il governo Lecca.... pardon Letta (1 Viewer)

kayo

Forumer storico
Io sono felicissimo che il governo cada.
Ancora una volta Berluskaiser ha dimostrato che è un bugiardo e che la sua parola vale zero!

Se voleva il bene del Paese, frasa abusata in modo vergognoso da tutti, doveva dare le dimissioni. Tanto poteva benissimo continuare a dire che era innocente e vittima di un complotto, che i conunisti vogliono la sua fine e poteva pure fare politica che tanto in Parlamento non lo si vede mai e dunque nessuno vedrà la sua mancanza.

Ed in più poteva passare anche per martire della libertà.
Invece ci fa diventare tutti dei... morti di fame.
 

tontolina

Forumer storico
Perfino il Pd sbugiarda Letta: "sul Porcellum i responsabili siamo noi".

Perfino il Pd sbugiarda Letta: "sul Porcellum i responsabili siamo noi". - Parlamento 5 Stelle









In televisione Letta, davanti a milioni di italiani e senza che nessuno lo correggesse, ha avuto il coraggio di dire che se il Parlamento non ha abolito il Porcellum la colpa è di Grillo. Per fortuna che, ogni tanto, qualcuno che dice le cose come stanno c'è. E se questo qualcuno si chiama Roberto Giachetti (il deputato PD che aveva proposto una mozione per abolire il Porcellum e tornare alla legge elettorale precedente), allora la discussione può considerarsi definitivamente chiusa, con tanto di bollo e sigillo istituzionale.
Sul suo blog, Giacchetti scrive: "in politica, al di là delle dichiarazioni (sono anni che inseguiamo dichiarazioni roboanti sulla volontà di cancellare il Porcellum), delle buone o delle cattive intenzioni, contano i fatti. [...] Ed i fatti purtroppo parlano chiaro: quando più di quattro mesi fa 100 deputati di quasi tutti i gruppi misero a disposizione del Parlamento la possibilità di passare dalle parole ai fatti, cioè di cancellare il Porcellum, Letta chiese al Pd di votare contro quella mozione, ponendo sostanzialmente una questione di fiducia; il Pd si sottomise a quella richiesta e quella mozione fu votata solo da Sel, dal Movimento 5 Stelle, dal deputato PDL Martino e dal sottoscritto. Questi sono i fatti. Avrei tanto voluto che i fatti stessero in altro modo. Oggi non saremmo in queste condizioni ed in questa trappola."
Tutto chiaro? Quando Grillo dice che il Movimento 5 Stelle ha sempre cercato di cambiare il Porcellum, dice il vero. Quando Grillo dice che tutti gli altri non hanno mai voluto cambiarlo, anche. Ma dice il vero anche quando ricorda che Letta, oggi, vorrebbe cambiare il Porcellum solo per varare un Super-Porcellum. Continua infatti Giacchetti: "Oggi tutti mi spiegano che per cambiare il Porcellum non ci sarebbero i numeri e che quindi si potrà fare solo qualche correzione (legata ai possibili interventi della Corte Costituzionale) e quindi, addirittura, peggiorare l'attuale legge elettorale."
E poi, ancora: "Il 28 maggio vi erano le condizioni per farlo e se non lo si è fatto è perché Letta, Franceschini, Finocchiaro e vertici del PD non hanno voluto. La conseguenza, temo di non sbagliarmi, è che torneremo a votare con questa legge o con una peggiore senza aver per lo meno garantito quello che tutti gli italiani si attendono: scegliere i propri rappresentanti. Ed i primi responsabili di questo siamo noi. Occorre dirlo."


Avvertenze da leggere prima di intervenire su questo blog
 

tontolina

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Luttwak: “Cancellieri? Una politica tipicamente africana, altro che europea”


La Cancellieri, non dimettendosi, ha dimostrato di essere una politica africana, perché in Africa non si dimettono una volta che hanno il potere, anche se vengono sorpresi con resti umani nel frigorifero di casa“. Lo afferma Edward Luttwak ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. Il politologo americano bacchetta duramente il ministro della Giustizia e il premier: “Quando Enrico Letta è venuto qui, ha promesso che in Italia c’era una nuova generazione di leader politici italiani che si sarebbero comportati come i loro colleghi negli altri Paesi europei, in termini di legalità e di norme etiche. Ma lui ha tradito questa promessa di una politica europea, che invece si è rivelata africana”. E sottolinea: “Questa promessa del premier è stata tradita nel momento in cui, quando la Cancellieri è stata sorpresa con le mani nel sacco, Letta non l’ha buttata fuori dal governo”. Luttwak dichiara che negli USA il caso Cancellieri ha avuto un forte impatto, suscitando “sconforto” e “delusione” per il governo italiano: “In tutti i Paesi democratici, da Malta al Portogallo, un ministro può intervenire, quando vuole, a favore di qualcuno, ma solo se questo “qualcuno” è anonimo. Non deve conoscere il beneficiario della sua azione, perché così agisce nell’interesse pubblico”. E spiega: “La Cancellieri non solo conosceva personalmente la Ligresti, ma con lei aveva un legame economico per via del figlio. Magari il prossimo passo sarà scoprire che è intervenuta perché è stata ricattata”. Luttwak ribadisce: “La Cancellieri si sarebbe dovuta dimettere istantaneamente, in un microsecondo. Questa sua commistione tra pubblico e privato è come rubare un mobile dal proprio ufficio ministeriale e portarselo a casa. E’ stata presa con le mani nel sacco e qui in America è stata percepita come una ladra”. E precisa: “In Italia parlate di scusanti e scuse varie, che sono assurde e fanno ridere la gente. Per molto meno Josefa Idem si è dimessa e ha fatto bene”. Il politologo si pronuncia poi sul Datagate e sulle telefonate intercettate di Angela Merkel: “E’ un caso molto grave, ma tutta questa operazione è stata fatta in collaborazione coi servizi segreti tedeschi. Lo stesso accade con la Francia. E’ un evidente programma congiunto. Diverso è il caso dell’Italia. Nei documenti di Snowden” – continua – “si rivela che in Italia c’erano molte entità differenti dello Stato che eseguivano intercettazioni. E queste entità non si parlavano, non scambiavano dati a vicenda e addirittura litigavano. Così non sono stati inseriti nel programma” di Gisella Ruccia


