Sea Watch: il caso Rackete figlia di un ricco trafficante di armi (1 Viewer)

tontolina

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Ora l'Olanda critica la Rackete ma scarica i problemi sull'Italia

Il governo olandese ammette gli errori di Carola. E, pur non avendo mosso mai un dito, si lamenta anche che l'Italia deve fare di più sui respingimenti

Sergio Rame - Dom, 30/06/2019 - 08:40

Ora l'Olanda critica la Rackete ma scarica i problemi sull'Italia



Adesso che Carola Rackete è agli arresti per aver forzato il blocco imposto dal Viminale e aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza (guarda il video), l'Olanda, il Paese di cui batte bandiera la Sea Watch 3, ha fatto un passo indietro criticando la decisione della comandante di dirigersi verso Lampedusa. [hanno paura di essere chiamati a risarcire?]

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Nella lettera di risposta al ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, la segretaria di Stato olandese all'immigrazione, Ankie Broekers-Knol, osserva (finalmente) che, anziché dirigersi versi l'Italia, la nave della ong tedesca sarebbe "potuta tornare in Libia o andare in Tunisia".[meglio tunisia dato che i migranti sono tutti tunisini]
Un'ammissione tardiva che non spazza via l'indifferenza dell'Aja dei giorni scorsi.
Il governo olandese non ha mai mosso un dito per aiutare a sbloccare la situazione.


"Il comportamento del governo olandese è disgustoso. Rispettosamente parlando", si lamentava nei giorni scorsi Salvini mentre si trovava a dover gestire il caso della Sea Watch 3. "C'è una nave che batte bandiera olandese e se ne strafregano completamente", denunciava il ministro dell'Interno informando, ai microfondi di Radiouno, di aver già scritto alla sua collega agli Interni in Olanda, ma "senza avere uno straccio di risposta". Ora che la situazione è finita nel peggiore dei modi (un blocco forzato, una strage sfiorata e l'ennesima figuraccia di Bruxelles), la maggior parte dei Paesi europei tornano a parlare. I primi sono stati la Francia e la Germania che ieri si sono messi a dare lezioni di buonismo all'Italia spiegando che "salvare vite umane non è reato". Oggi, poi, è toccato alla stessa Olanda.

Nei prossimi giorni la Broekers-Knol verrà a Roma per avere colloqui bilaterali con Salvini. Nella lettera dai toni all'apparenza sereni, pubblicata in esclusiva dal
Corriere della Sera, la segretaria di Stato olandese all'immigrazione sottolinea che la Rackete si sarebbe anche potuta dirigere verso il porto olandese di competenza, ma fa anche notare a Salvini che "contrariamente a quanto Lei dichiara nella sua lettera, non ha mai chiesto di sbarcare in Olanda". A detta del governo dell'Aja il fatto che una nave batta la bandiera di un certo Stato, non implica che questo sia obbligato ad "accogliere le persone soccorse". Quindi ricorda al governo italiano che, "in assenza di una prospettiva di cooperazione verso una soluzione concreta e strutturale come quella indicata nelle conclusioni del Consiglio Europeo del giugno 2018", ha deciso di non partecipare più oltre agli schemi di sbarco ad hoc e che "non prenderà più migranti dalle operazioni Sar (Safe and Rescue, ndr) in un'area ampiamente colpita dalle attività dei trafficanti di esseri umani".

L'Olanda rivendica di essersi sempre impegnata a "rispettare l'obbligo di salvataggio delle gente in mare imposto dalla legge internazionale". Tuttavia dà ragione a Salvini spiegando che le operazioni della Sea Watch 3 "non dovrebbero contribuire alle attività criminali dei trafficanti". Da qui l'invito al nostro Paese affinché si faccia un fronte comune per ottenere una riforma del sistema europeo di asilo e immigrazione che sia basata "sui principi della solidarietà e responsabilità" ma che preveda anche "una procedura obbligatoria europea di espulsione ai confini esterni". Secondo la Broekers-Knol, infatti, nei casi dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, il ricollocamento è "uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti" che "dovrebbe essere evitato" in qualunque modo.

Al di là del politichese, quando poi il Corriere della Sera riesce a intervistare la segretaria di Stato all'immigrazione, questa non ci impiega tanto a criticare l'operato dell'Italia. Se infatti da una parte si dimostra consapevole della pressione migratoria che negli ultimi anni è gravata sul nostro Paese, dall'altra lamenta il "continuo, alto numero di richiedenti asilo" che arrivano nei Paesi Bassi, "molti dei quali provenienti dall'Italia".
 
