IL PROBLEMA E' LA NOTTE, IL BUIO FA LUCE A TROPPI PENSIERI. (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
C'era una volta.

1591706135562.png


Oggi c'è il pd. Aperto a tutte le nefandezze monopolistiche....
 

Val

Torniamo alla LIRA
Che fosse più inutile che necessario era scontato,
per non tornare sul fatto che se un esecutivo per governare è costretto a rivolgersi all’esterno,
testimonia sia l’incapacità e sia la mancanza di significato, visto che sta lì proprio per quello.

Insomma a cosa servono, ministri, sottosegretari, i consiglieri che si portano appresso nei dicasteri,
se poi la ricerca dei percorsi da seguire viene appaltata a chi nemmeno vive nel paese e viaggia per il mondo e per affari.

Qui non si tratta infatti di qualche consiglio, del ricorso ad uno specialista per un tema particolare,
si tratta di un piano di politica economica, sociale, industriale, che solo un governo
dovrebbe fare assumendo su di sé la responsabilità dell’atto.

Sia chiaro per certi versi nulla di nuovo, perché si sapeva quanto il governo Conte fosse abborracciato e composto da seconde file,
un esecutivo insomma messo in piedi per tutt’altra ragione che salvare l’Italia e rilanciarla con un piano serio di riforme e soluzioni.


Si sapeva quando il virus non c’era, figuriamoci dopo che si è tragicamente manifestato,
tanto è vero che passata una finanziaria già sbagliata, allo scoppio della pandemia siamo finiti dentro una follia di sbagli,
ritardi, omissioni e gravissime limitazioni delle libertà personali.

Per farla breve il ricorso ad una task force è stata una richiesta di soccorso
da parte di chi non sapeva da dove cominciare per risollevare il paese,
tranne le ricette di sinistra fritte e rifritte, tasse, statalismo, assistenzialismo,
che storicamente ci hanno rovinato è basta.


Ecco perché l’ingaggio di un gruppo di esterni è stato oltreché costoso,
l’ammissione dell’impreparazione e uno schiaffo al contributo dell’opposizione
che il capo dello stato aveva invece raccomandato.

Ma il colmo dei colmi è risultato il fatto che, Absit iniuria verbis, il piano scodellato per la salvezza del paese,
è un insieme di acqua calda reinventata e di sciocchezze tanto care alla sinistra e al mondo radical chic che la sostiene.


A partire dalla lotta all’uso del contante a favore del bancomat
per garantire più che la lotta alla grande evasione che se ne buggera di questo,
una mole di fatturato al sistema bancario che con le carte di credito ci straguadagna sopra.

Del resto se fosse vero che a lasciare libero l’uso della moneta si favorisca l’illecito e il nero,
bisognerebbe mettere al primo posto tra i paesi che reggono bordone all’evasione,
gli Usa, la Germania e molti altri che consentono un uso illimitato del contante.

Eppure in queste nazioni gli scambi e i pagamenti con carte di credito sono ai massimi livelli,
dunque la verità è che non c’è conflitto né sospetto a lasciare libero l’uso del denaro
incentivando contemporaneamente quello alternativo, altrimenti dovremmo mettere nella blacklist il resto del mondo.

La realtà e che da noi se lasciassimo liberi i cittadini di scegliere come sarebbe giusto che fosse
e come accade nelle democrazie vere, le banche guadagnerebbero molto meno
di quanto potrebbero guadagnare obbligando la gente a utilizzare alcuni strumenti finanziari.


Lo stesso discorso che vale sulla spinta sfrenata alla digitalizzazione, che per carità in certi casi è utile,
ma siamo sempre lì, un conto è il sostegno e conto è l’obbligo, perché sia chiaro
obbligare i cittadini ad un comportamento, ad uno stile, è l’esatto contrario di uno stato liberale.

Come se non bastasse non ci voleva una task force per capire l’importanza di stimolare l’attività d’impresa,
semplificando e sfoltendo fiscalità e burocrazia, la necessità di incrementare studio ricerca e formazione,
salvaguardare e tutelare l’ambiente, rilanciare turismo e infrastrutture, fare del patrimonio artistico e culturale il brand di punta.

