava inglese abbastanza bene da comprendere la complessità dei contratti che aveva firmato e quindi per questo motivo, una Regione è praticamente FALLITA?

Ci sono quindi degli sprovveduti tali che firmano atti pubblici di così enorme importanza SENZA sapere cosa stanno facendo?

Ma signori, ci rendiamo conto?

Poi per carità, magari ci si attacca a tutto per cercare di rendere nullo un contratto di ben 1.8 miliardi di Euro in derivati che la giunta Bresso firmò con Merrill Lynch, Dexia Crediop e Intesa Sanpaolo. Ma io non posso accettare che un ruolo pubblico di tale importanza sia espletato con tale superficialità. Ma alla fine… si può conoscere il nome di questo personaggio?
picture


Certo, siamo d’accordo sulla dubbia eticità di tali contratti , che tra le altre cose contenevano clausole nascoste che avevano garantito 54 milioni di euro di ingiusti profitti alle banche. Però resta il fatto che certi episodi restano INACCETTABILI. Per una carenza culturale…fallisce una regione? Ma per favore….
Piccola curiosità. Dicevamo… volete sapere chi era il signore che non sapeva l’inglese ma firmava contratti derivati come se si trattasse di banali formalità? Andando a vedere la composizione della giunta Bresso, direi che il colpevole è ovviamente il responsabile al bilancio e finanza, il vice presidente Paolo Peveraro. Un consiglio… ma no, cosa devo consigliare…La prossima volta però, se proprio si è in difficoltà, facciamoceli fare in piemontese questi contratti derivati!!!
 

tontolina

Forumer storico
nella spèeranza che la Compagnia della Bresso non abbia intascato mancette presso le varie fondazioni........

insomma non vorrei che intascassero privatamente tramite finanziamenti al partito in cambio firmare contratti derivati capestro a danno della regione!


08 LUG 2013 09:52 1. “DERIVATI? ERANO IN INGLESE, NON CAPIVAMO”! L’ULTIMA, OSCENA, RIDICOLA DIFESA DELLA REGIONE PIEMONTE SPUTTANATA DA ANTONIO RIZZO (SUPERBONUS): “I VARI MERCEDES BRESSO SAPEVANO BENISSIMO COSA STAVANO FACENDO QUANDO SOTTOSCRISSERO I CONTRATTI DERIVATI CON LE TRE BANCHE MERRIL LYNCH, DEXIA ED INTESA SAN PAOLO. LO SO PERCHÉ NE PARLAI PRIMA CON L'ASSESSORATO SUSTA, CHE AVEVA DELIBERATO L'OPERAZIONE, E POI CON PAOLO PEVERARO CHE GLI ERA SUCCEDUTO NELL'INCARICO” - 2. ANCORA: “GLI ASSESSORI ED IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NON ERANO SPROVVEDUTI, SAPEVANO BENISSIMO QUELLO CHE STAVANO FACENDO ANCHE PERCHÈ LO SPONSOR DELL'OPERAZIONE ERA ENRICO SALZA, PRESIDENTE DEL SAN PAOLO E GRANDE SPONSOR DELLE GIUNTE TORINESI DI CENTROSINISTRA. IL GIOCO ERA SEMPRE LO STESSO: SPOSTARE I DEBITI ALLE GENERAZIONI FUTURE E SPENDERE IL PIÙ POSSIBILE PER MANTENERE IL CONSENSO” -

