Idee e grafici. - Cap. 2 (12 lettori)

offear

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comunque ci sono i minimi disallineati come diceva daee...

anche max....stamattina ha testato il primo supporto che avevo indicato...

ci son 350-440 -550 sopra i max di oggi come resistenze....io credo che almeno ai 350 arrivi prima di bernanke...se dovesse stornare molto invece mi viene il sospetto che bernanke dica cose che piacciono....da monitorare....

certo che se fa di vola come ha fatto con draghi....mi sa che provo qualche operazioni coi cfd, almeno se son dalla parte sbagliata perdo solo quanto decido di perdere senza scherzi:D:D
 

dondiego49

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dondiego49

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Chi ricorda Morgan Stanley, quando pretese dal Tesoro italiano il rimborso di alcuni titoli (nel silenzio quasi assoluto della stampa?). Altro banchiere senior: "ci prepariamo a crack entro...

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Le banche americane fanno i conti con lo spettro dell'Eurozona e si preparano allo scenario peggiore: la rottura dell'euro.


Roma - "La cosa migliore che si possa fare è smobilizzare, ridurre". Afferma spaventato un banchiere senior, in un'intervista rilasciata al Financial Times, che affronta in un articolo il tema "US banks haunted by spectre of eurozone", ovvero "Banche americane inseguite dallo spettro dell'Eurozona".

"Noi ci stiamo preparando a una completa rottura dell'euro nei prossimi 18-24 mese. Una volta che la possibilità che ciò accada supera il 5%, allora il concretizzarsi del fenomeno diventa inevitabile nel corso del tempo", spiega il banchiere, che opta per l'anonimato.

Tra i grandi colossi, la cui esposizione verso l'Europa spaventa il settore finanziario americano, si mette in evidenza Morgan Stanley: gli stessi insider della banca ammettono che l'istituto viene considerato come tra le banche Usa più esposte al rischio Eurozona.

Tanto che proprio all'inizio del 2012, esattamente in data 3 gennaio, e tra l'altro nel pieno silenzio del governo, il Tesoro italiano ha versato all'istituzione finanziaria 3,4 miliardi di dollari. Motivo? La decisione di Morgan di rientrare da una posizione che aveva verso lo stato italiano da 6,268 miliardi a 2,887 miliardi (la differenza è appunto di $3,4 miliardi, convertito a un valore di 2,5 miliardi di euro.) E quel che è peggio è che sembra che la riduzione dell'esposizione sia stata chiesta proprio dal governo americano.

Brad Hintz, analista presso AllianceBernstein, definisce addirittura Morgan Stanley e Goldman Sachs alla stregua di "banche europee onorarie, visto che i loro titoli spesso si muovono in sintonia con quelle dei gruppi europei. L'anno scorso Morgan Stanley perse più del 10% in una sola sessione proprio a causa della sua esposizione europea.
 

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Monti: “Più governi, meno parlamenti”. Insorge la Germania: “Fuori discussione” - Redazione
L’Unione Europea, il governo federale tedesco, l’intero arco costituzionale rappresentato al Bundestag. L’intervista del premier Mario Monti pubblicata ieri da Der Spiegel doveva essere un modo per riavvicinare italiani e tedeschi, sotto tanti punti di vista, non ultimo quello economico-politico. E invece si è tradotto in un boomerang. A nessuno, in Germania, è piaciuto in particolare il passaggio nel quale il capo del governo italiano ha spiegato che “se i governi si facessero vincolare del tutto dalle decisioni dei loro parlamenti, senza mantenere un proprio spazio di manovra” afferma, “allora una disintegrazione dell’Europa sarebbe più probabile di un’integrazione”.

