Il momento è difficile?! Eccomi. (1 Viewer)

Roberto.M

Forumer storico
Ho smesso di fare l’avvocato perché la giustizia non esiste. Se lo dice lui...

Se gli avvocati difendessero e facessero assolvere solo gli innocenti sarebbero per il 99% disoccupati.
Se poi andassero in galera solo quelli che causano i danni più gravi per la collettività, molti attualmente detenuti sarebbero fuori e molti ora a piede libero sarebbero dentro.
In tutto il mondo così detto "sviluppato - industrializzato" è così.

Ovvio! Lo capirebbe da solo anche un poppante.

E se le cose stanno così, su quale tipo di giustizia, su quali pilastri e fondamenta si sorregge ed edifica la società?
Quali valori si potranno mai trasferire di generazione in generazione?
Quali esempi potranno mai dare le persone, i politici o le società più potenti rispetto la massa?

E ancora, per rimanere da noi, perché in Italia ci sono molti più avvocati che in altri paesi?




Bell'articolo!

Infatti oltre al link lo copio-incollo tal quale.

Anche se ste pippe mentali se le dovrebbe fare chi ha figli che vivranno una realtà sempre più marcia. Voi!
O chi predica e si preoccupa della decrescita demografica non valutando il marcio, la corruzione, la prevaricazione, i giochi di potere, il male, gli interessi di pochi che hanno ormai il sopravvento su tutto.
E quindi non certo io.





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Ho smesso di fare l’avvocato perché la giustizia non esiste
dic 28th, 2014 @ 06:00 am › Giorgio Cattaneo


