i tedeschi consigliano il presidente Mattarella affinchè porti l'italia al default (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Aquisgrana: il vero potere adesso ha paura di noi europei | LIBRE
Italia assediata, Francia e Germania ci imporranno Draghi


Se il governo Conte crolla di colpo, c’è già pronto Cottarelli.
Ma il vero pericolo si chiama Mario Draghi: il presidente uscente della Bce potrebbe ripiegare su Palazzo Chigi, se non andasse in porto il piano principale che lo riguarda, cioè arrivare alla presidenza del Fmi e sottrarre il Fondo Monetario all’egemonia Usa, per metterlo al guinzaglio di Berlino e Parigi.
Secondo l’analisi di Gianfranco Carpeoro,
per l’Italia si è acceso l’allarme rosso: l’incredibile Trattato di Aquisgrana, che demolisce qualsiasi prospettiva comunitaria proiettando anche ufficialmente Germania e Francia nel ruolo di “padrone” neo-coloniali dell’Ue, ha come vittima principale proprio il Belpaese.
A Roma non si perdona l’insubordinazione del governo gialloverde, l’unico esecutivo teoricamente all’opposizione di Bruxelles. Lo dimostra la “macchina del fango” scatenatasi contro Lega e 5 Stelle, per indebolirne la leadership. Il polverone sul padre di Di Maio (lavoro nero) e su quello di Di Battista (debiti), unitamente alla mazzata giudiziaria sui leghisti (maxi-risarcimento da 49 milioni di euro) a questo servono: a impedire che l’elettorato italiano si sollevi, nel caso in cui una crisi pilotata – banche, spread – precipitasse il paese nella bufera, replicando le condizioni del “golpe bianco” che nel 2011 consentì alla “sovragestione” europea di costringere alla resa Berlusconi e imporre il commissariamento dell’Italia, tramite Monti.
Autore del saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che svela i retroscena supermassonici di area Nato dietro ai recenti attentati affidati in Europa alla manovalanza dell’Isis, Carpeoro individua la Loggia P1 (mai riconosciuta, ufficialmente) come la vera “quinta colonna” del peggior potere internazionale, utilizzata per manipolare e indebolire la politica italiana, grazie al prezioso contributo di un establishment “collaborazionista”, reclutato da poteri stranieri per dominare il nostro paese.
L’oligarchia Ue è in fibrillazione, in vista delle europee, dal momento in cui Lega e 5 Stelle – con tutti i loro limiti – hanno inserito l’Italia in una traiettoria di collisione con Bruxelles.
Da qui le pressioni della Bce e della Banca d’Italia, le impennate dello spread e il “niet” di Mattarella per impedire a Paolo Savona l’accesso al ministero dell’economia. Infine, il lungo braccio di ferro sul deficit 2019 – non ancora concluso – con il governo italiano sottoposto alla minaccia della procedura d’infrazione. Obiettivo dei “sovragestori”: spuntare le armi dei gialloverdi e costringerli a rimediare una figuraccia davanti ai loro elettori, non consentendo loro di mantenere nessuna delle promesse elettorali.
Guai se il “virus” della ribellione italiana – aumentare il deficit, violando il rigore di Maastricht – dovesse propagarsi in altri paesi, incoraggiando analoghe svolte politiche. Ad aumentare la tensione ha contribuito certamente anche la rivolta francese dei Gilet Gialli, capaci di spaventare seriamente i poteri che hanno insediato Macron all’Eliseo.
Ora, su questo scenario già instabile piomba come un macigno l’inaudito accordo siglato da Francia e Germania, che toglie qualsiasi residua credibilità alla dimensione comunitaria dell’Ue: i due paesi si impegnano a coordinare le loro politiche economiche, fino al punto di istituire formalmente un “Consiglio dei ministri franco-tedesco”. «Si tratta di un atto gravissimo e senza precedenti». Un accordo apertamente ostile agli altri partner europei, «al quale si uniranno sicuramente anche quei lestofanti degli olandesi, che hanno già contribuito a impoverire l’Italia introducendo una normativa fiscale sleale, che ha sottratto al nostro paese ingenti risorse, attraverso il trasferimento in Olanda della domiciliazione fiscale di grandi aziende italiane».
Con il nuovo trattato, dice Carpeoro, l’asse franco-tedesco getta la maschera e si prepara a colpire l’Italia in modo frontale, contando anche sull’immancabile collaborazione delle “quinte colonne” interne, «sempre pronte, come già nel Rinascimento, ad allearsi con lo straniero pur di far cadere il governo in carica».
Ora il cerchio si stringe, par di capire: il Trattato di Aquisgrana – con l’Italia esclusa dall'Europa che conta – piomba come un fulmine su una situazione già molto allarmante, con la spada di Damocle della procedura d’infrazione (sempre presente) e la lettera della Bce che chiede alle banche italiane di liberarsi dei crediti inesigibili, dopo che il governo ha appena compiuto il salvataggio della genovese Carige.
All’affronto franco-tedesco, dice Carperoro, l’Italia dovrebbe rispondere in modo simmetrico: cercando di siglare analoghi trattati – altrettanto ostili – con paesi mediterranei, come la Spagna e la stessa Grecia.
Lo farà? Difficile dirlo: bombardato dai grandi media, tutti allineati al potere Ue, il governo Conte potrebbe cedere. Di Maio è stato bersagliato da un killeraggio inaudito, e presto potrebbe venire il turno di Salvini. L’unico vero alleato dell’Italia, cioè Donald Trump, appare isolato. Starebbe sostanzialmente evaporando una certa “sovragestione” americana esercitata fin dall’inizio sui 5 Stelle, quand’era il neocon Michael Ledeen, esponente del Jewish Institute, ad accompagnare Di Maio nei santuari del potere finanziario supermassonico.
Ora si punta a indebolire e “sovragestire” l’imprudente Salvini, sommerso dalle polemiche (giustificate) per aver partecipato alla cena romana con l’entourage Pd di Maria Elena Boschi, che sulle banche interveniva per motivi di famiglia.
Tutto questo, sintetizza Carpeoro, non fa che indebolire l’Italia: se il governo Conte dovesse cadere all’improvviso, sarebbe spianata la strada per il solito – orrendo – governo “tecnico”, i realtà pilotato dalla consueta élite supermassonica e, nel caso, affidato al neoliberista Carlo Cottarelli, già dirigente del Fmi, tra i massimi responsabili della catastrofe che ha messo in ginocchio la Grecia sotto i colpi dell’austerity. In prospettiva, comunque, secondo Carpeoro la minaccia maggiore viene da Draghi: proprio sul presidente della Bce, ormai in scadenza, punterebbero le oligarchie reazionarie europee per commissariare l’Italia in modo devastante, se a Draghi non riuscirà di conquistare la guida del Fondo Monetario Internazionale con l’obiettivo di sottrarlo all’influenza statunitense. Il piano: mettere il Fmi a completo servizio dell’ordoliberismo europeo: quello che oggi utilizza Francia e Germania come potenze neo-coloniali, come già alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, per spegnere sul nascere qualsiasi tentazione di riforma dell’Ue in senso democratico. Uno scenario che i “sovragestori” temono possa rafforzarsi se alle prossime europee dovesse imporsi l’onda “populista” in diversi paesi, grazie anche al “cattivo esempio” dell’odiata Italia gialloverde, cioè il paese a cui il Trattato di Aquisgrana punta a “spezzare le reni”.
 

