Grilli non è Grillo (2 lettori)

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CHI MENTE TRA GRILLI E ORSI? - QUESTA DOMANDA DOVREBBE FARE MONTI QUANDO IL 16 OTTOBRE AVRÀ DAVANTI IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E IL CAPO DI FINMECCANICA - GOTTI TEDESCHI HA CONFERMATO AI PM LE FRASI INTERCETTATE: “ORSI MI DISSE DI AVER RISOLTO I PROBLEMI DELLA EX MOGLIE DI GRILLI CON CONSULENZE FALSE DA FINMECCANICA” - I DUE NEGANO E SMENTISCONO. MA ALLORA DOVREBBERO DENUNCIARE L’EX BANCHIERE DELLO IOR?…

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"
Mario Monti ha un problema da risolvere entro il 16 ottobre. Quel giorno il presidente del Consiglio incontrerà il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, e il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli. Per la prima volta i due saranno uno di fronte all'altro dopo che il 5 settembre scorso è stata pubblicata sui giornali la trascrizione della testimonianza di Ettore Gotti Tedeschi.
In quel verbale sono riportate le gravi affermazioni fatte sul conto di Vittorio Grilli e della sua ex compagna da parte di Orsi mentre il presidente di Finmeccanica parlava con l'allora presidente dello IOR, intercettato a sua insaputa dalla Procura di Napoli.

Il pm Vincenzo Piscitelli durante l'esame testimoniale sottopone al banchiere del Vaticano il testo della trascrizione della conversazione con Orsi avvenuta nella saletta riservata di un ristorante romano, Rinaldo al Quirinale, il 23 maggio. Il testo della conversazione è tuttora segreto nel contenuto letterale, ma la trascrizione è in possesso dei magistrati, prima di Napoli e ora di Busto Arsizio ai quali è stata trasferita l'indagine.


ETTORE GOTTI TEDESCHI

Quando, durante l'esame testimoniale, Gotti legge la trascrizione delle sue parole e di quelle dell'amico Orsi, captate dalla cimice dei Carabinieri del Noe, mentre i due dissertavano del sistema di potere che avrebbe garantito la poltrona di presidente di Finmeccanica a Orsi, il banchiere ammette:
"Ora che ho letto la trascrizione", spiega Gotti Tedeschi, "mi ricordo e confermo che Orsi mi disse di aver risolto e messo a posto alcuni problemi che aveva la moglie di Grilli (probabilmente riferendosi non all'attuale compagna, Alessia Ferruccio, italiana del 1973, ma alla ex consorte di Grilli, Lisa Caryl Lowenstein nata in Connecticut nel 1965, e titolare fino al 2006 di una società che commercializzava oggetti d'arte, la Made in Museum Srl che negli ultimi bilanci presentati, nel 2002 per esempio, vantava perdite pari a 600 mila euro, superiori addirittura ai ricavi, ndr) attraverso l'affidamento, da parte di Finmeccanica, di ‘consulenze false'".

Dopo la pubblicazione di quel verbale devastante per l'immagine di Grilli e Orsi sono arrivate le smentite. L'ex compagna di Grilli ha negato di avere mai avuto consulenze da Finmeccanica e dalle sue controllate. Orsi ha negato di avere pagato qualcosa alla moglie di Grilli sia come amministratore di Agusta Westland che come amministratore della capogruppo Finmeccanica. Ma non ha negato di avere affermato quanto era rimasto impresso nelle bobine dei Carabinieri e nelle orecchie di Gotti Tedeschi.
Quando Il Fatto e poi Il Sole 24 Ore hanno chiesto conto di quelle intercettazioni, il ministro Vittorio Grilli ha aggiunto la sua smentita: "Mai ho chiesto o sollecitato qualsivoglia tipo di intervento a favore di Lisa Lowenstein a dirigenti di Finmeccanica, presenti o passati". Resta però un dato: Orsi - che in pubblico nega di avere dato in prima persona le consulenze - in privato ha affermato di sapere che Finmeccanica aveva risolto i problemi della ex compagna del ministro dell'Economia.