Perché ho smesso di fare l’avvocato? Perché preferisco insegnare il diritto teorico, ovverosia un’utopia, piuttosto che praticarlo. Perché per secoli la giustiziaha sempre condannato povera gente, contadini, schiavi, poveri, e mai i ricchi, i nobili, i potenti. E oggi non è diverso. A essere condannati sono ragazzi tossicodipendenti, contadini, spazzini, casalinghe, senzatetto, malati di mente, al massimo qualche studente. Mai politici, magistrati, architetti, avvocati, notai, agenti dei servizi segreti, poliziotti, carabinieri. Quelli, al massimo, si “suicidano”. Perché mi hanno sempre offerto di più per non difendere alcuni clienti che per difenderli, ove normalmente non si ricava nulla. Perché la stragrande maggioranza degli avvocati e dei magistrati il diritto non lo conosce. E in fondo fa bene, perché il diritto non viene mai applicato veramente. Perché la difesa dei deboli non è mai stata possibile nei secoli scorsi, e non si poteva pensare che dopo millenni di soprusi il cambiamento di un sistema legislativo potesse comportare anche un cambiamento di mentalità.
Perché non ci sarà mai una vera giustiziafinché non verrà applicato quell’articolo del codice deontologico secondo cui l’avvocato ha il dovere di dire la verità e di collaborare col giudice per la ricerca della verità, ma questo presuppone: che i magistrati cerchino la verità e non il proprio interesse, cosa allo stadio attuale dell’evoluzione umana impossibile; che gli avvocati non colludano col cliente che delinque. Perché nessuno vuole che la giustiziafunzioni veramente, e quindi ogni riforma non fa che peggiorare il sistema già traballante, in quanto tra le tante falle del sistema si insinuano e camminano spediti i corrotti, i criminali, i favoriti. Perché nelle cause più importanti ho sempre vinto dove avevo torto e perso dove avevo ragione. Perché in Italia (ma anche all’estero) non c’è mai stato un vero processo per strage, o per un delitto grave, in cui si sia saputa la verità. Perché le leggi sono fatte da chi commette i crimini più innominabili, e quindi sono già pensate in anticipo per mandare assolti i colpevoli.
Perché volevo fare l’avvocato per difendere i più deboli, ma poi ho scoperto che spesso il debole non vuole comunque essere difeso veramente e che la vittima spesso collude senza saperlo con il suo persecutore. Perché molti avvocati sono molto più criminali dei criminali che difendono, e i giudici sono molto più criminali dei criminali che condannano. Perché la situazione, oggi, non è diversa da quella descritta da Khalil Gibran un secolo fa; ma del resto è la stessa situazione che esisteva millenni fa. Perché finché ogni giurista troverà normale che sia punito l’omicidio ma si possa andare in guerraa fare milioni morti, che sia punito il furto ma si possano depredare i cittadini di milioni di euro, nessun sistema giuridico potrà mai essere chiamato “giustizia”. Perché se non cambia la società è inutile cambiare il diritto.
(Paolo Franceschetti, “Perché ho smesso di fare l’avvocato”, dal blog di Franceschetti del 14 novembre 2014).
Perché ho smesso di fare l’avvocato? Perché preferisco insegnare il diritto teorico, ovverosia un’utopia, piuttosto che praticarlo. Perché per secoli la giustizia ha sempre condannato povera gente, contadini, schiavi, poveri, e mai i ricchi, i nobili, i potenti. E oggi non è diverso. A essere condannati sono ragazzi tossicodipendenti, contadini, spazzini, casalinghe, senzatetto, malati di mente, al massimo qualche studente. Mai politici, magistrati, architetti, avvocati, notai, agenti dei servizi segreti, poliziotti, carabinieri. Quelli, al massimo, si “suicidano”. Perché mi hanno sempre offerto di più per non difendere alcuni clienti che per difenderli, ove normalmente non si ricava nulla. Perché la stragrande maggioranza degli avvocati e dei magistrati il diritto non lo conosce. E in fondo fa bene, perché il diritto non viene mai applicato veramente. Perché la difesa dei deboli non è mai stata possibile nei secoli scorsi, e non si poteva pensare che dopo millenni di soprusi il cambiamento di un sistema legislativo potesse comportare anche un cambiamento di mentalità.
Perché non ci sarà mai una vera giustiziafinché non verrà applicato quell’articolo del codice deontologico secondo cui l’avvocato ha il dovere di dire la verità e di collaborare col giudice per la ricerca della verità, ma questo presuppone: che i
magistrati cerchino la verità e non il proprio interesse, cosa allo stadio attuale dell’evoluzione umana impossibile; che gli avvocati non colludano col cliente che delinque. Perché nessuno vuole che la giustizia funzioni veramente, e quindi ogni riforma non fa che peggiorare il sistema già traballante, in quanto tra le tante falle del sistema si insinuano e camminano spediti i corrotti, i criminali, i favoriti. Perché nelle cause più importanti ho sempre vinto dove avevo torto e perso dove avevo ragione. Perché in Italia (ma anche all’estero) non c’è mai stato un vero processo per strage, o per un delitto grave, in cui si sia saputa la verità. Perché le leggi sono fatte da chi commette i crimini più innominabili, e quindi sono già pensate in anticipo per mandare assolti i colpevoli.
Perché volevo fare l’avvocato per difendere i più deboli, ma poi ho scoperto che spesso il debole non vuole comunque essere difeso veramente e che la vittima spesso collude senza saperlo con il suo persecutore. Perché molti avvocati sono molto più criminali dei criminali che difendono, e i giudici sono molto più criminali dei criminali che condannano. Perché la situazione, oggi, non è diversa da quella descritta da Khalil Gibran un secolo fa; ma del resto è la stessa situazione che esisteva millenni fa. Perché finché ogni giurista troverà normale che sia punito l’omicidio ma si possa andare in guerra a fare milioni morti, che sia punito il furto ma si possano depredare i cittadini di milioni di euro, nessun sistema giuridico potrà mai essere chiamato “giustizia”. Perché se non cambia la società è inutile cambiare il diritto.
(Paolo Franceschetti, “Perché ho smesso di fare l’avvocato”, dal blog di Franceschetti del 14 novembre 2014).



http://www.libreidee.org/2014/12/ho-smesso-di-fare-lavvocato-perche-la-giustizia-non-esiste/
 

Cosmic

Guest
bah , che dire ...non so davvero perchè costui abbia deciso di fare l'avvocato se già la pensava così ....