tontolina

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Aquisgrana: il vero potere adesso ha paura di noi europei | LIBRE
Italia assediata, Francia e Germania ci imporranno Draghi

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“cattivo esempio” dell’odiata Italia gialloverde, cioè il paese a cui il Trattato di Aquisgrana punta a “spezzare le reni”.


Citigroup scopre le carte

Citigroup presenta il ‘suo’ meglio per l’Italia: governo tecnico alla Monti anche con Draghi che lanci patrimoniale
Gli analisti della banca sono convinti che le elezioni europee del mese di maggio rappresenteranno “la data di scadenza naturale del governo Lega-M5s”. A quel punto, a suo avviso, le …
 

tontolina

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la germani perde 100 miliardi di target2 ma sembra il solletico

Target 2: la Germania perde 100 miliardi di surplus. Fuga di capitali?
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Solitamente parliamo del Target 2 per parlare della sua natura (debito/partita contabile), oppure per sottolineare i saldi negativi dell’Italia sempre crescenti.
Questa volta però le notizie sono un po’ diverse e segnano un cambiamento di tendenza.
Nel mese di gennaio 2019 ol saldo ella Bundesbank è calato in modo sensibile:
target2-ger.png


A dicembre il saldo tedesco era stato pari a 966 mila miliardi:

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Una variazione sensibile, tutta nell’arco di 30 giorni. In questo momento non abbiamo un’analisi dei flussi completa, ma se non altro sappiamo che il nostro saldo non è variato.

target2-ita.jpg



Un motivo potrebbe essere la fine dei programmi di acquisto di asset della BCE che si trasformava in un trasferimento di fondi dalle sedi della SEBC periferiche verso Francoforte, ma il volume degli ultimi acquisti non era tale da giustificare un simile cambiamento.

