Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis (1 Viewer)

salcatal

Come i Panda
Per scherzo.

Ogni riferimento a fatti e persone è puramente per scherzo.:D
Ecco il romanzo Parmalat

Renzo' (l'accento fa la differenza:D) Lactalis, il giovane che vuole sposarsi, onesto, lavoratore, ma imprudente e pronto a ribellarsi alle ingiustizie: ha un progetto di lungo periodo ma alla fine capirà che bisogna accettare la volontà di Dio;


Lucia Parmalat, la Società promessa in sposa a Renzo, mite ma determinata, e con una buona dote, decisa a portare avanti il suo ideale aziendale a ogni costo, alla fine anche lei si adatterà al compromesso e a vivere la vita reale;


Don Bondi, l’Amministratore Delegato che dovrebbe sposare i due giovani, codardo, arrogante con i più deboli, servile con i potenti, rappresenta un modello negativo secondo il quale le aziende devono essere asservite al potere;



Don Rodrigo Tremonti; il potente Ministro dell’Economia del luogo, ricco, potente e arrogante che ostacola il matrimonio di Lucia e Renzo, vive fuori dalle leggi europee, usa decreti legge e comunicati stampa e non si fa scrupoli di mettere le mani sul risparmio postale e sul TFR dei compaesani per raggiungere i suoi scopi; è destinato a una fine ignobile;

L'Innominato (Bazoli), figura misteriosa di uomo potentissimo e malvagio che si converte alla fede e ritrova la salvezza;


La Monaca di Piazzetta Cuccia Euna BANCA dalla psicologia contorta e malata, che non saputo trovare conforto dopo la scomparsa nella fede di Cuccia e ha imboccato la via sbagliata che la porta a procurare il male a se stessa e agli altri;


Padre D’Urso-Gatti-Cristoforo, il legale che aiuta i due giovani sfortunati, rappresenta un modello ideale di Avvocato, umile, pronto a sacrificarsi per gli altri, ma anche coraggioso con i prevaricatori.


Perpetua Andrea Guerra, Don Bondi gli è molto affezionato, ma, nonostante Perpetua gli dia preziosi consigli, egli non ne usufruisce per paura delle possibili conseguenze



Bravi: Direttore dell’Agenzia dell’Entrate, Presidente dell’Antitrust e della Consob, uomini prepotenti e vigliacchi nello stesso tempo, al servizio dei potenti che si servono del loro potere per commettere scelleratezze e soprusi di ogni genere a danno degli umili;

Azzeccarbugli della Parmalat il cui mestiere consiste nell'interpretare la legge e le clausole dello Statuto in modo che gli unici ad avere giustizia siano i potenti.


Antonio FerrerPassera: Gran Cancelliere di Ca’ de Sass, noto per avere cercato di mettere un prezzo politico elevato al latte della Granarolo, causando carestie e tumulti tra gli azionisti Parmalat
 
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salcatal

Come i Panda
Buongiorno.

Si continua a vociferare sulla possibilità che la nostra Lucia si sposi il rospo Granarolo.

In effetti sarebbe l'unico modo per mettere una pillola avvelenata alla Lactalis in quanto, tra l'altro, potrebbero sorgere problemi insormontabili di antitrust, nel settore dei formaggi.

La domanda è se il CdA se la sentirà di dare il via libera a un'operazione del genere.

Intanto è stato dato il via libera alla Cassa Depositi e prestiti, anche se manca il decreto ministeriale che individui i criteri in base ai quali la Cdp si potrà muovere.

Intanto una parola di verità arriva dall'ex numero 1 di Granarolo che evidenzia, giustamente, come si cerchi di sopperire, maldestramente con interventi a valle della filiera, a deficit strutturali della nostra politica agricola comunitaria.

Tra cinque anni, a suo modo di vedere, la Grana-Lat avrebbe gli stessi problemi dell'attuale Granarolo.

Praticamente come affrontare un problema partendo dalla coda.

Insomma un vero disastro.
 

pecora rosa

Forumer attivo
Probabile.

Il problema è che la cordata ha le mani legate.

Non può comprare sul mercato perchè ove superasse l'1% di acquisti, come ha evidenziato un'ottima dottrina, si precluderebbe la strada per lanciare l'OPA preventiva in esenzione.

Il problema è che non hanno i soldi...

In ogni caso: sono tutti finxxxxi con il culo degli altri.
 

salcatal

Come i Panda
Il problema è che non hanno i soldi...

In ogni caso: sono tutti finxxxxi con il culo degli altri.

Guarda a me quello che mi fa imbestialire di tutta questa storia è che il pallone gonfiato che fa chiamare Ministro dice che non ha i soldi per fare la manutenzione straordinaria nelle scuole.

Ma per comprare le aziende, sì.

Una visione di un respiro talmente corto da farmi dire, sperare, che il suo alito puzzolente gli tornerà indietro.

Spero che gli facciano un trabocchetto parlamentare sull'art.7, se lo meriterebbe.
 
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salcatal

Come i Panda
Bell'articolo di de benedetti sul sole24ore.