Decenni or sono un grande ministro, Gianni De Michelis parlava già dei giacimenti culturali, il nostro petrolio,
così come vent’anni fa Silvio Berlusconi tirò fuori la legge obiettivo per realizzare infrastrutture
scavalcando la burocrazia e la sua follia, insomma il modello Genova è l’acqua calda.

Come acqua calda è il groviglio della pubblica amministrazione, per la quale da una vita si parla di riforma e ci si è provato,
da Franco Bassanini, a Sabino Cassese a Renato Brunetta, col risultato di trovarsi di fronte ad una sorta di lobby di stato
potente e sfuggente grazie ai privilegi che i cattocomunisti le hanno costruito.


Ecco perché prima dello Smart working bisognerebbe pensare ad un cutting system articolato
che in realtà la sinistra ha sempre impedito visto che è un suo bacino di potere elettorale,
come del resto tutto l’apparato leviatano che costa una pazzia e in larga parte danneggia la libera economia.

Per questo torniamo al punto di partenza, per ricostruire l’Italia e farla crescere serve un’altra politica,
una conversione culturale in senso liberale, un progetto paese basato su un sistema
che abbia una matrice alternativa al cattocomunismo statale, assistenziale, clientelare.

Serve un taglio, una cesura del modello costruito ad hoc dalla Dc dal Pci prima e poi dalla sinistra che ha cambiato nome ma non cervello,
per questo l’impianto è rimasto sempre quello da socialismo, statale, invadente,
scoraggiante l’impresa, l’investimento, l’iniziativa libera e produttiva, la voglia di mettersi in proprio,
crescere e occupare, la libertà di fare senza incocciare col fisco,
la burocrazia e la giustizia che troppo spesso al posto dell’innocente aiuta il colpevole.

Ci viene in mente Luigi Einaudi, il manifesto liberale, Piero Calamandrei, Guido De Ruggiero, Giovanni Amendola,
ci viene in mente l’Italia che sarebbe stata se i cattocomunisti non l’avessero occupata,
trasformata in un paese loro, dove la cultura della libertà economica e dello sviluppo è pari a zero.


.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il Piano Colao – elaborato dal Comitato di esperti in materia economica e sociale
insediatosi a Palazzo Chigi durante la fase più acuta dell’emergenza Covid-19
propone 120 “Iniziative per il rilancio 2020-2022”.

Vista la vastità dei temi trattati e l’eterogeneità delle soluzioni è difficile dare un giudizio complessivo.

L’impressione, però, è che si tratti più di un collage di proposte indipendenti le une dalle altre
che di un progetto organico per accelerare la ripresa economica
.

Ma, soprattutto, si tratta di un piano senza tempo: se Colao & Co lo avessero scritto dieci anni fa,
durante la crisi del debito, oppure cinque anni fa, quando l’Italia sembrava esprimere timidi segnali di crescita,
probabilmente ci sarebbero state scritte più o meno le stesse cose.

Questo non significa che le specifiche proposte siano di per sé sbagliate (né, beninteso, che siano sempre condivisibili):
ma solo che è forte il rischio, quando si compilano questi cataloghi, di contribuire alla copiosa letteratura del “già detto”.


Se poi vogliamo entrare nel merito, si possono fare due osservazioni.

La prima riguarda la disomogeneità del piano.

Si va da proposte estremamente puntuali (per esempio, sospendere le disposizioni del Decreto Dignità sulle causali)
ad altre che definire generiche sarebbe perfino generoso (“rivedere integralmente il Codice dei contratti pubblici”).

Ci sono proposte di estremo buon senso (“Riportare i limiti massimi di emissione elettromagnetica in Italia
alle linee guida europee/in linea con i livelli richiesti dagli altri Stati membri Ue” per promuovere il 5G
)
e altre che fanno strabuzzare gli occhi (un intervento sugli affitti commerciali che Confedilizia ha definito “un nuovo equo canone”).

Insomma: più un collage che un programma, più un menù di proposte che un orizzonte di riforma.


