i veri terroristi sono loro (1 Viewer)

felixeco

Forumer storico
manca un pezzo.........l'intervista alla cantante

Noa: «Nasrallah come Hitler»
Lt intenista
inviata a TRIESTE
«Hezbollah è uguale al nazismo, lo scriva. Bisogna cacciarli e liberare il Libano come la Germania mezzo secolo fa». Ospite alla terza edizione del premio giornalistico Mario Luchetta, la cantante israeliana Noa, i lunghi capelli ondulati e una grinta potenté compressa nel corpo minuto, dedica la canzone «Shalom, shalom» ai bambini vittime di tutte le guerre, a cominciare da quella che, ancora una volta, coinvolge il suo paese. Prima di salire sul palco bacia i due figli Meli di 5 anni ed Enea di 2 e si ferma qualche minuto a commentare le immagini della distruzione che avanza da Beirut ad Haifa, dove vive la sua famiglia.
L’intellighenzia israeliana di sinistra è insolitamente schierata con il governo nell’avventura libanese. Leicosanepensa?
«Sono una militante pacifista da sempre critica con il mio paese sull’occupazione dei territori palestinesi. Ma stavolta è diverso. Un conto è la questione palestinese altra cosa Hezbollah. Difendevo il dialogo con Arafat, sostengo Abu Mazen, mi batto da gennaio perché ci si confronti anche con gli estremisti di Hamas, eletti dai palestinesi. Lì c’è una soluzione possibile: due popoli e due stati. Abbiamo avuto premier di superdestra tipo Bibi Netanyau e, come pacifisti, li abbiamo combattuti duramente. In democrazia c’è la libertà di criticare anche il primo ministro. Hezbollah è diverso. Un movimento nazista con il solo scopo di distruggere me, i miei figli, i miei amici, perfino i due bambi
ni palestinesi uccisi ad Haifa. Non si può trattare con gli assassini)>.
Vuoi dire che non c’è soluzione alla guerra?
«La guerra è atroce, sempre. Per questo io sostengo il cessate il fuoco da ambo le parti. E canto per i libanesi vittime delle bombe come i palestinesi e i miei connazionali. Basta sparare, basta immediatamente. Ma a una condizione: ci restituiscano i due militari rapiti e non pretendano scambio di prigionieri. I loro militanti in carcere in Israele sono criminali, terroristi. Hezbollah va disarmato e la difesa del Libano deve passare al suo legittimo governo. E una guerra atroce, è vero, ma non l’abbiamo voluta noi e al fronte non si indossano guanti bianchi».
In Europa e in Italia ci si divide sulle «proporzioni» della reazione israeliana. Molti, a sinistra come a destra, giudicano eccessiva la pioggia di fuoco rovesciata su Beirut con gravi perdite di civili. Cosa replica?
«Non vi capisco. Quando avevate il nazismo in casa avete bramato l’aiuto dei bombardieri stranieri dal cielo. E Iresda è stata rasa al suolo con parecchi dei suoi abitanti. Mostruoso, ma evidentemente per l’Europa era un prezzo da pagare per vincere il totalitarismo e non siete stati lì a questionare quanto fosse esagerato. Israele è stata attaccata. Se fosse successo a voi fareste di sicuro rilevare, per esempio, se nel crollo di dieci palazzi mUoiono 40 persone. Molte, troppe, ma ragioniamo: cosa vuol dire? Che forse quei palazzi non sono completamente abitazioni civili, altrimenti ci vivrebbero almeno quattrocento persone. Sono arsenali, rifugi, sezioni di Hezbollah vigliaccamente incistate tra la gente».
Ai governo e all’esercito israeliano non ha dunque proprio nulla da rimproverare?
«Figurarsi. Ho prestato servizio militare due anni come tutti in Israele ma sono pacifista. Siamo un paese perenne- mente in bilico tra vita e morte e a rischio guerra, la leva è una necessità. Ma noi artisti e i giornali e i partiti di sinistra vigiliamo e denunciamo errori, brutalità, eccessi. E la forza della democrazia. Spero nel cessate il fuoco bilaterale, lo ripeto, nonostante ritenga giusto aver risposto alla provocazione».
Mercoledì a Roma si riunirà il vertice internazionale promosso da Massimo D’Alema e Condoleezza Ri- ce per discutere la crisi
israelo-libanese. Ha fiducia?
«Ne ho per definizione, altrimenti sarei a priori favorevole a risolvere le tensioni con le armi. Credo nel dialogo e lo incoraggio. Ma attenzione, stavolta gli attori non sono tutti alla pari. Dialogo con i fratelli libanesi, cristiani, musulmani, laici. Linea dura invece con i nazisti di Hezbollah e del loro leader Nasrallah. Non si può trattare con loro altro che il cessate il fuoco. Poi la situazione passi in mano all’ esercito libanese e a una forza multinazionale. L’ultima volta che Israele si è ritirata dal Libano sei anni fa Hezbollah, anziché mollare, è cresciuto come uno stato assassino nello stato. Ora non possiamo cedere più».
 

