camaleonte

Forumer storico
non ho replicato al negus ed a grisu perché direi che la sintonia con loro è molto elevata e, in questo caso, sembrerebbe sufficiente aggiungere un secondo soggetto ad un precedente svolgimento (ciò che non richiede repliche). Quanto, però, camaleonte, secondo te/voi tutti le stesse considerazioni sapgnole potrebbero essere applicate anche al "condominio Italia"? :)



Non ho compreso bene il tuo primo periodo, potresti spiegarmelo meglio?
Ho copincollato l’intervento di M. Riddell perché mi sembra che possa essere utile a tutti, me in primis, in quanto spiega concetti che è bene non perdere di vista.
In merito alla seconda parte del tuo intervento, la mia opinione non può non tener conto della
Storia, la quale insegna che, quando si è sicuri e potenti, c’è sempre un Davide che ti piazza una fiondata, ed è fatta. Un decennio fa i BRIC rappresentavano il Davide, contro il Golia dell’occidente. Ora è diverso: abbiamo un Golia tramortito, si tratta di fermare la fionda del Davide.
Ogni paese dovrà trovare la sua strada, così anche l’Italia che ha un debito pubblico di 1870 Mld circa. Se sale il costo degli interessi in assenza di crescita, sono dolori. Il “condominio Italia “
Potrà salvarsi con un buon governo, ( a questo punto auspicabile ) che stimoli la crescita e
Con la disponibilità, preceduta dalla rassegnazione, degli italiani a tirare la cinghia.
Il calcio d’inizio di questa partita l’ha dato Marchionne col nuovo contratto di Mirafiori.
 

Grisù

Forumer attivo
aspetta che i cinesi comincino a prendere di mira i settori dove esportano i tedeschi e poi ne riparliamo. Finora gli servivano macchinari tedeschi per produrre man mano che lasceranno le fascie più basse di prodotti a paesi come il Vietnam faranno competizione a livelli sempre più elevati.

Probabile, ma solo in tempi lunghi, prima assisteremo ad un impoverimento crescente dei paesi periferici sino alla rottura dell'area euro.

Peraltro è quanto stiamo già osservando in italia in modo strisciante da diversi anni e mi pare che il processo di cinesizzazione sia ancora in corso. La germania quanto meno produce in settori con ricerca e alta specializzazione/nicchia più difficili e costosi da attaccare. Più semplice spolpare gradatamente gli altri, quanto meno prima.

La costituzione dell'euro, nei termini attuali, è stata una straordinaria scemenza ed un prevedibile assist alla germania che è riuscita sinora a trasformare in opportunità una unione squinternata. Ho parecchi dubbi che la zona euro riuscirà a restare in piedi a lungo con economie così difformi e nello stato attuale.
 

Rottweiler

Forumer storico
Un “grazie!” al Negus per aver aperto un thread che potrebbe diventare un riferimento per quasi tutti gli investitori che visitano questo forum. Mi sembra chiaro che lo sforzo tentato sia quello di salire in cima alla coffa e di guardare il più lontano possibile davanti a noi: questo tornerà a vantaggio non solo di chi si è imbarcato sul vascello obbligazionario, ma di tutti i naviganti.

Ho trovato interessanti tutti i posts sin qui pubblicati, sia che riferissero opinioni personali o altrui o semplici informazioni. A me (non posso certo parlare per tutti) risultano molto utili anche quelli che ripercorrono la storia finanziaria più o meno recente. Non mi illudo che le risposte ai nostri quesiti sul futuro si possano trovare in fotocopia scorrendo il passato. So benissimo che nulla (e non solo in campo finanziario) si riproduce identico a se stesso: però capire il passato a me è sempre servito, e penso servirà anche ora.

Avrei un solo suggerimento di metodo da proporre, ed è quello di evitare (ma forse dovrei dire: di contenere al minimo) i deragliamenti di sapore ideologico: abbiamo talmente tante cose interessanti di cui discutere! Se poi qualcuno sente irrefrenabile il desiderio di lanciarsi contro questo o quello, basterà portare pazienza e lasciarlo sfogare: se non si riceve corda, inevitabilmente ci si spegne.
Ovviamente questo mio suggerimento (non richiesto) nasce da quanto si legge su altri threads, non sul neonato nostro…

Un augurio di buon contributo a tutti!
 

Rottweiler

Forumer storico
Riporto due opinioni alquanto diverse tra loro: il bello di questo thread dovrebbe proprio essere quello di pubblicare non solo ciò di cui siamo personalmente convinti, ma anche opinioni da noi non condivise e non per questo meno stimolanti.