VITTORIO GRILLI LISA LOWENSTEIN

In un paese normale, se un manager pubblico afferma una cosa simile, lasciando intendere che il ministro che lo controlla è in una situazione di oggettiva ricattabilità da parte di chi conosce il segreto della ex compagna, le cose sono due: o si dimette il manager o si dimette il ministro. Il fatto che Grilli, invece, non chieda conto a Orsi di quelle parole lascia aperte molte interpretazioni dei fatti. Nessuna di esse è rassicurante. Per questa ragione, prima di affrontare l'argomento all'ordine del giorno del vertice del 16 ottobre, e cioè il futuro di Finmeccanica, Monti sarà costretto a fare una domanda molto semplice ai suoi illustri interlocutori: chi è che mente tra voi due?

VITTORIO GRILLI E COMPAGNA

Nonostante nessun giornale italiano a parte Il Fatto si ponga il problema, infatti, quelle parole dette da Orsi nel ristorante Rinaldo al Quirinale non sono un problema personale di Grilli e della moglie. Il ministero dell'Economia detiene infatti una quota del 32 per cento con la quale controlla Finmeccanica. Per rispetto ai 65 mila dipendenti del gruppo pubblico quotato in Borsa e per rispetto anche ai suoi azionisti Monti, Orsi e Grilli non possono continuare a imitare le tre scimmie della tradizione scintoista, famose per la loro arte di non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male. Ciò che è saggio in Giappone per una scimmia può essere molto pericoloso in Europa per un presidente del Consiglio.
 

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ordine 11.110
1- COMPLOTTO ANTI-MONTI! SBOTTA LISA LOWENSTEIN, L'EX MOGLIE NON DIVORZIATA (CAUSA IN CORSO) DI GRILLI: "MI STANNO USANDO MA NON HANNO PROVE. POICHÉ SI PARLA DEL MONTI BIS E NESSUNO LO VUOLE, ALLORA STANNO CERCANDO DI FAR CASCARE TUTTO" - 2- “IL FATTO”: “GRILLI HA SOTTOVALUTATO IL PROBLEMA. SOPRATTUTTO HA SOTTOVALUTATO L’AVVISO MANDATOGLI DA DAGOSPIA. IL QUALE UN GIORNO NON QUALSIASI SCRISSE: “AVVISATE GRILLI CHE LA SUA EX MOGLIE AMERICANA È FURIOSA. LUI SI È FATTO UNA NUOVA FAMIGLIA MA IL DIVORZIO (E GLI ALIMENTI) NON ARRIVANO E PARE CHE LA BELLA SIGNORA LOWENSTEIN RACCONTA ALLE AMICHE ROMANE CHE È STANCA DI ASPETTARE ANCORA...” - 3- ERA IL 4 GIUGNO SCORSO, E SOLO IL GIORNO DOPO I MAGISTRATI CHE INDAGAVANO SULLE TANGENTI FINMECCANICA AVREBBERO INTERROGATO ETTORE LIN-GOTTI TEDESCHI A PROPOSITO DELLA SUA ORMAI CELEBRE CENA DEL 23 MAGGIO CON GIUSEPPE ORSI -

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1- CASO GRILLI, PARLA L'EX MOGLIE: "MAI PRESO UN CENTESIMO DA ORSI"
Angelo Aquaro per Repubblica



