"Il critico come artista" di O.Wilde e altre riflessioni sulla funzione del critico. (1 Viewer)

baleng

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A Cuba mi è stato regalato un testo di Oscar Wilde (tradotto in spagnolo :wall: , anche perché tutto ciò che le librerie cubane vendono pare debba essere stampato all'interno dell'isola). Si tratta di "Il critico come artista". Nel testo, il cui contenuto mi permetto di sintetizzare all'estremo, Wilde sostiene che il critico non solo crea, proprio come l'artista, ma anzi è superiore a questi, non essendo condizionato dalla materia. Ciò si inquadra nella visione di Wilde per cui la letteratura è superiore alle altre arti in quanto più libera e più adatta ad "uscire dal reale".
Il tutto viene espresso con ragionamenti e massime abbastanza paradossali, ma anche con una certa coerenza di ragionamento, così che non sempre è chiaro se si stia camminando per un percorso serio oppure provocatorio.
Mi ripropongo di riportare qui, citandole principalmente nell'ordine in cui si trovano scorrendo il testo,, alcune di queste affermazioni, che possono stimolare non solo discussioni, ma anche riflessioni su quale sia il senso e il valore della critica d'arte, oggi come allora.
La discussione sulla funzione del critico d'arte, peraltro, può tranquillamente iniziare anche subito :-o
 

baleng

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"Il pubblico è davvero tollerante, e perdona tutto, meno il talento".
"In letteratura l'egoismo più assoluto è qualcosa di delizioso"
"I biografi sono la piaga del secolo, Tutti i grandi uomini hanno discepoli, ed è sempre Giuda che scrive loro la biografia"
Ora, anche più in argomento ...
"A che serve la critica d'arte? Perché non lasciare il suo mondo all'artista che lo crea? Con che autorità chi non crea giudica chi crea?" [Queste sono le vecchie domande che quicui Wlide darà una originale risposta]
"Dire che nei tempi gloriosi dell'arte non esisteva la critica d'arte è un grosso errore."
"Differenza tra giornalismo e letteratura: il giornalismo è illeggibile, e la letteratura non viene letta."
"I greci erano una nazione di veri e propri critici d'arte." [spiegaz. : furono i massimi critici in tutto - filosofia, tragedia ecc, pertanto lo furono anche nell'arte)
"Vivo con il terrore di non rimanere incompreso" :ciapet:
"Non si può insegnare nulla di quanto valela pena di conoscere"
"Il pensiero è misterioso, però mistero ed avventura lo sono ben di più"
"La materia impiegata da pittori e scultori è povera di fronte alla parola"

(continua)
 

lastra.biffata

Forumer attivo
Penso che la figura del critico nell'arte sia fondamentale. Non voglio dire che sia una figura positiva o negativa perchè dipende dai casi ma è comunque necessaria. Qualcuno mi dirà che Afro e Burri sarebbero stati gli stessi anche senza Cesare Brandi oppure Rohtko e Newman senza Tapiè oppure Kounellis e Fabro senza Celant eppure non credo sia cosi, tutt'altro. Il critico è un incredibile collante, trova affinità tra vari pittori e le fonde, traccia una linea comune e aiuta l'artista a sviluppare la sua poetica. Lavora con i musei e con le gallerie più importanti per promuovere l'artista.

In alcuni casi è anche vero quello che hai sintetizzato ovvero che il critico a volte è più artista dell'artista stesso. Se si pensa che alcuni movimenti oggettivamente poco significativi sono stati messi in piedi proprio dai critici! Gli artisti e chi li tratta si sono trovati davanti le porte di un mercato spalancate grazie a chi ha scritto sulla loro poetica. Che con la letteratura si possa essere più liberi della pittura non sò, si potrebbe fare un ampio discorso ma asintoticamente si arriverebbe allo stesso livello di libertà. E poi non sempre l'artista è legato alla materia in sè, direi forse più al mezzo che però è mutevole e con gli strumenti per esprimersi che sono quasi infiniti (basti pensare agli artisti concettuali).
 

baleng

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I grandi artisti creano in modo incosciente? No, risponde Wilde.