1. “DERIVATI? ERANO IN INGLESE, NON CAPIVAMO”! L’ULTIMA, OSCENA, RIDICOLA DIFESA DELLA REGIONE PIEMONTE


1. DERIVATO ALLA PIEMONTESE
Superbonus (Antonio Rizzo) per Dagospia

ANTONIO RIZZO La Regione Piemonte sapeva benissimo cosa stava facendo quando sottoscrisse i contratti derivati con le tre banche Merril Lynch, Dexia ed Intesa San Paolo. Lo so perché ne parlai prima con l'assessorato Susta, che aveva deliberato l'operazione, e poi con Paolo Peveraro che gli era succeduto nell'incarico. Peveraro era inoltre stato assessore al bilancio del Comune di Torino dove aveva già sottoscritto derivati per centinaia di milioni con perdite enormi e relative ristrutturazioni.
Merrill Lynch Tutto si può dire della Regione Piemonte tranne che fossero degli sprovveduti, Mercedes Bresso da Presidente del Provincia aveva anche lì sottoscritto derivati per un centinaio di milioni con Merrill Lynch ottenendo di spostare in avanti i pagamenti dei mutui contratti con la Cassa Depositi. Allo stesso modo il derivato della Regione Piemonte sposta in avanti i debiti della Regione come spiegò Nicola Porro su Il Giornale (
Gara sospetta, prestito inutile: la finanza creativa del Piemonte - IlGiornale.it).
Dal 2017 la Regione si troverà a pagare 100 milioni di ammortamento invece dei 10 che paga attualmente, una stangata non sopportabile per le casse della più malmessa delle Regioni del Nord.
Gli assessori ed il Presidente sapevano benissimo quello che stavano facendo anche perchè lo sponsor dell'operazione era Enrico Salza, presidente del San Paolo e grande sponsor delle giunte torinesi di centrosinistra. Il gioco era sempre lo stesso: spostare i debiti alle generazioni future e spendere il più possibile per mantenere il consenso.
logo intesa san paolo Ora il Presidente Cota pretende di non pagare le banche che hanno realizzato il derivato adducendo che "i contratti erano in inglese e l'assessore dell'epoca non li capiva". In realtà l'assessore e la Presidente furono più volte messi in guardia dal dirigente al bilancio di allora, dalle banche e dai giornali ma preferirono andare avanti incuranti, anzi la Bresso querelò anche Nicola Porro (denuncia poi ritirata). Cota non ha evidentemente il coraggio di chiedere i danni agli amministratori precedenti e preferisce tentare l'impervia strada di non pagare le banche che hanno solo fatto il proprio lavoro.
In ogni caso i debiti della Regione esploderanno a partire dal 2017, Cota lo sa o fa finta di non saperlo come i suoi predecessori? Di certo lui è tutti gli amministratori locali che hanno a che fare con i derivati posso dormire sonni tranquilli, se il Ministero delle Finanze mantiene la massima opacità sui conti anche gli Enti Locali possono farlo, pagheranno i posteri e solo loro, gli amministratori hanno la scusa di non conoscere l'inglese!
Regione Piemonte
2. DERIVATI, «ERANO IN INGLESE, NON CAPIVAMO»
L'ULTIMA DIFESA DELLA REGIONE PIEMONTE - L'EX GIUNTA BRESSO DECISE DI FINANZIARSI EMETTENDO SUL MERCATO 1,8 MILIARDI DI BOND, PROTEGGENDOSI CON STRUMENTI "DERIVATI"

Arcangelo Rociola per Corriere Economia - corriere.it
Contratti troppo complessi per essere compresi. In inglese per giunta che, sarà pure la lingua degli affari e della globalizzazione, ma Oltremanica non sempre può trovare amministratori in grado di masticarla adeguatamente. Non in Piemonte per esempio. Ed è questa la linea difensiva che, secondo l'agenzia di stampa Bloomberg, la regione ha deciso di adottare a Londra, dove in tribunale le si oppongono le banche Dexia e Intesa Sanpaolo.
Enrico Salza LA STORIA - I fatti risalgono al 2006. Allora la giunta di centrosinistra guidata da Mercedes Bresso decise di finanziarsi emettendo sul mercato 1,8 miliardi di obbligazioni. Per proteggersi da eccessive variazioni dei tassi di interesse dei titoli di debito, la regione firmò con le banche Merrill Lynch, Dexia e Intesa Sanpaolo alcuni contratti di derivati, strumenti di ingegneria finanziaria che scommettono sulle variazioni del mercato cercando di limitare le perdite in caso di impennata dei tassi di interesse.
NICOLA PORRO La regione Piemonte però la sua "scommessa" l'ha persa, trovandosi a pagare interessi molto alti sui propri bond. Dal gennaio 2012 ha smesso però di pagare le rate alle tre banche sostenendo di essere stata truffata. Secondo la regione, gli istituti di credito non avrebbero fatto tutto il necessario affinché quei contratti fossero compresi prima della firma. Con Merrill Lynch il 25 giugno è stato trovato un accordo privato. La cifra non è stata resa pubblica, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni. Dexia e Intesa invece chiedono alla regione l'immediato pagamento dei 36 milioni dovuti. La regione fa muro. Prima ha tentato di fare causa alle banche in sede amministrativa.
Cota e Mercedes Bresso al seggio IL PROCESSO A LONDRA - Ma il Tar si è detto non competente in materia. Poi il trasferimento della causa nella City. Secondo quanto riporta Bloomberg nelle carte depositate a Londra i legali dell'ente scrivono che quel contratto in Italia non era valido, e conteneva clausole nascoste che hanno permesso alle banche guadagni irregolari. Oltre al fatto che l'allora assessore al Bilancio «parlava un inglese molto limitato e non ci si poteva aspettare che leggesse e capisse l'accordo che stava mettendo in atto».
I CASI ANALOGHI - Il peso dei derivati nei bilanci ancora preoccupa molti enti pubblici. In Puglia, in Sicilia, nel Lazio , ma anche in grandi comuni come Milano. E lo scontro con le banche è arrivato nei tribunali.
Mercedes Bresso e Roberto Cota Nel 2010 i magistrati di Bari avevano chiesto ai banchieri di Merrill Lynch che i contratti comprendano «un allegato in lingua italiana con l'indicazione esplicita del valore equo alla data di sottoscrizione e la descrizione analitica degli elementi di base nei quali è scomponibile il portafoglio finanziario», nell'ambito di un'inchiesta in cui si ipotizzava il reato di truffa aggravata ai danni della regione Puglia (e anche in quel caso l'ex assessore regionale al Bilancio, Rocco Palese, si giustificò adducendo la presunta complessità della lingua inglese).
Lo scorso febbraio invece il tribunale di Milano ha condannato in primo grado quattro grandi banche straniere (Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs e Jp Morgan) per aver truffato il comune che, secondo i giudici, non aveva le competenze adeguate per comprendere i contratti che aveva sottoscritto.
 