ciro

Banned
Re: ...........

Una famigliola ebrea sul Jaguar blindato tra le colline verso Cana....

VEDI FIGLIO UN GIORNO TUTTO QUESTO SARA' TUO....

...ma papà quel braccino marcio di bimbo libanese?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà quell'utero pieno di vermi?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà quel cranio di neonato con sopra due corvi?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà quel femore che stanno mangiando Coffi e Moffi?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà questa puzza di frattaglie di scolaresca triturata?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà quella pozza color marrone e sangue vecchio di donna incinta sventrata?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...ma papà?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...papà?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...PAPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA?

COLPA DEGLI HELZBOLLAH

...papà hai investito un bimbo in bici






EHM!!!! STE CAXXO DI BICI DEGLI HELZBOLLAH











.........................................................................povero popolo libanese



GOT MITT UNS (sulle cinture di tre eserciti........)
 

astro blu

Forumer attivo
Un mare di odio

Da www.peacereporter.net


Libano - 31.7.2006
Un mare di odio
Il massacro di Qana, la rabbia per le vittime e l'impotenza verso le menzogne



Intervista a Jihad Samhat, operatore delle Nazioni Unite a Tiro, nel sud del Libano.

Resti del rifugio di Qana"Provo una tristezza più profonda che mai. Ieri è stato di gran lunga il giorno peggiore dall’inizio di questa guerra. Mi solo alzato la mattina per ascoltare le notizie dell’ennesimo massacro, a Qana, un villaggio a sud di Tiro. È stato un po’ come un deja vu. Solo dieci anni fa, nel 1996, Qana fu teatro di un grave massacro avvenuto all’interno della base dei peacekeepers delle Nazioni Unite, in cui furono uccisi oltre centocinquanta civili. Un ricordo molto vivo nelle memorie di noi tutti. Oggi, di nuovo, la macchina del terrore di Israele ha spinto nel silenzio eterno dozzine di civili. Sono distrutto dal numero di bambini che ho contato mentre venivano rimossi dalle macerie di quello che era un rifugio per civili. Con i miei occhi ho osservato i cadaveri di ventisei bambini, per non parlare delle vittime tra le donne e le persone anziane. Non ne potevo più del conteggio, volevo solo urlare."

Soccorsi medici in cerca di corpi tra le macerieLei dice che era un rifugio di civili. Israele sostiene invece che da quel palazzo partivano i razzi di Hezbollah...
"Fin dall’inizio di questo conflitto i droni, gli aerei spia senza pilota, hanno sorvolato ininterrottamente le nostre teste alla ricerca di obiettivi per i missili e l’artiglieria israeliana. Non sarebbe logico che questi ‘occhi in cielo’ siano in grado di distinguere tra civili o bambini e combattenti della guerriglia? Perché è successo? Forse perché il pilota dell’elicottero che ha distrutto il rifugio e le vite che custodiva non ha un cuore? Credo di no. I militari israeliani sono dei robot senza emozioni degne di esseri umani? Questo potrebbe anche essere possibile. I capi dell’esercito israeliano sapevano bene che quell’edificio era un rifugio per civili! Quelle persone erano rimaste strette e rannicchiate per sedici giorni, con lenzuola bianche esposte, a sottolineate la loro innocenza. Cos’è questo se non un omicidio a sangue freddo?"