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Carola e gli anti italiani
Carola e gli anti italiani – Il blog di Andrea Indini


Cosa ci faceva una delegazione piddì su una barca pirata? E perché ora gli stessi progressisti si sono messi a intasare i media per difendere la capitana della Sea Watch Carola Rackete nonostante quello che ha fatto? Ancora una volta ci troviamo a che fare con italiani mossi da uno spirito profondamente anti italiano.



Da subito la sinistra si è schierata al fianco di una ong straniera che, infrangendo ogni tipo di legge, è arrivata addirittura a forzare il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, a speronare una nave della Guardia di Finanza e a obbligare il nostro Paese a far sbarcare i 53 immigrati clandestini che aveva recuperato al largo della Libia apposta per mettere in difficoltà il governo Conte.

Lo sdegno, in certi casi, dovrebbe essere unanime. Ma così non è stato. Pur di andare contro Matteo Salvini, la sinistra ha, infatti, sposato la crociata di chi vuole il male dell’Italia e degli italiani. I vari Matteo Orfini, Graziano Delrio e Davide Faraone sono saliti a bordo della nave pirata solo per scattarsi qualche selfie con la capitana. Che, poi, dopo l’attacco alla motovedetta della Guardia di Finanza, hanno anche giustificato: “In caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi”.

Questa gente fa il male del nostro Paese. [e andassero a fanqulo... ]
E con loro anche tutto il codazzo sinistro delle associazioni (Emergency, Acli, Anpi e così via), dei “preti di strada”, degli opinionisti e degli scrittori che per cieca ideologia sostengono una ong tedesca che si sente in diritto di calpestare le nostre leggi e insultare il nostro governo senza il timore di finire nei guai. Tanto i soldi per pagare le spese legali e le multe arrivano sempre dai portafogli di certi italiani.

È l’atteggiamento anti italiano di questa gente che indebolisce il nostro Paese. E così succede che un quotidiano tedesco arrivi a definirci “plebaglia” perché vogliamo il rispetto delle leggi e che il premier olandese Mark Rutte si spinga addirittura a minacciare ritorsioni sul fronte economico, caldeggiando la procedura di infrazione per non farci alzare la voce sul fronte immigrazione.

Quello che questi anti italiani non capiscono è che la Sea Watch 3 è stata una testa d’ariete. In queste ore il Mar Mediterraneo ha ripreso ad essere solcato dalla nave “Alan Kurdi” dell’ong tedesca Sea Eye e dalla nave “Open Arms” della ong spagnola Proactiva Open Arms.
Stando ai dati del sito
Marine Traffic, starebbero pattugliano il mare alla ricerca di immigrati da recuperare prima che vengano avvistati dalla Guardia costiera libica per poi portarli (ovviamente) in Sicilia. Tanto sanno di poter contare su una nutrita schiera di italiani disposti a svendere il proprio Paese in nome dell’ideologia terzomondista.
 

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Il papà della capitana avverte Salvini: "Partirà ancora con Sea Watch..."
Il padre della capitana in campo: difende la figlia, ringrazia gli italiani che le pagano le spese legali e manda un avvertimento a Salvini

Sergio Rame - Dom, 30/06/2019 - 11:09

"Lo rifarà di nuovo...". Più che una costatazione, quella del signor Ekkehart Rackete, padre della capitana della Sea Watch 3, è un avvertimento.

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Lui stesso, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera,

Il papà della capitana avverte Salvini: "Partirà ancora con Sea Watch..."
 

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Sea Watch: Francia e Germania all'attacco.
Salvini: 'Non prendiamo lezioni'

La capitana ai domiciliari sull'isola: "Chiedo scusa ai finanzieri". Il governo valuta un inasprimento del decreto sicurezzaFOTOcusano: "Poteva schiacciarci".
  • Salvini accusa anche la manovra della capitana: "si è rischiato il morto". E il governo starebbe valutando un inasprimento del decreto sicurezza bis dopo quanto accaduto. "Trovo assurda l'escalation di insulti e di toni offensivi registrata nelle ultime ore", commenta il vicepremier Luigi Di Maio. "Non capisco l'esigenza di mettere in piedi questo circo mediatico". Uno Stato sovrano - osserva - ha le leggi e le fa rispettare. Punto. La capitana verrà giudicata da giudici sulla base delle leggi dello Stato italiano".