Certo un pò ha copiato, ma non fa niente.:)

Il fine non giustifica i mezzi

di Franco DebenedettiCronologia articolo12 aprile 2011
In questo articolo

«Se è caro dev'essere strategico»: la battuta sarcastica di un manager per un'acquisizione discussa, mi ha reso diffidente. Usato in modo proprio, «strategico» qualifica come razionale un piano volto a un obiettivo; ma a volte si usa al contrario, per giustificare l'obiettivo e far passare per razionale il piano per raggiungerlo.
È il caso del piano antiscalate che l'Economia sta approntando: sembra razionale a patto di dichiarare strategico l'obiettivo dell'italianità. «Difendere a tutti i costi la proprietà italiana con risorse pubbliche e cambiando le regole del gioco è peggiore del male che si vuole curare», ha scritto Guido Tabellini domenica; se il nostro diventa un mercato protetto, con aziende non contendibili, aumenteranno il disinteresse degli investitori istituzionali e la sottocapitalizzazione delle imprese italiane. Tabellini si chiede: opportunismo politico o più semplicemente idee sbagliate? Respingendo gli investimenti esteri, respingiamo anche idee, tecnologie, relazioni che servono per crescere.


Purtroppo la realtà è ancora peggiore. Ieri è stato modificato lo statuto della Cassa depositi e prestiti che potrà prendere partecipazioni dirette in aziende private quando ciò sia di «rilevante interesse nazionale». In termini di: «strategicità del settore, livelli occupazionali, entità del fatturato o ricadute per il sistema economico-produttivo». Praticamente tutto. Una partecipazione non strategica può far diventare strategica la capogruppo (com'è stato per Danone che possedeva una casa da gioco a Evian). Così ai mezzi già disponibili per respingere un attacco straniero – congelamento dei diritti di voto, limiti ai dividendi, maggiori poteri a Consob – si aggiunge la moral suasion. Quale società che il ministro avrà dichiarato di «rilevante interesse nazionale» rifiuterà la richiesta della Cassa di diventare socio? Quale fondo vorrà giocare contro «l'azionista di ultima istanza»? Un deterrente tous azimuts, come il nucleare di De Gaulle. Non essendoci limiti all'entità della partecipazione, lo strumento potenzialmente consentirebbe di nazionalizzare qualsiasi impresa.

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Non succederà: non è successo nell'epoca dello statalismo dilagante, figurarsi ora. Ma c'è l'effetto deterrenza, i danni più gravi saranno quelli che non vedremo, le iniziative abortite, gli investimenti non fatti, il graduale restringersi delle prospettive.
Mettere in campo tutta la potenza della Cassa Depositi e Prestiti, braccio operativo del Tesoro, serve per la deterrenza. Per evitare di infrangere la normativa europea che vieta gli aiuti di Stato, la Cassa ha dovuto separare contabilmente due distinti rami di azienda. La «gestione separata», che finanzia gli investimenti afferenti allo Stato, utilizza il risparmio postale, soprattutto con l'emissione di Buoni Fruttiferi Postali garantiti dello Stato; la «gestione ordinaria», che finanzia infrastrutture e progetti con l'emissione di obbligazioni non garantite dallo Stato. La Cassa detiene già azioni, Eni o Enel, Finmeccanica: se impiegasse tutti i 20 miliardi di cui parla per comperare azioni di altre aziende «di rilevante interesse nazionale», gli attivi immobilizzati in azioni più che raddoppierebbero e potrebbe cambiare il profilo di rischio. Ragioni patrimoniali e operative suggerirebbero di agire con un veicolo distinto e distante dalla Cassa; ma ragioni di deterrenza richiedono una visibile contiguità.
Il fondo si propone di "salvare" comperando azioni. Come? Se sul mercato, data la modesta entità del flottante della maggior parte delle nostre aziende quotate, ne farà salire il prezzo. Se compera il pacchetto di un azionista, questo magari userà il ricavato per comperare azioni di società estere: parleremo di eterogenesi dei fini? Oppure all'azienda verrà chiesto di fare un aumento di capitale, e il fondo comprerà i diritti. Se si verificherà un'altra situazione Parmalat, scalata perché aveva un eccesso di capitale inutilizzato, sarà appropriato il neologismo «eterogenesi dei mezzi (propri)»?



Il fine non giustifica i mezzi - Il Sole 24 ORE
 

zoccoloduroPa

Forumer attivo
Decreto Parmalat, Tremonti salta audizione alla Camera


ROMA, 12 aprile (Reuters) - E' stata rinviata a data da destinarsi l'attesa audizione del ministro dell'Economia Giulio Tremonti sul decreto che ha consentito a Parmalat (PLT.MI: Quotazione) di rinviare l'assemblea per dare tempo a una soluzione italiana per il gruppo di latticini.
Lo rende noto una fonte della commissione Finanze della Camera.
Il decreto è stato visto come uno stop alle mire espansionistiche del gruppo francese Lactalis su Parmalat.



Adesso vediamo cosa si vogliono inventare ancora
 

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