cumulate

Forumer storico
Se le valute emergenti si apprezzerano l'inflazione sarà calmierata da loro e non il contrario. Il principale paese emergente, la Cina, non permette alla sua valuta di apprezzarsi e blocca il meccanismo di riequilibrio da te descritto ne consegue che la salita dei tassi reali, materie prime e dell'inflazione finisce per avere un effetto deflattivo nel più lungo termine.

tecnicamente è come dici tu, ma
il passato è passato
io credo che la cina, stufa di detenere il debito pubblico yankee e tra un pò anche quello UE, modificherà la sua politica economica.
In ordine potrebbe accadere che la bolla immobiliare cinese scoppi ma, in un mercato rigidamente controllato come quello cinese, le autorità decidano di diminuire la velocità di movimento della moneta all'interno del paese, per evitare di cadere nello stesso processo in cui è caduto l'occidente nell'ultimo decennio.
Ciò comporterebbe inflazione ma anche aumento del valore dello yuan perchè girerebbe meno moneta,....
il resto l'ho già detto.

E' uno scenario ipotetico, non credo di essere così bravo da prenderci in pieno ma tra le varie opzioni che vedo in giro...

e comunque compro solo cose + euribor

a presto
 

solenoide

Forumer storico
Non ho le capacita' per capire cosa succedera' nei prossimi anni.
Mi sembra pero' che ci siano molte piu' opportunita' di un tempo per coprirsi da eventuali cadute dei bond , non ultimo l' ETF short (non in leva) .
Al momento sono piu' preoccupato da eventuali nuovi "incidenti di percorso" tipo Lehman
 

negusneg

New Member
Borsa Usa in rialzo in prima seduta 2011, aiutano dati macro


lunedì, 3 gennaio 2011 - 17:04


Wall Street inizia il 2011 con una seduta in buon rialzo, aiutata anche da dati che hanno mostrato una crescita del settore manifatturiero Usa per il diciassettesimo mese consecutivo a dicembre.
Il Nasdaq 100 arriva a toccare un massimo di dieci anni, con gli investitori pronti a scommettere che il rally del 2010 proseguirà nel nuovo anno.
Oltre ai dati diffusi dall'Institute of Supply Management, che hanno confermato le recenti indicazioni di un rafforzamento della ripresa economica, al tono positivo hanno contribuito anche le statistiche del dipartimento del Commercio da cui è emerso un incremento della spesa per costruzioni ai livelli più alti da giugno.
"Stiamo iniziando l'anno con la nota giusta. Tutti sono tornati e improvvisamente hanno realizzato che l'economia va bene", commenta Stephen Massocca, managing director di Wedbush Morgan a San Francisco.
Intorno alle 16,40 italiane il Dow Jones (notizie) guadagna lo 0,9%, lo Standard & Poor's 500 l'1,1% e il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) l'1,7%.
Gli analisti citano anche "l'effetto gennaio" con i gestori di fondi non più impegnati in operazioni di window dressing ma focalizzati su titoli che ritengono particolarmente interessanti. "E' il primo giorno del nuovo trimestre e del nuovo anno. E' un'opportunità di investire in alcuni nomi che che non dovrai mostrare ai tuoi clienti per un po'", osserva uno strategist.
Tra i singoli temi odierni in evidenza Bank of America (NYSE: IKJ - notizie) con un rialzo del 4,7% dopo accordi con Freddie Mac (Dusseldorf: FHL.DU - notizie) e Fannie Mae (Dusseldorf: 929694.DU - notizie) su alcuni contenziosi legati al riacquisto di mutui residenziali ceduti alle due società dalla controllata Countrywide Financial Corp. Gli accordi comporteranno per la banca nel quarto trimestre un accantonamento di circa 3 miliardi di dollari.
Alcoa sale del 4,8% sulla scia della promozione di Deutsche Bank a "buy" da "hold".
In denaro anche Apple , +2,2% dopo che Oppenheimer ha alzato le stime e il target price sul gruppo, citando previsioni di forti vendite per l'iPad.
Sul fronte opposto Inspire Pharmaceuticals lascia sul terreno il 58% dopo l'annuncio che il trattamento sperimentale per la fibrosi cistica non ha evidenziato segnali di significativi benefici nei pazienti in uno studio in fase avanzata.
Sul sito Reuters.com le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su Reuters Italia (reuters_italia) on Twitter
 

storm

Forumer storico
tecnicamente è come dici tu, ma
il passato è passato
io credo che la cina, stufa di detenere il debito pubblico yankee e tra un pò anche quello UE, modificherà la sua politica economica.
In ordine potrebbe accadere che la bolla immobiliare cinese scoppi ma, in un mercato rigidamente controllato come quello cinese, le autorità decidano di diminuire la velocità di movimento della moneta all'interno del paese, per evitare di cadere nello stesso processo in cui è caduto l'occidente nell'ultimo decennio.
Ciò comporterebbe inflazione ma anche aumento del valore dello yuan perchè girerebbe meno moneta,....
il resto l'ho già detto.