    La Sea Watch in porto Lampedusa, arrestata la capitana


    "Vi chiedo scusa", ha detto Rackete ai finanzieri dopo il suo arresto.

    I legali della ong intanto parlano di una azione svolta in "stato di necessità".

    In un video si sentono persone che, in porto a Lampedusa, la insultano e le augurano di essere stuprata. "Sono sostenitori di Salvini", accusa Faraone (Pd).

    Dalla Ong si dicono invece "orgogliosi del capitano".

    Sea Watch: Francia e Germania all'attacco. Salvini: 'Non prendiamo lezioni' - Cronaca


Accuse e polemiche, ma anche solidarietà, per la comandante della Sea Watch3, Carola Rackete, dopo la decisione di far attraccare la sua nave a Lampedusa resistendo agli alt della Guardia di Finanza, e l'arresto per resistenza o violenza contro nave da guerra.

La donna è ai domiciliari a Lampedusa e rischia una pena da 3 a 10 anni. Mentre dalla Francia e dalla Germania arrivano forti accuse all'operato italiano sulla vicenda. E da Parigi arriva la disponibilità all'accoglienza di dieci migranti. "Siamo pronti - dice il ministro dell'Interno Castaner - ad accogliere 10 persone bisognose di protezione al pari di altri partner europei che hanno preso simili impegni".

E anche Berlino attacca: "Non criminalizzare il soccorso in mare".

"Io credo che la vita umana va salvata in qualsiasi maniera, ecco. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario", dice il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede.

Scende in campo anche il Lussemburgo, che rivolge un appello all'Italia perché Carola Rackete sia rimessa in libertà. In un post su Facebook indirizzato all' "amico" e collega Enzo Moavero Milanesi, il ministro degli esteri Asselborn scrive che "salvare vite è un dovere e non può mai essere un reato o un crimine. Non farlo, al contrario, lo è".

"Nei confronti della comandante della Sea Watch 3 - è la replica di Moavero sempre via Facebbok - è stata aperta un'inchiesta e adottate misure da parte della magistratura italiana. In base alla nostra Costituzione, i giudici hanno piena indipendenza dal governo. Con rispetto e fiducia ne attendiamo, dunque, le decisioni".

"Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L'Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani", replica il ministro Salvini.

Vi chiedo scusa", ha detto Rackete ai finanzieri dopo il suo arresto.

I legali della ong intanto parlano di una azione svolta in "stato di necessità". "Nessuno dei 41 immigrati scesi dalla SeaWatch presenta malattie o problemi particolari come scabbia o disidratazione". E' quanto affermano fonti del Viminale, sottolineando che tutti "sono stati rifocillati, hanno passato una notte serena e per nessuno di loro è stato disposto alcun accertamento specifico né il trasferimento in elisoccorso verso l'ospedale di Palermo". "La notizia non sorprende il Viminale: i bambini con gli accompagnatori e i malati erano già scesi a terra col via libera del governo italiano.Resta quindi da capire a quale stato di necessità si riferisse la Ong per giustificare l'attracco non autorizzato con speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza".

In un video si sentono persone che, in porto a Lampedusa, la insultano e le augurano di essere stuprata. "Sono sostenitori di Salvini", accusa Faraone (Pd).

Dalla Ong si dicono invece "orgogliosi del capitano".
 

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Sea Watch, perché Francia e Germania puntano il dito contro l'Italia

Sea Watch, perché Francia e Germania puntano il dito contro l'Italia

I francesi si dicono pronti ad accogliere ben 10 rifugiati, ma il ministro dell'Interno Castaner attacca: ''Falso dire che l'Ue non è stata solidale con l'Italia''.
Berlino rincara la dose: ''Non si può criminalizzare il soccorso in mare'',
Salvini ribatte: ''Non prendiamo lezioni da nessuno''



