i gilet gialli hanno iniziato una nuova rivoluzione in francia? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Come al solito i media non dicono mai la verità
Per fortuna che c'è Internet
Ci hanno venduto la protesta dei francesi, per una semplice rivolta contro il rincaro della benzina, mentre in realtà quella è solo una delle tante richieste e che evidentemente è meglio non far sapere.
Buona lettura



Giorgio Ballario
2 dicembre alle ore 19:07
LE BALLE SUI "GILET GIALLI"

LE BALLE SUI "GILET GIALLI"

Questa è la piattaforma rivendicativa del composito movimento dei "gilets jaunes". Una protesta dilagante che i mezzi d'informazione italiani continuano a presentare come una generica "protesta contro il rincaro di carburanti".
Eppure, leggendo i punti del documento, si vede che c'è molto di più. Moltissimo. Poi si può essere d'accordo o no, pensare che gran parte di queste rivendicazioni siano antistoriche o poco attuabili, ma bollare il fenomeno come semplice rivolta contro il caro-carburante è estremamente miope. O forse sarebbe meglio dire colpevolmente miope?

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• Eliminazione del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza quartiere alla povertà.

• Più progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni.

• SMIC (il salario minimo francese) a 1.300 euro netti.

• Promuovere le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani. Fermare la costruzione di grandi aree commerciali intorno alle principali città che uccidono le piccole imprese. Più parcheggi gratuiti nei centri urbani.

• Ampio piano di isolamento termico delle abitazioni per promuovere interventi ecologici facendo al contempo risparmiare le famiglie.

• Tasse: che i grandi (MacDonald, Google, Amazon, Carrefour, ecc.) paghino TANTO e i piccoli (artigiani, piccole imprese) poco.

• Lo stesso sistema di sicurezza sociale per tutti (compresi gli artigiani e le partite IVA). Fine della RSI (piano sociale per i lavoratori indipendenti).

• Il sistema pensionistico deve rimanere solidale e quindi socializzato. Nessun pensionamento a punti (In Francia è stata introdotta una riforma del sistema pensionistico che prevede il calcolo in base a un sistema di punti. Ogni anno l'importo dei contributi versati in relazione ad uno stipendio o ad un reddito di riferimento viene convertito in punti, a seconda del valore di acquisto unitario del punto applicabile all'esercizio in questione).

• Fine dell'aumento delle tasse sul carburante.

• Nessuna pensione inferiore a 1.200 euro.

• Qualsiasi rappresentante eletto avrà diritto al salario medio. Le spese di trasporto saranno monitorate e rimborsate se giustificate. Diritto al buono per il ristorante e ai chèque-vacances (simili ai ticket usati da noi come retribuzioni.

• I salari di tutti i francesi, nonché delle pensioni e delle indennità devono essere indicizzati all'inflazione (tipo la nostra vecchia scala mobile).

• Proteggere l'industria francese: proibire le delocalizzazioni. Proteggere il nostro settore industriale vuol dire proteggere il nostro know-how e il nostro lavoro.

• Fine del lavoro distaccato. È anormale che una persona che lavora in territorio francese non benefici dello stesso stipendio e degli stessi diritti. Chiunque sia autorizzato a lavorare in territorio francese deve essere alla pari con un cittadino francese e il suo datore di lavoro deve contribuire allo stesso livello di un datore di lavoro francese.

• Per la sicurezza del lavoro: limitare ulteriormente il numero di contratti a tempo determinato per le grandi aziende. Vogliamo più CDI (contratti a tempo indeterminato).

• Fine del CICE (Credito d'imposta per la competitività e l'occupazione). Usare questi soldi per il lancio di un'industria automobilistica francese a idrogeno (che è veramente rispettosa dell'ambiente, a differenza della macchina elettrica).

• Fine della politica di austerità. Smettiamo di rimborsare gli interessi sul debito dichiarati illegittimi e iniziamo a rimborsare il debito senza prendere i soldi dai poveri e dai meno poveri, ma perseguendo gli $80 miliardi di evasione fiscale.

• Affrontare le cause della migrazione forzata.

• I richiedenti asilo siano trattati bene. Dobbiamo loro alloggio, sicurezza, cibo e istruzione per i minori. Collaborare con l'ONU affinché i campi di accoglienza siano aperti in molti Paesi del mondo, in attesa dell'esito della domanda di asilo.

• Che i richiedenti asilo respinti siano rinviati al loro Paese di origine.

• Che sia implementata una vera politica di integrazione. Vivere in Francia significa diventare francese (corso di francese, corso di storia francese e corso di educazione civica con certificazione alla fine del corso).

• Salario massimo fissato a 15.000 euro.

• Creare lavoro per i disoccupati.

• Aumento dei fondi per i disabili.

• Limitazione degli affitti. Alloggi in affitto a costi più moderati (soprattutto per studenti e lavoratori precari).

• Divieto di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti, ecc.)

• Mezzi adeguati concessi al sistema giudiziario, alla polizia, alla gendarmeria e all'esercito. Che gli straordinari delle forze dell'ordine siano pagati o recuperati.

• Tutto il denaro guadagnato dai pedaggi autostradali sarà utilizzato per la manutenzione di autostrade e strade in Francia e per la sicurezza stradale.

• Poiché il prezzo del gas e dell'elettricità è aumentato in seguito alle privatizzazioni, vogliamo che siano nuovamente nazionalizzati e che i prezzi scendano in modo significativo.

• Cessazione immediata della chiusura di piccole linee di trasporto, uffici postali, scuole e degli asili nido.

• Pensare al benessere dei nostri anziani. Divieto di fare soldi sugli anziani. L'era dell’oro grigio è finita. Inizia l'era del benessere grigio.

• Massimo 25 studenti per classe dalla scuola materna alla dodicesima classe.

• Risorse adeguate destinate alla psichiatria.

• Il referendum popolare deve entrare nella Costituzione. Creare un sito leggibile ed efficace, sotto la supervisione di un organismo di controllo indipendente in cui le persone possano presentare una proposta di legge. Se questo disegno di legge ottiene 700.000 firme, questo disegno di legge dovrà essere discusso, completato e modificato dall'Assemblea Nazionale, che avrà l'obbligo (un anno dopo il giorno in cui sono state ottenute le 700.000 firme) di inviarlo al voto di tutti i francesi.

• Ritorno a un termine di 7 anni per il Presidente della Repubblica. L'elezione dei deputati a due anni dall'elezione del Presidente della Repubblica ha permesso di inviare un
segnale positivo o negativo al Presidente della Repubblica sulla sua politica. Ha aiutato a far sentire la voce della gente.

• Pensionamento a 60 anni e per tutti coloro che hanno lavorato usando il fisico (muratore o macellaio per esempio) diritto alla pensione a 55 anni.

• Un bambino di 6 anni non si mantiene solo, continuazione del sistema di aiuto PAJEMPLOI (servizio sociale dedicato all’infanzia attualmente valido fino ai 6 anni di età) fino a quando il bambino ha 10 anni.

• Promuovere il trasporto di merci su rotaia.

• Nessuna prelievo alla fonte.

• Fine delle indennità presidenziali per la vita.

• Vietare ai commercianti di pagare una tassa quando i loro clienti usano la carta di credito. Tassa sull'olio combustibile marino e sul cherosene.

[Il documento originale si trova a questo link dell'Huffington Post francese: https://www.huffingtonpost.fr/…/les-gilets-jaunes-publien…/…]
I
 

tontolina

Forumer storico
dichiarazione di Jacques Cheminade, ex candidato alla Presidenza in Francia

"Il vostro movimento (gilet gialli) si batte per un governo del popolo e per il popolo, che è il principio costituzionale della nostra Repubblica.

Ciò che un governo degno di questo nome dovrebbe fare è agire conformemente a tale principio. Non accade da quando ci siamo sottomessi a un’Europa del denaro. La vostra battaglia rompe con la fatalità e crea le condizioni per far emergere un progetto comune.

La nostra sfida è di procedere rapidamente, poiché v’è un’urgenza, e di andare fino in fondo alle cose, fino al cuore dell’ingiustizia.

Innanzitutto, per rispondere alle vostre giuste domande:

1. Annullamento dei rincari delle tasse sui carburanti, sia quelli applicati nel 2018 sia quelli previsti dal primo gennaio 2019. Annullamento e non semplice moratoria: è la risposta immediata a coloro che tentano di addossare la “tassa energetica” a tutti coloro che hanno bisogno dell’automobile per lavorare, di carburante per scaldarsi e del gasolio agricolo per i trattori.

2. Aumento del salario minimo mensile netto relativo a 35 ore, dopo la deduzione del contributo sociale generalizzato (CSG) e del contributo al rimborso del debito del sistema previdenziale (CRDS), a 1400 euro, di cui un aumento immediato a 1300 euro. Si tratta di un aumenti giustificati del 20% e del 10% rispettivamente, inferiori a quel 30% deciso con gli accordi di Grenelle del maggio 1968. In questo contesto, nessun reddito, comprese le pensioni, potrà essere inferiore alla soglia di povertà fissata a 1100 euro netti. Questi aumenti stimoleranno la domanda di beni e servizi. Dovranno naturalmente essere accompagnati da misure di sostegno dei piccoli imprenditori, da definire di concerto con loro.

3. Compensazione per lo Stato tramite il ripristino dell’imposta di solidarietà sulla ricchezza (ISF) sulle rendite finanziarie e una vera lotta, con più mezzi, all’evasione fiscale.

4. Riesame di tutta la politica energetica, che non deve in alcun modo essere punitiva per i meno abbienti e che deve tener conto della realtà: il diesel attuale emette assai meno monossido di carbonio e le concentrazioni di ossidi di azoto e di particolato sono grandemente diminuite.

Per giungere, quindi, alle cause profonde della politica attuale, antisociale e avversa al lavoro:

1. Dare nuovamente la priorità ai finanziamenti delle infrastrutture, delle imprese produttive, dei servizi pubblici, della scuola, degli ospedali e dei laboratori di ricerca, tutto ciò che è necessario per sostenere uomo e natura.

2. A tal fine, contrastare il potere che i mercati finanziari, la City di Londra, Wall Street e i loro collaboratori francesi esercitano sull’economia, portandoci al disastro economico e sociale. La vostra politica è quella del bene comune, opposta a quella delle “feudalità finanziarie”. L’Unione Europea e il governo attuale sono diventati le cinghie di trasmissione di queste feudalità. Bisogna spezzare queste cinghie! Senza saltare nel vuoto; anzi, per ripartire con altre premesse.

3. Cessare di sostenere le banche e le assicurazioni che speculano sui mercati finanziari e distruggono la società umana. Ritornare saggi e rendere allo Stato la sovranità monetaria perduta: lo Stato non dovrà cercare sui mercati finanziamenti delle banche, ma dovrà avere il controllo dell’emissione del credito. Una legge di separazione bancaria taglierà il cordone ombelicale tra lo Stato e le banche d’affari che giocano sui mercati.

4. Nella saggezza ritrovata, si potrò passare senza inflazione all’emissione del credito pubblico diretto al finanziamento, a tassi ragionevoli, delle imprese che lavorano per il bene comune e non per gli speculatori. Una banca nazionale, con rappresentanti del popolo e non soltanto “esperti finanziari” nel proprio consiglio d’amministrazione, sarà la locomotiva e la torre di controllo politica di questa mobilitazione.

5. Non sono le società dell’indice di borsa CAC40 e non sono le ipermetropoli a creare impiego: è il denaro pubblico a dover fluire verso le collettività locali, le PMI e le imprese di medie dimensioni, che creano impiego sul territorio. Occorre ristabilire una politica di gestione del territorio, che sia coniugata alla creazione d’impiego e di abitazioni popolari.

6. È evidente che la Francia e noi stessi non possiamo fare tutto questo in solitudine. Occorrerà mobilitare noi stessi in favore di un nuovo ordine economico e monetario internazionale, per il mutuo sviluppo, assai diverso dal gioco d’azzardo odierno in cui i vincitori arraffano tutto quel che trovano e provocano la guerra.

Mi limito, naturalmente, a indicare qualche via.
Nessun progetto o programma può cadere dal cielo.
Occorre che si riuniscano delle “società di amici”, come quella costituitasi alla vigilia della Rivoluzione Francese, in un numero maggiore grazie a Internet e ai social network, per discuterne.

È in questo dialogo produttivo la miglior difesa per contrastare e arrestare tutto ciò che vorrebbe inquinare e squalificare il movimento, e per isolare i provocatori sin dall’inizio.

Sta a voi, gilet gialli, l’organizzazione di un movimento sorto dalla collera e che deve diventare un ondata improvvisa ma costruttiva. Lo ripetiamo, nulla può cadere dal cielo. Ma tutte le forze del cambiamento devono assomigliarsi: l’unità nella molteplicità e il rispetto mutuo per le idee sono la ricetta della vittoria, al di là delle nostre proprie speranze".
 

big_boom

Forumer storico
vorrei far notare la democrazia in europa minuto 7.00
cose che se succedono in Russia i media occidentali scatenano l'inferno...

 

tontolina

Forumer storico
tisu Keynes fino in fondo
Ha Stato Facebook (Quando lo Chiuderemo in Europa?)
Dunque ci sono due teorie:

  1. Ha Stato Putin! Cominciano a circolare teorie ( su facebook poi riprese dai giornali ) che il casino in Francia sia stato coordinato via social media americani dalla Russia (link)
  2. Ha Stato Trump! I Russi insinuano che invece il coordinamento via social dei Gilè Gialli sia partito dagli Stati Uniti (link )
Curiosamente in entrambi i casi viene dato per scontata la manipolazione dei social media, ovvero facebook e (forse?) twitter per provocare, scatenare e coordinare la violenza in Francia.… more...
 

tontolina

Forumer storico
Gli effetti della “Pace Europea” in Francia (non per impressionabili)


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Vi vogliamo proporre un insieme di immagini raccolte dai social media delle violenze e delle ferite che hanno coivolto i Gilet Jaunes francesi durante le loro mnifestazioni. Non parliamo di “Casseur”, di teppisti.

ATTENZIONE! sono immagini impressionanti, se il sangue vi colpisce, non guardate.

Gli effetti della “Pace Europea” in Francia (non per impressionabili)
 

tontolina

Forumer storico
Se “Cura” Gilet Gialli spinge a qualche concessione, ma sentite cosa dice quella faccia di M….acron




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Se “Cura” Gilet Gialli spinge a qualche concessione, ma sentite cosa dice quella faccia di M….acron

Qualcosa si muove anche sul fronte autostradale a favore dei Gilet Gialli. Oggi il ministro francese dei trasporti Elizabeth Borne ha annunciato che dal 10 febbraio, chi percorre un tratto autostradale per almeno 10 volte al mese potrà godere di uno sconto del 30% sul prezzo del pedaggio a partire dal decimo pedaggio. Quindi se un automobilista percorre 20 volte al mese un tratto , immaginiamo ad esempio un pendolare, avrà lo sconto sui secondi 10 viaggi.

Quest è chiaramente un piccolo, ed insufficiente, contentino rivolto ai Gilet Gialli, che hanno fortemente contestato l’aumento del 1,8% concesso agli operatori autostradali francesi proprio a partite dalla stessa data. Insomma un contentino per evitare di scatenare le folle…

Del resto per questo basta ed avanza il presidente Macron. Se un giorno vedrete una folla spingere il Leader di LREM verso una ghigliottina, ricordatevi di questo tweet.
Emmanuel Macron : «Les personnes en situation de pauvreté, on va davantage les responsabiliser car il y en a qui font bien et il y en a qui déconnent» http://bit.ly/2TPM0sU
Chiaramente bisogna responsabilizzale per la loro povertà, in fondo è tutta colpa loro.


278

17:22 - 15 gen 2019

https://twitter.com/CNEWS/status/1085210532666327041
 

AndMoney

Forumer attivo
Rischiano di schiantarsi o di essere manipolati come tutte le pseudo rivoluzioni dove è arrivata la mano di soros.

Le parole chiave devono essere territorialità Vs apertura indiscriminata

Della rivoluzione gialla abbiamo visto l’arco, non la freccia | LIBRE

Ho ascoltato con interesse l’incontro tenuto a Roma con Véronique Rouille e Yvan Yonnet dei Gilets Jaunes, presentato da Moreno Pasquinelli di “Programma 101”, con la presenza di Antonio Maria Rinaldi e Mariano Ferro. Ma la conferenza mi ha destato molte perplessità sulla reale efficacia di questo movimento, soprattutto quando Yvan Yonnet ha consigliato di boicottare le elezioni europee con l’astensionismo, sostenendo che se tale astensione raggiungesse il livello dell’80%, il sistema Europa crollerebbe sotto le proprie contraddizioni. Vero che in meno di due mesi il movimento francese ha dato un’ulteriore spallata al governo Macron e alle oligarchie europee, sconvolgendone il panorama politico. Vero anche che per diverse settime consecutive le dimostrazioni sono continuate in tutto il paese anche dopo le deboli concessioni di Macron, mentre ispiravano un’ondata di manifestazioni anche in paesi limitrofi come il Belgio e l’Olanda, e mentre i media corporativi cercavano di demonizzare il movimento nella speranza non si diffondesse altrove. Il fenomeno è nato spontaneamente e i metodi stessi della sua affermazione ne hanno rivelato anche le tante fragilità.

I Gilets Jaunes si sono spesso radunati in luoghi molto frequentati, dove potevano trovare facilmente visibilità mediatica: gli Champs-Elysées a Parigi, le piazze principali di altre città e le numerose rotte d


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Potrebbero fare la stessa fine di “Occupy Wall Street”, finito nel dimenticatoio di Wikipedia. Il fenomeno Occupy era troppo caotico, pericoloso e destrutturato. Insomma, troppo rivoluzionario. Nei suoi discorsi post-Occupy e nel suo ultimo libro “The end of protest: a new playbook for revolution”, Micah M. White ha deplorato il suo fallimento organizzativo. Dai movimenti anti-globalizzazione a quelli anti-guerra in Iraq, passando per le Primavere Arabe, No-Global, movimenti pacifisti, Black Lives Matter, ecc… tutti hanno mancato quegli obiettivi di cambiamento sociale che si prefiggevano. Il neoliberismo è vivo e vegeto, le oligarchie al potere non hanno perso la loro egemonia, mentre le disparità economiche sono aumentate. Il regime dominante si è evoluto per adattarsi al contesto, come un camaleonte, che cambia pelle e colore per mimetizzarsi e non cadere in balia dei predatori. “Occupy Wall Street” in questo senso ha insegnato comunque


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