i veri terroristi sono loro (1 Viewer)

felixeco

Forumer storico
che meraviglia

"abbatteremo 10 palazzi a Beirut ogni razzo degli Elzbollah su Israele"


ricorda molto "Uccideremo 15 ebrei ogni tedesco ucciso"



solo che i palazzi sono di solito evacuati.
Nessuno ha notato che in palazzi crollati dove di solito possono stare dalle 200 alle 300 persone le vittime sono pochissime(sempre troppe comunque) come se fossero occupate da pochi magari con un lancia-razzi?
Se fossero l'esercito che dite avremmo migliaia di morti.
E' chiaro che è una guerra dichiarata ...........ma da tempo e da chi ha sparato per prima.
Possibile che nessuno vuole vedere che sino ad un mese fa al rapimento dei militari da parte di Hamas e poi da Hezbollh e sino a che nn hanno ricominciato a tirare razzi gli israeliani nn hanno mosso un dito?Anzi gli unici scontri sono stati contro gli ex-coloni che nn volevano andarsene

Pare che abbiano 15000 razzi e circa 3000 sono già partiti e questi devono chiedere scusa per ogni cannonata.

Altro che parlare di svastiche.
Concordo con il poveri palestinesi..........si sperava che con la fine dell banda arafat qualcosa cambiasse............vaglielo a spiegare agli ex-gerarchi dell'Olp che la pacchia era finita



:(
 

ciro

Banned
Re: che meraviglia

felixeco ha scritto:
....Altro che parlare di svastiche.
Concordo con il poveri palestinesi..........si sperava che con la fine dell banda arafat qualcosa cambiasse............vaglielo a spiegare agli ex-gerarchi dell'Olp che la pacchia era finita



:(


Sembri sempre più l'ottusangolo...

...invece di difendere chi ha soldi-atomica-alleanze nel DNA con chi governa il mondo e il petrolio-il comando finanziario mondiale

..perchè non fai girare le felici rotelline e pensare chi ha finanziato Hamas fino a 1 anno fa

...chi ha pagato Arafat fino alla morte

...chi ha messo su Saddam

...dove hanno addestrato Bin Laden

....dove stava il Mossad l'11 settembre


Ripeto: NESSUN AFFETTO a QUESTO ISRAELE

massimo affetto al popolo palestinese, agli arabi moderati e al popolo israeliano



Provo semlicemente un urto di vomito lo sventolio di quella tua bandierina del piffero come avatar...

TANTO QUANTO QUELLA DEI NAZISTI....
 

felixeco

Forumer storico
l'avatar

come sta scritto resterà sino che ci sarà uno stat o tipo iran che dirà"che israele deve sparire".

Sulle altre tue perle di ovvità non sto a commentare..................
..........mossad............11 settembre.......tzè................bevete gente bevete.

"DISTRUGGEREMO ISRAELE IN TRE GIORNI"...............NASSER 1967.
Lui è morto ...........il diritto di un popolo a non essere bruciato no.

Bandiera nazista quella di israele..................vergognati :(
 

ciro

Banned
Re: l'avatar

Quello che beve a canna sei te...

....vai avanti che la mamma ha fatto gli gnocchi


AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH



.....immaginate se gli arabi prendessero in mano il petrolio

....gli africani i diamanti e l'oro



Israele e USA potrebbero chiudere domani


BEVI BOCCALONE!!! :specchio:
 