Sea Watch, perché Francia e Germania puntano il dito contro l'Italia
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bella questa intervista..... di questo migrande che chiarisce che la krucca non ha salvato nessuno ma ha sottratto alle autorità libiche queste persone...
Questa "risorsa" mette nei guai Seawatch e capitana
 

tontolina

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In nome del popolo italiano

Nel corso di una notte semi-insonne, disturbato dal caldo colloso, dal brusio delle zanzare e dall’insopportabile vicenda Sea Watch, ho fatto un sogno strano. All’interno di un Palazzo di Giustizia, assisa sullo scranno di un tribunale, mi fissa una malinconica donna di bianco vestita, il capo cinto di una turrita corona. Io, in fondo alla sala immensa, disadorna e vuota, chiedo al mio unico vicino: “Chi è?”.
Lui mi risponde: “L’Italia”.
Io strabuzzo gli occhi: “L’Italia? E che fa?”.
E lui: “Ora emette il verdetto”.
Io, nel sogno, immagino si tratti del processo alla Rackete e mi acconcio a plaudire una sentenza di esemplare condanna. Invece, la donna – sfiorita nei tratti, eppur bella di una sua singolare fierezza – si erge ed emette una pronuncia che non avevo mai ascoltato.

Ella scandisce le parole nell’aria ferma e grave dell’aula: “In nome del popolo italiano, già mi vergognavo di essere europea, colonia di un impero da cui dipendo finanziariamente, a cui devo implorare il permesso di chiedere ad usura i denari necessari per i miei cittadini malati, per le mie città terremotate, per i miei servizi pubblici al collasso.

In nome del popolo italiano, mi vergogno ora due volte di essere europea, parte di un’Unione schierata con il capitano straniero di una nave straniera colpevole, contro ogni legge italiana e internazionale, di disobbedienza a due sentenze, di violazione del mio spazio navale e di ingresso abusivo nel mio territorio.

In nome del popolo italiano, mi vergogno tre volte di essere europea, succube di un’associazione ipocrita di Stati capaci di fare la morale a me per avere legittimamente, e invano, tentato di difendere i miei confini mentre ciascuno di essi, da anni, usa metodi più o meno violenti, più o meno illegali, per preservare i suoi.

In nome del popolo italiano, mi vergogno quattro volte di essere europea, sequestrata, con la complicità di molti italiani, da una banda di ottusi contabili che mi umilia con grottesche procedure di infrazione perché non avrei rispettato le irrisorie percentuali di deliranti parametri di finanza pubblica.

E tuttavia, in nome del popolo italiano, mi vergogno anche di essere italiana, mi vergogno degli esponenti di una sedicente classe politica dai quali dovrei essere rappresentata, difesa, supportata. E che, invece, nell’ora della prova, si fanno beffe a mio danno della legalità; quella stessa legalità di cui, pure, si professano zelanti cultori quando si tratta di castigare me per aver destinato qualche infima risorsa ai bisogni dei miei connazionali.
In nome del popolo italiano, mi vergogno due volte di essere italiana, mi vergogno di come, e di quanto, partiti e movimenti sedicenti italiani solidarizzino con chiunque, per qualsiasi ragione, sotto qualsiasi forma, oltraggi il mio nome, la mia integrità, le mie leggi, la mia dignità nazionale.

Infine, in nome del popolo italiano mi vergogno tre volte di essere italiana, mi vergogno di un miserevole ceto intellettuale chiamato ad essere il fior fiore, e degno erede, dell’intelligenza di una nazione che di un genio vivo, spiccato, inimitabile ha fatto la cifra stessa di una storia e di un destino.
In nome del popolo italiano, mi vergogno di loro, della loro pavidità e subalternità culturale, dell’innata, o indotta, incapacità di cogliere e denunziare le ingiustizie, della loro meschina, per quanto posticcia, pietà, della boria pomposa con cui rivendicano, quasi, il dovere di non sentirsi italiani mai, ma più europei sempre. In nome del popolo italiano, e per tutte le suesposte ragioni, io mi vergogno di me”.

Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
 

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Sea Watch, pm Patronaggio: “Impatto con la Guardia di finanza è stato volontario e fatto con coscienza”
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Diversa la versione della capitana davanti al gip: "Non volevo colpirli, credevo si spostasse". La decisione sulla scarcerazione slitta di qualche ora. La procura ha chiesto il divieto di dimora in provincia di Agrigento e, secondo l'articolo 291 del codice penale, il giudice per le indagini preliminari non può richiedere una misura cautelare maggiore. La tedesca sarà libera entro le 21 e 30 di martedì 2 luglio. Mattarella: "Ora abbassare i toni"

di F. Q. | 1 Luglio 2019
Sea Watch, pm Patronaggio: "Impatto con la Guardia di finanza è stato volontario e fatto con coscienza" - Il Fatto Quotidiano


insomma la liberano.... com'è che in Italia i delinquenti sono tutti fuori di galera?
 

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