UBS ha recentemente emesso un report che fa alcune premesse e dipinge il seguente scenario per le obbligazioni floaters:
*negli ultimi mesi del 2010 i tassi americani sono risaliti per 2 motivi: a)erano scesi “troppo” e b)l’economic outlook è migliorato oltre le previsioni
*l’aumento dei tassi della Fed è rimandato all’inizio del 2012. Il recente aumento è destinato a muoversi lateralmente sino alla seconda metà dell’anno in corso. A quel momento dovrebbe iniziare un movimento al rialzo, come anticipazione di quello della Fed
*l’aumento dei tassi di dicembre è stato l’annuncio”ufficiale” che i bonds sovrani aumenteranno nel breve (12 mesi), con conseguenze molto delicate per gli Stati con difficoltà di bilancio
*le raccomandazioni sui floaters di UBS nascono dalle attese del tassi Libor sui vari mercati. In base a questi ragionamenti, i floaters preferiti sono NOK e SEK. EUR è considerato meno attraente. USD non lo è per nulla. Per CHF, AUD e NZD UBS preferisce ancora il tasso fisso a quello variabile. In ogni caso si sconsigliano tassi fissi con scadenza superiore a 5 anni.
*si raccomanda di investire in floaters con maturity di almeno 4-5 anni

Una diversa opinione è stata espressa da Philip Manduca, Head of Investment di ECU Group, lo scorso 13 dicembre in un’intervista a Bloomberg. Il buon Manduca è convinto (tra l’altro) che:
*l’aumento dei tassi non abbia nulla a che vedere con l’attesa di un miglior clima economico né di una maggior inflazione da eccesso di liquidità, bensì dalla semplice preoccupazione sui debiti sovrani
*il tasso dei bonds sia destinato ad aumentare in modo significativo a causa di questo generale deterioramento del clima finanziario
*l’aumento dei tassi porterà a puntare sui bonds a dispetto dell’equity. Secondo Manduca, nel giro di 4-8 settimane l’equity dovrebbe prendere una notevole sberla (-10%/-15%).

Potete ascoltare l’intervista andando sul sito di Bloomberg (basta digitare Manduca all’interno del sito e comparirà anche il video) oppure a questo link:
Clip Syndicate Video: Manduca Says Bet Against Equities Bull Market in 2011
 

cumulate

Forumer storico
Cina lascerà che yuan si apprezzi del 5% quest'anno - stampa




mercoledì, 5 gennaio 2011 - 8:19


La Cina lascerà che lo yuan si apprezzi del 5% circa quest'anno perché ha bisogno di una divisa più forte per contrastare i rischi inflazionistici ed eventuali bolle dei prezzi delle attività.
Lo scrive il China Securities Journal in un editoriale in prima pagina. Pur non rappresentando la posizione ufficiale del governo, il quotidiano in lingua cinese è una voce autorevole sulle vicende economiche interne.
Attualmente i contratti forward offshore riflettono attese di apprezzamento dello yuan del 3% circa quest'anno.
Il tasso di cambio dello yuan e l'avanzo della bilancia commerciale cinese, cui si contrappone il rossi dei conti Usa con l'estero, restano al cuore dei rapporti tra Washington e Pechino.
Parlando a un forum nella capitale cinese nella notte il viceministro al Commercio cinese, Jiang Yaoping, il tasso di cambio dello yuan non può comunque fare molto per ridurre gli squilibri commerciali con gli Stati Uniti.
Da Washington il consulente del presidente Usa Barack Obama per la sicurezza nazionale, Tom Donilon, ha esortato a intensificare gli sforzi per ridurre gli squilibri commerciali Usa-Cina in colloqui con il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi.


e aggiungo dal Sole

Shusong Ba, direttore generale dell'Istituto di ricerca finanziaria all'interno del Centro di ricerca per lo sviluppo, dalle colonne dell'Economic Information Daily. «Che si tratti di limitare l'inflazione o ridurre gli squilibri commerciali, vi é più spazio per la regolazione del tasso di cambio dello yuan nel 2011 che nel 2010», spiega Ba. «Fino ad oggi Pechino regola rigidamente il tasso di cambio dello yuan, nonostante il suo impegno nel mese di giugno per lasciare fluttuare liberamente la sua moneta rispetto al dollaro». Uno yuan più forte potrebbe ridurre il costo delle importazioni cinesi e rendere le esportazioni più costose, limitando così la domanda di prodotti "Made in China" e ridurre in questo modo l'afflusso di valuta straniera in Cina, il denaro contante che alimenta l'inflazione. Ba ha poi detto che l'indice dei prezzi al consumo potrebbe aumentare dal 5% al 6% nel primo semestre del 2011.