La seconda osservazione riguarda l’approccio, che forse è legato alle professionalità coinvolte nella stesura del piano.

Si ha l’impressione che Vittorio Colao abbia indossato i panni dell’“amministratore delegato” del Paese
e che consideri l’Italia alla stregua di un’impresa, della quale deve razionalizzare i flussi di cassa,
valorizzare gli attivi e contenere le passività
.

Ecco: un’economia non è un’azienda, e un Governo non è un Consiglio di amministrazione.

Non era così neppure nell’Unione Sovietica, dove forse l’ambizione di governare l’economia nei minimi dettagli
era temperata dalla consapevolezza di non poterlo realmente fare.

E poi c’è una sorta di ingenuo disinteresse per i vincoli esterni

Per esempio, il piano propone di prorogare senza scadenza le concessioni idroelettriche,
ma non spiega né in quale modo ciò possa contribuire all’uscita dal Covid-19,
né come possa sostenere la crescita economica in generale, né infine come spiegarlo a Bruxelles
dove da anni è aperta un’infrazione proprio su questo.


Da ultimo, il Piano risente della confusione (a cui ormai siamo abituati) tra piano tecnico e piano politico:
le soluzioni sono presentate come contributo tecnico, ma nella maggior parte dei casi sottendono una prospettiva politica
.

Per esempio, come bilanciare flessibilità e protezione nel mercato del lavoro,
se perseguire una logica top down o bottom up, se prediligere politiche verticali (per settori) oppure orizzontali,
sono tutte scelte che poggiano su obiettivi e valori.

Fingere che le scelte di riforma e di governo siano tecniche e non politiche non renderà le soluzioni più efficaci, ma solo più opache.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In Lombardia abbiamo 10.060.574 abitanti

1591771933802.png


Non voglio sottovalutare il problema.
Un virus c'è stato e - sotto sotto - qualcosa c'è ancora.

Ma finiamola con questo terrore.

I dati ufficiali parlano di 90.581 casi conclamati.

Con 16.317 decessi. Lo 0.16% della popolazione.

Ma se avessero fatto il tampone a tutti gli abitanti,
troveremmo milioni di persone che hanno avuto il sintomo.
Perchè tanti, ma tanti tanti, hanno avuto i sintomi del virus,
ma se ne sono stati zitti zitti. Ed il virus è passato ........
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nella nostra provincia su 340.000 abitanti abbiamo ufficiali 2.770 casi di malattia = 0,81% della popolazione

Le punte di contagio sono state dal 13 al 29 marzo. 3 mesi orsono.

A Lecco abbiamo 437 casi. Su 48.562 abitanti. = 0,90% degli abitanti.

Vi sembra possibile che tutti gli uffici pubblici siano chiusi ?
 

Val

Torniamo alla LIRA
La speculazione ha anche la funzione di rivelare delle verità che i media, o certi governi, tengono nascoste.

Kyle Bass, uno dei più noti gestori di Hedge Fund ed uno dei pochi a prevedere il crash del 2008,
ha creato un fondo ad hoc per speculare con leva a 200 contro il dollaro di Hong Kong.

Kyle Bass ha raccolto un numero imprecisato di investitori per questa scommessa che è ad altissimo rischio,
ma, vista la leva, se funziona, anche ad altissimo ritorno.

La scommessa ha dei fondamenti politici, ma è comunque azzardata.

In primis deriva dal fatto che, dopo il cambiamento della legge fondamentale voluto unilateralmente da Pechino
e le dimostrazioni che ne sono seguite, la possibilità che il territorio perda il suo status economico favorevole negli scambi con i paesi occidentali.

Ci sono già dei progetti di legge in questo senso presso il Senato USA.

Intanto il governo Johnson nel Regno Unito ha promesso 3,5 milioni di passaporti di Sua Maestà
ad altrettanti cittadini dell’ex colonia, mentre vi è stata un’esplosione di richieste di emigrazione in Australia e Nuova Zelanda.

