"Il critico come artista" di O.Wilde e altre riflessioni sulla funzione del critico. (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
(continuando) La società ritiene che la contemplazione sia il peggiore dei peccati (aggiungo io: "Cooome, non fai nulla?"): invece è, per OW, l'unica occupazione degna del genere umano. Non far assolutamente nulla è la cosa più difficile al mondo, la più difficile e la più intellettuale. Solo gli eletti vengono al mondo per non fare nulla..

Come la natura è materia che lotta per farsi spirito, così l'arte è spirito che si realizza nelle condizioni della materia.
Se si cena in compagnia di un uomo che ha passato la vita cercando di migliorare la propria educazione, ci si alzerà dal tavolo più ricchi, coscienti che un elevato ideale ha toccato e santtificato per breve tempo la propria giornata. Invece, terribile esperienza cenare con uno che ha passato ila vita volendo educare gli altri. Com'è spaventosa l'ignoranza che deriva dall'uso fatale di comunicare le proprie opinioni al nostro prossimo!

Stiamo avvicinandosi alla fine del testo, poco si aggiungerà, se non osservazioni un po' isolate. In breve accennerò ancora a qualche detto, poi inviterei a tornare sulla funzione del critico d'arte oggi.
 
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baleng

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Prima di passare noi all'argomento "critico d'arte", aggiungo alcuni detti o aforismi estrapolati dalla parte finale del testo, visto che con Q.W. si tratta sempre di una sorpresa intelligente.

Ci servono persone poco pratiche che vedano al di là del momento e pensino oltre i limiti dell'epoca.

Il castigo dell'ambito intellettuale è quell'uomo sempre occupato ad educare gli altri, che non ha avuto il tempo di consacrarsi all'educazione sua propria.

Essere autodidatta è il vero ideale dell'uomo.

Un'idea, se non è pericolosa, non è degna di chiamarsi idea.

La sicurezza della società si basa sulle abitudini e sull'istinto incoscio. La base della stabilità sociale, della società come organismo sano, consiste nella carenza assoluta di intelligenza da parte dei propri membri.

pertanto ...

Si è tentati di pensare che l'uomo è sì un animale razionale, ma non ha nessun vantaggio ad operare secondo i precetti della ragione.

Mai siamo tanto sinceri con noi stessi come quando siamo incoscienti

L'uomo che si occupa del suo passato non merita di avere un futuro.

E' più facile persuadere gli altri che sé stessi.

... continua, però mi fermo per ora, anche perché su alcune di queste massime credo sia il caso di soffermarsi un po' di tempo.
 

Cris70

... a prescindere
Ne ricordo una che richiama molto l'attuale situazione dei social e in generale della società che ci circonda: "è meglio passar per bocca che nell'indifferenza"
 

baleng

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Un critico non può essere imparziale nel senso ordinario della parola. Si può essere davvero imparziali solo per le cose che non ci interessano, e certo è per questo che una opinione imparziale manca sempre di valore. Chi vede i due lati di un problema in realtà non ci capisce nulla. L'arte è passione, e in questo campo il pensiero viene inevitabilmente colorato dall'emozione. ... L'arte parla all'anima. ... Non è il caso di avere pregiudizi, certo, però sta a ciascheduno aver preferenze su un dato tema, e quando le si hanno non si è imparziali.
Questa è notevole, perché quelli che non hanno nulla da dire e nulla capiscono, sempre risponderanno alle vostre critiche sul loro ciofecautore preferito accusandovi di giudicare secondo le vostre preferenze. Il che in parte è inevitabile e anche giusto, come fa notare OW, in parte può accecarvi il giudizio e rovesciarlo come un guanto solo se siete così psicolabili da poter venire tranquillamente giudicati cretini. Che è quanto il vostro civile avversario sottintende, se già non l'ha detto chiaramente cercando di offendervi sino alla quarta generazione.
Senza contare che coloro che chiedono un giudizio "imparziale, oggettivo" dovrebbero spiegare chi ha i numeri e il diritto di farlo senza essere sospettato di soggettività. Un robot, potrebbe rispondere qualcuno, dimenticando che il robot risponde meccanicamente a quanto un uomo ci ha messo dentro, giudizi personali compresi. Ma per costoro il robot sarebbe il giudice ideale, eliminando così l'uomo, (questo è il loro terribile e inconfessabile sogno).

Poco dopo, le stesse persone si scaglieranno furiosamente contro i vostri preferiti in nome dell'oggettività :pollicione:
 

baleng

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Ci sono due modi per non amare l'arte. Uno consiste semplicemente nel non amarla. L'altro nell'amarla in forma ragionevole.
:ola:

Sincero? Il vero critico sarà sempre sincero per quanto riguarda la sua devozione verso la bellezza, ma cercandola in tutte le epoche e in tutte le scuole, senza lasciarsi limitare da alcuna corrente di pensiero stabilita, o da una maniera stereotipata di vedere le cose. Per realizzarsi adotterà numerose forme e mille modi diversi e incontrerà la propria unità solo attraverso tutti questi continui cambiamenti.
In pratica dice che il critico non deve soggiacere a nessuna teoria.