Surplus della Cina nei confronti del resto del mondo a 190 miliardi di dollari

La Cina controlla il 7% del debito dell'eurozona
Oltre al surplus commerciale, la Cina è in grado di esercitare forti pressioni aile principali economie del pianeta. Oltre all'imponente quota di titoli di Stato americani (che determinano quello che gli economisti chiamano "equilibrio del terrore" tra Cina e Stati Uniti) sta aumentando anche la quota di titoli dell'eurozona in pancia al governo di Pechino. Secondo le stime del quotidiano economico francese La Tribune, la Banca centrale cinese (Bcc) controlla il 7,3% circa del debito pubblico dei paesi della zona euro, per una cifra vicina a 630 miliardi di euro.

La Banca mondiale emette i primi bond in yuan
Inoltre la Banca mondiale ha annunciato l'emissione dei suoi primi bond denominati in yuan. Nel dettaglio, l'Istituto sovranazionale si accinge a emettere sul mercato di Hong Kong titoli biennali per 500 milioni di yuan (circa 57 milioni di euro). Una novità che favorisce indirettamente le intenzioni della Cina di aumentare il peso internazionale della propria val

su questi ultimi, se fosse possibile acquistare, non credete bisognerebbe farci un pensierino: tassi migliori dei bond in euro o $ e rivalutazione dello yuan quasi certa.
 

negusneg

New Member
Può sembrare paradossale che in un sito che si propone, fra l'altro, di offrire formazione, informazione e confronto di idee a chi desidera muoversi autonomamente, al di fuori delle trappole del cosiddetto risparmio gestito, si faccia così spesso riferimento alle dichiarazioni ed alle posizioni prese da questo o quel gestore di fondi.

A questo proposito vorrei fare una considerazione che riguarda PIMCO ed il motivo per cui quello che dicono andrebbe seguito con molta attenzione.

PIMCO, ed in particolare il suo fondatore Bill Gross, è indubbiamente un significativo esempio di gestione attiva. Negli anni ha preso posizioni indubbiamente controcorrente rispetto alla maggior parte dei concorrenti e questo ha contribuito a costruire un track record di tutto rispetto.

Come spesso succede, vista la nota propensione che hanno gli investitori ad investire guardando lo specchietto retrovisore, nel tempo le masse gestite sono cresciute enormemente, fino a raggiungere i 1.200 billions $ (più di un trilione!) attuali.

Che si sia o meno d'accordo con la loro visione tattica o strategica, seguire quello che fanno vuol dire osservare il comportamento delle "mani forti" sul mercato, in grado di muovere con le loro decisioni capitali che hanno un impatto significativo.

Nell'articolo che accludo qui sotto, però, c'è una evidente contraddizione: vi si riporta che Anthony Crescenzi, analista di PIMCO, ha scritto in un report ai clienti che affinchè la FED cominci ad aumentare i tassi saranno necessari parecchi mesi di incremento dei posti di lavoro, ma anche un aumento dei prestiti bancari o crescenti aspettative di inflazione. Concludendo che "nessuna di queste condizioni esiste".

Nel paragrafo immediatamente successivo, però, l'articolo segnala che la differenza di rendimento fra i Tbond ed i TIPs a dieci anni si è allargata al 2,42%, il livello massimo da aprile.

E che cos'è quella differenza, se non una misura delle aspettative di inflazione? O comunque della diversa percezione su un possibile futuro inflattivo rispetto ad ipotesi deflazionistiche che fino a qualche mese fa andavano per la maggiore?


Treasuries Advance as Pimco, Goldman Sachs Damp Optimism Over Recovery

By Wes Goodman - Jan 6, 2011 8:41 AM GMT+0100

Treasuries rose, snapping yesterday’s steepest loss in a week, as investors and economists said the recovery in the U.S. job market hasn’t gone far enough for the Federal Reserve to consider raising interest rates.
Many months of payroll gains are necessary to prompt a Fed move, according to Anthony Crescenzi at Pacific Investment Management Co., which runs the world’s biggest bond fund. A surge in hiring reported by ADP Employer Services yesterday should be viewed “with skepticism,” Goldman Sachs Group Inc., one of the 18 primary dealers that trade directly with the central bank, wrote to clients.

“Growth isn’t strong enough to bring down the unemployment rate,” said Tomohisa Fujiki, an interest-rate strategist at BNP Paribas Securities Japan Ltd. in Tokyo. “The Fed will be on hold in 2011. It’s time to consider buying on dips.” BNP’s U.S. unit is another primary dealer.

Ten-year yields declined two basis points to 3.45 percent as of 7:23 a.m. in London, according to data compiled by Bloomberg. The price of the 2.625 percent security maturing in November 2020 rose 5/32, or $1.56 per $1,000 face amount, to 93 1/8.

Prices have alternated between gains and losses for two weeks. Short-term Treasuries, among the most sensitive to what the Fed does with its target for overnight loans between banks, are attractive, Fujiki said.
Two-year yields of 0.70 percent are 45 basis points more than the upper end of the Fed’s target range of zero to 0.25 percent. The difference has widened from 2010’s low of eight basis points in November. A basis point is 0.01 percentage point.

Signs of Recovery

Ten-year yields will drop to 3.17 percent and two-year rates will slide to 0.65 percent by March 31, a Bloomberg survey of banks and securities companies shows, with the most recent forecasts given the heaviest weightings.

Treasuries tumbled yesterday after the ADP report showed private employers added 297,000 jobs in December, almost three times the amount that economists expected.

Labor Department data tomorrow will show the nation added jobs for a third month in December, a Bloomberg News survey of economists shows. The jobless rate will be more than 9 percent for a 20th month, according to the survey. A separate report from the department today will show initial claims for jobless insurance were near a 30-month low, based on the forecasts.

Pimco on Fed

“Many, many months of strong payroll gains” are necessary to get the Fed to raise rates, Crescenzi, a portfolio manager at Pimco in Newport Beach, California, wrote to clients yesterday. Increased bank lending or rising expectations for inflation would also be needed, the report said.
“None of these conditions exist,” Crescenzi wrote.

The difference between yields on 10-year notes and Treasury Inflation Protected Securities, a gauge of trader expectations for consumer prices, widened to 2.42 percentage points yesterday, the most since April.

The way ADP compiles its data tends to skew the figures for December, Andrew Tilton, an economist at Goldman Sachs in New York, wrote in his report yesterday.

“We view the dramatic improvement shown in the report with skepticism,” he wrote. “Markets may be overly optimistic about the extent to which this will show up in Friday’s report.”

The Fed is scheduled to buy $6 billion to $8 billion of notes due from January 2015 to June 2016 today as part of its effort to spur the economy. The Treasury plans to announce the sizes of three-, 10- and 30-year auctions set for next week.

Services Growth

Signs of growth outside the job market will push Treasury yields higher, Satoshi Okumoto, a general manager at Fukoku Mutual Life Insurance Co. in Tokyo, which has the equivalent of $67.1 billion in assets.

Service industries, which cover about 90 percent of the U.S. economy, expanded in December at the fastest pace since May 2006, a private report showed yesterday.

There are many factors that will push yields higher,’’ Okumoto said. “The economic figures are very good. The supply outlook may weigh on the market.”

Ten-year yields will advance to 3.75 percent by the end of March, he said. President Barack Obama has increased the U.S. publicly traded debt to a record $8.75 trillion.

Okumoto said he’s trying to buy dollar-denominated corporate bonds being sold this week, betting they will outperform government debt as the economy improves. The limited amount of the securities makes them tough to get, he said.

Toyota Motor Corp., the world’s largest automaker, and Warren Buffett’s Berkshire Hathaway Inc. are among the companies that have issued debt this week.

Treasuries returned 5.9 percent in 2010, versus 10 percent for company bonds, Bank of America Merrill Lynch indexes show.

Fed policy makers said improvements in the economy didn’t meet the threshold for scaling back their plans to purchase $600 billion in bonds, in minutes of their Dec. 14 policy meeting released Jan. 4 in Washington.
Thirty-day federal funds futures contracts for delivery in February 2012 yielded 0.565 percent, indicating investors expect the central bank to increase borrowing costs by that month from current levels.

To contact the reporter on this story: Wes Goodman in Singapore at [email protected].
 

negusneg

New Member
Un “grazie!” al Negus per aver aperto un thread che potrebbe diventare un riferimento per quasi tutti gli investitori che visitano questo forum. Mi sembra chiaro che lo sforzo tentato sia quello di salire in cima alla coffa e di guardare il più lontano possibile davanti a noi: questo tornerà a vantaggio non solo di chi si è imbarcato sul vascello obbligazionario, ma di tutti i naviganti.