D’altro canto però sinora il dollaro di Hong Kong si è rivelata una valuta molto resiliente,
anzi l’Autorità Monetaria del territorio, la sua banca centrale, ha dovuto immettere liquidità per 40 miliardi di HKD,
5,2 miliardi di dollari, per mantenere al di sotto della banda di oscillazione che si è prefissata il dollaro:


hkd-09-06.png



Quindi apparentemente la scommessa è perdente, ed in passato Kyle Bass
ha perso grosse somme scommettendo, ad esempio, contro l’euro o contro lo Yuan.

In questo caso però la situazione politica si sta deteriorando rapidamente
ed inoltre la dimensione economica di Hong Kong non è la UE, o la Cina.

Un attacco al Territorio potrebbe portare ad un intervento della Popular Bank of China a difesa
ed allora la situazione si farebbe molto pesante.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Rilancio con grande piacere questo video di Anna Rita IANNETTI,
un grande medico con un curriculum immenso, una grande donna che affronta a viso aperto
(E SENZA RITOCCHI CHIRURGICI) lo scempio che questo Governo infame sta facendo del paese,
della salute fisica e psicofisica dei cittadini italiani e in modo particolare delle fasce deboli come anziani e bambini.


Il punto chiave è che ci sia stata una risoluzione fra Conte, Ministro della Salute e Comitato tecnico scientifico
che dovrà essere indagata dalla magistratura per quello che è stato fatto e per gli enormi danni che stanno arrecando,
in particolare, con i bambini e adolescenti con un CRIMINALE DISTANZIAMENTO SOCIALE
CHE DANNEGGIA LO SVILUPPO NEUROLOGICO E PSICOFISICO DEI BAMBINI
CHE NE RIMARRANNO MENONATI A LIVELLO PSICOSOCIALE PER IL RESTO DELLA VITA!

Siamo ormai alla MEDICINA DI STATO, una vera Santa Inquisizione che non permette ai medici di operare in SCIENZA E COSCIENZA,
ma ormai i medici sono ingabbiati in protocolli rigidissimi che stanno distruggendo il ruolo del medico,
ridotti ormai a semplici esecutori acritici iper-specializzati E QUINDI FUNZIONALI SOLO AL PROFITTO ASTRONOMICO
CHE RUOTA INTORNO ALLE MALATTIE CRONICHE E DEGENERATIVE E TUMORI CHE ORMAI SONO DIVENTATE
UNA VERA EPIDEMIA PER MILIONI E MILIONI DI ITALIANI, ALTRO CHE CORONAVIRUS.

Terrorizzare gli italiani a reti unificate ha un effetto devastante sul sistema immunitario, è semplicemente CRIMINALE!

ANCHE PERCHE’ E’ MANCATA COMPLETAMENTE L’INFORMAZIONE SULLA PREVENZIONE.

Ma a mio parere la cosa è ancor più grave e criminale è il progetto che è stato applicato all’Italia:

L’Italia e gli italiani a mio parere sono stata usati come cavie per un terrificante esperimento
per vedere fin dove ci si poteva spingere nella creazione di uno “STATO SANITARIO” con un livello di autoritarismo da dittatura sudamericana:

Imporre uno STATO SANITARIO AUTORITARIO CON LA SCUSA DEL CORONAVIRUS, totalmente ingiustificato per le categorie non a rischio,
cioè tutte tranne gli anziani e non già malati e debilitati e magari ipervaccinati contro influenza, meningite e altro,
come è accaduto nelle zone in cui ci sono state delle vere morie di anziani e su cui si dovrebbe indagare.

COME MAI IN ZONE RISTRETTE E PRECISE DEL NORD C’È STATA QUESTA VIRULENZA ANOMALA?

QUESTA DOVREBBE ESSERE LA VERA INCHIESTA DA PORTARE AVANTI,
MA UN MINISTRO DELLA SANITÀ IMMORALE FA DELLE DIRETTIVE PER INCENERIRE
COME RIFIUTI TOSSICI I CITTADINI MORTI E CERCA DI IMPEDIRE LE AUTOPSIE
CHE POTEVANO AIUTARE I MEDICI A CAPIRE COME AGIVA IL CORONAVIRUS
E CAPIRE COME ANDAVA CURATO FIN DAI PRIMI SINTOMI
E DEL RUOLO SALVAVITA DEGLI ANTICOAGULANTI GIUSTI.


