Il debito in proporzione della ricchezza (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
da Quelli che… la colpa è del debito pubblico - Alberto Bagnai - Il Fatto Quotidiano

Ad esempio… sicuri che il debito pubblico sia la causa della crisi? I dati lo smentiscono.
All’inizio della crisi (2007), su cinque paesi colpiti tre avevano il debito pubblico in calo (Irlanda, Italia e Spagna), uno lo aveva stazionario (Grecia) e solo il Portogallo lo aveva in crescita, su valori che oggi farebbero invidia alla Germania. Situazioni differenziate, ma in nessun caso particolarmente preoccupanti. Qui arriva di solito quello furbo, che ti dice: “Sì, va bene, prima della crisi il debito pubblico italiano si è ridotto (di 10 punti di Pil), però era alto!”. D’accordo, ho capito che era alto, lo so! Ma lo era stato (e molto di più) per vent’anni! E allora perché mai la crisi sarebbe dovuta scoppiare proprio mentre scendeva? A questa replica qualcuno tira fuori l’argomento risolutore: “La colpa è di Berlusconi”! Un argomento che andava ancora bene per i gonzi a settembre, ma che dopo qualche mese di spread a 500 anche loro valutano ormai per quello che vale: zero. Una risposta meno insulsa viene da un altro dato comune alle cinque economie in crisi: dall’entrata nell’euro (1999) allo scoppio della crisi (2007) in ognuna di esse era esploso il debito privato, con aumenti dai 31 punti di Pil (Italia) ai 98 punti di Pil (Irlanda e Spagna). Quella che ora i mezzi di disinformazione di massa presentano come crisi bancaria causata da una crisi del debito pubblico, nei dati si presenta in modo opposto: la crisi di debito pubblico è causata dal dissesto finanziario del settore privato (come ammettono anche Giavazzi ed Alesina), attraverso gli interventi di salvataggio delle banche con soldi pubblici, e attraverso il crollo dei redditi privati e quindi delle entrate fiscali. Casta, corruzione, evasione sono certo da combattere, ma con questa dinamica c’entrano poco.




C’entra invece la strategia di espansione del capitalismo del Nord, che ha favorito lo smaltimento della propria sovrapproduzione inondando di liquidità i mercati del Sud, onde facilitare l’accesso al credito di famiglie e imprese. Lo dimostrano i dati sul debito estero netto: le prime economie colpite sono quelle nelle quali il debito estero è aumentato di più (70 punti di Pil in Grecia, 68 in Irlanda…), e il principale creditore era la Germania (il cui credito estero netto è simmetricamente aumentato di 25 punti di Pil).
Un bel giochetto (ti presto i soldi così mi compri i miei beni), simile a quello che la Cina gioca con gli Stati Uniti: sarebbe potuto durare più a lungo se da oltre Oceano non fosse arrivato lo shock del fallimento Lehman. Questo ha costretto le banche alemanne a rientrare dalle loro esposizioni, facendo, come nella miglior tradizione locale, la voce grossa coi più deboli: i Pigs.

Il resto lo ricordiamo tutti. Le politiche di austerità, in questo contesto, non possono che peggiorare la situazione, mettendo in ulteriore difficoltà le famiglie e le imprese che devono rimborsare i propri debiti (privati).

Ma non ditelo al dott. Livore…
 

tontolina

Forumer storico
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Foto dal diario | Facebook
 

lorenzo63

Age quod Agis
Il debito in proporzione della ricchezza
Nonostante l’aumento della ricchezza, nel periodo 2000-2008 il rapporto tra debito e patrimoni netti è aumentato in media di circa il 50% nella maggior parte dei paesi in cui l’indebitamento delle famiglie supera la soglia di USD 1000 miliardi.


Negli Stati Uniti il debito è cresciuto dal 18,7% della ricchezza netta nel 2000 fino a un picco del 30,5% nel 2008, prima di scendere nuovamente al 21,7% nel 2011.


Il Regno Unito ha evidenziato un andamento pressoché analogo, con una crescita dal 15,2% al 23,4% tra il 2000 e il 2008 e un successivo arretramento al 20% nel 2012.


L’aumento del rapporto debito/ricchezza è stato molto più accentuato nei Paesi Bassi e in Spagna; nel primo caso l’incremento rispetto al 2000 ha leggermente rallentato, assestandosi al 71%, mentre per la Spagna non appare in vista alcuna decelerazione, tanto che tale rapporto è oggi maggiore del 90% rispetto all’inizio delle misurazioni.


La crescita dell’indebitamento è stata marcata anche in Italia, che però partiva da un livello molto più basso; non a caso, il rapporto indebitamento/ricchezza dell’11,1% registrato nel 2012 non solo è il più contenuto tra quello dei paesi presi in esame, bensì si colloca anche al di sotto della media mondiale complessiva (17,7%).


Su livelli inferiori a tale soglia si attestano anche


Francia (12,8%),


Germania (16,4%)


e Giappone (16,6%).


Nei paesi in via di sviluppo, l’importo in termini assoluti del debito risulta raramente al di sopra di USD 1000 per adulto,


benché livelli eccezionalmente elevati – oltre USD 5000 per adulto – siano registrati in Brasile, Cile e Sudafrica.



FondiOnLine.it

E' una cosa Tremontiana ..... Ovvero è quello che in diverse salse et condimenti Tremonti (il padrino degli scudi...) ha sempre sostenuto.
 

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