raf111 mass ponzellini lisa grilli LISA EX SIGNORA GRILLI

"No, non posso sapere perché gli stanno facendo questo. Mi raccontano cose orribili. Ma sono cose molto più grandi della piccola Lisa Lowenstein che veniva da questa piccola città d'America, Rochester. Mi dicono: 'Oh, Lisa, si parla di Monti bis e nessuno vuole il Monti bis e così stanno cercando di far cascare tutto'".
-Signora Lowenstein, sta dicendo che dietro c'è una manovra per danneggiare il suo ex marito, il ministro del tesoro Vittorio Grilli?
"Io davvero non lo so. Lui sta facendo il possibile per cambiare le cose in Italia, un paese che amo, e come soffro a vedere tanti miei amici non possono più garantire un futuro ai figli. Ma la prego: non voglio essere tirata dentro in questa storia. Io non sono una persona pubblica".
-In un'intercettazione ambientale tra l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, si dice che il suo ex marito le avrebbe fatto avere consulenze per la sua società d'arte con aziende di stato. In alcune carte c'è anche una cifra: 100mila euro. Ha mai preso quei soldi?
"Non c'è stato nessun pagamento. Dove sono le prove? Dove sono i versamenti? Dove sono i soldi? Ma lo ripeto: io non voglio essere tirata dentro questa storia. Mio marito, il mio ex marito ha parlato con quella dichiarazione al Sole24 ore: e lei pensa che io potrei dire qualcosa di diverso?".
gotti tedeschi jpeg PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI

-Potrebbe raccontare la sua verità.
"No, guardi, questa è una storia molto, molto più complicata di quello che crede. E io sono in una situazione molto, ma molto, molto difficile. Il mio matrimonio è finito bruscamente. Dopo 23 anni. Sa quanti sono 23 anni? Una vita".
-Gli ha parlato ultimamente? L'ha sentito dopo questa storia delle consulenze?
"No, è dal 2008 che non lo sento".
-Lei non ha ha mai provato a cercare lui e lui non ha cercato lei? Neppure in questo caso?
"Non mi faccia parlare".
LISA EX SIGNORA GRILLI

-Nelle intercettazioni dicono che i soldi di quelle consulenze servivano a riparare i suoi investimenti sbagliati.
"Ma queste sono pure fantasie. Ma quali investimenti? Se avessi degli investimenti negli Stati Uniti.... No, guardi, tutta questa storia è molto più grande di me. Io non ho idea di cosa ci sia dietro. Ho i miei sospetti, certo. Non so di cosa parla questa gente quando parla di me: ma questo non vuol dire che non capisco che ci sia qualcosa dietro. Non sono una stupida consulente d'arte...".
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-Ma perché non vuole parlarne?
"Ormai si sa pubblicamente che con il mio ex marito non abbiamo ancora chiuso la questione del divorzio. Io lavoro sodo, cerco di andare avanti per la mia strada. Sa cosa m'ha detto il mio avvocato? 'Lisa, fatti dire dove sono i soldi, almeno li puoi utilizzare'. Ovviamente scherzava: è una persona di una moralità straordinaria, mica uno di quegli squali che qui si prendono per i divorzi. Però, la prego davvero, qualsiasi cosa dicessi oltre il 'no comment' la mia situazione peggiorerebbe. E già difficile così. E' già doloroso così".
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-Ma non crede che sarebbe meglio chiarire?
"Io non ho fatto niente di sbagliato. Mai visto un centesimo. Centomila euro? Mai visti in nessun contratto con nessuna azienda in nessuna parte del mondo. Ma che sta succedendo all'Italia dove è tutto un attaccare per attaccare e attaccare? Dove sono le prove, di che cosa parliamo? Mostratemi il contratto, mostratemi i trasferimenti bancari".
-Allora perché non si difende?
"E da che cosa dovrei difendermi? Per aprire il vaso di Pandora della stampa? Fosse per me mi costruirei il mio piccolo mondo da qualche parte dove nessuno mi possa più contattare. Amo l'Italia ma adesso vorrei solo vivere in pace e dimenticare. Ecco perché, ripeto, tutto questo non lo deve scrivere".
-Ma scusi, lei racconta la sua verità: l'opinione pubblica ha il diritto di sapere.
"Mi hanno usata. Mi stanno usando. Distorcerebbero tutto".
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2- LISA LOWENSTEIN SI ERA LANCIATA NEL BUSINESS DELL'OGGETTISTICA CULTURALE, PERDENDOCI DUE MILIONI
Giorgio Meletti per Il Fatto

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Un uomo dell'altezzosa raffinatezza di Vittorio Grilli non si capacita di essere al centro di pettegolezzi un po' ruspanti sui suoi rapporti con la ex moglie americana. Abituato a pensare in inglese alle sfere rarefatte dei noumeni finanziari, il ministro dell'Economia ha creduto di cavarsela con sdegnose smentite e gridando al "fango" (in inglese mud). Ma adesso la disastrosa attività imprenditoriale dell'ex moglie gli torna addosso come una vendetta del destino.

Ha sottovalutato il problema. Soprattutto ha sottovalutato l'avviso mandatogli dal sito Dagospia. Il quale un giorno non qualsiasi scrisse: "Avvisate Vittorio Grilli che la sua ex moglie americana è furiosa. Si è fatto una nuova famiglia ma il divorzio (e gli alimenti) non arrivano e pare che la bella signora Lowenstein racconta alle amiche romane che è stanca di aspettare ancora...". Era il 4 giugno scorso, e solo il giorno dopo i magistrati che indagavano sulle tangenti Finmeccanica avrebbero interrogato Ettore Gotti Tedeschi a proposito della sua ormai celebre cena del 23 maggio da Rinaldi al Quirinale con Giuseppe Orsi, numero dell'azienda di piazza Montegrappa, indagato per corruzione internazionale.

Solo il giorno dopo si seppe che il "fango" messo nel ventilatore da Orsi tra un primo e un secondo era stato ascoltato dagli inquirenti e sarebbe presto stato di dominio pubblico. E che in quella cena il piatto forte erano stati proprio i problemi economici della quarantasettenne Lisa Caryl Lowenstein, originaria di New Haven, Connecticut.

E dunque Dagospia magicamente anticipò all'interessato la notizia che gli affari della signora erano ormai argomento di conversazione in tutti gli uffici più ovattati del potere politico ed economico. Che, vere o false che fossero le storie raccontate da Orsi, l'opinione comune di vasti pezzi della classe dirigente aveva già stabilito prima dei magistrati intercettori che il professore anglofono aveva un problema serio.

Dice Orsi a tavola che la bella Lisa "gli ha lasciato qualche casino in giro", e poi insiste: "Era un'imprenditrice, faceva dei casini". Orsi è bene informato sulla misteriosa ex moglie di Grilli. È vero, fa (o faceva) l'imprenditrice, a dispetto della qualifica di "consulente aziendale" con cui il 20 gennaio 2009 fu ospite del salotto televisivo di Mario Latella (Sky Tg 24) per commentare in diretta la cerimonia di insediamento (inauguration) di Barack Obama alla Casa Bianca.

Imprenditrice sfortunata, che nel 1998 fonda una sfortunata società chiamata Made in Museum. L'idea è quella di vendere ai turisti quegli inutili oggetti ispirati alle opere d'arte che nell'entusiasmo del viaggio culturale qualcuno compra sempre (merchandising). L'Italia è la Mecca di iniziative del genere, anche perché, in mancanza del giapponese, magari c'è qualche amministratore delegato che compra qualche migliaio di euro di simpatici oggetti da regalare a Natale (gift) al posto della banale bottiglia di vino. Questo e altro si trova nelle strategie commerciali di fine anni ‘90, anni di boom e di sperperi in aziende private e, soprattutto, pubbliche.

Made in Museum va forte, apre un negozio dentro il duty free di Fiumicino, un altro all'aeroporto di Pisa, dove vanno forte le torri pendenti. Ma arriva l'11 settembre 2001, la tragedia delle torri gemelle stronca l'America e anche la moglie americana. È crisi nera del turismo, degli aeroporti, di tutto. Crollano gli affari. La signora Lowenstein chiude il bilancio 2002 con numeri da incubo: 535 mila euro di fatturato (più che dimezzato rispetto all'anno prima), perdite per 668 mila euro (superiori al fatturato), un debito di 2,3 milioni di euro (quattro volte il fatturato), di cui oltre la metà verso le banche di cui per mestiere si occupa il marito.