Io non sono affatto complottista, ma da ex investigatore valuto i fatti, perché una Lorenzin,
una Grillo o uno Speranza non comandano affatto il Ministero della Salute,
ma sono i Comitati Tecnici e Scientifici a dare la linea (e nel Coronavirus la cosa è diventata palese a tutti gli italiani)
ADDIRITTURA AI GOVERNI in spregio dei Diritti Costituzionali e tuttora con un Coronavirus totalmente disattivato dal Caldo
si continua a terrorizzare i cittadini e a costringere a Mascherine (che col caldo diventano loro fonte di rischi sanitari)
e distanziamento sociale assolutamente immotivato con punte di follia apparente come sulle spiagge:

In pullman al chiuso posso stare a un metro, al mare col sole a picco, la ventilazione forte e secca gli ombrelloni devono essere a minimo 3 metri????
 

Val

Torniamo alla LIRA
Quindi il vero motore di questa dittatura sanitaria è molto più in alto, non sono i singoli politici e ministri ,
CHE SONO SOLO MAGGIORDOMI DI UN SISTEMA DI INTERESSI E POTERE ENORMEMENTE PIU’ GRANDE E VASTO
BASATO SULLA PSEUDO AUTOREVOLEZZA DELL’OMS che infatti TRUMP sta attivamente attaccando.

Quindi TRUMP per questa e altre posizioni anti globaliste e anti finanza apolide diventa un pericolo per il potere mondialista sovranazionale
e casualmente un omicidio in America di un nero da parte di un poliziotto (ovviamente da condannare nel modo più netto),
POMPATO A DOVERE DAI MEDIA A LIVELLO MONDIALE, DIVENTA UNA RIVOLTA COORDINATA
CONTRO L’AMMINISTRAZIONE TRUMP PER POMPARE IL CANDITATO AVVERSARIO BIDEN
(che di scheletri negli armadi ne ha una marea, Ucraina in testa)
 

VERLOC001

Costaguana
La speculazione ha anche la funzione di rivelare delle verità che i media, o certi governi, tengono nascoste.

Kyle Bass, uno dei più noti gestori di Hedge Fund ed uno dei pochi a prevedere il crash del 2008,
ha creato un fondo ad hoc per speculare con leva a 200 contro il dollaro di Hong Kong.

Kyle Bass ha raccolto un numero imprecisato di investitori per questa scommessa che è ad altissimo rischio,
ma, vista la leva, se funziona, anche ad altissimo ritorno.

La scommessa ha dei fondamenti politici, ma è comunque azzardata.

In primis deriva dal fatto che, dopo il cambiamento della legge fondamentale voluto unilateralmente da Pechino
e le dimostrazioni che ne sono seguite, la possibilità che il territorio perda il suo status economico favorevole negli scambi con i paesi occidentali.

Ci sono già dei progetti di legge in questo senso presso il Senato USA.

Intanto il governo Johnson nel Regno Unito ha promesso 3,5 milioni di passaporti di Sua Maestà
ad altrettanti cittadini dell’ex colonia, mentre vi è stata un’esplosione di richieste di emigrazione in Australia e Nuova Zelanda.

D’altro canto però sinora il dollaro di Hong Kong si è rivelata una valuta molto resiliente,
anzi l’Autorità Monetaria del territorio, la sua banca centrale, ha dovuto immettere liquidità per 40 miliardi di HKD,
5,2 miliardi di dollari, per mantenere al di sotto della banda di oscillazione che si è prefissata il dollaro:


hkd-09-06.png



Quindi apparentemente la scommessa è perdente, ed in passato Kyle Bass
ha perso grosse somme scommettendo, ad esempio, contro l’euro o contro lo Yuan.

In questo caso però la situazione politica si sta deteriorando rapidamente
ed inoltre la dimensione economica di Hong Kong non è la UE, o la Cina.