astro blu

Forumer attivo
Assassini

27.7.2006 08:00:00
Bombardamento base caschi blu del'Onu non è stato un errore
Il bombardamento israeliano della base di caschi blu dell'Onu in Libano non è stato un incidente. Il tenente colonnello irlandese John Molloy, l'ufficiale di collegamento tra le forze Onu della missione Unfil e Israele, per almeno sei volte ieri aveva avvertito telfonicamente gli israeliani della pericolosità dei loro attacchi per la vita degli osservatori delle Nazioni Unite. Aveva ripetutamente avvisato che la base, inconfondibile con altre strutture, era stata ripetutamente sfiorata da decine di bombe e proiettili di artiglieria. Ma il bombardamento è proseguito come se nulla fosse. Alle 18.30 locali, quattro colpi hanno centrato un edificio ed il rifugio della base. Anche in questo caso, però, le segnalazioni degli uomini dell'Onu non sono state ascoltate. E così, alle 19.15, altri tre colpi hanno distrutto ogni cosa. La forza Onu costituisce non solo un sostegno alle popolazioni civili che cercano la fuga dalla guerra ma anche un osservatorio di quello che accade nel sud del Libano. Dopo questo "incidente", come continua a definirlo il governo di Tel Aviv, è probabile che la missione Unfil venga sospesa. La stessa Onu non è stata in grado di condannare Israele per quanto accaduto, per il solito veto degli Usa.



27.7.2006 08:15:00
Israele colpisce convoglio umanitario
Un raid aereo ha distrtto ieri sera un altro convoglio di aiuti umanitari diretto in libano dali Emirati Arabi Uniti. Il convoglio trasportava cibo e medicinali. Ucciso un autista di camion e feriti altri due trasportatori.


27.7.2006 08:42:00
Israele: ''Da Summit Roma via libera a continuare operazione''
Alla faccia del successo diplomatico dalla Conferenza di Roma sul Libano di ieri. Il ministro della giustizia israeliano, Haim Ramon, ha appena dichiarato alla radio militare israeliana che "ieri, da Roma, Israele ha di fatto ottenuto l'autorizzazione a continuare le operazioni fino a quando Hezbollah non sia più presente nel sud del Libano e sia disarmato".



27.7.2006 15:08:00
Unhcr: emergenza profughi, serve il cessate il fuoco immediato
Antonio Guterres, alto commissario per i rifugiati dell'Onu (Unhcr) ha chiesto il cessate il fuoco immediato per poter operare. Guterres ha sottolineato che: ''Abbiamo un accesso molto limitato, si tratta di una situazione umanitaria particolarmente grave se comparata con le altre''. Secondo i dati delle Nazioni Unite, sono 750mila i libanesi (circa un quinto della popolazione) che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni e 200mila quelli che hanno lasciato il Paese.


27.7.2006 15:20:00
Croce Rossa: ''Allarme umanitario nei villaggi del sud''
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha lanciato un allarme per la situazione umanitaria in molti villaggi dell'estremo sud del Libano. "Stanno finendo le scorte di acqua, cibo e medicine", si legge nel rapporto pubblicato oggi. "Gli sfollati si rifugiano nelle scuole. I feriti affollano gli ospedali. I cadaveri delle persone uccise non sono state rimossi dalla strade o dalle macerie degli edifici bombardati perché la gente ha paura di uscire di casa"


27.7.2006 19:27:00
Ancora sotto le macerie un casco blu
Il comando della missione Unifil delle Nazioni Unite in Libano ha comunicato che il corpo di uno dei quattro caschi blu, uccisi mercoledì da un missile israeliano, si trova ancora sotto le macerie. Per recuperare il cadavere dell'uomo, che si trova sotto le macerie della base a Khiam, sono necessari macchinari che sul posto non sono disponibili. Dei quattro caschi blu, fin ora solo uno è stato riconosciuto, quello di un cinese, degli altri si sa solo che sono un austriaco, un canadese e un finlandese

:down: :down: :down: :down: :down:
 

felixeco

Forumer storico
...........

.....immaginate se gli arabi prendessero in mano il petrolio

....gli africani i diamanti e l'oro


ce li hanno solo che i capi tribù e gli sceicchi sono troppo impegnati a comprarsi 20 Mercedes cadauno ecc. ,a comprarsi armi per ammazzare il vicino
(chiaramente con l'aito disinteressato dei bianchi............)

Arafat aveva un fiume di denaro ininterrotto , ma la sua gente è magari senza acqua............e questo non lo dice il mossad ,ormai lo sanno tutti
e la mogli stava negli hotel francesi.

Per questo fa sempre comodo aver milizie da mandare al macello.

