Sono stato in pensiero fino ad adesso per quello che ti ho scritto, un messaggio al limite dello sgradevole.
Presuntuosamente, un'idea minima degli adattamenti (leggasi compromessi) che uno è sottoposto quando ci sono altre persone di mezzo ce l'ho e un discorso simile a quello che tu stai facendo adesso mi è capitato con persone della "vita reale" la settimana scorsa.
Intervenire, su un thread di questo tipo resta difficile se non impossibile perché si discute su questioni molto personali, etiche appunto. Questo può farti sentire ancor più sola? In effetti...
Ma poi, in casi come questi, la paura è quella di non riuscire più a guardarsi allo specchio o quella di venire biasimati dagli altri magari dai propri figli? O entrambe? Ammesso che poi vi sia una differenza fra le due casistiche.
Le paure sono tante e sono tanto diverse tra di loro che farne un elenco risulta impossibile, anche perché talune sono paure mie molto intime e personali.
Ma ho deciso di cercare di allontanarle.
Come dicevo ieri sera, mio marito è esausto.
E "esausto" è una parola che non rende nemmeno l'idea di come si sente. E' solo un decimo di quello che è.
Ai miei occhi ieri sera è apparso tanto provato che nulla più ha avuto tanta importanza se non il fatto di vederlo meno esausto e meno provato.
Poi se il colloquio sarà interessante, se l'azienda lo giudicherà valido, se lui accettasse o rifiutasse, se , se....
A tutti quei "SE" cercheremo di rispondere. O "cercherò" nel caso (nemmeno tanto remoto, secondo me ) in cui io mi sentissi nuovamente sola nell'affrontare tutti quegli interrogativi.
Patatina, non ti sentire troppo in pensiero per quello che scrivi.
Io accetto e rifletto su ogni cosa.
:vicini: