Grecia, sinistra anti-bailout prova a formare governo, ma ha poche chance
martedì 8 maggio 2012 11:19
ATENE, 8 maggio (Reuters) - Passaggio storico in Grecia per Syriza, la Coalizione della Sinistra Radicale che ha di fronte la possibilità di costituire un nuovo governo, contrario al pacchetto di salvataggio Ue/Fmi, dopo che ieri i conservatori di Nuova Democrazia non sono riusciti a dare vita a un esecutivo di coalizione, in seguito ai risultati shock delle elezioni.
Le possibilità che la Grecia abbia un nuovo governo di sinistra sono comunque scarse, e dunque sul Paese incombe la prospettiva di elezioni anticipate, già il mese prossimo.
Alexis Tsipras, 37 anni, leader di Syriza, secondo partito nel nuovo Parlamento greco grazie ai voti degli elettori contro la politica di austerity, avrà oggi l'incarico di provare a formare il primo governo di sinistra radicale nella storia della Grecia moderna.
"Il paese sta andando a tutta velocità verso la catastrofe", si legge oggi in un editoriale del quotidiano Kathimerini. "Se non si forma nei prossimi giorni un governo di salvezza nazionale, nuove elezioni saranno inevitabili".
Ieri il presidente Karolos Papoulias aveva dato un mandato di tre giorni ad Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia, primo partito alle elezioni. Ma il premier incaricato ha subito gettato la spugna, dopo essere stato respinto dai socialisti del Pasok, terza forza del Paese, e da altri partiti.
Tsipras, secondo cui il salvataggio voluto dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale sta portando la Grecia alla bancarotta, piuttosto che salvarla, riceverà l'incarico formale oggi e proverà a mettere insieme il frammentato arcipelago della sinistra.
"Vogliamo dare vita a un governo di forze di sinistra per sfuggire al bailout che ci sta portando alla bancarotta", ha detto Tsipras, il più giovane leader politico greco, dopo aver respinto l'offerta di Samaras. "Non lasceremo passare dalla finestra quel che il popolo greco ha cacciato dalla porta".
Syriza, gruppo nato da una scissione dal Partito comunista, vuole che la Grecia resti nella zona euro ma è contraria al pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, convinta che la Grecia possa farne a meno.
I comunisti hanno già respinto proposte di collaborazione e altri partiti anti-bailout della sinistra dispongono di pochi seggi parlamentari per arrivare a formare una maggioranza.
Intanto il tempo stringe per la Grecia, che
il mese prossimo deve approvare tagli alle spese di 11 miliardi di euro per il 2013 e il 2014 in cambio di nuovi aiuti. Alcuni funzionari hanno riferito a Reuters che le casse pubbliche potrebbero restare senza soldi già a fine giugno senza un nuovo governo pronto a negoziare una nuova tranche del prestito con Ue e Fmi.
(Dina Kyriakidou)