Notato che nn si parla + del nucleare in Iran? da quando sono partiti i primi razzi Hezbollah..................come vedi è molto meno evidente sapere chi è il cattivo
 

tontolina

Forumer storico
tontolina ha scritto:
2006-07-26 07:22
Israele: morti Unifil, ci dispiace
Annan, azione deliberata



(ANSA) - GERUSALEMME, 26 LUG - Israele ha affermato stanotte di essere dispiaciuto 'per la tragica morte' di osservatori delle Nazioni Unite nel sud del Libano.Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Regev, il quale ha preannunciato un'inchiesta sul raid aereo. Il segretario generale dell'Onu Annan ha chiesto spiegazioni a Israele sull'attacco, nel quale sono morti 4 osservatori. Annan ha detto che il bombardamento israeliano 'apparentemente ha preso di mira deliberatamente' una postazione dell'Onu.

Putin arma la Siria (intanto, Bin Laden…)
Maurizio Blondet
30/07/2006
Il sistema antimissile russo S-300 PMU2 «Favorit», di prossima installazione nella base navale in costruzione a Tartus, in Siria.

Con pochissima pubblicità, Mosca sta allestendo una base navale permanente in Siria a Tartus, l’antica Tartesso.
Già dagli anni ‘70 l’Unione Sovietica usava questo porto mediterraneo come punto di rifornimento; ma ora i lavori di ristrutturazione sono imponenti.
Il fondale viene reso più profondo, mentre a Latakia, un altro porto siriano, è in corso l’ampliamento del canale d’entrata.
Ufficiosamente, il porto deve essere adattato per diventare la nuova sede della flotta russa del Mar Nero, di stanza in Crimea ormai parte dell’Ucraina, che vuole sloggiare i russi, entro i prossimi tre anni.
Ma voci raccolte dalla Novosti al Comando Navale Supremo parlano invece di una nuova squadra navale guidata dall’incrociatore lanciamissili «Moskva» (oggi l’ammiraglia del Mar Nero) ma formata da navi della Flotta del Nord, che sarà stazionata sul Mediterraneo in permanenza, anche per partecipare alle manovre NATO (pretestuosamente definite «anti-terrorismo») del tipo «Active Endeavour».
In realtà, sia Tartus sia Latakia si trovano di fronte al porto turco di Ceyhan, che sarà il terminale dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan oggi in costruzione, e concepito per portare il petrolio del Caspio all’Europa «scavalcando» le reti di oleodotti russi.
Una potente flotta davanti Ceyhan darà alla Russia e ai suoi alleati nell’area la possibilità di mettere in sicurezza - oppure di bloccare e interrompere- il flusso del greggio.
Ciò, viene sussurrato, «in vista di futuri conflitti con gli Stati Uniti».

Difatti, il «ammodernamento» del porto di Tartus comprende l’installazione del sistema antimissile russo S-300 PMU2: dove i missili balistici «Favorit» sono una potenziale minaccia per Ceyhan e il traffico marittimo dell’area, e nello stesso tempo uno scudo difensivo per un’ampia parte della Siria, compresa Damasco.
Di fatto la Siria sarebbe così protetta da attacchi aerei israeliani.
Il sistema «Favorit» non sarà affidato ai siriani, ma operato da militari russi.
Intanto, la vecchia anti-aerea siriana, basata su S-125 a medio raggio, armi sovietiche degli anni ‘80, viene migliorata con il nuovo «Pechora 2°»; e Mosca si è detta disposta a fornire a Damasco anche i più sofisticati vettori a medio raggio Buk-M1.
Questi sistemi d’arma affiancheranno gli «Strelets» che Mosca ha venduto a Damasco l’anno scorso, e che dovrebbero assicurare la contraerea ravvicinata ad un livello di sofisticazione sufficiente.
La Siria però vorrebbe anche il sistema d’arma più moderno di Mosca, il «Pantsir-C1» anti-aereo.
La Siria ha anche firmato un contratto per l’ammodernamento dei suoi mille carri armati sovietici T-72; e l’agenzia Tass ha brevemente parlato di una «dimostrazione di T-90 in un Paese del Medio Oriente»: tale «prova» ha «avuto successo», e la ditta russa Rosoboroneksport starebbe trattando la vendita dei carri con il non identificato Paese.
Voci parlano di altre vendite: due sommergibili Amurs 1650 diesel, un numero imprecisato di caccia «Sukhoi SU-30MKI» e «YAK-130», e la modernizzazione avionica del Mig-29 siriani.
E’ la risposta simmetrica di Mosca all’accerchiamento americano-israeliano della sua area d'influenza.
Oggi Putin fa della Siria la propria base corazzata e la prende sotto la sua protezione missilistica, il che provocherà correzioni del rapporto di forze dalla parte avversa.
E’ dubbio che ciò migliori i rapporti fra Mosca e Israele.