Gli israeliani parlano di diritto all'autodifesa.
"Forse gli israeliani non la vedono allo stesso modo, dopo tutto i loro bambini hanno scritto messaggi d’amore sulle bombe da spedire ai loro coetanei arabi. Forse lo fanno perché si considerano il ‘popolo eletto da Dio’. Ma questo dà loro il diritto di uccidere? Tutto questo mi fa pensare: come è possibile che il governo più razzista del mondo possa essere sostenuto ciecamente dall’occidente e dagli Stati Uniti, che fanno un gran parlare di diritti umani e uguaglianza? L’occidente e gli Stati Uniti non si ricordano i discorsi dell’ex ministro della Difesa Moshe Dayan, quando diceva ai suoi colleghi del parlamento che “Noi dovremmo dire ai palestinesi che non abbiamo soluzioni per loro. Che dovranno vivere come cani e chi se ne vuole andare se ne vada”. Non è razzismo questo? Se non lo è, allora il razzismo non so che sia".

Ha fiducia nella mediazione delle nazioni occidentali?
"Che cosa è venuta a fare in Libano la ‘profondamente preoccupata’ Condoleezza Rice settimana scorsa? Il presidente di guerra Gorge W. e la sua marionetta Tony Blair credono davvero di proteggere la popolazione statunitense e britannica, avvallando e sponsorizzando tutta questa serie di morti nel nome della ‘guerra contro il terrore ’? O stanno invece ponendo le pietre angolari perché nuove cellule del terrore possano emergere dal mare di odio verso l’occidente e i suoi alleati?"


Da www.comedonchiscotte.org


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carlissa

Nuovo forumer
Domanda
Ha fiducia nella mediazione delle nazioni occidentali?
Risposta
La mediazione delle altre nazioni sembra l'unica strada da seguire.
Quella più realistica.
 

felixeco

Forumer storico
Un mare di odio ...............

guarda i post di Ciro e capisci cos'è.
Notare che lui è un occidentale che sa certamente tutto cosa succede in Oriente.........................
L'odio seminato 60 anni fa ha avuto un bel raccolto.
Certamente i sopravissuti non vogliono + andare al macello e quando li vogliono eliminare nn ci stanno.
Purtroppo non tirano cartocci e ci vanno di mezzo i civili.
Ma la colpa nn è dei lanciatori di razzi che tirano da sotto un asilo o una casa.
Sono gli altri che osano rispondere al fuoco.E' vero che si dovrebbe perdonare, ma questi birbanti che hanno tutti gli antenati in cenere nei forni non ci stanno e io nn riesco a condannarl; anche se mi gira che ci vadano di mezzo i bambini.........
Comodo fare il pacifista a senso unico ,con la pancia piena da occidentale che vende armi a entrambi
 

carrodano

Forumer storico
Senza la mediazione le sofferenze aumentano.
Se invece si mediano le posizioni, anche se concretamente non si fa mulla,
succede qualcosa di positivo.
La gente capisce che su può ragionare.
Ciro ha la parola tagliente. Pero penso che anche lui ci tenga.
Per me l'importante, come dicevi tu, che si soffra meno possibile.
Arabi e israeliani, prima o poi dovranno incontrarsi.
 

felixeco

Forumer storico
certo ma seminando odio

si ottiene solo la perdita della memoria.
Guarda quanti giovani occidentali deturpano i cimiteri degli ebrei senza sapere altro.

Quando si diceva che nn era difendendo a spada tratta l'OLP si faceva l'interesse dei palestinesi..................
Ora che è morto Arafat è venuta a galla la corruzione del regime.
Miliardi a profusione dall'europa mandati per la causa,e mangiati dagli oligarchi.
E la gente tenuta apposta nei campi che potrebbero essere delle oasi di benessere invece sono anche senza acqua, per poter dar la colpa ad israele e consentire alla moglie di arafat di stare nei migliori Hotel.............................di Francia
 

felixeco

Forumer storico
e lo dice IGOR MAN:il giornalista + palestinese al monso

ri!!i1 z!i4o&
PRESE in contropiede dalla Conferenza di Roma realizzata a tempo di record dal
nostro ministero degli Esteri, le grandi testate internazionali, tranne pochissime eccezioni, dedicano titoli cubitali e acidi commenti all’iniziativa italiana, sottolineandone il «totale fallimento». Ma Prodi e D’Alema, realisticmente, non s’erano posti ambiziosi traguardi. Di fronte al «niet» della Casa Bianca a un immediato cessate il fuoco, han dovuto ripiegare su «obiettivi minimalisti» e tuttavia importanti: il «corridoio» che consente l’afflusso organizzato e continuo di aiuti alimentari e sanitari all’innocente popolo libanese, vittima prima della dura risposta di Israele alla provocazione di Hezbollah. Ancora: il «ripescaggio» dell’Onu incaricato, in fatto, di riesumare i Caschi Blu può far da traino a una rivisitazione delle tante risoluzioni delle Nazioni Unite rimaste, perloppiù, lettera morta: dalla questione-Golan al di- sanno di Hezbollah.
L’incubo d’un più vasto incendio nella cosiddetta area di crisi mediorientale è tutt’altro che dissolto e tuttavia c’è una notizia che apre prospottive non catastrofiche. Eccola il Consiglio di Difesa di Israele, riunitosi giovedì a Tel Aviv, «ha deciso di non autorizzare una vasta offensiva dell’esercito in Libano ma di continuare le attuali, limitate operazioni militari contro Hezbollah». Di più: il Consiglio non ha autorizzato una più ampia mobilitazione dei riservisti e ha ribadito (ufficialmente) che «Israele non intende aprire
un fronte contro la Siria».
li.
Nel linguaggio cifrato della politica quest’ultima dichiarazione tradotta in spiccioli può voler significare qualcosa di molto importante; e cioè che Israele ha sì l’intenzione di «punire i terroristi sciiti» - come definisce i miizianj del «Partito di Dio» -‘ ma non intende allargare l’operazione-bonifica nel Libano: tocca a voi siriani, come già stabilito dall’Onu, disarmare le milizie accampate nel Libano-Sud, responsabili di continue «azioni di disturbo» in violazione delle leggi internazionali:
questo, appunto, il messaggio cifrato di Gerusalemme a Damasco. Ovviamente non sarà stata la Conferenza di Roma a far da indotto ma gli incontri bilaterali dietro le quinte, le arrabbiature, le confessioni di impotenza, le riflessioni ad alta voce, insomma il lavorio diplomatico è valso (forse) a far prendere coscien
za ad amici e nemici che la guerra, una guerra dal Golfo al Mar Rosso, non avrebbe né vinti né vincitori ma soltanto — una infinità di vittime. Tra queste, in primis, i cosiddetti arabi moderati la cui ambiguità si spiega con quel che bolle nel sottosuolo di paesi dove, a dispetto dell’oro nero e della vacca grassa del turismo, i poveri son sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi - dove la
tragedia del popolo palestinese viene vista soprattuttoin termini etici. Dove il seme infetto
I sparso a piene mani dal Goebbels iraniano attecchisce con una rapidità infernale. Maledizioni oscene, dichiarazioni ignobili: «Israele deve scomparire, e con lui il Grande Satana occidentale», e inoltre, una pesante ancorché indiretta campagna ri
cattatoria in chiave energetica, tutto questo cocktail esplosivo
.4
ha fatto del signor Ahmadinejad il pupillo dei mostazafin (i sanculotti islamici) eclissando Bin Laden, addirittura.
La tragedia del Libano ha sparigliato le carte: dopo anni (troppi) di rapide guerre locali fra Israele e incauti paesi arabi, cinici strumentalizzatori dell’interminabile odissea palestinese, guerre che puntualmente han
confermato il primato assoluto di Israele, l’improvvisa fiamma-
ta libanese ha illuminato il convitato di pietra: l’Iran sciita, nella persona di Ahmadinejad, è sceso in campo, ancorché per interposto combattente: Hezbollah.
Astuto com’è, il «figlio del fabbro» non è improbabile che, prima o poi, smetta di tirare la corda. Le provocazioni a Gaza e in Libano sono probabilmente le mosse (a metà fra il bluff e il fuil d’assi) d’un vanitoso giuocatore d’azzardo che piuttosto che avercela con il Grande Satana (gli Usa con noi «complici») ce l’ha con la galassia sunnita che ha per stella polare l’Arabia Saudita. Ahmadinejad vuole, nell’ordine, due cose: il riscatto dello Sciismo perseguitato nei secoli dai Sunniti - la leadership politica dei paesi che formano la Mezzaluna del Petrolio. Tutto questo dipende dalla capacità ma soprattutto dalla possibilità di avere la «licenza atomica».
Il Libano, vittima della provocazione di Hezbollah, è una trappola. Montata per colpire i grandi paesi sunniti più che gli Stati Uniti e lo stesso Israele. I paesi dell’Europa mediterranea sembrano averlo compreso, anche grazie alla Conferenza di Roma. li guaio è che gli Stati Uniti sono culturalmente incapaci di <(capire» l’islam in generale, gli arabi in particolare. A noi vecchi europei riesce (relativamente) meno difficile. Sicché ripeteremo ai nostri grandi alle- I ati, cui siamo debitori della democrazia riconquistata, diremo quel che, invano, dicemmo loro prima dell’improvvida invasione dell’Iraq: noi mettiamo l’esperienza, voi mettete la potenza, e il Vicino Levante, forse, firmerà con noi una inedita joint-venture nel segno della pace. E il presidente Bush non avrà più motivo di turbarsi per i seicento (finora) civili libanesi morti ammazzati.
L’Europa ha svelato la trappola libanese
 

felixeco

Forumer storico
e se lo dice IGOR MAN il + palestinese dei giornalisti......

ri!!i1 z!i4o&
PRESE in contropiede dalla Conferenza di Roma realizzata a tempo di record dal
nostro ministero degli Esteri, le grandi testate internazionali, tranne pochissime eccezioni, dedicano titoli cubitali e acidi commenti all’iniziativa italiana, sottolineandone il «totale fallimento». Ma Prodi e D’Alema, realisticmente, non s’erano posti ambiziosi traguardi. Di fronte al «niet» della Casa Bianca a un immediato cessate il fuoco, han dovuto ripiegare su «obiettivi minimalisti» e tuttavia importanti: il «corridoio» che consente l’afflusso organizzato e continuo di aiuti alimentari e sanitari all’innocente popolo libanese, vittima prima della dura risposta di Israele alla provocazione di Hezbollah. Ancora: il «ripescaggio» dell’Onu incaricato, in fatto, di riesumare i Caschi Blu può far da traino a una rivisitazione delle tante risoluzioni delle Nazioni Unite rimaste, perloppiù, lettera morta: dalla questione-Golan al di- sanno di Hezbollah.
L’incubo d’un più vasto incendio nella cosiddetta area di crisi mediorientale è tutt’altro che dissolto e tuttavia c’è una notizia che apre prospottive non catastrofiche. Eccola il Consiglio di Difesa di Israele, riunitosi giovedì a Tel Aviv, «ha deciso di non autorizzare una vasta offensiva dell’esercito in Libano ma di continuare le attuali, limitate operazioni militari contro Hezbollah». Di più: il Consiglio non ha autorizzato una più ampia mobilitazione dei riservisti e ha ribadito (ufficialmente) che «Israele non intende aprire
un fronte contro la Siria».
li.
Nel linguaggio cifrato della politica quest’ultima dichiarazione tradotta in spiccioli può voler significare qualcosa di molto importante; e cioè che Israele ha sì l’intenzione di «punire i terroristi sciiti» - come definisce i miizianj del «Partito di Dio» -‘ ma non intende allargare l’operazione-bonifica nel Libano: tocca a voi siriani, come già stabilito dall’Onu, disarmare le milizie accampate nel Libano-Sud, responsabili di continue «azioni di disturbo» in violazione delle leggi internazionali:
questo, appunto, il messaggio cifrato di Gerusalemme a Damasco. Ovviamente non sarà stata la Conferenza di Roma a far da indotto ma gli incontri bilaterali dietro le quinte, le arrabbiature, le confessioni di impotenza, le riflessioni ad alta voce, insomma il lavorio diplomatico è valso (forse) a far prendere coscien
za ad amici e nemici che la guerra, una guerra dal Golfo al Mar Rosso, non avrebbe né vinti né vincitori ma soltanto — una infinità di vittime. Tra queste, in primis, i cosiddetti arabi moderati la cui ambiguità si spiega con quel che bolle nel sottosuolo di paesi dove, a dispetto dell’oro nero e della vacca grassa del turismo, i poveri son sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi - dove la
tragedia del popolo palestinese viene vista soprattuttoin termini etici. Dove il seme infetto
I sparso a piene mani dal Goebbels iraniano attecchisce con una rapidità infernale. Maledizioni oscene, dichiarazioni ignobili: «Israele deve scomparire, e con lui il Grande Satana occidentale», e inoltre, una pesante ancorché indiretta campagna ri
cattatoria in chiave energetica, tutto questo cocktail esplosivo
.4
ha fatto del signor Ahmadinejad il pupillo dei mostazafin (i sanculotti islamici) eclissando Bin Laden, addirittura.
La tragedia del Libano ha sparigliato le carte: dopo anni (troppi) di rapide guerre locali fra Israele e incauti paesi arabi, cinici strumentalizzatori dell’interminabile odissea palestinese, guerre che puntualmente han
confermato il primato assoluto di Israele, l’improvvisa fiamma-
ta libanese ha illuminato il convitato di pietra: l’Iran sciita, nella persona di Ahmadinejad, è sceso in campo, ancorché per interposto combattente: Hezbollah.
Astuto com’è, il «figlio del fabbro» non è improbabile che, prima o poi, smetta di tirare la corda. Le provocazioni a Gaza e in Libano sono probabilmente le mosse (a metà fra il bluff e il fuil d’assi) d’un vanitoso giuocatore d’azzardo che piuttosto che avercela con il Grande Satana (gli Usa con noi «complici») ce l’ha con la galassia sunnita che ha per stella polare l’Arabia Saudita. Ahmadinejad vuole, nell’ordine, due cose: il riscatto dello Sciismo perseguitato nei secoli dai Sunniti - la leadership politica dei paesi che formano la Mezzaluna del Petrolio. Tutto questo dipende dalla capacità ma soprattutto dalla possibilità di avere la «licenza atomica».
Il Libano, vittima della provocazione di Hezbollah, è una trappola. Montata per colpire i grandi paesi sunniti più che gli Stati Uniti e lo stesso Israele. I paesi dell’Europa mediterranea sembrano averlo compreso, anche grazie alla Conferenza di Roma. li guaio è che gli Stati Uniti sono culturalmente incapaci di <(capire» l’islam in generale, gli arabi in particolare. A noi vecchi europei riesce (relativamente) meno difficile. Sicché ripeteremo ai nostri grandi alle- I ati, cui siamo debitori della democrazia riconquistata, diremo quel che, invano, dicemmo loro prima dell’improvvida invasione dell’Iraq: noi mettiamo l’esperienza, voi mettete la potenza, e il Vicino Levante, forse, firmerà con noi una inedita joint-venture nel segno della pace. E il presidente Bush non avrà più motivo di turbarsi per i seicento (finora) civili libanesi morti ammazzati.
L’Europa ha svelato la trappola libanese




vuol dire che gli si può credere.Non me lo vedo SIONISTA
 

tontolina

Forumer storico
da
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2143&parametro=

«In passato, a dire che gli ebrei sostenitori di Israele controllano i media e la politica erano solo dei marginali. Ma dopo che l’ha detto il presidente Carter, l’argomento è diventato ‘legittimo’ nei mass media. Oggi, il dibattito non è più ‘se’, ma ‘quanto’ gli ebrei comandano».




........




....




I giornalisti italiani che hanno accompagnato Prodi nella sua visita ufficiale in Israele non hanno scritto una virgola sul trattamento che il nostro presidente del consiglio ha subìto all’aeroporto di Tel Aviv.
Lo ha riferito Dagospia: hanno frugato la sua valigia, tirato fuori i regali che aveva ricevuto dall’autorità palestinese (lo scambio di doni è la norma fra governanti in visita) ed è stato sottoposto al «normale» interrogatorio a cui sono assoggettati, da ragazzotti arroganti, tutti i turisti, giornalisti e visitatori non ebrei in partenza: «Dove ha preso questi oggetti? Chi glieli ha dati? Con chi ha parlato durante la sua permanenza in Israele? Ci faccia i nomi di chi ha incontrato. Ha fatto da sé i suoi bagagli?».
Una umiliazione deliberata, visto che Prodi aveva incontrato i capi di Hamas a Gaza, che Israele vuole chiudere al mondo come «terroristi».
O, come dice Dagospia «Un modo come un altro per dire: così non va».
Da noi si riesce benissimo a tacitare dibattiti e notizie.
La legittimazione di Israele non conosce smagliature.




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Zilbermann, una urologa israeliana dice:<<S>>
 

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