Ho trovato interessanti tutti i posts sin qui pubblicati, sia che riferissero opinioni personali o altrui o semplici informazioni. A me (non posso certo parlare per tutti) risultano molto utili anche quelli che ripercorrono la storia finanziaria più o meno recente. Non mi illudo che le risposte ai nostri quesiti sul futuro si possano trovare in fotocopia scorrendo il passato. So benissimo che nulla (e non solo in campo finanziario) si riproduce identico a se stesso: però capire il passato a me è sempre servito, e penso servirà anche ora.

Avrei un solo suggerimento di metodo da proporre, ed è quello di evitare (ma forse dovrei dire: di contenere al minimo) i deragliamenti di sapore ideologico: abbiamo talmente tante cose interessanti di cui discutere! Se poi qualcuno sente irrefrenabile il desiderio di lanciarsi contro questo o quello, basterà portare pazienza e lasciarlo sfogare: se non si riceve corda, inevitabilmente ci si spegne.
Ovviamente questo mio suggerimento (non richiesto) nasce da quanto si legge su altri threads, non sul neonato nostro…

Un augurio di buon contributo a tutti!

Non posso che condividere il suggerimento di Rottweiler, soprattutto come premessa alla notizia che allego qui sotto.

Non c'è dubbio, al di là delle differenti opinioni politiche sull'operato del nostro governo (cosa ha fatto, cosa non ha fatto, cosa avrebbe potuto fare di diverso, etc.) che stiamo assistendo ad un vero paradosso. Il mercato ha ormai da tempo messo nel mirino il nostro debito pubblico (e quindi i nostri titoli di stato) nella convinzione che dopo la crisi dei periferici europei potremmo essere noi il prossimo anello debole della catena (magari subito dopo la Spagna).

Naturalmente il fatto che siamo uno dei paesi industrializzati col peggior rapporto debito/PIL (peggio di noi c'è solo il Giappone) rende queste preoccupazioni indubbiamente fondate. Però...

... se oltre a guardare il valore assoluto del rapporto si analizza la dinamica che esso ha avuto negli ultimi due anni nei vari paesi, si nota distintamente che l'Italia ha avuto il minor peggioramento relativo, se così si può dire, rispetto a paesi considerati "sicuri", come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Germania.

Certo non è una gran consolazione, ma più che ad una deriva italiana mi sembra che stiamo assistendo ad una "italianizzazione" del resto del mondo. Se questo è vero, non c'è dubbio che alcuni eccessi del mercato verranno almeno in parte riassorbiti, e che i paesi (o le valute dei paesi) che più si sono spinti in questo processo di peggioramento relativo dovranno essere prezzati diversamente.

A sfavore dell'Europa in generale, però, gioca il fatto che dietro alla moneta unica non c'è una politica economica comune, nè tantomeno una vera unità politica sembra essere all'orizzonte, almeno per molti anni.

L'impressione è che ancora per un bel po' si vada avanti in ordine sparso, e questo rende molto facile alla speculazione il gioco dei dieci-piccoli-indiani cui abbiamo assistito di recente. "... E poi non rimase nessuno", speriamo che qualcuno in Europa ricordi come andò a finire la storia...



Italia,bene fabbisogno, tensioni mercati eccessive -Fmi a stampa



giovedì, 6 gennaio 2011 - 8:39


Il calo registrato dal fabbisogno dello Stato italiano nel 2010 rispetto all'anno prima è "decisamente una buona notizia" per Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale per per Italia, Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino, Timor Est.

In un'intervista al Sole 24 Ore in edicola oggi, Sadun, pur ricordando che dopo il dato di cassa relativo al disavanzo pubblico dell'Italia bisogna attendere ora le cifre sul deficit pubblico di competenza, quelle valevoli ai fini europei, sottolinea che le tensioni registrate dai mercati sono state eccessive.

"Nelle scorse settimane abbiamo assistito a un nervosismo addirittura eccessivo da parte dei mercati. È ridicolo il fatto che il rating del Libano sia divenuto superiore a quello di paesi dell'area euro. Ridicolo e irrealistico", dice l'alto funzionario dell'Fmi.

Il fabbisogno del settore statale italiano è stato pari a 67,5 miliardi nel 2010, inferiore di circa 19,3 miliardi rispetto a quello del 2009, pari a 86,847. I conti pubblici dei paesi della zona euro sono, però, confrontati guardando al saldo di competenza, il deficit valevole per il trattato di Maatrischt che include anche poste di tipo finanziario.