Questo riarmo nel Mediterraneo va posto in relazione con una cosiddetta «notizia» proveniente dagli Stati Uniti: Osama bin Laden, che Washington non riesce a prendere né a localizzare da una decina d’anni, «si nasconde un uno degli Stati centro-asiatici, una delle ex-repubbliche sovietiche».
La fonte della cosiddetta «informazione» è molto seria: Richard Clarke, membro del Consiglio di Sicurezza nazionale USA per dieci anni - con il compito di consigliere speciale contro il terrorismo - prima di dimettersi nel 2003, apparentemente per contrasti con Cheney e Rumsfeld.
La cosa ha allarmato i servizi russi, e per buoni motivi.
Il primo è che sanno benissimo che Osama bin Laden è l’etichetta di manovre sporche americane;
e dice la Novosti, «proprio mentre si parla di ulteriori base americane in Asia centrale, perché non creare in queste repubbliche una rete ramificata di ‘Al Qaeda’ , ‘spedendo’ Bin Laden in persona in una repubblica ex-sovietica centro-asiatica?».
Si notino le virgolette, che sono ne testo dell’agenzia russa. (1)
La valutazione che si fa a Mosca è che sia in vista qualche una manovra contro l’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO), che riunisce varie repubblichette asiatiche filo-russe, è egemonizzata da Russia e Cina, e in cui l’Iran è ammesso per ora come osservatore; l’associazione, che diventa sempre più un’alleanza militare, dispone di una Organizzazione della Sicurezza Collettiva contro il terrorismo (OTSC) che sorveglia da vicino i movimenti islamisti nella regione.
Si sono formate lì infatti entità fondamentaliste piuttosto attive, ma fino ad oggi non «internazionali» come la presunta «Al Qaeda»: i due più grossi sono il Movimento islamico di Uzbekistan e l’Hizb ut-Tahrir al-Islam, che vogliono strappare l’autonomia nella valle di Ferghana, alla congiunzione tra Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan.


Richard Clarke: «Osama si nasconde una delle ex-repubbliche sovietiche».

Ma, fa notare la Novosti, queste organizzazioni e le altre più piccole e ancor più «locali»
non sono movimenti «terroristici» nel senso in cui lo è «Al Qaeda»: sono gruppi che partecipano a loro modo alla lotta politica e di clan locale, attivandosi prima delle elezioni presidenziali o parlamentari del loro Paese, spesso con l’accordo o la collusione delle autorità.
Non sono certo gruppi che possono accogliere uno straniero così ingombrante come Bin Laden nel loro territorio.
Si aggiunga che stiamo parlando di comunità islamiche sì, ma mongoliche, che controllano tutto nella loro tribù ed etnia, villaggi, strade e quartieri.
Un individuo di aspetto arabo non potrebbe rifugiarsi in quelle zone in incognito, e soprattutto non passerebbe inosservato ai servizi di quei Paesi, non molto tolleranti nei confronti di terroristi d’importazione.
Osama bin Laden del resto è notoriamente prudentissimo - di fatto, dopo l’11 settembre non ha praticamente dato più notizia di sé, salvo messaggi registrati, gran parte dei quali sicuramente falsi - è improbabile che tenti la sorte inserendosi in una regione a lui culturalmente estranea.
Insomma, a Mosca si pensa: la «informazione» di Clarke sia una menzogna.
Però segnala un’intenzione ostile, e forse la preparazione di qualche grosso attentato, nella zona d’influenza russa più esplosiva e instabile.
Un atto di ostilità contro Mosca e la sua recuperata egemonia asiatica.