Dopo l'anno orribile la Made in Museum fa perdere le sue tracce. Non esistono altri bilanci depositati, e non si sa se la società esista ancora o sia fallita o sia stata liquidata. Si sa solo che un triste giorno del 2006 la signora ha venduto per 1600 euro le azioni (sue e del fratello) a due signori sconosciuti. Che i debiti non si sa chi li abbia pagati, o se mai le banche li abbiano chiesti indietro. E che il vecchio imperatore della Fiat, Cesare Romiti, ancora schiuma rabbia per non aver potuto fare causa alla Made in Museum per gli affitti arretrati di Fiumicino.
 

nagual

mondo patafisico
Io, prima delle dimissioni del ministro Grilli e dell'intero gabinetto Monti, sommessamente gradirei la prematura dipartenza del Presidente Napolitano, il vero grande sponsor di questa fallimentare, vergognosa ed oscena esperienza di occupazione del potere da parte di chi prende ordini, è connivente e contiguo ai soliti noti che comandano e spolpano veramente l'Italia.

Un po' di dignità Sig. Presidente, su forza, lasci una buona traccia del suo ottuagenario passaggio.
 

EUGE

Senior Utente
Io, prima delle dimissioni del ministro Grilli e dell'intero gabinetto Monti, sommessamente gradirei la prematura dipartenza del Presidente Napolitano, il vero grande sponsor di questa fallimentare, vergognosa ed oscena esperienza di occupazione del potere da parte di chi prende ordini, è connivente e contiguo ai soliti noti che comandano e spolpano veramente l'Italia.

Un po' di dignità Sig. Presidente, su forza, lasci una buona traccia del suo ottuagenario passaggio.
Grilli, Napolitano e Monti: tre personaggi particolarmente inquietanti

dicono di fare tutto per il bene nostro, ma il bene per ora sembra l'abbiano fatto solo a sè stessi e ad istituzioni ed eminenze straniere: agli Italiani zero ... solo legnate e lezioncine saccenti

un po' di dignità però l'avremmo chiesta pure al presidente della Camera :-o
 

DNGMRZ

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FLASH! - GRAN FINALE PER IL GOVERNO MONTI! DOMANI IN PRIMA DE ‘’IL SOLE

FLASH! - GRAN FINALE PER IL GOVERNO MONTI! DOMANI IN PRIMA DE ‘’IL SOLE 24 ORE’’ PEZZO-BOMBA SUL MINISTRO VITTORIO GRILLI E I SUOI CONTI OFFSHORE E I COSTI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA SUA CASA PAGATI PER LA META' IN NERO! - DIMISSIONI IN ARRIVO...
Sul Sole 24 Ore in edicola l'inchiesta sui conti esteri del ministro Vittorio Grilli - Il Sole 24 ORE

Sul Sole 24 Ore inchiesta di Claudio Gatti sui conti esteri del ministro Vittorio Grilli e sui pagamenti delle sue case. Ecco l'incipit del servizio: «Almeno fin quando era Ragioniere dello Stato, l'attuale ministro dell'Economia Vittorio Grilli ha avuto svariati conti all'estero. E non ci riferiamo ai due conti che aveva a Londra, co-intestati con la moglie di allora. Parliamo piuttosto dei cinque conti di cui era titolare nelle cosiddette isole del Canale, e cioè località che il governo italiano considera paradisi fiscali. Conti in sterline, dollari ed euro. Da uno di questi conti al Sole 24 Ore risulta che sia provenuta una parte del denaro pagato per l'acquisto del lussuosissimo appartamento che l'attuale ministro ha comprato nel 2004 in via San Valentino, a Roma. «Erano tutti conti in chiaro. Dichiarati. Su cui ho pagato tutte le tasse», ci spiega il ministro»
 

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