Le componenti del movimento potrebbero essere diverse:

  • legate alle partite correnti, come un calo del saldo attivo di bilancia commerciale;
  • legato a motivi di carattere finanziario come un deflusso di investimenti dal sistema tedesco;
  • legato all’investimento da parte di cittadini o enti tedeschi in altre realtà.
Sarà interessante valutare l’andamento a febbraio, magari conoscendo meglio la composizione dei saldi.
Potrebbe dirci qualcosa di più sull’andamento di un’importante economia europea e se è in corso una forma di ridefinizione degli equilibri.

 

tontolina

Forumer storico
Citigroup scopre le carte

Citigroup presenta il ‘suo’ meglio per l’Italia: governo tecnico alla Monti anche con Draghi che lanci patrimoniale
Gli analisti della banca sono convinti che le elezioni europee del mese di maggio rappresenteranno “la data di scadenza naturale del governo Lega-M5s”. A quel punto, a suo avviso, le …

c'è ancora qualcosa che vogliono ... i nostri risprmi... le nostre banche.... non basta la sofferenza che ci arrecano
vogliono di più

Governo Draghi che continui il lavoro di Monti: la ricetta di Citigroup per l’Italia
21 Febbraio 2019, di Alessandra Caparello

La ricetta per l’Italia affinché esca una volta per tutte dalla stagnazione la scrive nero su bianco in un report di 88 pagine Citigroup e prevede una patrimoniale, la revisione della spesa pubblica, la lotta all’evasione fiscale, al lavoro nero e alla corruzione. Tutte misure però che non potrebbe mettere in pratica un governo eletto a meno che non vi sia “costretto dagli eventi, come avvenne nel 1992 con Amato e nel 2011 con Monti”.

Gli esperti della banca d’affari quindi auspicano che in Italia si nomini un esecutivo tecnico, di transizione, guidato da Giuseppe Conte – indicato come un candidato credibile perché finora è stato molto bravo a bilanciare le relazioni tra anti-establishment e vecchio establishment – o da Mario Draghi, “prossimo venturo ex presidente emerito della Bce che “per allora potrebbe avere del tempo libero”.


In ogni caso un premier in grado di “completare quello che Mario Monti ha iniziato nel 2011”. Nel dettaglio gli analisti auspicano che si introducano “maggiori imposte sulla ricchezza privata e immobiliare” con cui finanziare a “minori imposte sul reddito e sugli investimenti”.

“Avendo costantemente realizzato un avanzo primario negli ultimi vent’anni, l’Italia non ha bisogno dell’austerity, ha solo bisogno di spendere meglio (o di essere aiutata a farlo)”.


Crisi di governo già a febbraio
Sulla spending reviews, gli analisti tolgono dal cassetto la “lista Cottarelli” che “potrebbe aver solo bisogno di essere rinfrescata”. Inoltre non si esclude l’ipotesi di crisi di governo già a febbraio, in caso di ulteriore lacerazione dei rapporti tra i soci azionisti dell’esecutivo.

Un’analisi destinata a creare polemiche questa di Citigroup che però si rivela ottimista per quanto riguarda la recessione in Italia e in Europa.

È assodato che il paese a fine 2018 sia entrato “in una leggera recessione” dice Citigroup. Ma questa sarà di breve durata, non oltre il primo trimestre 2019, a patto però che il resto d’Europa non si indebolisca. I prossimi dati macro faranno un po’ di chiarezza in questo senso.

La banca d’affari come conseguenza diretta del calo di fine 2018 prevede una crescita per il 2019 rivista al ribasso, a +0,2% contro il +1% stimato dal governo.
 

tontolina

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speriamo che i nostri politici si istruiscano e facciano il bene dell'italia e non dell1% dei ricchi
Valerio Malvezzi: serve un'economia a misura d'uomo BN PODCAST
 

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