tontolina

Forumer storico
Derivati, il Piemonte pagherà 36 milioni alle banche

Derivati, il Piemonte pagherà 36 milioni alle banche


Di Redazione IBTimes Italia | 16.07.2013 19:40 CEST
La regione Piemonte è stata condannata da un tribunale di Londra al pagamento di 36 milioni di euro nei confronti di Dexia Crediop e Intesa Sanpaolo a causa di un contenzioso relativo a contratti derivati, nella fattispecie interest-rate swap.




Le due banche avevano fatto ricorso alla Corte di Londra nel 2012, dopo che il Piemonte aveva deciso di interrompere il pagamento delle rate relative un prestito obbligazionario da 1,85 miliardi risalente al 2006, su cui aveva costruito una posizione derivata.


Il giudice Henry Eder ha detto che il Piemonte non avrebbe risposto in tempo alle richieste di pagamento fatte dalle due banche italiane, e che le accuse alle controparti di aver attuato pratiche non corrette nel corso della transazione sono state vaghe e oscure.


La Regione si è difesa affermando che il suo direttore finanziario non aveva una sufficiente conoscenza della lingua inglese, e che dunque avrebbe firmato i contratti senza sapere esattamente quali sarebbero state le conseguenze dell'obbligazione, fatto di cui le banche avrebbero approfittato occultando commissioni per 54 milioni di euro.

I contratti, inoltre, non sarebbero validi secondo il diritto italiano.
A giugno il Piemonte aveva chiuso un contenzioso simile con Merrill Lynch attraverso un accordo di cui non sono stati rivelati dettagli.
L'uso di contratti derivati per gestire meglio la finanza, sia statale che locale, è pratica diffusa in tutto il Paese ed è un modo per gestire e limitare i rischi ed evitare di subire salassi dovuti all'andamento dei mercati (nel caso degli interest-rate swap per scambiare tassi fissi con tassi variabili e viceversa, per approfittare di un mercato favorevole o per limitare i danni in uno sfavorevole). Gli strumenti finanziari derivati, tuttavia, sono strumenti particolarmente complessi e che richiedono adeguate competenze prima di essere firmati.
Come dovrebbe avvenire anche per le persone comuni, anche le istituzioni pubbliche non dovrebbero sottoscrivere contratti di cui non comprendono appieno i termini, soprattutto se chi è il responsabile della finanza non conosce la lingua in cui il contratto è scritto.