Apriti cielo. Piano piano si sono messe in fila le dichiarazioni di “correzioni” di tutti i partiti tedeschi, da destra a sinistra, dai liberali conservatori della Fdp ai socialdemocratici della Spd, ma poi anche del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, dell’Unione Europea e del portavoce della cancelliera Angela Merkel. Sarebbe quasi cappotto se non mancassero all’appello tutti i partiti italiani: nessuno ha commentato la frase di Monti. Ad eccezione di un tweet di Matteo Orfini (Pd): ”Quella di Monti sul tema governo-Parlamento è una sgradevole sgrammaticatura. Che, fossi in lui, correggerei al più presto” scrive. E ad eccezione di Brunetta che punta tutto sul duello Germania-Italia: “In poche parole che la Germania sta tirando troppo la corda, che finora non ha speso un soldo per i Paesi sotto attacco speculativo e che anzi sono questi ultimi a finanziarle il rinnovo del debito pubblico. Evidentemente la verità fa male”. Ma non dice una parola sul ruolo dei Parlamenti.

 

La voce più autorevole che in Germania si è levata all’indomani dell’intervista è stata quella del governo federale, come detto. Prima con il ministro degli Esteri tedesco, Westerwelle: “Il controllo parlamentare della politica europea è fuori da ogni discussione”, ha puntualizzato perchè c’è “bisogno di un rafforzamento, non di un indebolimento della legittimazione democratica in Europa”. Né in Germania, né altrove, ha poi puntualizzato Westerwelle, “il tentativo di costruirsi un profilo per ragioni di politica interna” può diventare misura del proprio agire, perchè “la situazione politica in Europa è troppo seria, c’è troppo in gioco”. “Il tono del dibattito – ha proseguito Westerwelle – è molto pericoloso. Dobbiamo fare attenzione a non danneggiare l’Europa”.

Poi con la dichiarazione, pur dai toni diplomatici, del portavoce della cancelliera Angela Merkel, Georg Streiter: “E’ opinione della cancelliera che noi in Germania, con la giusta misura tra il sostegno parlamentare e la partecipazione del parlamento, siamo andati avanti sempre bene”. ”Le decisioni dei governi devonoavere una legittimazione democratica – ha aggiunto Streiter – E non da ultimo recentemente abbiamo anche ricevuto alcune indicazioni dalla Corte costituzionale sul fatto che il parlamento debba essere coinvolto in misura maggiore, piuttosto che in misura minore”. Streiter ha anche aggiunto che la cancelliera Merkel non condivide le preoccupazioni di Monti sulla reputazione della Germania in Europa: “Sarebbe opportuno riportare un pò di calma nel dibattito”.

L’Ue: “Rispettiamo le competenze dei Parlamenti”. E da qui al tirare per una manica i vertici delle istituzioni europee il passo diventa breve: “Rispettiamo pienamente le competenze dei Parlamenti nazionali” nel quadro dei processi decisionali previsti dai trattati Ue per l’adozione dei provvedimenti finanziari ha chiarito stamani il portavoce della Commissione Europea, Olivier Bailly. Dopo aver precisato di non commentare nello specifico le frasi attribuite a Monti o l’intervista nella sua interezza, il portavoce ha però ricordato quella che è la posizione della Commissione europea. 

Per Bruxelles, i paesi membri hanno deciso di seguire “regole chiare e fissate in testi ratificati” quando si tratta di adottare e applicare provvedimenti finanziari. In particolare, ha ricordato Bailly, “le decisioni prese dai governi a Bruxelles, specialmente a livello di Eurozona, devono essere approvati sulla base di procedure nazionali. E in alcuni paesi queste procedure prevedono che i provvedimenti siano approvati dai parlamenti nazionali. Noi rispettiamo pienamente le competenze dei parlamenti nazionali” fissate nell’ambito di questi processi.

Gli alleati della Merkel: “Attentato alla democrazia”. Ma la polemica è divampata in particolare in Germania. Molto duri gli attacchi dai falchi della coalizione di maggioranza, i liberali dell’Fdp (i liberali) e i cristiano-sociali bavaresi della Csu, mentre appare più conciliante la posizione della Cdu della cancelliera Angela Merkel. Addirittura di “attacco alla democrazia” parla il segretario generale della Csu, Alexander Dobrindt: “Il signor Monti ha evidentemente bisogno di una chiara presa di posizione. Noi tedeschi non siamo pronti a cancellare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani”. Per il capogruppo liberale Rainer Bruederle bisogna “fare attenzione” che nel necessario processo di riforme “l’Europa rimanga sufficientemente legittimata dal punto di vista democratico”.