"Il miglioramento del disavanzo di cassa è certamente un'acquisizione molto positiva [...] Questa cifra dimostra che l'Italia è perfettamente in grado di tenere la dinamica dei propri conti sotto controllo", aggiunge Sadun.
 

camaleonte

Forumer storico
Il ritiro di Stanley Druckenmiller

di borsa-finanza00com (22/08/2010 - 09:48)


Per moltissimi il nome di Stanley Druckenmiller non significa niente.
Per contro, il suo freschissimo ritiro è un segnale discretamente inquietante per chi opera sui mercati finanziari.
Fu il braccio armato di George Soros nell'affondamento della sterlina del 1992.
Ha alle spalle un trentennio di risultati brillanti come gestore.
Recentemente ha spiegato di essere rimasto anche lui confuso dai segnali contraddittori dei mercati.
Chiude le sue attività il Duquesne Capital Management, il suo hedge fund da 12 miliardi di masse gestite.
Niente di drammatico dal punto di vista dei risultati: dall'inizio dell'anno segna un -5% contro una media del settore che è inferiore al -2%.
L'aspetto discretamente inquietante è che se sostiene di non capirci più granché uno con la storia personale di Druckenmiller stiamo messi parecchio male.
 

negusneg

New Member
MILANO (MF-DJ)--Gli ordini all'industria manifatturiera in Germania hanno registrato a novembre un incremento destagionalizzato del 5,2% m/m. Lo ha reso noto il Ministero dell'Economia. Il consenso indicava per novembre un incremento dello 0,9%, mentre a ottobre gli ordini erano cresciuti dell'1,6% rispetto al mese precedente. Sempre per il mese di novembre 2010 la variazione non destagionalizzata e' stata pari al +21,7% a/a contro il +14,2% di ottobre. lca (fine)

MF-DJ NEWS 06 gen 2011 12:55
 

lorixnt2

Hari Seldon's fan
Non ho compreso bene il tuo primo periodo, potresti spiegarmelo meglio?
Ho copincollato l’intervento di M. Riddell perché mi sembra che possa essere utile a tutti, me in primis, in quanto spiega concetti che è bene non perdere di vista.
In merito alla seconda parte del tuo intervento, la mia opinione non può non tener conto della
Storia, la quale insegna che, quando si è sicuri e potenti, c’è sempre un Davide che ti piazza una fiondata, ed è fatta. Un decennio fa i BRIC rappresentavano il Davide, contro il Golia dell’occidente. Ora è diverso: abbiamo un Golia tramortito, si tratta di fermare la fionda del Davide.
Ogni paese dovrà trovare la sua strada, così anche l’Italia che ha un debito pubblico di 1870 Mld circa. Se sale il costo degli interessi in assenza di crescita, sono dolori. Il “condominio Italia “
Potrà salvarsi con un buon governo, ( a questo punto auspicabile ) che stimoli la crescita e
Con la disponibilità, preceduta dalla rassegnazione, degli italiani a tirare la cinghia.
Il calcio d’inizio di questa partita l’ha dato Marchionne col nuovo contratto di Mirafiori.


Sì, scusami. Nulla di complesso. Significa semplicemente che, se non trovo dissonanze nell'elaborazione altrui, mi potrei limitare a farla completamente mia e, a questo punto, non ci sarebbe neppur bisogno di una replica che non fosse un semplice placeholder, una pura manifestazione attenzionale. Ne faccio ogni tanto di questo tipo sul thread Lehman con il rischio sempre possibile dell'off topic.
Relativamente alla questione Italia-Spagna-pigs che potrebbe estendersi però anche ad altri, Francia inclusa, mi sembra di aver capito che il problema, per entrambe, non è tanto nell'attuale consistenza dei debiti pubblici ma in quel trend che li possa portare a scendere gradualmente o, inesorabilmente, a salire. Si demanda alla politica di porre le condizioni per cui un trend virtuoso
possa instaurarsi ma, nella stampa internazionale che mi è capitato di consultare, mi pare che la ricetta generica proposta sia invariabilmente quella di una maggiore crescita da realizzarsi a spese di un esterno/estero/altro da sé.
Ma quest'esterno/estero/altro da sé a spese del quale dovremmo tutti riaggiustare le nostre situazioni che ci sia ciascun lo dice ma dove sia qualcun lo sa? :mmmm:
 

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