Argomenti correlati


L'Europa contro le grandi banche sul mercato dei derivati CDS
Derivati, il Tesoro nega: «Tutto regolare, anche l'entrata nell'euro»
Derivati: procura di Trani indaga su 10 funzionari bancari
Tobin Tax, IFMAdvisor contro Comitato 005. Operatori contro la demagogia
Moody's declassa anche il Piemonte. In Grecia sembra sempre più vicino l'accordo sul Debito: l'incontro Papademos-Dallara





Read more: Derivati, il Piemonte pagherà 36 milioni alle banche - International Business Times
 

tontolina

Forumer storico
certo è che questi della Lega sono peggio

oltre ai mutandoni verdi anche...
Belsito: “Soldi in nero ai big della Lega Nord”


L’ex tesoriere: “Cota mi indicava i fornitori, gli ho pagato anche un’auto

12015589-kdcE-U10201587987038bcB-426x240@LaStampa.it.jpg
Francesco Belsito, ex segretario Lega Nord ucciso a bastonate






paolo colonnello


milano



Più che sassolini, sono pietre quelle che Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, si toglie dalle scarpe durante una decina d’interrogatori, resi tra il maggio e il luglio scorso, ai pm della procura milanese che indagavano sui finanziamenti al Carroccio. Non dimentica nessuno «il nano»: dai politici agli imprenditori.

E impallina, oltre allo scontato Umberto Bossi - che, si scopre, spende 500 euro pure per iscriversi a un sito di poker on line - personaggi tutt’ora in vista della Lega, da Tosi, il sindaco di Verona, a Cota, attuale presidente della Regione Piemonte, dal neo segretario Matteo Salvini al sempiterno Roberto Calderoli.

E si capisce che, nonostante sia stato chiuso un pezzo d’inchiesta, le indagini non sono ancora concluse, visto che buona parte dei verbali di Belsito sono completamente omissati.

Uno dei più esplosivi è datato 29 maggio.

Spiega Belsito che quando ad esempio ricevette 300 mila euro dal suo socio d’affari Bonet, l’uomo con cui mise in piedi il pasticcio dei fondi in Tanzania, «30 mila euro li ho versati a Calderoli che era ben consapevole che provenivano da affari che avevo concluso con Bonet. Di fatto questi soldi dati a Calderoli andavano a compensare le sue donazioni al partito.

Altri esponenti di spicco facevano donazioni al partito...». Ma poi se li facevano restituire, «in nero», dal tesoriere.

«Dal 2009 ho sempre restituito in contanti i soldi che Calderoli versava, compensando le sue donazioni.

Anche Reguzzoni ho pagato personalmente in nero: 15 mila euro per donazioni che avrebbe dovuto fare alla Lega e che invece aveva trattenuto per sè.

Cota, quando era capogruppo, prendeva denaro in nero da Balocchi (l’ex tesoriere prima di Belsito, defunto, ndr), non so quantificare le somme, personalmente ho constatato che aveva un negativo sui versamenti che doveva effettuare al partito. Personalmente ho pagato delle sue spese giustificate con fatture; una ricordo che si riferiva a un’autovettura. Il compenso delle spese era pari a circa 50 mila euro che pagai con bonifici in parte verso la Lega Piemonte e in parte verso fornitori indicati da lui...».

Prosegue Belsito: «Anche a Zaia (ex ministro e presidente del Veneto) abbiamo pagato delle fatture ma non ricordo gli importi. Balocchi mi diceva che teneva un contabilità parallela, in cui segnava le somme in nero agli esponenti della Lega, carte rimaste probabilmente alla moglie... Mi era stato detto che da sempre gli imprenditori portavano denaro in nero al partito e che questi rapporti erano intrattenuti principalmente da Giorgetti...».

Belsito non risparmia nessuno.

Nemmeno il neo segretario Matteo Salvini.

«Il nero che gli imprenditori versavano veniva utilizzato a volte per la campagna elettorale e veniva gestito senza passare dalle casse del partito. Ad esempio ricordo che Bonomi, in quota Lega per la Sea (la società che gestisce Linate e Malpensa, ndr) diede in contanti 20 mila euro a Salvini, circostanza che mi venne riferita dalla Dagrada (segretaria di via Bellerio, ndr). Quindi Savini per sanare i suoi obblighi di oblazione verso la Lega intendeva girare al partito questa somma, cosa che non mi risulta sia avvenuta».

Secondo Belsito, per la raccolta fondi ogni parlamentare aveva la sua specialità: «Ad esempio Maroni (“Maronui” nel verbale, ndr) si occupava delle telecomunicazioni». Ed ecco risultare un finanziamento di Telecom da 100 mila euro.



«Nel settore sanitario Salvini aveva voluto la nomina della dottoressa Cantù», diventata capo delle Asl a Milano.


Mentre nel settore bancario «le nomine erano gestite principalmente da Calderoli e Maroni.



Ma la lista dei «donatori» è lunga: da Caltagirone e Nerogiardini, fino alla Siram che avrebbe versato un milione di euro «a tale Cavaliere della lega del Veneto legato a Tosi e Maroni»

Era davvero un bengodi.



«Il nano» racconta di 100 mila euro versati sui conti personali di Bossi e moglie Manuela Marrone ma anche di 300 mila euro pagati «in modo non ufficiale e parte per contanti» per la «scuola Bosina», della sciura Bossi. Dice Belsito di non avere mai consegnato denaro in contante al senatur ma «in alcuni casi di aver ripianato il rosso di alcuni suoi conti personali, 48 mila euro presso la Bpl e altri 6-7 mila euro presso un’altra banca».

Al figlio Riccardo sarebbero arrivati 100 mila euro per le carte di credito e l’agognata scuola Cepu. E, dulcis in fundo, ben 90 mila euro furono spesi per l’istruzione di Riccardo, del «Trota» e di Moscagiuro, il capo scorta dell’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro: tre belle lauree in Albania. E se non ci fosse stata l’inchiesta, «vi era un’altra laurea da acquistare a Londra per Renzo, che venne concordata per 130 mila euro, dei quali circa 70-80 mila euro effettivamente pagati...».




Ti potrebbero interessare anche:
Lega, dalla lauree in Albania alle case Bossi e la sua «family» verso il processo
 

tontolina

Forumer storico
Franco Domenico Belsito ucciso a bastonate: era prestanome del tesoriere Lega?

Franco Domenico Belsito ucciso a bastonate: era prestanome del tesoriere Lega? | Blitz quotidiano
ALESSANDRIA – Franco Domenico Belsito, 52 anni, è stato trovato morto nel baule della sua auto abbandonata a Lu Monferrato, paesino vicino ad Alessandria. Secondo quanto scrive La Stampa, si tratterebbe del prestanome di Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega Nord.
Franco Belsito è stato ammazzato, probabilmente a bastonate in testa. A lui era stata intestata la società “Aurora”, nel Canton Ticino, che gli inquirenti ritengono sia stata la segreta cassaforte svizzera su cui sarebbero transitati milioni di euro accumulati dalla Lega Nord con i fondi elettorali.
 

tontolina

Forumer storico
Regionali 2010: Tar, nullo voto Piemonte

Accolto il ricorso dell'ex presidente Mercedes Bresso

10 gennaio, 13:50

78671717efe12aa209db704ffeaaf7a7.jpg

(ANSA) - TORINO, 10 GEN - Il Tar del Piemonte ha accolto "il ricorso principale" promosso da Mercedes Bresso contro il risultato delle elezioni regionali del 2010. Secondo quanto si ricava da una prima lettura del dispositivo è necessario tornare al voto. Mercedes Bresso aveva chiesto l'annullamento del risultato elettorale, che aveva consegnato al leghista Roberto Cota la carica di governatore, per la presenza di una lista, i Pensionati per Cota, la cui presentazione era stata viziata da irregolarità.


chi ci governa è un imbroglione... Piemonte come Roma

addirittura in piemonte Cota fa pagare ai contribuenti le sue mutande!!!!
 

tontolina

Forumer storico
non c'è più differenza tra Nord e sud

i politiic sono tutti dediti al furto delle risorse pubbliche


I 40 acquisti più incredibili pagati con soldi pubblici

Mattia Feltri, su "La Stampa" di oggi ci aggiorna con questo vergognoso elenco. Coi soldi dei rimborsi, i consiglieri regionali hanno acquistato di tutto. Eccovi la classifica:

1. Mutande boxer color kiwi/Padania. Regione Piemonte, Roberto Cota (Lega). 40 euro.
2. Trenta pecore e un vitello. Regione Sardegna, Salvatore Ladu (Pd). 10.500 euro.
3. Libro «Mignottocrazia» di Paolo Guzzanti. Regione Lombardia, Nicole Minetti (Pdl). 16 euro.
4. Campanacci per bovini, bardature per cavalli, finimenti per carrozze. Regione Piemonte, Gianfranco Novero (Lega). Importo imprecisato.
5. Chewing gum, caramelle, acqua, caffè, salatini, Red bull, sigarette, birra. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 22.000 euro circa.
6. Aerei di carta. Regione Lombardia, Alessandro Marelli (Lega). 15.59 euro.
7. Corno d'avorio. Regione Campania, gruppo imprecisato. 1.900 euro.
8. Salsicce di Norimberga. Regione Lombardia, Pierluigi Toscani (Lega). Importo imprecisato.
9. Suv Bmw X5. Regione Lazio, Franco Fiorito (Pdl). 88.000 euro.
10. Mazza da golf. Regione Piemonte, Marco Botta (Pdl). Importo imprecisato.
11. Una caldaia, un congelatore, un frigorifero, una lavatrice, un televisore. Regione Piemonte, Roberto Boniperti (ex Pdl). Importo imprecisato.
12. Confezione di gorgonzola piccante. Regione Piemonte, Roberto Boniperti (ex Pdl). 153 euro.
13. Fornitura di catering di gelato per la festa patronale del comune di Novello. Regione Piemonte, gruppo Lega. 695 euro.
14. Accesso a bagno pubblico. Regione Emilia, Thomas Casadei (Pd). 0.50 euro.
15. Cambio tergicristalli. Regione Calabria, gruppo imprecisato. Importo imprecisato.
16. Focacce (4), Aperol (24), Sanbitter (5), acque (2). Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 210 euro.
17. Bombola a gas. Regione Campania, Gennaro Salvatore (Psi). Importo imprecisato.
18. Adozione a distanza. Regione Friuli, gruppo Pd. 113 euro
19. Tintura per capelli da uomo. Regione Campania, gruppo per Caldoro. 3 euro.
20. Due spazzolini da denti con nome inciso. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). Importo imprecisato.
21. Biglietto per spettacolo di lap dance. Regione Calabria, consigliere imprecisato. Importo imprecisato.
22. Localizzatore autovelox. Regione Lombardia, Renzo Bossi (Lega). 188 euro.
23. Televisore Philips Lcd, macchina fotografica Olympia, cornice digitale. Regione Piemonte, Elena Maccanti (Lega). 1212 euro.
24. Shampoo da Bunny's Sun. Regione Liguria, gruppo Idv. 4 euro.
25. Pareo da Golden Lady. Regione Liguria, gruppo Idv. 15.90 euro.
26. Gastronomia per il battesimo della nipote. Regione Piemonte, Gianfranco Novero (Lega). 465 euro.
27. Mini orsetto. Regione Basilicata, Rosa Mastrosimone (ex Idv). 5.90 euro.
28. Serata al Discobar «La Strada». Regione Molise, gruppo imprecisato. 650 euro.
29. Barbie. Regione Campania, gruppo imprecisato. 9.80 euro.
30. Slip da Golden Lady. Regione Liguria, gruppo Idv. 23.90 euro.
31. Aperitivo all'Hotel Principe di Savoia di Milano. Regione Lombardia, Nicole Minetti (Pdl). 832 euro.
32. Snack al supermercato MD. Regione Molise, Gennaro Chiercia (Psi). 0.80 euro.
33. Calze e mutande da Intimissimo. Regione Piemonte, Luca Pedrale (Pdl). Importo imprecisato.
34. Toelettatura del cane. Regione Friuli, Alessandro Colautti (Pdl). Importo imprecisato.
35. Dieci multe dei vigili urbani di Novara. Regione Piemonte, Massimo Giordano (Lega). 692.92 euro.
36. App di Itunes per scaricare Navigation. Regione Marche, gruppo Pd. 94 euro.
37. Libro «Il segreto delle donne, viaggio nel cuore del piacere». Regione Marche, Raffaele Bucciarelli (Pdci-Prc). 16.80 euro.
38. Oggettistica allo Juve Store di Torino. Regione Piemonte, Paolo Tiramani (Lega). 113 euro.
39. Barattolo di Nutella. Regione Lombardia, Carlo Spreafico (Pd). 2.70 euro.
40. Tassa sui rifiuti. Regione Campania, gruppo Misto. Importo imprecisato.
da TzeTze Politica: TzeTze: LA CLASSE NON E' ACQUA
 

Users who are viewing this thread

Alto