E' uno scenario ipotetico, non credo di essere così bravo da prenderci in pieno ma tra le varie opzioni che vedo in giro...

e comunque compro solo cose + euribor

a presto

se mi spieghi come fa ad aumentare l'inflazione in Cina se diminuisce la velocità di circolazione della moneta e aumenta lo yuan te ne sarei grato.
A meno che tu non abbia scoperto una nuova teoria economica avverebbe proprio il contrario, che è proprio quello che vogliono le autorità e cioè calmierare l'inflazione.
Stiamo cmq parlando di ipotesi, ma anche queste vanno fatte con un minimo di logica. :D
Si scherza è perchè qua nessuno è professore e i nostri commenti lasciano il tempo che trovano.
 

Grisù

Forumer attivo
Perché sei contrario? :)

A mio parere l'analisi tecnica è una disciplina inventata a solo uso e abuso per il popolo dei trader.
Quello che eccepisco è l'impossibilità di riconoscere un trend sulla base di eventi ricorrenti.
Si perderebbero probabilmente più soldi nel tentativo di riconoscerli, entrando in un istante t0, che definendo una vera e propria strategia di investimento bilanciata con stop loss e take profit.

Il tutto non considerando che, anche conoscendo la probabilità dell'evento x, non si sarebbe in grado comunque di conoscere l'ordine di grandezza (es. di evento positivo molto probabile che si verifica con ordine di grandezza 2% vs un evento negativo poco probabile che si verifica con grandezza 3% ==> Tot. -1% :)).
 

Grisù

Forumer attivo

Con questi personaggi ci si potrebbe scrivere un libro di barzellette:

"Stiamo iniziando l'anno con la nota giusta. Tutti sono tornati e improvvisamente hanno realizzato che l'economia va bene"

Quindi era il 2010 che portava sfortuna, è tutta una questione di numerologia quindi ora è tutto a posto :D:D:D.



"E' il primo giorno del nuovo trimestre e del nuovo anno. E' un'opportunità di investire in alcuni nomi che che non dovrai mostrare ai tuoi clienti per un po'"

Ovvero abbiamo comprato delle conclamate ciofeche che non vuole nessuno però non si sa mai... Comprando a caso alle volte ci si azzecca, nel caso positivo diremo di aver fatto affidamento ad un evoluto modello predittivo, nel caso negativo sarà colpa di condizioni di mercato avverse :D:D:D.
 

negusneg

New Member
Grande Negus, Amici,
innanzitutto buon anno.

Dal piccolo e limitato punto di vista che posso avere io, segnalo tre cose e pongo una domanda:

*distinguerei mercati strutturalmente bull (ivi compreso flusso incoming di capitali - tipo Brasile, Thai per intenderci) e la reazione del mercato bond alle forti spinte inflazionistiche (Negus riprendimi se non ha senso) dalla vecchia Europa e parzialmente USA-CAN;

*segnalo che la velocità di uscita dalla recessione (leggasi risalita del PIL) a partire dagli USA è moooolto più moderata questa volta rispetto alle precedenti

*la ripresa inflazionistica sarà calmierata dall'unemployment rate mooolto alto nei paesi c.d. occidentali (togliamo D, AUS e pochi altri)

Nel primo post del Negus uno degli spunti in cui mi piacerebbe un Vs commento (Neguuuuuuuuus ;)) è sugli spread attuali tra High Yield e governativi e quanto secondo voi possa ammortizzare una salita dell'Euribor3 diciamo a 1,6% o IRS 2Y al 3% per esempio
(intendo gli spread rispetto ai governativi ratingA corporate/bancari) sono ancora tali da pararci il colpo da una ripresa inflattiva a cui anche io credo?

Ciao bia06, buon anno anche a te. :)

Sono d'accordo sulle tre cose che hai segnalato, anche se sembra dagli ultimi dati che la ripresa, almeno in Usa, si stia irrobustendo.

