Il gioco dell'opa (1 Viewer)

greg

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Su italia-invest.com
Per una volta, qualcuno dell'ambiente che ne parla senza ammannire putt-anate al parco buoi.
 

giuseppe.d'orta

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L'intervista

Continua il gioco dell'Opa
Mer 4 Dic 2002 14: 42

Franco Canevesio, Italia-iNvest.com

Continuano sul listino azionario italiano le operazioni di “delisting”, cioè di eliminazione di titoli dal listino stesso. E si fa sempre più lungo l'elenco dei titoli che potrebbero essere oggetto di Opa. Anzi, sembra che l'offerta pubblica di acquisto sia diventata un vero e proprio cavallo di battaglia dei mercati, un mezzo a cui i finanzieri ricorrono sempre più spesso. Una moda, dicono alcuni che, spesso, vedono il torbido dietro questo tipo di operazioni. Ultimamente anche i mezzi d'informazione si sono accorti di questo fenomeno e, alcuni, l'hanno interpretato come un bel segno dei tempi. Per capire meglio cosa succede, e soprattutto per capire meglio se quel che succede sia cosa buona e giusta o no, abbiamo chiesto un commento a Giovanni Patania, ex agente di cambio e attuale consulente di Cassa Lombarda.
Sempre più spesso si sente parlare di Opa, di Offerta pubblica di acquisto. E' un fenomeno destinato a durare o no?
“Il fenomeno è destinato a continuare in presenza di quotazioni che non tengono conto del valore patrimoniale, dell'avviamento e delle prospettive di molte società quotate, specialmente tra le medio piccole”.

Quali riflessioni possiamo fare su questo fenomeno che da alcuni viene commentato positivamente?
“Ho letto alcuni commenti che mi sembrano incredibili. Lunedì scorso, 2 dicembre, un articolo sul maggiore quotidiano finanziario titolava: “Il gioco dell' Opa 'regala' un'iniezione di liquidità” con un commento su ben 13 società, tra cui alcune di grandi dimensioni, che potrebbero essere oggetto di offerta pubblica di acquisto. Ma vogliamo ragionare ? Non si tratta di 'regali' bensì, salvo rare eccezioni, di furti legalizzati ai danni degli azionisti di minoranza”.

Si spieghi meglio
“In certi casi, come per esempio Autostrade, il prezzo offerto dall'Opa, di 9,50 euro, rappresenta un prezzo massimo rispetto alle quotazioni e quindi consente un discreto guadagno a tutti gli azionisti. Ma in molti altri casi, avviene il contrario e cioè i piccoli azionisti ci rimetteno invece di guadagnare perché, dopo i ribassi degli ultimi anni, il prezzo medio è nettamente inferiore al prezzo di carico dei singoli azionisti”.

Perché succede questo?
“Guardi, prima di tutto, l'attuale legge sull'Opa fu elaborata quando non si pensava a un crollo delle quotazioni come quello verificatosi nell'ultimo triennio. Infatti, per quanto riguarda il prezzo, si prende la media dell'ultimo anno e poi si aggiunge un premio, che usualmente varia tra il 10 e il 20 per cento”.

E poi?
“Poi, le società quotate nell'ultimo decennio, per lo più con multipli elevati, potrebbero essere tolte dal listino offrendo delle cifre molto inferiori a quelle sborsate dai sottoscrittori. Non credo di essere lontano dal vero se parlo di furto legalizzato. Ma c'è di più. A volte, chi vuole lanciare un'offerta su una “small cap”, svolge un ruolo preparatorio molto attivo nel premere sulle quotazioni nei momenti di crisi borsistica. Se Consob decidesse di svolgere una seria indagine in proposito, sarebbe veramente interessante osservare chi ha disposto certi ordini di vendita”.

Cosa succede all'estero?
“Nei paesi borsisticamente evoluti accade esattamente il contrario rispetto alle vicende italiane. Per esempio, per tenere le quotazioni ed evitare crolli drammatici, le società emittenti intervengono con “buy back”, a volte con carattere straordinario ed urgente. In Italia, troppo spesso, tale operazione viene approvata in Assemblea e poi non viene attuata. Oppure lo “specialist” non attua l'operazione con i dovuti criteri e pone in vendita i titoli appena acquistati, producendo effetti negativi, opposti a quelli di stabilizzazione delle quotazioni. Non c'è da meravigliarsi se gli investitori italiani si stanno sempre più rivolgendo alle borse estere dove gli interessi delle minoranze sono meglio tutelati”.

A suo parere cosa potrebbe fare la Consob per migliorare la situazione?
“Facile: dovrebbe intervenire per far modificare le regole relative al prezzo e, in ogni caso, valutare la congruità a prescindere dalla quotazione dell'ultimo periodo. Se non si riuscirà a modificare le regole, il mercato azionario italiano sarà sempre più asfittico e accentrato sui n. 30 titoli del Mib”.
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
A volte, chi vuole lanciare un'offerta su una “small cap”, svolge un ruolo preparatorio molto attivo nel premere sulle quotazioni nei momenti di crisi borsistica. Se Consob decidesse di svolgere una seria indagine in proposito, sarebbe veramente interessante osservare chi ha disposto certi ordini di vendita”



Da sottolineare.
 

greg

Nuovo forumer
Azz. Volt che velocità.
Anche senza i giochetti è proprio il meccanismo per la fissazione del prezzo che non funziona, visto che il mercato, soprattutto per le small cap
può essere talvolta ingiustamente punitivo per periodi anche lunghi.
Ed allora viene travolto anche il cassettista che fidando sulla qualità dell'impresa sarebbe disposto a pazientare in attesa della ripresa.
Anzi, peggio ancora, i giochetti sono diretta conseguenza della legge che fissa nel recente andamento di mercato uno dei parametri per il prezzo d'opa.
Ciao
 

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