Un attacco al Territorio potrebbe portare ad un intervento della Popular Bank of China a difesa
ed allora la situazione si farebbe molto pesante.



stando all'articolo di bloomberg( !! ) in effetti stanno scommettendo su un deprezzamento del hkd contro usd con obiettivo 40 % di svalutazione quindi passare da 7,70 circa a 10.7 circa

Se cosi' fosse le conseguenze a parte quelle economiche sarebbero di vaLENZA GEOPOLITICA ECCEZIONALI

- PERDITA della natuira di enclave di hk
- fiuga di capitali e conseguente ribilanciamento dei mercati di hk a favore delle borse interne cinesi con abbandono del campo dei capitali americani
- passaggio da spina nel fianco al sistema cinese a testa di ponte per l'occupazione finanziaria dell'occidente


alla fine non la considero una brutta idea
un millino lo metterei
 

Val

Torniamo alla LIRA
Vede il bicchiere mezzo pieno Teresa Bellanova, ministro per le Politiche agricole.

Ottimismo manifestato forse per nascondere il flop clamoroso di un provvedimento che era stato presentato,
tra lacrime che hanno fatto discutere, come una riforma necessaria, inevitabile ed epocale.

Ma la sanatoria per gli immigrati che la maggioranza giallorossa aveva presentato come "semplice temporanea regolarizzazione",
al momento è un vero e proprio flop. Ed anche clamoroso.

Un nuovo passo falso del governo che già ha deluso gli italiani per i ritardi degli aiuti economici
necessari per fronteggiare gli effetti della crisi provocata dall’emergenza sanitaria.

Dal 1 giugno scorso datori di lavoro e lavoratori interessati potevano presentare le domande e, dal giorno dopo, iniziare a lavorare.

Secondo l’esecutivo, la norma doveva contrastare caporalato e lavoro nero aiutando a risolvere, allo stesso tempo,
il problema della mancanza di manodopera nelle campagne.

Ma qualcosa non è andato secondo i piani del governo.

Come ha raccontato l'Agi, al 5 giugno dati ufficiosi parlano di 9.500 domande presentate.

Ben al di sotto del numero stimato dal governo entro il 15 luglio prossimo, data della chiusura dei termini, ossia 220.000.
Manca ancora tempo, è vero. Ma i primi segnali non sono positivi.

Eppure la Bellanova non si arrende tanto che considerare i primi dati un successo.

Del resto, si capisce la necessità di trasformare un flop, almeno secondo i primi dati, in un trionfo.

Perché, non va dimenticato che Italia Viva, il partito guidato da Matteo Renzi e di cui la stessa Bellanova fa parte,
aveva minacciato la crisi di governo per far approvare il provvedimento, poi inserito nel decreto Rilancio.

"Per valutazioni meno affrettate aspetterei il 15 giugno e il 1° luglio, che sono gli step indicati dal Viminale per i dati ufficiali",
ha spiegato la Bellanova che ha voluto specificare come i circa 600mila invisibili sono impiegati
"nel lavoro di cura e domestico, in altri settori, costretti a vivere in insediamenti informali,
alla mercé del caporalato e del lavoro nero che significa spesso riduzione in schiavitù.
A questi invisibili dobbiamo una risposta di civiltà e la riconquista della propria identità: questa norma è il primo passo.
Per questo deve essere resa disponibile la piattaforma Anpal sull'incrocio regolare domanda e offerta".

Ma forse per spiegare il flop, che non chiama così, la Bellanova ha trovato un colpevole: il provvedimento stesso.

"Non è un mistero per nessuno – ha ammesso il ministro- che avrei preferito una norma diversa
e comunque estesa anche ad altri settori dove il caporalato e il lavoro irregolare italiano e straniero
è ugualmente presente e sfruttato: edilizia, logistica e tanti altri.
Che ho sempre avuto come obiettivo sconfiggere l'illegalità e la clandestinità in tutte le sue forme:
quella brutale dei pulmini dei caporali dove si viaggia in trenta e si viene segregati nei casolari
come quella in giacca e cravatta delle aste al doppio ribasso”.
 

Users who are viewing this thread

Alto