Quanto agli spread, vedo una situazione a macchia di leopardo. In parte perchè i tassi dei governativi, soprattutto se rientra gradualmente la crisi dei periferici europei e la borsa spinta dalla ripresa continua la sua crescita, potrebbero salire anche in assenza di segnali inflazionistici, come semplice riflusso del flight to quality degli ultimi tempi. In questo caso corporate e high yield non ne dovrebbero risentire più di tanto.

Poi perchè alcuni settori, penso ad esempio a subordinati e perpetui, ma anche a parecchi senior finanziari, hanno spread ancora molto alti che nel tempo dovrebbero ridursi più che controbilanciando la tendenza alla crescita dei tassi.

Restano però alcuni settori estremamente fragili ed esposti, ad esempio le recenti emissioni corporate di lunga durata (da sette anni in su) con spread inferiori al punto percentuale, ma anche a quei corporate che rendono meno delle emissioni di titoli di stato aventi uguale durata residua, come ad esempio certe obbligazioni Eni o Enel qui da noi.

Insomma il mercato dovrebbe diventare più selettivo e difficile ma, se non si verificano altri shock di particolare gravità (come l'aggravarsi della situazione nei periferici europei o la crisi di qualche grossa istituzione finanziaria) credo che ci saranno anche opportunità interessanti.
 

negusneg

New Member
Personalmente sono sempre stato contrario ad analizzare i trend storici al fine di definire una stategia di investimento futura e quindi continuerò ad esserlo.

Concordo al 100%. Se fosse così semplice basterebbe guardare un grafico, tracciare delle linee, cliccare su "vendi", o "compra", e godersi il gain. :D

Resto però convinto che in quello che tu definisci "uno scenario di difficile lettura" anche l'analisi del passato più o meno recente possa servire a capire meglio il momento storico che stiamo vivendo. Ed è quello che spero possa succedere con questa discussione, esponendo e confrontando le proprie diverse esperienze, memorie, sensazioni e convinzioni. Ma anche scambiandoci notizie che possano in qualche modo risultare utili a decifrare la situazione economica, gli umori del mercato, le tendenze prevalenti, le mode.

Ovviamente per essere liberi poi di sbagliare consapevolmente... :lol:
 

negusneg

New Member
dal Global Forum di Morgan Stanley

Morgan Stanley - Global Economic Forum

2011 Outlook: Rebalancing, Reflation and Reconciliation
December 17, 2010

By Joachim Fels | London

Another year, same themes: Looking into 2011, the five key themes we postulated for the 2010 global economic outlook a year ago should remain very much intact. Our ‘tale of two worlds' continues to unfold, with robust growth in EM economies trumping the creditless, jobless and joyless ‘BBB recovery' (bumpy, below-par, brittle) in the mature economies. Within the latter, US economic growth should again top European growth, especially now that the tax deal between President Obama and Republican Congressional leaders has been approved by Congress and will be effective soon. Moreover, central banks around the world look set to keep policy super-expansionary, thus continuing to provide ‘AAA liquidity' (ample, abundant, augmenting). And finally, but importantly, the sovereign debt concerns in the mature economies, which we highlighted as our fifth major theme a year ago, should remain front and centre in 2011. We continue to think that the European sovereign debt crisis will eat its way through the periphery and start to affect the core, and we wouldn't rule out (though it is not our base case) that concerns about debt and deficits will also start to adversely affect the US in 2011.


The three ‘Rs': Against this backdrop, we think that the global macro debate in 2011 will revolve around three ‘Rs' - rebalancing, reflation and reconciliation - which encapsulate our key themes above. Further progress from the pre-crisis unbalanced global economy to a more balanced one is a pre-requisite for making this recovery sustainable over the next several years. During the rebalancing process, central banks will likely keep policy very expansionary, which should support the ongoing reflation of the global economy and financial markets. However, debt-laden governments are facing the huge challenge of reconciling conflicting claims by their creditors (private and public bondholders) and stakeholders (pensioners and other recipients of public transfers, users of the public infrastructure, taxpayers and public servants) on their limited resources. Which choices governments will be making between the various options - default, engineer strong growth, fiscal austerity, monetisation and/or force lenders to fund them at low interest rates - will likely be key for economic and market outcomes in 2011 and beyond.

Rebalancing: Our country economists forecast some good progress on the road to rebalancing in the upcoming year. In China, consumer spending will become the biggest contributor to GDP growth, contributing more than half of the 9% GDP growth we forecast for 2011, and the current account surplus should shrink by a full point to 3.6% of GDP. In the US, conversely, net exports are expected to make a positive contribution to GDP growth, reversing this year's drag on growth. More broadly, external imbalances are likely to shrink in most countries, largely reflecting the rebalancing from consumption to exports in the countries with current account deficits and vice versa in surplus countries.