E' fondamentale che un critico riconosca che la sfera dell'arte e quella etica devono restare rigorosamente separate.
Questo è un gentile calcio in bocca ai buonisti, ai contenutisti, agli "è bello perché sostiene idee giuste". Anzi: "le idee giuste", loro sanno quali :bla:

Sono gli stessi che bloccano i film di un regista o un attore perché la sua vita privata non corrisponde esattamente alle loro ipocrite fantasie; questi oggi oggi negli USA hanno "preso il potere" (salvo però entusiasmarsi in Italia per il pedofilo di turno quando abbia combattuto nelle loro file).
 

baleng

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La scienza è al di fuori della portata della morale in quanto i suoi occhi sono attenti solo alle verità eterne. L'arte sta ugualmente fuori dal dominio della morale perché i suoi occhi si fissano sulle cose belle, immortali e sempre rinnovate.
Tutta la cattiva poesia nasce da sentimenti reali
(intende dire che il poeta come il pittore lavorano sulla forma, non sui sentimenti, che anzi danneggiano il risultato)
Le scuole d'arte non dovrebbero classificarsi secondo l'epoca di produzione, ma in rapporto al temperamento dei maestri.
L'influenza del critico riesiede semplicemente nel fatto che egli esiste.
Un grande artista è incapace di riconoscere la bellezza di un'opera che non sia sua.
I cattivi artisti stanno ad ammirarsi reciprocamente, e chiamano ciò grandezza di spirito e mancanza di pregiudizi.
E' proprio perché uno non è in grado di creare una cosa che diviene un perfetto giudice per criticarla. La creazione limita la visione, la contemplazione la amplia.
La tecnica consiste nella personalità: per questo l'artista non la può insegnare, e viceversa un critico di estetica può arrivare a capirla.

Con questa raffica di aforismi presenti nel testo termina la raccolta degli stessi, nonché quella dei concetti wildiani sul critico, e si apre, spero, una discussione sulla funzione del critico oggi. :futuro:
 

baleng

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In Italia c'è una tradizione trombonistica della critica d'arte. Molte cose che si leggono sono pure prese per i fondelli. Altre sono magari più seriose, ma risultano affermazioni indimostrate.
Il più delle volte il critico vuol mostrare quanto è contento (lui) di vedere o aver visto la tal opera, e allora userà un vocabolario che, per chi sa osservare, lo tradisce subito:
"Ma guardate la bellezza di questo incarnato, ... e questo cielo così splendidamente azzurro ... nulla paragonerei a questo gesto di estrema modestia ..."

Il linguaggio è sempre rivelatore: il critico sta parlando di sé, di cose che vede lui e solo lui, ma mica ce le può far vedere, no, LUI le ha già viste e tanto basti al lettore o ascoltatore assetato di un aiuto. Dice questo, questo e questo, che significano, per il dizionario, vicino a me e lontano da te :tie:, oh come me la godo io, e tu ciccia! Un critico del genere non è che non capisca nulla: semplicemente non ha chiara coscienza di ciò che prova - che sarebbe il primo requisito richiesto per fare il critico - e si limita a balzellare come un orango (certo, con l'anima) di fronte al suo giocattolo preferito. Non disturbatelo, EGLI vede l'ineffabile.
Limitatevi a non pagarlo. :tie:
 

baleng

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Poi c'è il critico storico, che potrebbe anche non capire nulla, tanto ci fa la storia delle vicissitudini del quadro, delle amanti dell'artista, della crudeltà del committente, dei personaggi che riempiono la scena ecc ecc. Cose tutte utili, per carità, ma non riguardano il mestiere di critico. Ci fu chi sostenne che il critico non esiste, può esserci solo lo storico dell'arte. Però prima si dovrebbe almeno trovare un critico che gli dica che cosa fu arte e che cosa no, nevvero? :-D
"A questo non avevo pensato". Eggià. Se hai il cervello passivo, farai lo storico di quello che han capito gli altri: tu non ci arrivi. "E' vero! " :ihih:

Il vecchio Stalin era circondato da studiosi che gli davano sempre ragione. Lui pontificava su arte, storia, lingua ecc., e quelli tiravano fuori le prove. In fin dei conti non c'è molta differenza dal fare lo storico del bello senza cocntradditoriamente ammettere un criterio di scelta del bello. Quasi nessuna.:rolleyes:
 

mantegna

Forumer attivo
Il critico oggi non è altro che una delle tante frecce nell'arco del marketing, ovvero uno strumento. Ai tempi di Oscar poteva essere il giudice supremo, un critico ben introdotto in certi ambienti poteva far aprire molti portafogli, oggi non è più così. Il critico da solo non sposta neanche una banconota da 5 euro, occorre la galleria importante, la mostra importante, il museo, la pubblicità sulle riviste, la vendita su Ebay, parlarne nei forum, un mi piace su Facebook, essere inseriti nelle collezioni giuste, un passaggio in asta e uno in televisione e infine se vogliamo anche il dessert, il critico. Che vale tanto quanto il far sapere che Cristiano Ronaldo ha comprato un tuo quadro, forse non ci capirà nulla d' arte il calciatore ma vuoi mettere il glamour...
Oggi gli ingredienti del successo e della vendita sono diventati molteplici, sicuramente dipendono poco dalla qualità delle opere, il critico è solo un elemento della strategia complessiva che dovrà essere molto più ampia e ben finanziata. L'arte oggi si vende poco per le qualità intrinseche, occorre una narrazione che susciti l'interesse e suggerisca le emozioni da provare anche quando non ce ne sono, la qualità dell'opera è più estrinseca, parlerei di qualità del marketing connesso. Non è un caso che un amico artista di successo conosciuto ad Artverona mi ha confessato che Capitan Findus l'ha inventato lui.
 

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