Sul portafoglio dei tedeschi punta invece l’euroscettico liberale Frank Schaeffler, secondo cui “Monti vuole risolvere i suoi problemi facendoli pagare ai contribuenti tedeschi”. Più morbido il parlamentare della Cdu Michael Grosse-Broemer, per cui se pure resta decisiva la capacità d’agire dei governi, “ciò non giustifica in nessun modo il tentativo di limitare il necessario controllo parlamentare”. Sul fronte dell’opposizione, nette le parole della socialdemocratica Spd che, sempre a proposito dell’autonomia dei governi dai parlamenti nazionali invocata dal premier italiano, per bocca del vicecapogruppo al Bundestag, Joachim Poss, ha considerato come “l’accettazione dell’euro e del suo salvataggio viene rafforzato dai parlamenti nazionali e non indebolito”. Evidentemente, ha proseguito Poss intervistato dal Rheinische Post, “gli anni di Berlusconi hanno indebolito l’immagine del ruolo del parlamento”.

La stampa tedesca: “Singolare concezione della democrazia”. L’intervista a Monti, oltre che ai politici, non è piaciuta nemmeno alla stampa tedesca, che oggi non risparmia critiche, in particolare sulla frase riguardante i presunti vincoli parlamentari all’azione di governo. “C’è davvero da meravigliarsi per le ricette che Monti offre per superare la crisi”, nota la Frankfurter Allgemeine Zeitung, sottolineando che l’idea secondo la quale un governo dovrebbe “educare” il proprio parlamento “tradisce, per dirla in maniera prudente, una strana concezione della democrazia”. “L’Europa può continuare ad esistere”, prosegue ironicamente la Faz, “solo se i parlamenti nazionali non hanno preferibilmente più niente da dire? Il Bundesverfassungsgericht (la Corte Costituzionale, ndr) ne prenderà atto con interesse”.

L’allusione del giornale riguarda la Corte Costituzionale di Karlsruhe, che il 12 settembre è chiamata a stabilire se il fondo salva-stati Esm è compatibile con la Costituzione tedesca. Sulla richiesta del professore di una migliore comunicazione delle decisioni dell’Eurozona la Faz stigmatizza che Monti è stato “il solo dopo il vertice europeo di giugno ad infrangere gli accordi in base ai quali spettava al presidente Herman van Rompuy di comunicare le decisioni prese”. “L’esclusiva interpretazione di Monti dei risultati del vertice – polemizza il giornale – è stata la causa principale dei malintesi del giorno dopo”.

Anche il progressista Tagespiegel scrive in un editoriale dal titolo “Mai senza il parlamento” che “parole strane sono uscite dalla bocca di un uomo che dovrebbe sapere meglio” di cosa parla. “Il professore sembra non tenere in gran conto i parlamentari d’Europa, in ogni caso è contrario a che i rappresentanti popolari dicano la loro fino all’ultimo dettaglio sul salvataggio dell’euro”. Il quotidiano berlinese rileva che “in segreto anche la Merkel la pensa forse alla stesa maniera, ma al momento si guarderebbe bene dal minimizzare l’influenza dei parlamentari, tanto più nel proprio Paese”. Per il Tagesspiegel sarebbe “fatale se si facesse largo la sensazione che i tecnocrati ne sanno di più dei rappresentanti popolari su come mantenere l’euro. Governare significa anche convincere gli avversari politici”. Per la Ostsee-Zeitung di Rostock è “possibile che il presidente del Consiglio italiano sia infastidito dall’occasionale caos nel parlamento di Roma, ma è in parlamento che scocca l’ora della democrazia, oppure non scocca”. “Con la sua uscita Monti ha a dir poco rivelato una singolare concezione della democrazia, per un uomo che non si è mai dovuto battere in una campagna elettorale per arrivare alla guida del governo”, conclude il giornale, secondo il quale “Monti si è incaponito e questo bisogna dirglielo chiaramente”.
 

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