
Anche il bianco è un colore di morte per Pascoli e infatti domina tutta la scena e agisce: "il bianco" cade, non la neve, "la terra è bianca" e il bianco brulica nell'aria.
Il bianco è il colore della pace e della morte per Pascoli e lo si evince anche da altre poesie nelle quali bianchi sono i visi dei morti o i loro vestiti.
E poi, infatti, gli olmi "gemono" e il verbo è adattissimo al contesto, letto così.
La figura retorica sovrana in Pascoli, è l'onomatopea che è presente anche qui, anche se in modo meno evidente che altrove:
"gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco", la G dura ripetuta simula il lamento, il suono degli olmi.
"E le ventate soffiano di schianto", con la ripetizione di S e F si riproduce il suono del vento.
"passano bimbi; un balbettio di pianto;
passa una madre; passa una preghiera!"
Qui ci sono due figure retoriche: la P ripetuta che simula i passi felpati nella neve e l'anafora (la ripetizione del verbo: "passano, passa, passa") che riprende onomatopeicamente la cadenza dei passi.
Ora scappo, a dopo!