This ongoing process of rebalancing from export-led to domestic demand-led growth and vice versa has two important implications. First, it requires a shift of resources (capital and labour) from the external to the domestic goods-producing sectors or vice versa, which takes time and thus weighs on growth in the meantime. This is especially true in high-income economies where workers' skills and the capital stock are often sector-specific. Hence, the ongoing rebalancing is contributing to the ‘BBB' nature of the recovery in mature economies. Second, as capital is often sector-specific, the sectoral shift in the drivers of growth requires new investment in the expanding sectors and should thus support capex globally, despite the fact that there is still considerable spare capacity in the (relatively) shrinking sectors.

Reflation: The combination of undesirably low inflation in the US, deflation in Japan, the ongoing sovereign debt crisis in Europe and a BBB recovery in virtually all of the mature economies implies that G10 central banks will keep their foot on the monetary accelerator for much or all of 2011. With official interest rates near zero in major economies and quantitative easing in various disguises continuing at least in the G3, monetary policy looks set to remain super-expansionary and will support the ongoing reflation of the global economy, in our view. True, we see many EM central banks, including the People's Bank of China, raising interest rates in the upcoming year. However, in most cases we think the tightening will be moderate in order to prevent a sharp deceleration of economic growth and/or excessive exchange rate appreciation.

Given these constraints on EM monetary policies, the AAA global liquidity cycle should remain intact. Yet, these constraints also imply that the risks to our relatively benign inflation outlook for EM economies are tilted to the upside.

Reconciliation: While rebalancing and reflation should provide support for the global economy and markets in 2011, the reconciliation of the many claims on debt-laden governments remains a gargantuan task for governments and a major source of downside risk to the outlook. In principle, governments have five options to deal with unsustainable debt trajectories: they can default, engineer strong growth, tighten fiscal policy, monetise and/or force lenders to finance them at low interest rates. Of these, default or restructuring is likely to be avoided at all costs in 2011, given the severe systemic consequences - but that doesn't mean markets won't be nervous about potential defaults in the future, especially in euro area member states that are not true sovereigns any more. Engineering strong growth is virtually impossible for any length of time, given the BBB recovery. And a massive tightening of fiscal policy also looks unlikely in most countries outside of the European periphery, as many governments lack the public support to implement draconian measures à la Greece or Ireland.

This leaves most governments with only two options - monetise (if your central bank agrees) and/or take measures to ensure continued access to cheap funding from other sources. As our colleague Arnaud Marès has argued, the latter is inherent in financial regulation that requires banks, insurance companies and pension funds, explicitly or implicitly, to increase their holdings of government bonds for financial stability purposes. Alternatively, cheap funding could come from the IMF and/or other governments as in the recent cases of Greece or (less cheaply) Ireland. And the former option - monetisation - is inherent in quantitative easing, which raises longer-term inflation risks if the banks' excess reserves that are created in the process are not withdrawn in a timely fashion once banks start to use them to lend and create deposits.
 

Omero

Forumer storico
Apro una nuova discussione su un tema che riguarda un po' tutti i temi di discussione che ci interessano, senza tuttavia poter essere confinato in uno specifico settore.......


Grazie Negus per aver aperto questo nuovo spunto di discussione che aiuterà anche a comprendere le strategie che molti partecipanti al forum sulle perpetue hanno proposto di sovrappesare i tassi variaili e specialmente irs (meglio se privi di cap).
LE occasini nel comparto bond non mancheranno ma tutti questi debiti che vengono fatti ovunque per salvare chiunque qualcuno li dovrà pur pagare, in fondo tutte queste obbligazini emesse sono soldi mandati in giro a fiumi e come tutte le merci perdono valore, quindi inflazione (scusate la mia poca finezza).
Abbiamo un accesso di ofefrta di denaro messo in circolo, riusciremo a mantenere i tassi bassi artificiosamente ?
forse per un pò ma quando l'offerta è forte o la domanda la supera o il prezzo scende e per il denaro vuol dire inflazione.
Quindi sembrerebbe che in generale il tasso fisso sia pericoloso da cassettare.
A mio modesto avviso (non sono un esperto) le uniche che possono tenere il passo dell'inflazione sono le azioni e in seconda battuta le obbligazioni tasso variabile, ma su tempi lunghi con inflazione elevata si rischia comunque di rimangiare il flusso cedolara.
 

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