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013...ipicamente-africana-altro-che-europea/252273/
 

tontolina

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Dopo il decreto del fare - Le migliori vignette sul governo Letta - Foto - Investireoggi
 

tontolina

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Letta si regala una sedia da 24mila euro

L'inchiesta di Bechis su Libero. La maggiore parte degli italiani non riescono a guadagnare quella cifra lorda in un anno

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“Letta, 24mila euro per una sedia” accusa Libero con un’inchiesta per capire “quanto ci costa (al centesimo) l’ex vicesegretario del Pd a Palazzo Chigi”.
Ecco l’inchiesta firmata Franco Bechis:
(…) Già che c’era Letta ha fatto rimettere a posto anche le seggiole dello studio, e con una seconda commessa vinta sempre da Torrenti, si è fatto riparare le tende che proteggono lo studio dal sole e dagli sguardi indiscreti. Per il contratto «restauro poltrone studio ufficio del Presidente del Consiglio» sottoscritto il 17 giugno scorso e poi eseguito appunto ad agosto, se ne sono andati 23.982,93 euro Iva compresa. Una bella somma, se si pensa che la maggiore parte degli italiani non riescono a guadagnare quella cifra lorda in un anno. Il 76,04% dei contribuenti italiani presenta una dichiarazione dei redditi con una cifra lorda inferiore alla fattura per restaurare la poltrona del presidente del Consiglio.
L’avessero avuta a casa avrebbero scelto naturalmente di mantenerla così sfondata, trovando soluzioni alternative per fare posare eventuali attributi di piombo. Il grande restyling dell’ufficio Letta non è finito lì. Per riparare le tende è infatti arrivata una seconda fattura di 8.369,65 euro comprensiva di Iva ancora al 21%, visto che il piccolo restauro è avvenuto fra l’11 e il 31 luglio scorso, prima che scattasse il nuovo aumento dell’Iva. I lavori non sono terminati lì: qualche settimana dopo (il 12 settembre) sono arrivati dalla Euroclone anche due nuovi «manicotti in plastica (guanti) per controllo posta per la sala K dell’ufficio del presidente del Consiglio». Spesa ovviamente assai più contenuta: 728,42 euro Iva inclusa comprensivi anche di regolare «posa in opera» (installazione) da parte della ditta prescelta.
Sono poi stati appena consegnati dalla Corridi srl due sgabelli girevoli per l’anticamera del presidente. L’amministrazione di palazzo Chigi li ha acquistati al mercato elettronico della pubblica amministrazione per 336,38 euro. Sono sgabelli di un certo pregio: «girevole con braccioli, schienale elevabile e reclinabile, elevabile a gas, rivestimento in tessuto ignifugo o similpelle». Si aggiungono agli arredi già rinnovati per gli uffici del nuovo governo poche settimane dopo l’insediamen – to: il 3 giugno scorso la Sitland spa ha consegnato a palazzo Chigi sedie da ufficio nuove di zecca per 42.510,33 euro. E già il 14 giugno successivo la Cor- ridi sas aveva consegnato 6 sgabelli simili a quelli che sarebbero poi arrivati nell’anti – camera del premier. Costo complessivo: 1.009,14 euro. Un’altra ditta si è occupata di qualcosa che non andava evidentemente all’ingresso di Palazzo Chigi.
Il danno in questo caso dovrebbe essere stato provocato proprio nelle ultime ore del governo di Mario Monti, perché i primi contatti risalgono al 22 aprile scorso, quando Letta non si era ancora insediato lì. Il 13 maggio però è stato proprio il nuovo premier a fare firmare il contratto ufficiale con la Figera srl di viale Mazzini a Roma per la «riparazione e revisione del portone pedonale di ingresso principale», che probabilmente era stato danneggiato anche solo dall’usura. Con 740,05 euro è stato rimesso a posto pure quello. Intanto che c’era, quello stesso 13 maggio Letta ha fatto firmare due altri contratti con la Controlsecurity per mettere in sicurezza sia palazzo Chigi che le sedi distaccate della presidenza del Consiglio dei ministri. Per «interventi sui sistemi di sicurezza e posizionamento teleca- mere» sia a palazzo Chigi che a Palazzo Verospi sono stati spesi in tutto 4.597,790 euro più 965,54 euro di Iva per un totale di 5.563 euro. A Villa Doria Pamphilj, utilizzata dalla presidenza del Consiglio per incontri internazionali, invece la Controlsecurity ha installato una nuova telecamera Dome SPD5627R pagando 1.359,25 euro più Iva di 285,44 euro per un totale di 1.644,69 euro.

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tontolina

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La Stampa - ‎9 minuti fa‎




Non sono io che creo problemi, anzi: sono uno che gioca nella squadra. È lui che governa male. Matteo Renzi rilancia ed affonda il colpo contro il governo, senza neanche aspettare che Enrico Letta tocchi terra dopo la trasvolata oceanica di ritorno dal ...
 

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