"Ogni bella creazione artistica è cosciente e riflessiva. Nessun poeta, quantomeno nessun grande poeta, canta perché deve cantare. Un grande poeta canta perché vuole cantare."

Sarei piuttosto d'accordo.

Sul punto, OW aggiunge: "Non c'è arte dotata di bellezza senza coscienza di sé."
 
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baleng

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Persino i grandi poemi dell'antichità, nati in forma collettiva, non sono risultato di immaginazione popolare, ma individuale, una volta che abbiano ricevuta una bella forma, perché non c'è arte senza stile, non c'è stile senza unità, e quest'ultima è pertinente all'individuo.

Qui forse qualcuno potrebbe obiettare che le cattdrali gotiche o precedenti fossero invece opera di un sentire popolare ...
 
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baleng

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Un'epoca senza critica è un'epoca in cui non esiste arte, ovvero c'è, ma rimane immobile nel riprodurre moduli artistici consacrati dal tempo.

D'altra parte, qualunque epoca "creatrice" ha dovuto per forza essere anche critica. All'istinto critico si deve ogni nuova scuola che sorga. E' la facoltà critica che inventa forme nuove. La creazione tende a ripetersi.


Qui siamo al centro del pensiero di OW in questo testo.
 
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lastra.biffata

Forumer attivo
Un'epoca senza critica è un'epoca in cui non esiste arte, ovvero c'è, ma rimane immobile nel riprodurre moduli artistici consacrati dal tempo.

D'altra parte, qualunque epoca "creatrice" ha dovuto per forza essere anche critica. All'istinto critico si deve ogni nuova scuola che sorga. E' la facoltà critica che inventa forme nuove. La creazione tende a ripetersi.

Considerazione che non fa una piega.
 

baleng

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Considerazione che non fa una piega.
Navigare tra i paradossi di QW è sempre un esercizio interessante.Aggiungo questi.

Ogni nuova scuola che nasce grida sin dalla sua apparizione contro la critica che se ne fa, mentre è proprio alla facoltà critica che essa deve la sua origine.Il puro istinto creatore non invoca [?? inventa?] , ricrea.

Quasi sempre i critici, intendo i migliori, ne sanno più degli artisti autori delle opere che analizzano. Era comunque da aspettarselo, in quanto la critica richiede molta più cultura che la creazione in sé.

Poi una affermazione da girare a quelli che ripetono "studia, l'artista lo devi conoscere bene, ecc ecc, sennò non lo puoi criticare.

Per conoscere origine e qualità di un vino è inutile bere la botte intera. Né è necessario. Si può tranquillamente decidere in solo una mezz'ora se un libro sia buono o non valga nulla.
 

baleng

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Vi sono molti "artisti", in pittura come in letteratura, che sono totalmente contrari alla critica. Hanno ragione. Le loro opere sono carenti di relazione intellettuale con la loro epoca. Non ci portano alcun elemento di novità , di piacere, nessun impulso di pensiero, di passione o bellezza. Non vale la pena di parlare di queste opere. Vanno relegate nell'oblìo più profondo.

Per esperienza personale conosco per esempio poeti che si esibiscono in cerca di sole lodi, se gli fai una osservazione o critica diventano immediatamente tuoi nemici, anche se non lo danno a vedere. Vale anche per i pittori, ho perso una bella amicizia per avere fatto conoscere il mio reale pensiero su opere che dovevano esprimere chissà quanto, ma non mi dicevano nulla.
 

Barlafuss

Forumer storico
Un bel tacer non fu mai scritto ma quando viene richiesta un'opinione dovrebbe essere un atto di sincerità. Che dovrebbe essere apprezzato perché essere sinceri con una persona che stimi o a cui vuoi bene a volte può essere doloroso per entrambi.
 

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