Ho letto un mucchio di banalità e basta !
 

Roberto.M

Forumer storico
In Senegal andai ben 20 anni fa esatti. Gennaio 1995.

Se riuscissi ancora a postare immagini su questo forum potrei anche postarne un paio.

Ma più che altro volevo postare un racconto di viaggio che mi ha appassionato molto, lucido e realistico.

Mi fa tornare in mente i fiori e gli uccellini colorati a Gennaio 1995, il clima stupendo, le donne con capelli curatissimi vestite con abiti dal colore sgargiante ma, anche la realtà più cupa presente ovunque nei bei posti in giro per il mondo.

Anche le "banalità" mi vengono in mente. :D Sai Cosmic :D

Ovviamente non la borsa, quella non è una banalità. :wall: :wall: :wall::lol:
Non per chi ci investe tutto quel che ha.:)



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Ricominciare una nuova vita in Senegal: Silvia ci racconta


La popolazione senegalese come recepisce i tuoi sforzi?

Alcuni pensano che sia stupida, altri pensano che sia buffa, le donne pensano che sia davvero strana, gli uomini dicono di aver visto raramente una donna coltivare in mutande e fare il falegname e il muratore come fosse un uomo, i bambini pensano che sia come Mary Poppins. Mi vedono come una bianca non ricca, che si batte per riconoscere ad ognuno il diritto di sognare, una persona che se ti deve dire che sei st*** anche se sei nero, non si fa problemi perché si sente ugualmente pronta a sentirselo dire. Insomma alcuni mi scoraggiano, alcuni mi sostengono, altri sono invidiosi dei ragazzi con cui lavoro, altri vorrebbero approfittare. Certo non è sempre facile contraddire le istituzioni e trovare il modo di difendere i giovani dalla mafia, dalla corruzione, dallo sfruttamento degli ex coloni, degli investitori, ecc. Stiamo parlando di un Paese che ha ricevuto e buttato nel cesso migliaia di fondi per lo sviluppo, migliaia di opportunità mal gestite e perse nelle tasche dei vari ministri, governatori, militari, ecc…


Questo è sicuramente un grande insegnamento! Ma a tuo parere, qual è la difficoltà più grande del vivere in Senegal?

Condividere tutti i giorni la devianza straniera. Purtroppo gli stranieri stanziali fanno schifo, sono alcolizzati, fanno uso smodato di droghe pesanti, ci sono molti pedofili, ricchi e pensionati che approfittano delle giovani donne e dei ragazzini, fomentando bisogni in cambio di sesso o di servitù. Gli stranieri, se facessero in Italia ciò che fanno in Senegal, andrebbero in galera, forse. Relazionarmi con quella gente mi mette in difficoltà perché influisce sui miei rapporti con le istituzioni corrotte e mi porta a combattere contro le mie stesse radici. E’ vergognoso vedere come si comportano alcuni di loro. Con i barconi a vela arrivano molto vicino alle spiagge, dunque i bimbi non possono bagnarsi e i pescatori hanno difficoltà ad usare le loro piroghe, ci sono fabbriche di eternit, c’è il viagra, tutto ciò che in Italia è vietato arriva in Africa, a quintali, costa meno che disfarsene. I cinesi sono ovunque e danno lavoro per pochi centesimi al giorno, lavori del cavolo, come vendita di oggetti inutili e già rotti e questo rovina il mercato dell’artigianato locale. Molti senegalesi cambiano rotta, escono dal loro magnifico universo per diventare schiavi di un sistema marcio e complici della mafia russa, americana, inglese, francese, ecc. Vedere tutto questo mi mortifica e nello stesso tempo mi dà la forza di lottare per difendere con loro la loro terra, le loro abitudini, il loro meraviglioso cuore puro.
 
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