Maurizio Blondet
 

tontolina

Forumer storico
tontolina ha scritto:





Russia: arriva Chavez e compra armi, irritazione americana

di Il Legno Storto, inviato il 25/07/2006



Vladimir Putin e Hugo Chavez

(Velino) - È passata appena una settimana dal G8 di San Pietroburgo dove il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush avevano pubblicamente riaffermato i rapporti amicizia che li legano. Ma oggi e' il giorno dell'arrivo in Russia di Hugo Chavez, il presidente venezuelano dai ben noti sentimenti antistatunitensi. Lo scopo? L'acquisto di 30 jet da combattimento Sukhoi Su30 e di altrettanti elicotteri militari, per un totale di un miliardo di dollari. I due leader, inoltre, discuteranno anche della costruzione di due fabbriche di Kalashnikov in Venezuela, senza contare i centomila Kalashnikov AK103 che il Paese sudamericano ha comprato lo scorso anno dalla Russia. Si tratta, come fa notare anche la stampa estera, di un'ulteriore prova dell'intenzione di Putin di riportare la Russia a giocare un ruolo di contrappeso all'Occidente sullo scacchiere internazionale.

Come c'era da aspettarsi, l'accordo ha suscitato grande irritazione e preoccupazione da parte degli Stati Uniti, tanto piu' che fa il paio con il recente incontro di Chavez con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che Washington definisce "l'ultimo dittatore europeo". "Qui ho trovato un altro amico", aveva detto Chavez ai reporter dopo una lunga stretta di mano con il leader bielorusso. Uno di quegli amici, aveva aggiunto, con il quale formare "una squadra", "come una squadra di calcio". Solo che, aveva precisato Chavez, si trattera' di "una squadra di combattimento". Questi ultimi fatti - e' ovvio - minacciano di raggelare i rapporti diplomatici con Washington che, peraltro, ha piu' volte chiesto alla Russia di riconsiderare il commercio di armi con il Venezuela, una nazione che per il dipartimento di Stato non collabora alla lotta al terrorismo.

Non e' un mistero che Washington abbia proibito alle case produttrici statunitensi di vendere agli Stati sudamericani ricchi di petrolio, accusati di sostegno alla guerriglia irachena e di relazioni ravvicinate con Cuba, Iran e Corea del Nord. Inoltre, l'itinerario di Chavez nel suo "giro del mondo", comprende anche nazioni come Iran, Qatar, Vietnam e Mali, che con gli Stati Uniti hanno rapporti tutt'altro che distesi. Per di piu', Frank Urbancic, funzionario di punta del dipartimento di Stato, ha affermato di recente che nella lotta della comunita' internazionale al terrorismo, il Venezuela e' "un punto debole" e si e' detto preoccupato che la vendita delle armi possa contribuire a mettere a repentaglio i governi filostatunitensi dell'area. Secondo esperti militari, nel volger di pochi anni i jet Sukhoi potrebbero trasformare quella venezuelana nell'aeronautica piu' potente di tutto il Sudamerica.

Secondo Chavez, gli armamenti sono assolutamente necessari per ostacolare i piani degli Stati Uniti di invadere il Venezuela e mettere le mani sulle ingenti riserve petrolifere di cui dispone. E proprio recentemente ha perfino dichiarato di potersi immaginare la scena di caccia Sukhoi venezuelani che lanciano missili contro una portaerei americana al largo di La Guaira, il primo porto del Venezuela. La Russia, dal canto suo, non ritiene sia stato violato alcun accordo: la vendita rappresenta una semplice breccia in una regione tradizionalmente dominata dagli Stati Uniti.
 

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